Usi, costumi e linguaggio

 

Le loro leggi sono molto severe, ma nessuno le conosce.

Tra i ROM le vedove non si risposano.

Le donne non si prostituiscono, pena l'allontanamento definitivo dal clan.

Le donne che portano un fazzoletto al capo sono musulmane.

Il nome ai neonati viene dato dagli anziani. L'anziano è molto rispettato, perché è soprattutto lui che conserva la memoria delle tradizioni.

Non ci sono zingari negli ospizi, non abbandonano mai i loro figli.

Strumento musicale prevalentemente usato: la fisarmonica.

Il fuoco è il punto di ritrovo per giovani e anziani.

La loro lingua è antichissima, molto vicina al sanscrito (ci sono poeti che scrivono in questa lingua: Sesmo Adamic è stato espulso da Roma, insieme ad altri 120 nomadi, nel marzo dell'89). Molti linguisti sostengono che vi siano delle affinità con le parlate della Persia e dell'Indostan. Ecco alcune loro parole:

Gentili (italiani); Gentilini (bambini italiani).

Signòm ni rom : Sono un uomo.

Diavolo (beng), Dio (del, murdivéle), Casa (khar), Fame (bokh), Donna (zuvlì, giuvéle), Figlia (sej, ciaj), Figlio (sav, ciavò), Madre (dej), Moglie (romnì), Padre (dad, tatà), Notte (rjat), Fidanzato (piramnò, burò), Predire la sorte (drabar), Vino (mol), Canto (gilì), Acqua (paj, panì).

Nelle loro canzoni, che vengono anche ballate, si parla quasi sempre della loro terra, dove i fiumi sono puliti, i boschi verdi e dove si è sempre allegri. Dice una loro canzone: "Il gaggiò lavora sempre, sperando di diventare qualcosa e sperando così, muore. Poi ha fatto le leggi. La libertà è bella: vai dove vuoi".

Un loro detto dice: "Noi ROM siamo come l'erba che si piega al vento e che si rialza appena la tempesta è passata".

 

Problemi maggiori

 

Istruzione per i bambini: il 97% dei bambini zingari non frequenta la scuola dell'obbligo e gli zingari adulti sono per lo più analfabeti. Eppure il 75% di essi sono cittadini italiani, o per nascita, o perché alla fine della SECONDA GUERRA MONDIALE vivevano ai confini e scelsero l'Italia come patria.

Per i bambini zingari, l'italiano è la terza lingua, dopo quella materna (il romanes o il sinto) e il dialetto locale. A scuola facilmente vengono considerati come disadattati sociali e anche mentali.

Servizi igienico-sanitari: la loro sporcizia dipende anche dalla cronica mancanza di acqua nei campi, che dovrebbero disporre di docce e gabinetti. A causa delle molte malattie, dovute anche al feddo, la vita media non supera i 50 anni.

Altri servizi deficitari: illuminazione (l'energia elettrica permetterebbe di utilizzare sistemi di riscaldamento meno rischiosi: piccoli braceri o stufette a gas, che a volte causano l'incendio della roulotte), cassonetti per rifiuti, vasche per il bucato.

Lavoro: non riescono più a fare lavori dignitosi o comunque remunerativi perche' evitati dal datore. Non possono praticare il commercio ambulante, perché vengono considerati come stranieri. Molti bambini vendono fiori, fazzoletti ai semafori o puliscono i vetri delle macchine. Chiedere la carità è diventato il lavoro delle donne. Il lavoro col ferrovecchio non rende più e gli oggetti di rame non li compra più nessuno, se non qualche turista d'estate.

Visti d'ingresso, passaporti ecc. Spesso ci si dimentica che questi gruppi sono apolidi e che quindi non ha senso rimpatriarli nella ex-Jugoslavia.

Aree di sosta sono poche: una cinquantina in tutta Italia. Si tratta per lo più di fangose baraccopoli, frequentate da topi, col pericolo di epidemie. Gli stessi campi-sosta sono troppo grandi: ammassano 300-500 persone (sembrano dei ghetti) anche se nella capitale e in altre citta' d'ITALIA la situazione sta lentamente migliorando, con la costruzione di aree piu' dignitose e pulite.

Emarginazione: per i nostri agricoltori sono nomadi senza terra; per i cittadini, dei marginali di periferia; per gli operai, degli oziosi e per tutti, degli uomini senza fede e senza legge. Il solo zingaro accettato è quello bello, artista, simbolo della libertà e del folclore, cioè quello che non esiste, rappresentato nei film senza cultura.

Rifiutano l'accusa di vagabondaggio, perché il loro è un nomadismo, che è un diritto riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'ONU ed è previsto dalla nostra Costituzione. Lo stesso Consiglio d'Europa dice che deve essere facilitato l'insediamento in abitazioni appropriate per i nomadi che lo desiderano.

A Roma esistono 50 comunità zingare: rom abruzzesi e napoletani, camminanti siciliani, sinti giostrai, rom kalderasha, rom slavi. Vivono in case popolari o roulotte. Prima degli anni '70 commerciavano cavalli, facevano i maniscalchi, le donne leggevano il futuro o vendevano chincaglieria. Alcuni fabbricavano pentole di rame, altri erano indoratori o giostrai. Con l'espansione edilizia degli anni '70 i campi-nomadi sono stati requisiti.

A Roma i nomadi sono 3000, sono sempre stati 3000, ma ora si parla di "problema nomadi" - poi di immigrati, al quale stiamo dedicando un numero. ed infine di arabi e poi di africani, prostitute, poveri, vagabondi, reietti. INFINE SI SCATENERA' la guerra, non quella corpo a corpo - arma contro arma, ma quella piu' feroce, sottile perversa, al quale nessuno di quelli che non rientra nei canoni di bello e ricco, potra' salvarsi.... non vi ricorda qualcosa ?