INTERESSI
TAV
WWW.NAMIR.IT
DIETRO LA TAV ci
sono tanti interessi economici. E NELLA TAV ci sono
mischiati molti LEGHISTI. il primo su tutti a guadagnarci
con questa OPERA PUBBLICA inutile e che non serve a
nessuno, è l'ex MINISTRO LUNARDI. non è quindi strano
che ad annunciare la ripresa dei lavori TAV sia stato
proprio il ministro MARONI. guarda caso l'annuncio è
avvenuto proprio dopo che la lega ha continuato a
sostenere l'attuale INUTILE GOVERNO BERLUSCONI in cambio
di qualcosa che non erano i MINISTERI ma altro ed ora si
comincia a comprendere cosa. LA TAV mette d'accordo
tutti, se la lega e LUNARDI fanno i buchi e le ferrovie,
i treni li hanno pronti DELLA VALLE e MONTEZEMOLO. la tav
quindi serve a spartirsi i DANARI PUBBLICI quelli che
TREMONTI finge mancanti e che invece sperpera ad esempio
sostenendo una sua fondazione, e questa associazione a
delinquere di STATO che attraverso queste grandi OPERE
mangera' sulla pelle degli italiani, come esattamente era
il PONTE. a mancare in realta' per quanto riguarda le
ferrovie dello stato sono le infrastrutture e in sicilia
non c'era e non c'e' bisogno del ponte, ma di strade,
acqua potabile, collegamenti tra le varie citta'.
TORNANDO ALLA TAV analizziamo bene a cosa serve e a chi
serve.
Fin dal momento della sua
nascita il progetto TAV fu propagandato allopinione
pubblica attraverso luso sistematico della
menzogna. Nei proclami di coloro che nel 1991 la
presentarono alla stampa, linfrastruttura avrebbe
dovuto essere finanziata per il 60% da capitale privato,
sarebbe statadestinata ad ospitare esclusivamente treni
passeggeri e avrebbe comportato un costo di 26.180
miliardi di lire.
In realtà gli investitori privati non esistevano
affatto, come emerse pubblicamente alcuni anni più
tardi, i potenziali passeggeri sarebbero stati
pochissimi, per cui nel corso del tempo la destinazione
duso fu allargata al trasporto delle merci ed il
costo dellopera lievitò in maniera esponenziale
fino a raggiungere nelle stime più attendibili la
stratosferica cifra di 90 miliardi di euro.
Per giustificare lutilità e la necessità
dellopera sono state accampate nel corso degli anni
le ragioni più disparate, destinate a venire
regolarmente smentite dalla realtà oggettiva dei fatti e
dal giudizio degli esperti che si esprimevano riguardo al
loro campo di competenza. Questo poiché in realtà il
progetto TAV non interpreta nessuna delle esigenze
connaturate alla movimentazione di merci e persone
presenti nel nostro paese.
La prima motivazione a sostegno dellalta velocità
ferroviaria è stata quella di potere offrire ai
viaggiatori italiani la possibilità di spostarsi in
maniera più rapida
..
Il sistema TAV è però
strutturato in maniera tale per cui la velocità si
traduce in risparmio di tempo solamente quando la
distanza da percorrere è di una certa rilevanza
(generalmente superiore ai 300/400km.) dal momento che su
tratte più brevi il tempo risparmiato non sarebbe
apprezzabile e risulterebbe impensabile imporre ad un
treno ad alta velocità molte fermate intermedie che per
forza di cose ne vanificherebbero le prerogative di
rapidità. Secondo studi compiuti dalle stesse ferrovie
l80% dei viaggiatori che utilizzano la rete
ferroviaria italiana è però composto da passeggeri che
effettuano viaggi inferiori ai 100 km. e non trarrebbero
dalle nuove linee TAV alcun genere di utilità. Una parte
di coloro che compiono viaggi più lunghi sceglie il
treno per la sua convenienza economica e non sarebbe
disposta a barattare un eventuale risparmio di tempo a
fronte di un incremento sostanzioso del prezzo del
biglietto e molti fra i viaggiatori che coprono distanze
superiori ai 500 km dichiarano che qualora interessati ad
un risparmio di tempo, in presenza di costi del biglietto
assimilabili, privilegerebbero il trasporto aereo.
