un'intervista
a robert de niro di - James Lipton -
Ogni generazione di attori è simbolizzata da 1 o 2
talenti, sappiamo che nel XIX secolo Kean, Salvini e la
Duse trasformarono in modo indelebile il metodo di
recitazione dell'epoca, identifichiamo in Olivier e
Brando gli attori che hanno cambiato le regole e
migliorato lo standard della loro generazione.
Ora alla fine del XX secolo diventa sempre più chiaro
che in questo elenco di pionieri figura anche l'ospite di
questa sera : Robert De Niro.
Fino ad ora l'ospite che era cresciuto più vicino alla
nuova scuola dove siamo ora era Whoopy Goldberg, che è
nata a Chelsea, a 8 isolati a nord, ma credo che il
record di vicinanza sia tuo.
L'INFANZIA
Dove sei nato Bob ?
(Robert De Niro)
Sono nato nel Village e sono
cresciuto a qualche isolato da qui.
L'indirizzo ?
Non
Tu lo sai
l'indirizzo.
Te lo chiedo per un motivo.
Non lo so l'indirizzo.Lo sai
tu. Non ricordo
so che palazzo fosse, ma non so
Ora fa parte della scuola ?
Sì.
L'indirizzo è Beaker Street 200.
I nostri studenti dell'ultimo anno hanno una compagnia di
repertorio al numero 159 di Beaker street.
Allora Greenwich Village era come ora un fertile terreno
culturale.
E Bob più di ogni altro nostro ospite proviene da una
famiglia molto interessante, colta e innovativa.
Entrambi i tuoi genitori erano pittori.
Esatto.
Dove si erano conosciuti ?
In una scuola di belle arti, no ?
Sì, in una scuola di
pittura.
E il nome di tua madre ?
Aveva un bellissimo nome.
Virginia.
Il cognome
Admiral.
Virginia Admiral ?
Sì.
Era un'ottima pittrice, no ?
Aveva potuto studiare a Parigi.
Il museo d'arte moderna ha comprato un suo quadro, no ?
No, Peggy Guggenheim. Non
sono sicuro del museo, ma è possibile.
Anche tuo padre era
Sì, papà era un ottimo
pittore.
Ha avuto successo ?
Che genere espressivo preferiva ?
L'astrattismo,
l'espressionismo e
il figurativismo.
Era voglio dire, io adoro i suoi quadri.
E li ho messi nei ristoranti che ho finanziato.
Ricordi com'era la
vita nel Village ?
Bè era diversa da oggi.
Soho era molto diverso.
E come ?
Era una zona totalmente
industriale.
E nessuno pensava che ci si potesse vivere.
C'erano magazzini, fabbriche e cose di questo genere.
Noi abitavamo in loft che erano vere soffitte di
magazzini, sai.
GLI INIZI
Qual è stata la tua prima esperienza recitativa.
Mi pare
Ho seguito un corso di
recitazione a dieci anni.
Eri nel mago di Oz ?
E' la prima cosa che ho
fatto.
In questa scuola ?
Sì.
Negli anni '30 questa
università accolse diversi artisti e studiosi europei.
Tra loro c'era Piscator, lui fondò il laboratorio
drammatico qui alla New School, proprio su questo
palcoscenico.
Questo palcoscenico ?
Proprio dove sei
seduto tu.
Ma ai tuoi tempi era già partito no ?
Sì era tornato in Germania
dopo la guerra.
Una volta lo andai a trovare devo aver avuto circa
19 o 18 anni, andai a Berlino est, per salutarlo perché
conoscevo sua moglie.
Come mai la conoscevi
?
Mia madre lavorava per lei.
Ecco perché entrai nel laboratorio teatrale.
Mia madre batteva a macchina e correggeva le bozze per
lei.
E in cambio seguivo il corso di recitazione del sabato.
Quanti anni avevi ?
10.
Poi la cosa non m'interessò
più, ma a 15 o 16 anni ricominciai.
Dove ?
Sempre al laboratorio. A 16
anni.
Poi smisi per circa 6 mesi. Ricominciai a 18 anni.
Lavoravo con Stella Adler.
Quando è venuto
Harvey Keitel abbiamo parlato molto di Stella.
Lei è stata la mia insegnante e la sua influenza è
stata determinante per me.
Mi ha trasmesso tutto il suo
amore per la recitazione ed era straordinaria.
Anche perché era contraria senza nessun astio all'Actors
Studio.
Perché non approvava il "metodo" come opposto
alla tecnica recitativa, a Stanislavskij, a creare il
personaggio e credo che questo sia importante.
