CONCORDATO - ATTENTI AGLI ATEI
Piu' volte ho fatto
riferimento al punto populista degli italiani. Piu' volte
ho scritto che tra mussolini e berlusconi il nostro
popolo non ha imparato nulla dalla RESISTENZA e sarebbe
anche ora di darci una risposta. Tra le tante che ne ha
combinate CRAXI e senza dimenticare mai TANGENTOPOLI e
HAMMAMET con la storia dei rifiuti tossici scoperta da
ILARIA ALPI, non possiamo dimenticare questa ciliegina
per la quale secondo fonti autorevoli paghiamo circa dai
4 ai 9 miliardi annui piu' tutti i giri
dell'amministrazione pubblica che arrivano sempre a
cardinali e vaticano. L'economia del VATICANO si basa sugli investimenti del patrimonio, sulle rendite, sulle rimesse degli organi periferici sparsi in tutto il mondo, oltre che sulle elargizioni a vario titolo e ai connessi benefici indiretti da parte dello STATO ITALIANO. Calcolare le cifre è molto difficile, data l'oscurita' dei bilanci e la riluttanza a renderne note le singole voci. Il giornalista CURZIO MALTESE, in una sua inchiesta ha stimato il costo dello STATO DELLA CITTA' VATICANA per la REPUBBLICA ITALIANA in un totale di circa 4 miliardi di euro. Il matematico PIERGIORGIO ODIFREDDI in piu' del doppio 9 miliardi di euro. Il bilancio vaticano è redatto dall'APSA amministrazione patrimonio sede apostolica e controllato dalla prefettura per gli affari economici. NEL VATICANO ci sono organismi con funzione giurisdizionale; famoso tra questi il tribunale della SACRA ROTA che giudica sulla nullita' dei matrimoni ed è stato in pratica il surrogato del divorzio, fino all'introduzione della legge in materia. C'e' poi il SANT'UFFIZIO che dirime questioni dottrinali e ha comminato, fin quando è stato possibile, pene severe, compresa quella capitale. Proprio queste crudeli memorie hanno consigliato di cambiarne la denominazione, oggi diventa CONGRECAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE. LA GUERRA FREDDA TRA REGNO D'ITALIA E SANTA SEDE si è chiusa solo nel febbraio 1929, quando PIO XI assistito dal suo abile segretario di Stato cardinale PIETRO GASPARRI, firmo' il CONCORDATO con il capo di governo BENITO MUSSOLINI. Alla CITTA' STATO VATICANO venne riconosciuta una consistente indennita' per gli espropri a suo tempo operati; altri vantaggi del tipo economico vennero stabiliti nella convenzione finanziaria, che prendeva in considerazione anche i benifici che la presenza vaticana avrebbe apportato in Italia con l'afflusso dei pllegrini; si riconosceva inoltre la religione cattolica come sola religione dello Stato. La ragione politica e la ricerca del consenso popolare avevano trasformato Mussolini, in gioventu' ateo e acceso anticlericale, in un docile strumento nelle mani dell'abile diplomazia di curia. Quel primo CONCORDATO è stato in parte superato dal nuovo accordofra la santa sede e la REPUBBLICA ITALIANA firmato nel 1984 da AGOSTINO CASAROLI cardinale e segretario di Stato e dal capo del governo italiano BETTINO CRAXI. Fra i principali accordi raggiunti grazie ad un delicato lavoro di compromesso c'e' la cancellazione della definizione RELIGIONE DI STATO attribuita al cattolicesimo. RECITA IL TESTO si considera non piu' in vigore il principio, originariamente richiamato dai PATTI LATERANENSI, della religione cattolica come sola religione dello STATO ITALIANO. IMPORTANTE E' ANCHE il diverso sistema di mantenimento del clero, avendo la chiesa acquisito il benificio dell'8 per mille da prelevarsi direttamente sulle dichiarazioni fiscali di tutti i contribuenti con la sola esclusione di chi affermi esplicitamente di voler destinare quella cifra a scopi diversi. Altre intese riguardano la riforma degli enti e dei beni ecclesiastici, la nima dei titolari uffici ecclesiastici, le festivita' religiose riconosciute agli effetti civili, l'insegnamento facoltativo della religione cattolica nelle scuole, la parificazione dei titoli accademici delle facolta' approvate dalla SANTA SEDE, la tutela dei beni culturali di interesse religioso e degli archivi e biblioteche ecclesiastiche, tutto questo lo paga lo STATO ITALIANO grazie all'altro anticlericale BETTINO CRAXI. |