Queste semplici osservazioni dimostrano in maniera
inequivocabile come il TAV possa ambire ad interpretare
le esigenze di una esigua minoranza dei viaggiatori
italiani, il cui numero non sarebbe assolutamente
sufficiente per giustificare e rendere remunerativo un
investimento di siffatte ciclopiche dimensioni. Di
contralto la stragrande maggioranza di coloro che
abitualmente usano le ferrovie non domanda treni super
veloci bensì un maggior numero di convogli per i
pendolari, un servizio più efficiente, maggiore
puntualità, carrozze più pulite e attenzione per la
sicurezza, tutte prerogative che a differenza del TAV
avrebbero comportato modesti e mirati investimenti
economici.
Di fronte alla debolezza delle
argomentazioni concernenti i passeggeri, intorno alla
metà degli anni 90 la motivazione principe della nuova
infrastruttura traslò dal trasporto delle persone a
quello delle merci. Allalta velocità (TAV) si
affiancò lalta capacità (TAC) e lopera
venne proposta come un sistema in grado di rispondere
alle necessità logistiche delle aziende e come una
panacea utile a decongestionare le caotiche autostrade
italiane spostando le merci dalla gomma alla rotaia,
attribuendo in questo modo al progetto anche una
velleità ecologica.
La poca realisticità di queste
motivazioni traspare già da una prima analisi della
costituzione del territorio italiano, caratterizzato da
molte piccole e medie città, situate a distanze
relativamente brevi le une dalle altre. Questa componente
tende per forza di cose a sfavorire il trasporto delle
merci tramite ferrovia, poiché tale sistema di trasporto
si rivela ideale quando si tratta di coprire lunghi
tragitti superiori ai 400 km, mentre diventa
antieconomico ed improponibile man mano che la distanza
da coprire diminuisce. Già questa realtà oggettiva, ben
nota a tutti gli esperti che si occupano di trasporti,
dimostra come in Italia ben difficilmente si riuscirà a
ridurre significativamente il transito dei mezzi pesanti,
poiché la distribuzione capillare delle merci, dovuta
anche alla disposizione delle nostre città, coinvolgerà
sempre e comunque il trasporto su gomma.
Molto calzante a questo riguardo è lesempio
prodotto da Angelo Tartaglia, docente di fisica nucleare
presso il Politecnico di Torino. Tartaglia pone il caso
di un qualche imprenditore che sia intenzionato a
trasportare il camion su rotaia. Limprenditore deve
caricare le merci sul camion, raggiungere lo scalo più
vicino, aspettare che tutto il treno si riempia, poiché
il treno non parte vuoto, poi essere trasbordato allo
scalo di arrivo e da li raggiungere il destinatario. A
conti fatti gli converrebbe decisamente spedire
direttamente via camion, sia per quanto concerne i costi,
sia per quanto riguarda i tempi. Perciò, sempre secondo
Tartaglia, anche se si rendesse più attraente il
trasporto su rotaia, e lo si potrebbe fare aumentando
laffidabilità e non certo la velocità, non si
supererebbe comunque il volume del 30% a fronte del
valore attuale di traffico merci su ferrovia che è del
12%.
Si tratta dunque di una prospettiva dincremento
molto modesta per la quale sarebbero impensabili
investimenti faraonici (come quelli destinati al TAV)
mirati oltretutto ad incrementare la velocità e non come
richiesto lefficienza e laffidabilità.
Angelo Tartaglia entra anche
nel merito dellincongruenza costituita
dallintenzione manifestata nel progetto di far
correre sulle nuove linee ad Alta Velocità un traffico
esagerato e costante, alternato tra merci e passeggeri. I
treni che devono correre a 300 km/h (TAV) sono treni
leggeri che necessitano di binari perfettamente lisci.
Facendo correre sugli stessi binari a 160 km/h treni che
pesano 1000 tonnellate per convoglio (TAC), non si può
evitare di lasciare sui binari pesanti tracce che
richiedono una manutenzione altrettanto pesante, prima
che possa passare un nuovo convoglio passeggeri a 300
km/h. Bisognerebbe perciò investire cospicue somme in
tale manutenzione ed avere il tempo per farla,
caratteristica quella temporale, non compatibile con gli
altissimi volumi di traffico previsti nel progetto.
