GIOVANI SCHIAVI

www.webalice.it/lapaginadivicio     L'unica lotta che si perde è quella che si abbandona...      

pongo alla vostra attenzione il problema del precariato, ed in particolare la vergognosa presenza di leggi che in numerosi settori lavorativi costringono i giovani ad una situazione di costante sottomissione nei confronti dei soliti “vecchi” e delle caste, per mezzo dei pretestuosi “tirocini” e “praticantati” professionali. Vi invio queste mie modestissime riflessioni, soltanto come spunto per invitarvi a creare una mobilitazione che chieda giustizia sociale e l’abolizione di queste vergognose norme di stampo feudale.Grazie,

Vicio

GIOVANI SCHIAVI

(11 novembre 2007) Si dice che studiare e lavorare siano diritti. Lo Stato deve garantire la possibilità accesso a ogni grado di istruzione, e la retribuzione del lavoratore, seppur commisurata al lavoro svolto, deve comunque garantire al lavoratore ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Sono queste posizioni ideologiche, precetti costituzionali, frasi che in una maniera o in un’altra ci è successo di sentire, in passato più che ora. Già, perché ormai tali argomentazioni sembrano essere passate nell’archivio dei vecchi ideali non più attuali, che solo qualche residuo “estremista” si permette di ricordare o, peggio, di fare ricordare. Questa è divenuta ormai l’Italia alle soglie dell’anno 2008.

Nel 2006 una coalizione di centro-sinistra (forse meglio dire una coalizione con al suo interno una minoranza di sinistra) ha vinto le elezioni politiche, e tanti sognatori come me hanno creduto nell’arrivo di un vento di cambiamento, dopo l’era berlusconiana. Con una coalizione così disorganica sapevamo di non poterci aspettare grandi cambiamenti, sappiamo che non è facile mettere d’accordo le posizioni della sinistra più estrema con i centristi democristiani sempre pronti a oltrepassare la barricata ed entrare nella corte di Berlusconi. Sapevamo che è difficile governare quando al Senato la maggioranza ha solo un paio di voti in più dell’opposizione, e sappiamo che dopo gli anni di malgoverno berlusconiano adesso, da persone responsabili, i nuovi governanti avrebbero dovuto chiedere sacrifici agli italiani per mettere un po’ le cose a posto.

Si era parlato tanto delle primarie, del programma della coalizione, e sapevamo anche che sarebbe stato difficile attuarlo. Ma tutti, o quasi, questi esponenti del “centro-sinistra” erano d’accordo nel condannare le scelte berlusconiane, le leggi integraliste sulla procreazione assistita, le leggi per schiavizzare gli immigrati, i lavori per la realizzazione della TAV imposti a manganellate, le leggi-vergogna per salvare gli amici, il totale asservimento agli USA, le violenze della polizia contro i manifestanti di Genova nel 2001. Si parlava tanto del precariato, delle leggi italiane che servono solo a garantire le caste, delle università in cui di fatto vige ancora il feudalesimo, dei giovani che sono costretti per legge, in un modo o in un altro, ad essere schiavi di uno e di un altro padrone, di una o di un’altra casta di privilegiati. Adesso di tutto questo non si sente parlare più. Non possiamo essere così pazzi e sognatori (o forse sì?) di chiedere a questi politici di rivoluzionare l’Italia, ma almeno vogliamo un segnale inequivocabile che si voglia andare in quella direzione.

Se non possiamo ottenere diritti direttamente, almeno dobbiamo ottenere l’abolizione dei privilegi altrui. Oggi un giovane che cerca un lavoro dipendente diventa un servo, le leggi consentono al padrone di avvalersi dei lavoratori senza nemmeno doversi più prendere il disturbo (e la responsabilità) di assumerli. Chi studia deve fare i conti con i baroni universitari. Chi cerca un lavoro da professionista è costretto dalle leggi a periodi di “praticantato” che lo costringono a lavorare gratis per anni.

Un laureato in giurisprudenza che voglia fare l’avvocato è costretto a lavorare per un altro avvocato almeno 3 anni in attesa di abilitarsi, perché deve avere un “avvocato formatore” che garantisca per lui lo svolgimento della pratica… E siccome la pratica ti è imposta per legge, il tuo “dominus” ti fa lavorare gratis, tanto un altro disgraziato da sfruttare lo troverà sempre, e lo sa. Ci sono perfino casi di professionisti che si fanno pagare per sfruttare il praticante di turno, con la scusa che così ti fanno imparare il lavoro, e con il crescente numero di praticanti tra poco tempo questa sarà la regola. Siamo al punto che si paga per lavorare!

E’ una vicenda che mi ricorda le rottamazioni delle automobili. Fino ad alcuni anni fa, la rottamazione delle automobili vecchie non era imposta per legge, quindi portando l’auto alla demolizione ci veniva anche corrisposta una piccola somma. Adesso per consegnare le targhe delle auto bisogna esibire il certificato di demolizione, e sono i demolitori che ora vogliono essere pagati.

Di conseguenza, spesso le auto finiscono nelle campagne, o sotto i ponti. Noi giovani non vogliamo essere considerati come i rottami, come servi da sfruttare, e non vogliamo finire sotto i ponti. Chiediamo, quanto meno, la fine dei privilegi, chiediamo che siano colpite le caste, chiediamo il diritto di essere liberi, e di non essere sfruttati. Chiediamo fino da adesso l’abolizione di ogni forma di sottomissione imposta per legge con il nome di “praticantato” o “tirocinio”, chiediamo l’abolizione degli ordini professionali e degli esami di abilitazione professionale, che sono soltanto vergognosi mezzi di difesa delle caste. Se questo governo non si impegna a fare almeno questo non ci rappresenta, e quindi non ha alcun senso per noi governare. Scendiamo in piazza, per le strade, lottiamo per i nostri diritti. Un governo che non ci rappresenta non ci interessa, e non ci può essere di nessuna utilità, meglio a questo punto che vada a casa.