Per tutti gli attori, non vedo come si possa recitare
senza le tecniche.
Era cerimoniosa e un po' eccessiva, è vero.
Ma alla fine dei giochi...
Uno splendido
cerimoniale è vero.
Lei era molto
sai era
un ottima insegnante, molto brava.
La stimo molto perché mi ha influenzato in modo
positivo, ed ha
non diceva di usare le proprie
patologie o ocose così, diceva che bisognava partire dal
personaggio.
Si esamina il personaggio e poi si scopre
Il contrario di dire : "Io sono così e io farei
così, ecc."
Si parte dal personaggio.
Poi non si deve tradire il testo, il copione.
Ho visto fare solo da lei un analisi strutturale del
testo.
L'analisi strutturale del copione è un ottima scuola.
Per vedere le cose come sono davvero da una foto a un
testo o quello che vuoi ed analizzare i suoi componenti.
Prendere le informazioni dal testo, senza fare voli di
fantasia.
Fare delle scelte basate sulle informazioni raccolte dal
testo.
Quando studiavo con
lei, ha detto una cosa che non ho dimenticato, forse l'ha
detto anche a te, cioè che il talento sta nelle
Giusto nella scelte.
Nelle scelta, questo
mi ha molto influenzato.
Mi è rimasto molto impresso.
Sì è vero, proprio così.
Che vuoi dire quando
dici che sei convinto, forse legato a quello che hai
detto ora di doverti guadagnare il diritto di
interpretare un personaggio ?
Bè il fatto è che
se vuoi stare a tuo agio in un ruolo devi analizzare a
fondo il personaggio e naturalmente il testo.
Devi avere più informazioni possibili.
Se vuoi essere a tuo agio, che è l'ideale, non funziona
sempre così, ma se cerchi di essere il più aderente
possibile a quel personaggio o alla tua interpretazione
di quello che è il personaggio, questo ti darà anche
nei momenti di grande incertezza.
Come quando stai improvvisando qualcosa, ti darà le
informazioni per capire come deve reagire il personaggio.
Questo per me è l'ideale : conoscere a fondo il testo e
il personaggio.
Credi che lo studio
delle tecniche sia importante per gli aspiranti attori ?
Credo che sia importante,
sì. Voglio dire, mettiamola in questo modo :
se non hai le tecniche ti manca qualcosa secondo me.
A meno di non avere un istinto fenomenale e
Un istinto fenomenale è una bella cosa, ma se non hai
delle tecniche formali non avrai mai una visione
d'insieme.
Devi sapere chi sei e cosa vuoi, è molto importante.
Quando si dovrebbe
cominciare secondo te ? A che età ?
Credo che si possa
cominciare da bambini, se il bambino lo vuole.
E' vero che il bambino non ha esperienza, ma la tecnica
non è
Secondo il mio modo di vedere non ha niente a che fare
con l'esperienza.
Quello che interessa
di più i 206 attori, registi e scrittori del nostro
pubblico, che studiano per il master al MFA dell'Actors
Studio.
Cosa ti ha portato allo Studio ?
E una domanda cruciale per loro.
Sono finito all'Actor Stduio
per merito di un amico Allen Garfield, Allen Goorwitz
aveva cambiato il nome in Allen Garfield per fare
l'attore, lavorammo insieme in una scena di un film,
intitolato CIAO AMERICA o HI MOM ! di Brian De Palma.
Sì.
Bè, Allen faceva
ci
serviva qualcuno per fare il regista di film porno
Hi Mom ?
Era Hi Mom.
Sì.
Bene.
Confessa.
Allen venne allo Witney
Museum, e improvisammo una scena.
Per me è un esempio classico di azione reazione.
Allen faceva l'azione, voleva vendermi qualcosa e io
dovevo solo reagire a lui e ai suoi metodi di vendita.
E' una delle scene che preferisco in quel film, lui
studiava all'Actors Studio e mi convinse a venire ad
assistere alle lezioni come osservatore e poi conobbi
Shelley Winters e feci con lei
in quel tempo o
poco dopo stavamo facendo il casting, il clan dei Barker
e Shelley era la protagonista e mi presento Roger Corman.
Così feci quel film e poi.
E poi Shelley scrisse una piece teatrale.
Ce l'ha raccontato
quando è venuta qui.
Davvero ?
Sì è molto fiera di
te.
Pensa di averti influenzato quando entrambi eravate allo
Studio.
Sì è vero lei era
Shelley era entusiasta dello Studio e lo è ancora.
