OGGI
A POMIGLIANO, DOMANI AD OGNI ITALIANO
NOTA DI MARCO
RIZZO
(Comunisti Sinistra Popolare)
16 giugno 2010.
Se passa l'accordo capestro di Pomigliano a rimetterci
non saranno solo i
nuovi schiavi della Panda ma tutti i lavoratori italiani,
perchè è chiaro che
nel più breve lasso di tempo possibile tutto il sistema
industriale ripeterà la
stessa operazione.
Nel merito si tratta di lavorare a ciclo continuo 24 ore
su 24. Un ballo
estenuante fatto di 350 operazioni ogni turno, di 72
secondi l'una, riducendo i
tempi morti perchè tutti i pezzi sono più vicini alla
postazione, al lavoratore
è consentito muovere solo il busto, con 3 pause di soli
10 minuti per turno.
Una danza mortale a cui gli operai di Pomigliano
dovrebbero affidarsi
rinunciando al diritto costituzionale dello sciopero (ai
punti 14 e 15 del
testo le rappresentanze sindacali dovrebbero
sottoscrivere l'accettazione a non
aprire contenziosi e addririttura perderebbero i loro
diritti se un iscritto
dovesse aprire un conflitto, inoltre se il lavoratore non
segue la norma di
rinuncia dello sciopero si espone a sanzioni). Proviamo
ad immaginare i solerti
sindacalisti gialli della Fim-Cisl e della Uiilm a
lavorare a questa catena
infernale...
La mossa della Fiat è strategica ed ha lo stesso sapore
di quel fiume grigio
senza soggettività che spense Torino con la" marcia
dei quarantamila" nel 1980.
Tutto quello che di catastrofico vi fu nel mondo del
lavoro -dal precariato
senza diritti alle morti bianche- passò anche da lì,
con l'unica differenza
peggiorativa è che quella fu una manifestazione, mentre
questo è un contratto.
Peraltro nel 1980 a pagare successivamente la loro
"fedeltà" alla Fiat furono
anche e proprio i capi e capetti della marcia,
pagati con licenziamenti
sonanti da Corso Marconi che, grazie all'innovazione
tecnologica, non aveva più
bisogno di leccapiedi e cani da guardia.
Un contratto che viene proposto dal "nuovo"
padrone Marchionne, oggi
applaudito da Berlusconi, ma talmente ancora amato a
sinistra che anche oggi si
sprecano per lui le olà dei suoi estimatori, da
Chiamparino, che affermna di
"tifare per lui" a Fassino secondo cui
"senza Marchionne non esisterebbe la
Fiat ", fino a Pintor (sì il Manifesto !!!) che
dice che "Marchionne non è
cattivo, ma se è costretto a compiere certi passi
la colpa non è sua, è
schiavo di una situazione impostagli dal
capitalismo" -Corriere della Sera a
pag 6-, per non dimenticare Bertinotti che diceva
"mi piace" e ne tesseva
pubblicamente le lodi.
Ebbene sarà utile di nuovo ricordare che, a quei
livelli, non ci sono
"padroni buoni", non parliamo del fruttivendolo
col suo garzone.. Così come
dovremmo finalmente dire che in politica una vera
sinistra ed, ancor di più per
i comunisti, non si dovranno più fare accordi (di nessun
tipo) con questi
signori della falsa sinistra.
Appoggiare fino in fondo la lotta dei lavoratori di
Pomigliano - certo quelli
che non vogliono ridursi a moderni schiavi- così come
riconoscere il coraggio e
la dignità della Fiom e del sindacalismo di base, sono
al centro dell'obiettivo
possibile e ragionevole, visti i rapporti di forza anche
mediatici in campo,
CONTRASTARE IL REFERENDUM, per ricordare a "lor
signori" che non siamo tutti
sulla stessa barca, perchè quando le cose vanno bene si
dimenticano del popolo
e quando le cose vanno male (per colpa loro) vogliono
sempre coinvolgerci nelle
restrizioni.
Questa è una battaglia stratetegica, questa è la
BATTAGLIA. Trasformiamo tutte
le giuste iniziative contro la legge bavaglio sulla
stampa in una critica
totale a questo iniquo e traballante sistema
capitalistico che muove il suo
ultimo "colpo di coda" lasciandoci senza
scampo: o accetti di azzerare i tuoi
diritti o si chiude. LIBERI, MAI SCHIAVI. NESSUN
SACRIFICIO, NON COLLABORARE.
LA CRISI LA PAGHINO I PADRONI.
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