In Francia e in Giappone, fa notare ancora Tartaglia,
sulle linee ad Alta Velocità passano solo treni
passeggeri, in Francia i treni non viaggiano di notte,
quando viene effettuata la manutenzione.
Queste semplici riflessioni,
sistematicamente ignorate dallinformazione
mediatica ma facilmente riscontrabili interpellando
qualunque esperto di trasporti e logistica, dimostrano
inequivocabilmente come oltre ai passeggeri non esistano
neppure le merci necessarie per motivare unopera
come il TAV. I traffici passeggeri e merci previsti nel
progetto sono un puro esercizio di fantasia totalmente
disancorato dalla realtà e perfino la destinazione
duso delle nuove linee (passeggeri e merci) non
appare compatibile con i limiti fisici
dellinfrastruttura e lo sfruttamento intensivo
della stessa che il progetto propone.
Nella migliore delle ipotesi quando lopera sarà
terminata ripercorrerà le orme di Eurotunnel,
manifestandosi come uninfrastruttura sotto
utilizzata destinata a produrre ogni anno una cospicua
perdita di esercizio che sommata allesorbitante
costo di costruzione, peserà però in questo caso sulle
spalle di tutti i cittadini italiani e non di un
ristretto gruppo dinvestitori privati.
Anche le velleità ecologiche
del progetto TAV appaiono chiaramente pretestuose e
disancorate dalla realtà.
Se infatti da un lato non esistono dubbi sul fatto che
sia preferibile in termini dinquinamento e
risparmio energetico trasportare le merci sulle normali
linee ferroviarie anziché per mezzo dei TIR,
dallaltro non si riesce a comprendere come il TAV
potrebbe contribuire a conseguire questo proposito,
proponendo uninfrastruttura e dei treni con un
impatto ambientale enormemente più elevato rispetto a
quelli tradizionali.
Abbiamo già visto come il margine dincremento del
trasporto merci su ferro in presenza di un servizio
ferroviario ottimizzato sarebbe piuttosto limitato (nelle
ipotesi più ottimistiche non arriva al 18%) e come tale
ottimizzazione prescinda dalla pura velocità dei
convogli. Ora prenderemo coscienza con lausilio di
un Dottorato di Ricerca redatto nel 2001 dal Dottor Mirco
Federici appartenente al dipartimento di chimica
dellUniversità degli Studi di Siena, di come
limpattoambientale, linquinamento ed il
consumo energetico del TAV non siano per nulla
assimilabili a quelli delle ferrovie tradizionali.
Mirco Federici ha operato un confronto fra la tratta ad
alta velocità Milano Napoli e lequivalente
tragitto dellautostrada del Sole. Nello studio si
contabilizza lintero consumo di energia e di
materia e le emissioni associate lungo lintero
ciclo di vita dei sistemi. Si tiene cioè conto dei
consumi nella fase di costruzione delle linee stradali e
ferroviarie, della manutenzione periodica, della
costruzione e manutenzione dei veicoli e del loro
funzionamento annuale. Gli impatti sono inoltre stati
calcolati utilizzando 6 analisi differenti, le quali
conducono tutte a risultati convergenti.
Le conclusioni del confronto, secondo le parole di Mirco
Federici, si manifestano quanto mai sorprendenti, in
quanto dimostrano come il TAV abbia impatti ambientali
superiori al trasporto merci su gomma e addirittura
paragonabili al trasporto individuale in auto, inoltre
non migliora limpatto dovuto alle emissioni ed anzi
peggiora la qualità ambientale a causa
dellinvasività delle sue infrastrutture. Viene
sottolineato come risulti inutile ed oltretutto dannoso
investire su una tipologia di trasporto che non offre
miglioramenti ambientali nel caso del trasporto
passeggeri e addirittura peggiora la situazione per
quanto concerne il trasporto merci. Si aggiunge inoltre
che se questi risultati venissero integrati dagli altri
impatti ambientali relativi alla cantierizzazione del
TAV, che nello studio non sono stati considerati, come ad
esempio le falde acquifere deviate, infiltrazioni e
contaminazioni dei terreni e delle falde, inquinamento
acustico ed altro ancora, il giudizio finale diverrebbe
ancora più negativo.