Hai mai fatto un
provino per entrare nello Studio ?
Non esattamente ma
feci la piece di Shelley, così loro
fu una specie
di provino.
Sei una vergine
come dici nei tuoi film sei una vergine dello
Studio.
Sì lo dico. E' sarcasmo.
Credo che sia
doveroso dirti che tanto sangue entra e tanto esce.
Già.
LEE STRASBERG
Cosa hai avuto da Strasberg ?
Strasberg
mi è stato
di grande aiuto.
Quello che mi piaceva di più erano i seminari con i
registi.
Perché i registi hanno una mistura di esperienza e
praticità.
Giusto.
Il regista è uno che dice :
"facciamo questa cosa in questo modo e alla fine lo
devi fare".
Giusto.
E prima impari che alla fine
lo devi fare davvero, e prima lo fai.
E poi, come direbbe Stella, cazzeggiare un po', per un
ora o due e fare un sacco di cose.
Non voglio criticare nessuno è solo che anch'io avevo
paura di fare qualcosa all'inizio, pensavo di dover
sentire un emozione per fare qualcosa e a volte
a
volte c'era
Da Stella c'era un insegnate di lettura a vista di nome
Charles qualcosa
che diceva
"a volte
bisogna tuffarsi".
E aveva proprio ragione perché se mi tuffavo e lo
facevo, se mi gettavo a capofitto, arrivavo ad un punto
che credevo ci volessero tante elucubrazioni per toccare
ed invece ero lì, ci crediate o no, così imparai una
cosa, non ci si deve coccolare tanto, bisogna gettarsi e
farlo, se fai un errore puoi sempre rifare la scena
finché non è tutto giusto.
Con "Batte il
tamburo lentamente" inizia la tua serie di film
maggiori.
C'è gente che sospira con trasporto.
Come ti sei preparato per uil ruolo di Bruce Pearson in
"Batte il tamburo lentamente" ?
E' un giocatore di baseball.
Lui è della Georgia, così
andai in Georgia a parlare con la gente.
E registrai le loro idee sul copione, la loro
interpretazione del copione e lo feci fare a un sacco di
gente per sentire le variazioni del
del loro
accento georgiano.
Perciò hai detto
loro che eri un attore, no ?
Sì, non volevo.
E l'hai fatto per un
motivo preciso ?
Io sono sempre molto onesto
con la gente, perché così la gente ti aiuta volentieri
ed è più sincera con te di quanto non lo sia con chi
non è onesto con loro.
Nel film il tuo
personaggio dice che è uno che non ha cervello.
Sì.
Il tuo personaggio
non è intelligente, ma io non ho mai avuto l'impressione
che tu facessi la parte dello scemo che disprezzassi il
personaggio.
Non lo disprezzavo.
E' la prima lezione di recitazione.
Non si discute
e non si disprezza un personaggio, a
meno che non sia il personaggio a disprezzarsi.
Capisco.
Sì. Hai delle ragioni per
fare quello che fai e le razionalizzi e ti giustifichi, e
la maggior parte della gente fa sempre così.
E' la prima cosa. Stavo scegliendo i vestiti del
personaggio in guardaroba, e la guardarobiera
chiaccherava e, diciamo, prendeva in giro il personaggio.
Le dissi : "Non voglio dire non
per favore ti
prego, non ne parlare così.
A me deve piacere questa persona e non credo che sia come
dici tu.
La verità è che lei mi irritava un bel po' in quel
momento, perché il suo prenderlo in giro non mi aiutava
affatto a trovare il personaggio.
E credo che sia molto importante anche per il costumista.
Rispettare il
personaggio ?
Rispettare il personaggio,
esatto.
Nel 1973, Bob iniziò
con un regista una lunga collaborazione che non ha eguali
nella storia del cinema.
Vuoi dire agli studenti come hai conosciuto Martin
Scorsese ?
Ci siamo conosciuti tramite un amico comune alla fine del
quando ?
credo che fosse nel '71 o nel '72.
Nel 1973.
Nel '73. Ci siamo conosciuti
da Jay Cox, che era un critico cinematografico, allora,
per il Time Magazine, ma Marty e io c'eravamo conosciuti
da piccoli.
Eravate vicini di
casa ?
No, andavo a giocare vicino
a casa sua.
Comunque avevo visto "Chi sta bussando alla mia
porta" e gli dissi : "E' un film bellissimo e
centra perfettamente le cose.
E' una tranche de vie" e così via.
