TUTTI I PROCESSI DI BERLUSCONI

Bugie sulla loggia P2 (falsa testimonianza)

La Corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi
colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di
Verona a proposito della sua iscrizione alla P2, ma il reato è
coperto dall'amnistia del 1989. Interrogato sotto giuramento
Berlusconi aveva detto: "Non ricordo la data esatta della mia
iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore
allo scandalo […]. Non ho mai pagato una quota di iscrizione,
né mai mi è stata richiesta". Berlusconi però si era
iscritto alla P2 nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e aveva
pagato la sua quota. Così i giudici della Corte d'appello di
Venezia scrivono: "Ritiene il Collegio che le dichiarazioni
dell'imputato non rispondano a verità […], smentite dalle
risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse
dichiarazioni rese del prevenuto avanti al giudice istruttore
di Milano, e mai contestate […]. Ne consegue quindi che il
Berlusconi ha dichiarato il falso", rilasciato "dichiarazioni
menzognere" e "compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e
subiettivi del delitto di falsa testimonianza". Ma "il reato va
dichiarato estinto per intervenuta amnistia".

Tangenti alla Guardia di Finanza (corruzione)

I grado: condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le
tangenti contestate (niente attenuanti generiche).

Appello: prescrizione per tre tangenti (grazie alle attenuanti
generiche), assoluzione con formula dubitativa (comma II
art.530 c.p.p) per la quarta. Nelle motivazioni si legge: "Il
giudizio di colpevolezza dell'imputato poggia su molteplici
elementi indiziari, certi, univoci, precisi e concordanti, per
ciò dotati di rilevante forza persuasiva, tali da assumere
valenza probatoria".

Cassazione: assoluzione. La motivazione contiene due
riferimenti alla classica insufficienza di prove. La Cassazione
non può entrare dichiaratamente nel merito, né dunque
annullare la sentenza precedente con formula dubitativa: deve
emettere un verdetto secco (conferma oppure annulla). Ma nella
motivazione i giudici della VI sezione penale rimandano
esplicitamente all'"articolo 530 cpv": dove "cpv" significa
"capoverso", cioè comma 2 ("prova contraddittoria o
insufficiente"). A 12 righe dalla fine, a scanso di equivoci, i
supremi giudici hanno voluto essere ancora più chiari. Si
legge infatti: "Tenuto conto di quanto già osservato sulla
insufficienza probatoria, nei confronti di Berlusconi, del
materiale indiziario utilizzato dalla Corte d'appello...".

All Iberian 1 (finanziamento illecito ai partiti)

I grado: condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 miliardi versati
estero su estero, tramite il conto All Iberian, a Bettino
Craxi.

Appello: il reato cade in prescrizione, ma c'è: "per nessuno
degli imputati emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza".

Cassazione: prescrizione confermata, con condanna al pagamento
delle spese processuali. Nella sentenza definitiva tra l'altro
si legge: "Le operazioni societarie e finanziarie prodromiche
ai finanziamenti estero su estero dal conto intestato alla All
Iberian al conto di transito Northern Holding [Craxi] furono
realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con
il rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e
presidente. […] Non emerge negli atti processuali
l'estraneità dell'imputato".

All Iberian 2 (falso in bilancio)

Processo sospeso in attesa che sulla legittimità delle nuove
norme in materia di reati societari approvate dal governo
Berlusconi si pronuncino l'Alta Corte di giustizia europea e la
Corte costituzionale italiana. Se le eccezioni sollevate da
vari tribunali verranno respinte, il reato sarà dichiarato
prescritto.

Medusa Cinema (falso in bilancio)

I grado: condanna a 1 anno e 4 mesi (10 miliardi di fondi neri
che, grazie alla compravendita, vengono accantonati su una
serie di libretti al portatore di Silvio Berlusconi).