La causa di una così scarsa competitività delle linee
ad alta velocità/capacità rispetto agli altri sistemi
di trasporto è da ricercarsi nella troppa
infrastrutturizzazione del sistema TAV e nella eccessiva
potenza dei treni, sovradimensionati rispetto alla loro
capacità di trasporto. Un treno TAV, ad esempio un ETR
ha una potenza di 8 MW, il che significa che per muovere
un solo treno occorre la potenza di una centrale
elettrica di medie dimensioni.
Nelle conclusioni si afferma che se la costruzione delle
linee ad alta velocità/capacità dovesse essere
giudicata solo per mezzo di criteri termodinamici il
verdetto sarebbe di una sua completa inutilità.
Anche dal punto di vista ecologico il TAV non può dunque
nutrire alcuna velleità, poiché perfino se
linfrastruttura riuscisse (pur non avendo le
caratteristiche per farlo) a spostare su di essa quel 18%
di traffico merci che oggi corre su gomma leffetto
sarebbe in tutto e per tutto ecologicamente peggiorativo.
A questo riguardo occorre inoltre sottolineare come i
termini del confronto fra rotaie dellalta
velocità/capacità e gomma, già oggi nettamente
sfavorevole alla ferrovia, siano destinati a cambiare
profondamente nel prossimo futuro acuendo ancora di più
lassolutamente scarsa competitività
ecologica del TAV/TAC. Questo poiché mentre
limpatto ambientale complessivo dellalta
velocità/capacità è destinato a rimanere immutato nei
decenni futuri, le emissioni dei TIR a breve e medio
termine saranno soggette ad un drastico miglioramento
grazie alla riduzione delle emissioni unitarie dei
veicoli pesanti conseguente al rinnovo del parco
circolante.Infatti in base alle risultanze dello studio
della Commissione Europea ExternE, circa il 90% dei costi
esterni in termini dinquinamento atmosferico sono
riconducibili alle emissioni di particolato. A condizioni
di traffico invariato il completo rinnovo del parco
circolante da Euro 0 a Euro 5 produrrebbe una riduzione
delle emissioni complessive di particolato
nellordine del 97%. Tenendo in considerazione la
reale evoluzione del parco circolante si può pertanto
stimare una riduzione effettiva delle emissioni
nellarco dei prossimi 15 anni nella misura di circa
l80%. Limpatto ambientale derivante dal
trasporto delle merci a bordo dei TIR è perciò
destinato nel breve periodo a ridimensionarsi, mentre
quello conseguente al TAV/TAC resterà nello stesso arco
di tempo praticamente immutato.
LA
FERRARI DELLE FERROVIE.
Dal 2011 sulle
linee ferroviarie ad alta velocità si potrà scegliere
di viaggiare con le Ferrovie dello Stato o con Ntv (Nuovo
Trasporto Viaggiatori),
il primo operatore
privato
italiano nel trasporto ferroviario, targato
Montezemolo-Della Valle. Obiettivo di Ntv, come ha
spiegato Luca Cordero di Montezemolo, nel corso di una
conferenza stampa, è contribuire alla crescita del
sistema ferroviario, caratterizzato da basso impatto
ambientale ed alta efficienza energetica, e valorizzare
linvestimento di circa 40 miliardi dello Stato
nellalta velocità.
Ntv, che effettuerà il servizio viaggiatori a partire
dal 2011, sarà il primo operatore
al mondo a utilizzare il nuovo treno Alstom Agv, il treno ad altissima velocità (360
km/h) dotato dello stesso sistema di trazione del treno
che il 3 aprile 2007 ha stabilito il record mondiale di
velocità su
rotaia raggiungendo 574,8 chilometri orari. A queste
velocità, la Ntv prevede di acquisire una quota di
mercato del 20% entro il 2015 e punta a conquistare 30
mila viaggiatori al giorno e 10 milioni allanno.