Abbiamo parlato un po' e mi ha detto che qualche mese
dopo avrebbe fatto il film Mean Streets e perciò
lui mi chiese se avrei fatto una parte e io dissi :
"Ma certo !" C'erano quattro personaggi
scoperti, non quello di Harvey Keitel, che
Era già assegnato.
Era di Harvey e io gli dissi
: "secondo me dovrei fare io la tua parte".
Bè, era vero, gli ho detto la verità, e lui mi disse :
Tu dovresti fare Johnny Boy e io gli dissi sì.
Avete fatto le prove
in quel film ?
Sì, le abbiamo fatte.
Abbiamo fatto le prove e abbiamo improvvisato alcune
scene.
In che senso avete
improvvisato ?
Avete preso il copione e poi ?
Si possono fare molti tipi
di improvvisazione, ma noi abbiamo seguito un metodo
misto, cioè, improvvisavamo una scena, ma poi la
fissavamo.
Non si può improvvisare ogni volta.
No si può fare anche così, ma bisogna sempre fissare i
punti in cui si possono accettare le variazioni.
Perciò improvvisi
all'interno di una struttura ?
La struttura è
fondamentale.
Scorsese vi
incoraggiava ?
Sì.
Lui crede
nell'improvvisazione no ?
Lui ci crede e i film che
abbiamo fatto insieme sono diversi per questo.
Capisco, ricordo che
fui molto colpito quando vidi il film.
Dal fatto che il tizio che ti sparava alla fine era
Scorsese.
Sì, era Martin
Già.
Sì.
Ha deciso di spararti
di persona ?
Sì. Che gran figlio di
Eeeh ?
L'avevo dimenticato, ma hai
ragione.
IL PADRINO - PARTE II
Nel 1974, un anno dopo Mean Streets, Bob vinse l'Oscar
come miglior attore non protagonista per la sua
interpretazione del giovane Vito Corleone.
Il tuo lavoro in quel film è straordinario per un gran
numero di ragioni.
Primo hai completato un ritratto che era stato disegnato
in un modo mirabile da Brando nel primo Padrino soltanto
due anni prima.
Questo non mi ha intimidito,
per me era un problema da : mi piaceva il fatto di avere
limiti e di dovermi allacciare a qualcosa di fatto.
Non dovevo cercare qualcosa, era già lì, dovevo solo
continuare a farlo.
Così dovevo studiare il Padrino, a quei tempi c'erano
delle videocamere a nastro.
Così io e i propduttori andammo al cinema e puntammo la
videocamera verso lo schermo, facemmo una copia del film
perciò potei guardare parecchie volte tutte le scene di
Brando.
Ho sudiato e analizzato il film e ho trovato i punti di
raccordo.
Un'altra cosa
straordinaria della tua recitazione è
va bene hai
vinto l'oscar, tutte le tue battute eccetto tre sono in
italiano.
Sono andato in Sicilia e
sono rimasto tre settimane e mezzo, lì ho parlato con la
gente.
Sono stato avvantaggiato dal fatto che ho detto loro che
lavoravo nel Padrino 2 e lì conoscevano il film.
Certo.
Ovvio.
Un'altra anomalia del
Padrino è che tre attori ottennero la nomination,
succede spesso così per l'Oscar al migliore attore non
protagonista.
Tra i tuoi rivali c'erano due attori del film tra vcui
Lee Strasberg.
Sì è vero, avevo
dimenticato anche questo.
Quando vinse Bob,
Strasberg disse : "Bobby se lo merita".
E se lo meritava davvero.
E il bello deve ancora venire, gente.
TAXI DRIVER
Nel 1976 Travis Bickle entrò nella nostra vita come una
bomba.
L'eroe di Taxi Driver.
So che ti sei preparato in modo insolito per quel ruolo.
Ho guidato un taxi per due
settimane.
Quanto hai guadagnato
?
Non mi ricordo.
Vorrei ritrovare la mia licenza di auto pubblica, perché
non si sa mai.
Avevi preso la
licenza ?
L'ho presa e
Dovevi prenderla per
forza ?
Sì, ma non la trovo più.
E' vero che un attore
ti ha detto "Hai vinto un Oscar e già guidi un taxi
?"
Bè, no. Ogni tanto qualcuno
mi ha riconosciuto, poche persone però.
Quando ero da Stella ho dovuto lavorare molto con gli
animali.
Imitavamo un sacco di animali. Ho letto che tu e Scorsese
parlavate dei personaggi in termini di animali.
Non ricordo se abbiamo parlato, ma io ho sempre visto il
personaggio come un granchio : uno che va di traverso ed
è goffo.
Come sarebbe di
traverso ?