Appello: assoluzione con formula dubitativa (comma 2 art. 530).
Berlusconi, secondo il collegio è così ricco che potrebbe
anche non essersi reso conto di come, nel corso della
compravendita, il suo collaboratore Carlo Bernasconi
(condannato) gli abbia versato 10 miliardi di lire in nero.
Scrivono i giudici: "La molteplicità dei libretti
riconducibili alla famiglia Berlusconi e le notorie rilevanti
dimensioni del patrimonio di Berlusconi postulano
l'impossibilità di conoscenza sia dell'incremento sia
soprattutto dell'origine dello stesso".

Cassazione: sentenza d'appello confermata.

Terreni di Macherio (appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio)

I grado: assoluzione dall'appropriazione indebita e dalla frode
fiscale (per 4.4 miliardi di lire pagati in nero all'ex
proprietario dei terreni che circondano la villa di Macherio,
dove vivono la moglie Veronica e i tre figli di secondo letto),
prescrizione per i falsi in bilancio di due società ai quali
"indubbiamente ha concorso Berlusconi".

Appello: confermata l'assoluzione dalle prime due accuse.
Assoluzione anche dal primo dei due falsi in bilancio, mentre
il secondo rimane ma è coperto da amnistia.

Cassazione: in corso.

Caso Lentini (falso in bilancio)

I grado: il reato (10 miliardi versati in nero al Torino Calcio
in occasione dell'acquisto del giocatore Luigi Lentini) è
stato dichiarato prescritto grazie alla nuova legge sul falso
in bilancio.

Appello: in corso.

Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio)

Il gip Fabio Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base
della nuova legge sul falso in bilancio, i 1500 miliardi di
lire di presunti fondi neri accantonati dal gruppo Berlusconi
su 64 off-shore della galassia All Iberian (comparto B della
Fininvest). Il pm Francesco Greco ha presentato ricorso in
Cassazione perché la mancata fissazione dell'udienza
preliminare gli ha impedito di sollevare un'eccezione
d'incostituzionalità e di incompatibilità con le direttive
comunitarie delle nuove norme sui reati societari e con il
trattato dell'Ocse.

Lodo Mondadori (corruzione giudiziaria).

Grazie alla concessione delle attenuanti generiche il reato -
che in primo grado ha portato alla condanna di Cesare Previti -
è stato dichiarato prescritto dalla Corte d'Appello di Milano
e dalla Corte di Cassazione. Nelle motivazioni della
Cassazione, tra l'altro, si legge: "il rilievo dato [per
concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di
vita sociale ed individuale del soggetto [Berlusconi è
diventato presidente del Consiglio], valutato dalla Corte come
decisivo, non appare per nulla incongruo…".
Sme-Ariosto (corruzione giudiziaria)

A causa dei continui "impedimenti istituzionali" sollevati da
Berlusconi e dei conseguenti rinvii delle udienze, la posizione
del premier è stata stralciata dal processo principale. Ed è
stato creato un processo parallelo, che però Berlusconi ha
sospeso fino al termine del suo incarico (o sine die, in caso
di rielezione o di nomina ad altra carica istituzionale)
facendo approvare a tempo di record il Lodo Maccanico, proprio
alla vigilia della requisitoria, delle arringhe e della
sentenza, e a 40 mesi dall'inizio del dibattimento.

Sme-Ariosto (falso in bilancio)

In seguito all'entrata in vigore delle nuove norme sul diritto
societario, questo capo d'imputazione contestato a Berlusconi
per il denaro versato - secondo l'accusa- ad alcuni giudici, è
stato stralciato. Il processo è fermo in attesa che l'Alta
Corte di giustizia europea si pronunci sulla conformità tra le
nuove regole e le normative comunitarie. Ma, anche in caso di
risposta positiva per i giudici, resterà bloccato per il Lodo
Maccanico. Come tutti gli altri procedimenti ancora in corso a
carico di Silvio Berlusconi.

