Il pozzo nero dell'informazione Il Papa vola in Africa a predicare il valore della vita, Naomi e Claudia vengono in Italia, si può ritirare la dose giornaliera presso l'ospedale del campo. E' finito l'ozono, l'atomo di Mururoa si sta disintegrando e l'eccidio di Marzabotto non han- no lasciato lavorare Berlusconi. Casini Pierferdinando e le sue adidas, Veltroni Walter e la sua tuta. IBM compatibile, il sindaco di Hiroshima è verde, Mao era rotondo, per non sbagliare basta guardare bene. La Chiesa non commissiona più opere d'arte, centinaia di mine italiane in Libia, la costituzione più bella del mondo, gli scorpioni sono più resistenti degli esseri umani ai test radioattivi, la pace è possibile: per costruirla non esiste altra stra- da che il dialogo, più protezione, più idratazione, più energie, più difese, i batteri sono ormai immuni ai cento antibiotici esistenti, si apre il sipario su una nuova primavera, sono una cavia. Si ! Per i media, rotocalchi e televisione, sono una cavia che deve subire il repertorio quotidiano di notizie e immagini per ottenere l'illusione e l'esaltazione della realtà, della loro realtà. Ma nonostante il bomdardamento di informazioni che riceviamo siamo soli, soli con il nostro realismo, un pugno nello stomaco dato a sangue freddo, " Sono in una stanza chiusa annegato nel presente " come scriveva J.P. Sartre e vedo gli occhi arrossati dei lavoratori pendolari che si alzano alle quattro di mattina e sento la puzza delle periferie urbane lasciate morire nel loro squallore e guardo corpi delimitati da barriere a stare in fila, per cercare un lavoro introvabile e inciampo nel barbone che dorme nell'atrio della stazione FF.SS. E sono voci che crescono a formare un solo coro, ad urlare il loro dissenso e ad imporre un solo linguaggio, quello che sarà capace di generare forme di liberazione e ( o ) di resistenza. LUIGI DEL GRECO |
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