Non guardava in faccia
No il fatto è che il
granchio per me è
non è perché non guardava in
faccia.
Granchio per me significa muoversi secondo le tangenti.
Non vanno direttamente al punto, ma loraggiungono di
traverso, specialmente la scena in cui Harvey Keitel sta
sulla porta, hai presente ?
E io, io dico una battuta che ho sempre amato, volevano
taglairla e io dissi che è stupenda.
Lui dice, no io dico, : "Sono dei tuoi!
E lui Buffo, sembri uno degli altri.
Giusto, giusto.
Scorsese disse che avevi passato un enorme quantità di
tempo da solo nella tua roulotte durante le riprese del
film.
E' vero ?
Di solito passo molto tempo
nella roulotte per non sprecare energie.
E' una cosa mia ...
Sì.
Gli altri fanno
usano
altri modi per scaricare la tensione.
A me piace stare da solo. Perché se no
Che fai nella
roulotte.
Non pensi più al film o continui a lavorare ?
Dipende ogni film è
diverso.
A volte
se è un ruolo di un certo tipo, o una
sequenza particolare voglio stare da solo senza
distrazioni, altre volte sono lieto di avere i miei figli
nella roulotte con me, perché a volte non mi disipiace
non pensare più al film per un po'.
Poi torno sul set e recito, il mio lavoro di preparazione
è già finito quando comincio il film.
Se non conosco già bene il ruolo non posso recitarlo.
Quello che non faccio mai è preoccuparmi di come fare,
perché questo mi rende ansioso e il mio personaggio
appare soltanto ansioso non si sa per che cosa.
Quante cose di Travis erano nel copione e quante ne hai
inventate tu ?
Abbiamo improvvisato, abbiamo fatto dei video durante le
prove.
Ricordo che abbiamo fatto così e poi abbiamo fissato
certe cose e riscritto certe scene per svuotarle o
riempirle.
Capisco.
Anche
se ci piaceva il copione. Aveva un certo ritmo, un certo
stile terso, caratteristico di Schrader.
Sentivamo che aveva bisogno di qualcosa in più e
l'abbiamo riempito.
Doveva essere fin dal
principio Scorsese il passeggero che ti faceva guardare
sua moglie ?
No,
no, l'attore che doveva fare quella parte ebbe un
incidente.
Stava girando un altro film e così Marty lo fece : fece
la scena.
Disse che gli avevi
dato una grande lezione di recitazione.
Quale ?
Non
mi ricordo.
Bè lo sapete.
Quando ti disse di abbassare la bandierina e tu non lo
volevi fare.
Sì.
Gli hai detto, lo
farò se riesci a costringermi.
Sì,
sì, Marty ha un greande rispetto per gli attori, che è
una cosa molto importante se vuoi che diano il meglio.
Sì, è vero che una
delle scene memorabili degli ultimi 25 anni, è descritta
dal copione con sole 5 parole in parentesi : Travis si
guarda allo specchio.
Non c'era dialogo, no ?
Ma
forse c'era, abbiamo improvvisato anche quella scena.
E cos'hai aggiunto ?
Sai
ormai sapete a memoria la risposta, no ?
Lo dici o no ?
No,
impossibile, non lo dirò mai, non lo voglio dire.
Perché ?
Non
mi va.
Ora come vedi Travis
un cattivo demente o un eroe visionario ?
Ho
solo pensato che fosse qualcuno in cui la gente potesse
Paul Schrader, Marty e io abbiamo pensato di poterci
identificare.
Nel personaggio nella sua solitudine e cose così.
Io sono nato a New York, vivo a New York e mi sento
isolato lo stesso.
Ci sono stati dei momenti in cui mi sono sentito molto
solo e alienato.
Era una cosa del personaggio e nostra.
Sai, la scena in cui si parla allo specchio è un
qualcosa che sono certo fa anche un sacco di gente,
perciò è una cosa in comune col personaggio.
L'ultima scena è
molto ambigua.
Quella in cui Cybil Shepherd sale sul taxi.
Lui è molto educato con lei, non accetta i suoi soldi e
se ne va sorridendo lievemente.
Credi che si senta in pace alla fine del film ?
Non l'ho mai capito.
Non
lo so, è una cosa interessante, mi chiedo
penso
che sarebbe interessante fare un film su di lui 20 o 30
anni dopo.
Come mi piacerebbe
vederlo.
Sarebbe
interessante.
Non so se ne abbiamo mai parlato, ma è un idea
interessante.
Travis 30 anni dopo,
sarebbe interessante.