Diritti televisivi (falso in bilancio -?- e frode fiscale)

Indagini preliminari in corso alla Procura di Milano (pm
Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale), a carico di numerosi
manager del gruppo, più il presidente di Mediaset Fedele
Confalonieri e il titolare Silvio Berlusconi, il quale -
secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo
l'ingresso in politica nel '94 ad esercitare di fatto il ruolo
di dominus dell'azienda. Oggetto dell'indagine: una serie di
operazioni finanziarie di acquisto di diritti cinematografici e
televisivi da majors americane, con vorticosi passaggi fra una
società estera e l'altra del gruppo Berlusconi, con il
risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni
compravenduti e beneficiare di sconti fiscali previsti dalla
legge Tremonti, approvata dal primo governo dello stesso
Berlusconi per detassare gli utili reinvestiti dalle imprese.
Un presunto falso in bilancio che i magistrati valutano in
circa 180 milioni di euro nel 1994.

Telecinco (violazione delle leggi antitrust e frode fiscale in Spagna)

Il giudice anticorruzione di Madrid Baltasàr Garzòn Real,
dopo aver chiesto nel 2001 al governo italiano di processare
Berlusconi o, in alternativa, di privarlo dell'immunità in
modo di poterlo giudicare in Spagna, non ha ancora ricevuto
risposta. Per questo il procuratore anticorruzione Carlo
Castresana, nel maggio 2002, ha pregato Garzòn di rivolgersi
di nuovo alle autorità italiane. Berlusconi in Spagna è
accusato - insieme a Marcello Dell'Utri e ad altri dirigenti
del gruppo Fininvest - di aver posseduto, grazie a una serie di
prestanomi e di operazioni finanziarie illecite, il controllo
pressoché totalitario dell'emittente Telecinco eccedenti
rispetto ai limiti dell'antitrust spagnola, negli anni in cui
il tetto massimo era del 25 per cento delle quote azionarie.

Mafia (concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco)

Indagini archiviate a Palermo su richiesta della Procura per
scadenza dei termini massimi concessi per indagare.

Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage)

Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui
presunti "mandanti a volto coperto" delle stragi del 1992
(Falcone e Borsellino) e del 1993 (Milano, Firenze e Roma) sono
state archiviate per scadenza dei termini d'indagine. A
Firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe Soresina ha però
rilevato come Berlusconi e Dell'Utri abbiano "intrattenuto
rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui
è riferibile il programma stragista realizzato". Cioè con il
clan corleonese che da vent'anni guida Cosa Nostra, con
centinaia di omicidi e una mezza dozzina di stragi. Aggiunge il
giudice fiorentino che esiste "una obiettiva convergenza degli
interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune
qualificate linee programmatiche della nuova formazione [Forza
Italia]: articolo 41 bis, legislazione sui collaboratori di
giustizia, recupero del garantismo processuale asseritamente
trascurato dalla legislazione dei primi anni 90". Poi aggiunge
che, nel corso delle indagini, addirittura "l'ipotesi iniziale
[di un coinvolgimento di Berlusconi e dell'Utri nelle stragi]
ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità". Ma
purtroppo è scaduto "il termine massimo delle indagini
preliminari" prima di poter raccogliere ulteriori elementi.

Il gip di Caltanissetta Giovanni Battista Tona ha scritto: "Gli
atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza
di varie possibilità di contatto tra uomini appartenenti a
Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in
vario modo dagli odierni indagati [Berlusconi e Dell'Utri].
Ciò di per sé legittima l'ipotesi che, in considerazione del
prestigio di Berlusconi e Dell'Utri, essi possano essere stati
individuati dagli uomini dell'organizzazione quali eventuali
nuovi interlocutori". Ma "la friabilità del quadro indiziario
impone l'archiviazione".

C'è, infine, la sentenza della Corte di Assise di Appello di
Caltanissetta, che il 23 giugno 2001 ha condannato 37 boss
mafiosi per la strage di Capaci: nel capitolo intitolato
esplicitamente "I contatti tra Salvatore Riina e gli on.
Dell'Utri e Berlusconi", si legge che è provato che la mafia
intrecciò con i due "un rapporto fruttuoso quanto meno sotto
il profilo economico". Talmente fruttuoso che poi, nel 1992,
"il progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale
mirava a realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi
referenti della politica e dell'economia". Cioè a "indurre
nella trattativa lo Stato ovvero a consentire un ricambio
politico che, attraverso nuovi rapporti, assicurasse come nel
passato le complicità di cui Cosa Nostra aveva beneficiato".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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