La compagine
azionaria è tutta italiana: gli imprenditori Diego Della Valle,
Luca Cordero di Montezemolo e Gianni Punzo detengono,
insieme, il 54,5% diviso in quote paritetiche. Intesa
Sanpaolo, attraverso Imi Investimenti, ha il 21,4%,
mentre le Assicurazioni Generali hanno il 16,1%. Il resto
del capitale è in mano ad Alberto Bombassei (5,4%
attraverso la Nuova Fourb), e Giuseppe Sciarrone (2,6% attraverso la Reset 2000). E lo
stesso Sciarrone, anche in virtù della sua pluriennale
esperienza nelle Ferrovie dello Stato, è amministratore
delegato della nuova societa per il trasporto
ferroviario. Siamo imprenditori italiani, una
grande assicurazione italiana, una grande banca italiana,
quindi una vera impresa senza un euro di denaro
pubblico, ha specificato poi Montezemolo.
Ci sarà una grande competizione e questo fa bene
soprattutto ai cittadini che potranno scegliere, ha
detto lex presidente di Confidustria e attuale
presidente di Ntv, presentando la nuova società.
Stessa opinione espressa dal presidente
dellAntitrust, Antonio Catricalà: Oggi è una giornata positiva
per la concorrenza ferroviaria, ha affermato a margine
della relazione annuale dellautorità per le Tlc.
Ntv debutterà sulle direttrici Torino-Salerno (toccando
Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli), Roma-Venezia (via
Firenze e Bologna) e Roma-Bari, utilizzando per la prima
volta al mondo una flotta di 25 supertreni Agv (Automotrice
Grande Vitesse)
della Alstom (il contratto vale 650 milioni di euro).
Confort firmato Italdesign-Giugiaro, servizi internet,
news e divertimento, ciascun treno avrà 460 posti su
undici carrozze e consumi energetici ridotti del 15%. Nel
2015 Ntv punta al 20% del mercato, 30mila passeggeri al
giorno e 10 milioni lanno.
Rimane però la domanda di
fondo: la Tav è un disegno ambizioso di sviluppo o siamo
di fronte ad una resistenza locale per un opera
considerata prioritaria per tutto il Paese? Per il
movimento che si concentra sotto il motto e la bandiera
No Tav i motivi per respingere la ferrovia sono
ambientali, storici ed economici.
Ambientale. Per realizzare la
galleria che unirà la bassa valle di Susa alla Francia
sarà necessario scavare nella montagna dove in passato
sono state trovate tracce di amianto. Gli ambientalisti e
gli abitanti temono che durante gli scavi la polvere
ricca di amianto possa diffondersi lungo tutta la valle,
con rischi per la salute.
Storica. La Val di Susa -
sostengono gli abitanti - ha già dato un ampio
contributo, con lautostrada, il traforo del Frejus,
due strade statali e una linea ferroviaria. Considerato
che è anche una valle stretta, aprire un nuovo cantiere,
vorrebbe dire davvero snaturare il territorio, quantomeno
nella parte bassa, quella compresa tra Almese e
Bussoleno.
Economica. Che senso ha
spendere 20 miliardi di euro in unopera faraonica
che sarà pronta solo nel 2018 quando con una spesa molto
inferiore e con danni più contenuti allambiente si
potrebbe semplicemente potenziare lattuale linea
con la Francia?
Di altro avviso il sito
lavoce.info,
per il quale «la questione è diversa», come riportato
in questo articolo pubblicato a febbraio 2010: È
naturale che il Piemonte preferisca avere
uninfrastruttura moderna ed è comprensibile che
gli abitanti della Val di Susa si oppongano a un
investimento che ritengono li danneggi (nonostante le
compensazioni promesse) e che a loro non serve. Ma
bisogna che qualcuno faccia un conto sui pro e contro di
una decisione di spesa che riguarda il Paese intero. La
linea (per la parte di competenza italiana) costerebbe
tra 15 e 20 miliardi di euro, come tre ponti di Messina.
I contributi europei coprirebbero meno del 30% della sola
tratta internazionale (la galleria di base).
Con una spesa analoga si può
fare molto. Si potrebbe, scrive Orazio Carabini su Il
Sole 24 Ore del 27 gennaio 2010, cablare tutta
lItalia a 100 Mb. Cominciando dal Piemonte, nel
caso. La domanda è allora: quale sarà il beneficio
dellopera? Gli studi disponibili mostrano che la
ricaduta della Tav Torino - Lione sul sistema economico
italiano ed in particolare piemontese sarebbe assai
limitata. La Torino - Lione consentirebbe una riduzione
dei tempi di spostamento di persone e merci (circa
unora) verso e dalla Francia, ma si tratta di una
quota intorno all1% dei movimenti che si effettuano
in Piemonte e meno dello 0,1% a scala nazionale.