Quel film ha vinto la Palma d'oro al festival di Cannes,
De Niro fu proclamato miglior attore dalla critica di New
York, di Los Angeles e della national Society of Film
Critics.
Eri innarrestibile.
TORO SCATENATO
Quando i critici di america votarono il miglior film
degli anni'80 vinse Toro Scatenato.
Il film ti riunì a Martin Scorsese, fu un idea sua o tua
?
Lessi
un libro mentre giravo "Novecento" e pensai che
era un libro interessante e lo dissi a Marty.
Gli dissi : "Non è scritto bene, ma è scritto col
cuore".
Era un mio vecchio desiderio fare la parte di un pugile.
Questo era un pugile che aveva perso il controllo e si
era ingrassato.
Era ossessionato dal peso e
succede ai pugili a
volte
Certo.
Devono
dimagrire, sai in tutta la sua vita ha perso
ha
preso e perso 900 chili o una cosa così.
Mi sembrava interessante vedere il disfacimento interno
ed esterno.
Più sta male dentro e più ingrassa e va fuori di forma.
Hai lavorato con La
Motta ?
Ho
lavorato molto con lui.
Come ?
Cercavamo
sempre di capire che tipo d'uomo fosse, che persona
fosse. Perché ?
Sai,
è molto difficile chiedere alla gente come è davvero
dentro.
Chiedere loro di esser onesti e di dirti di loro, finché
a un certo punto, mi resi conto che Jack cercava di
essere il più onesto possibile. E penso che sia riuscito
ad esserlo. Poi però ce ne siamo dovuti impadronire.
Dopo averlo allenato
come pugile La Motta ha detto questo di Bob :
Se smettese di recitare ne potrei fare facilmente un
campione.
Sono
cose carine che si dicono.
Ma ha chiesto alla
United Artists un sacco di soldi per delle sedute da un
dentista e per una costola rotta.
Jake
?
Cosi ha detto?
E' vero ?
Non
mi ricordo.
Lui è un vero duro e diceva "Coraggio colpiscimi,
colpiscimi.
Io non volevo colpirlo, non aveva la maschera o il
paradenti, niente".
Allora forse gli hai
rotto una costola.
No,
non l'ho fatto, no.
Bè, non so cosa ho fatto.
Joe Pesci, io
è molto facile.
Pesci ha avuto una
costola rotta ?
Sì,
ma eravamo così preoccupati che qualcuno si facesse
male.
Non è stato Pesci a
raccomandare Cathy Moriarty che aveva 16 anni ?
Sì,
lui raccomandò Cathy, l'aveva conosciuta nel Bronx.
Lei disse che aveva imparato, disse : "Bobby mi ha
insegnato ad ascoltare".
Quanto è importante
ascoltare ?
E'
essenziale, sai
è semplice : quando recitano, gli
attori molto spesso pensano e io lo so, perché ho lo
stesso problema a volte, di non fare abbastanza.
Alcuni non riescono mai ad avere fiducia in sé stessi e
a capire se quello che fanno è sufficiente, se non hai
niente, da fare non fare niente, come si fa nella vita.
Giusto
Basta
ascoltare o rispondere o annuire o cose così.
Delle molte scene
straordinarie nel libro e nel film, nessuna è più
emozionante di quella in cui ti metti finalmente a fuoco
in cui Jake concentra la sua furia di gelosia sul
fratello.
So che quella scena è stata girata in una stanza molto
piccola perché Marty voleva che tutto fosse vero perciò
non poteva usare due cineprese e se voi due volevate
improvvisare alcune cose non si sarebbero viste perché
la cinepresa era su di te e non su Pesci.
Sì.
Quando lo accusi di
andare a letto con tua moglie lui reagiva benissimo la
prima volta
Giusto.
E quando toccava a
lui la reazione era finita.
Non hai cambiato la battuta ?
Sì,
è una cosa che avrei fatto, non mi ricordo cosa ho
detto, ma l'ho fatto.
L'hai accusato di andare a letto con sua madre ?
Posso
aver detto qualcosa per turbarlo.
Ah sì ?
Sì.
Lo sentiremo per
sempre, è nel film.
Già,
ecco.
Bè, è una scena emotivamente molto importante, è ovvio
no
Hai mai chiesto a un
partner di sorprenderti ?
Sì.
L'hai chiesto davvero
?
Ho chiesto di parafrasare le
battute di cambiarle di andare a ruota libera perché
avevo sentito le battute tante volte che non avevano più
effetto, solo per mostrare al regista qualcosa di
diverso, dargli una scelta.
Chiunque fosse il mio partner, gliel'ho chiesto.
So che hai detto
questa storia tante volte, ma è fondamentale.
Hai smesso di lavorare nel bel mezzo del film per
ingrassare. Come hai fatto a ingrassare ?
Ho mangiato enormi
colazioni, pranzi e cene.
Sai i primi 7 chili vanno da soli ed è divertente, ma
poi è un sacrificio.
Quanto sei ingrassato
? Perché alla fine facevi schifo.
Ho messo su 27 chili e
mezzo.
Già.
Ricordate come era al principio del film, ogni muscolo
era una scultura.
E per avere un contrasto mi
sono tenuto più in forma che potevo in modo che il
progressivo ingrassamento fosse terribile.
Il contrasto c'è,
sì, il contrasto fruttò a Bob sia l'Oscar che il Golden
Globe come miglior attore.
Hai ritirato di persona i premi, no ?
Sì.
Chi hai ringraziato ?
E' stato molto interessante.
Ho ringraziato mio padre e
mia madre
mi pare anche
Hai ringraziato La
Motta e il suo
Certo.
E tutti no
e suo fratello anche se ci aveva fatto
causa.
Guardi i giornalieri
quando giri ?
Lo faccio spesso, a volte no
perché voglio vedere come sarà alla fine, per godere
della persona.
La leggenda vuole che sia un male guardare i giornalieri,
ma non per me.
Cambi la recitazione
da un ciak all'altro ?
Questo è il bello del
cinema.
Puoi cambiare o fare delle scelte
specialmente con
Marty Scorsese.
Ci siamo divertiti molto.
Perché lui è molto coraggioso ed è disposto a provare
di tutto.
QUEI BRAVI RAGAZZI e
CAPE FEAR
Tu e Scorsese avete iniziato gli anni '80 con un
capolavoro : Toro Scatenato e li avete terminati con un
altro : Quei bravi ragazzi.
Perché il pubblico è così affascinato dai criminali
come Jimmy Conway ?
Credo che sia perché sono
al di fuori della legge e però la sfidano. Citando un
altro film Il Padrino, credo che sia anche perché a
quell'epoca c'erano organizzazioni criminali che
sfidavano l'autorità, ma avevano anche un etica più
salda. "Il Padrino" era una versione romantica
della mafia, ma l'atteggiamento verso la famiglia era
vero.
Credo che questo affascini il pubblico.
Un film che amo
moltissimo è Cape Fear - Il promontorio della paura.
E' stato il tuo settimo film con Scorsese è tempo di
chiederti se voi due parlate molto sul set ?
Non voglio sapere cosa vi dite, ma ti chiedo cosa vi date
l'un l'altro, perché è qualcosa di unico.
Credo di essere stato
fortunato di aver trovato un regista con cui ho potuto
lavorara tante volte con immenso piacere.
E' una gran bella cosa trovare una persona così.
Noi ci comprendiamo benissimo e comunichiamo quasi con
niente.
Ti vuoi spiegare
meglio ?
Abbiamo la stessa
sensibilità, guardiamo una cosa e io dico :"Guarda,
dico, e dico, bè, ecco che ne penso, mi sembra uguale a
quella di ieri o due anni fa, ricordi, Ti raccontavo
questa cosa che mi è successa, siamo molto onesti l'uno
con l'altro, onesti emozionalmente, sì è basilare, cose
che non diresti agli altri, cose del tipo io provavo
quest'emozioni. Così proviamo a ricreare. Per me il film
parla di questo e questo è il significato della scena.
Allora come io ho fatto questo o quello, ho sentito
questo o quello. Allora come lo mettiamo in quella scena,
perché parla di quello. E così che ci si impadronisce
di una scena che la si rende personale. E lui è sempre
pronto a
dice sì, favoloso, facciamola
così." Insomma
Lui dice che la
domanda più importante che vi fate è "Ti suona
giusta" ? E se la risposta è no, cominciate a
scavare.
Esatto analizziamo la scena,
di che parla, a cosa serve, se porta avanti la storia.
Cerchiamo di capire lo scopo della scena.
C'è una scena in
Cape Fear - Il promontorio della Paura in cui Max Cadie,
finge di esser un insegnante di recitazione, per attirare
la figlia quindicenne del suo nemico in un teatro
deserto.
Mi vengono ancora i brividi a pensarci, poi lei capisce
chi è e dice tu sei Max Cadie e lui la seduce lo stesso.
Ho detto a Marty fammi
provare una cosa, perché volevo coglierla di sorpresa.