Se limpatto sulla
mobilità è minimo, anche i benefici ambientali
dellopera sarebbero del tutto trascurabili.
Considerando gli elevatissimi consumi energetici nella
costruzione dellinfrastruttura, le emissioni
complessive di CO2 saranno forse più elevate con la
Torino - Lione che senza. Nel complesso, non solo
il debito aggregato degli Stati italiano e francese
aumenterà di 16 miliardi, ma la gestione dellopera
andrà ad accrescere il loro deficit per i successivi
quaranta anni, conclude una analisi costi-benefici
dellopera che è stata effettuata sulla base dei
pochi dati a disposizione. Se ci sono analisi che
forniscono risultati diversi, che vengano pubblicate.
LUNARDI
La società Rocksoil (famiglia
Lunardi) ha fornito la propria consulenza e assistenza al
consorzio Cavet per il progetto alta velocità
Bologna-Firenze, in particolare per 11 gallerie!! Per
ovviare al problema dellindagine giudiziaria sul
danno ambientale per lo smaltimento del materiale
estratto dalle gallerie ha inserito in un decreto legge
un codicillo:Le terre e le rocce da scavo anche di
galleria non costituiscono rifiuti anche se contaminate
da sostanze inquinanti derivate dalle attività di
escavazione, perforazione e costruzione. La sua
carriera inizia nel 1967 con limpresa Cogefar,
segue la progettazione e la realizzazione di grandi opere
in Italia e allestero, in particolare i grandi
trafori del Gran Sasso e del Frejus. Diventa consulente
dellistituto nazionale di fisica nucleare per il
laboratorio del Gran Sasso.
Con la Roksoil, fondata nel 1979, progetta e partecipa ad
un elenco infinito di opere.
Consigliere a Palazzo Chigi di Giovanni Goria negli anni
doro del costruttore Dc Leonardo Logarini (30 anni
per fare 7 Km. di tangenziale ad Ancona), braccio destro
di Remo Gaspari per lalluvione in Valtellina,
membro della commissione Grandi rischi con
Vito Lattanzio, progettista di Rutelli per la metrò di
Roma.. Nel 1999 è stato nominato presidente della
commissione di indagine sul disastro del Montte Bianco e
nello stesso tempo della Spea (della società
autostrade). La Spea, un mese prima, aveva firmato con la
Roksoil il progetto esecutivo per lautostrada della
Val Trombia e la ristrutturazione del traforo.
Diventato ministro di Berlusconi ha bloccato il decreto
Nesi che proibiva il tunnel monotubo in Val Trombia
salvando le progettazioni incorso realizzate dalla sua
società.
L 11 giugno 2001 ha risolto legalmente il conflitto
di interessi dimettendosi dalle cariche direttive della
Rocksoil e ha poi trasferito la proprietà del capitale
alla moglie e ai figli.
La società Rocksoil ha fornito la propria consulenza e
assistenza al consorzio Cavet per il progetto alta
velocità Bologna-Firenze, in particolare per 11
gallerie!! Per ovviare al problema dellindagine
giudiziaria sul danno ambientale per lo smaltimento del
materiale estratto dalle gallerie ha inserito in un
decreto legge un codicillo:Le terre e le rocce da
scavo anche di galleria non costituiscono rifiuti anche
se contaminate da sostanze inquinanti derivate dalle
attività di escavazione, perforazione e costruzione.
A nome del governo il ministro Lunari intende accelerare
le opere pubbliche smantellando le regole e le procedure
per la valutazione d impatto ambientale e il
coinvolgimento delle comunità locali, attraverso la
legge obiettivo. Questa legge e il vero scandalo della
lobby della cementificazione: una legge centralista che
sottrae competenze agli enti locali nella programmazione
economica con la giustificazione dellimprorogabilità
e dell interesse nazionale. Basta che il ministro
dica che lopera è strategica e urgente per andare
in deroga a tutte le norme europee e italiane sulla
trasparenza degli appalti e cancellare ogni forma di
tutela dellambiente.
|