Ancora soprese ?
Già
BRONX
In quasi tutte le nostre serate c'è una sorpresa,
stavolta la nostra sorpresa è stata enorme e
meravigliosa, è un bellissimo film ben scritto, recitato
e diretto : Bronx.
Hai fatto un passo che sembrava ormai inevitabile : hai
diretto un film. Cosa ti ha fatto decidere di essere
maturo per farlo ?
Bè, ho sempre voluto fare
il regista e
alla fine ho capito che se non
l'avessi fatto subito non l'avrei mai più fatto.
Poi vidi Chazz Palminitieri in uno show da solo, era
straordinario.
Gli hai dato un ruolo perfetto per lui.
Ho pensato che era bravo e che sarebbe stato bravissimo
nel ruolo.
Ma ho anche pensato che se avessi fatto io quella parte
mi avrebbe creato dei problemi sostenere anche il ruolo
di regista.
Il padre è una parte più piccola e potevo
era
importante che recitassi per trovare i fondi per il film,
ma non ce l'avrei fatta a fare il protagonista e il
regista insieme.
Alla fine del film,
il padre e il figlio si comprendono in modo assai
delicato e sensibile, mentre si allontanano insieme il
film finisce e sono rimasto colpito e turbato da quello
che appare sullo schermo.
E' una dedica a mio padre.
Non so se parlavi di questo
Sì.
Di colpo l'artista dedica il film a suo padre.
Era ancora vivo a quel tempo ?
Era già morto.
Quando ?
Qualche mese prima, perciò
non ha visto neanche il premontaggio.
Così gli hai mandato un messaggio.
IL QUESTIONARIO
Concludiamo ogni serata un questionario, diciamo
linguistico e psicologico insieme, ovviamente, sono
davvero felice di chiederti la tua parola preferita ?
Raffinatezza.
Sentito, una risposta
interessante. La parola che ami di meno ?
Rozzo.
La tua parolaccia
preferita ?
Questo è difficile ce n'è
una che uso continuamente
E quello che voglio
sapere.
Bè si usa cazzo, si usa
vaffanculo direi.
Ed è la tua
preferita ?
Stronzo, anche ...
Vedi ci stiamo
avvicinando,
... ma sai sono parolacce
standard.
Quale mestiere oltre
al tuo vorresti provare a fare ?
Forse vorrei cantare o
occuparmi di musica. Ci ho pensato.
Quale mestiere non
vorresti mai fare per nessun motivo ?
Qualunque cosa sia
banale
Un lavoro d'ufficio a
orario fisso ?
Forse una cosa, così.
Se esistesse il
Paradiso cosa vorresti dire a Dio al tuo arrivo ?
Bè, se esiste, Dio dovrà
rendermi conto di un sacco di cose.
Truffaut ha definito
il cinema come la verità 24 volte al secondo.
Moltiplicate quelle 24 per il numero dei fotogrammi dei
film di Robert De Niro e forse avrete un idea della sua
importanza per l'arte del cinema e del valore della sua
presenza qui. Grazie ancora Bob.
Grazie a te.
DOMANDE DEL PUBBLICO
Ciao, mi chiamo Carrie Lovelace e studio srittura
drammaturgica, che cosa ci consiglieresti di fare per
crescere nel nostro mestiere ?
L'unica cosa che direi è
che dovete cercare di rendere quello che fate,
specialmente adesso che non avete niente da perdere, il
più personale possibile, di esprimere le vostre reali
emozioni.
Questo renderà molto più interessante quello che fate.
Non dovete aver paura di rischiare, non fate le cose
perchhé la gente
alcuni sono bravi a fare quello
che la gente vuole vedere
usano una tecnica
e la usano molto bene.
Questo è utile, altri non lo sanno proprio fare, non
sanno nemmeno da che parte cominciare e
io penso
che sia sempre più interessante fare qualcosa di
genuinamente nostro.
Non importa quanta paura abbiate delle reazioni degli
altri, bisogna fare del proprio meglio. Non importa
quanto vi sembri folle o delirante quello che fate.
Bisogna seguire il proprio istinto se ci si vuolem
distinguere dagli altri.
Salve mi chiamo
Yvette Brooks e studio recitazione, come comincia il
lavoro ? Sempre allo stesso modo o a seconda dei film ?
Sono tutti diversi, ogni
progetto è diverso, ho fatto le prove in modo diverso.
Alcuni registi non fanno molte prove, non sanno nemmeno
cosa siano.
Io provengo da un periodo in cui i registi venivano dal
teatro, e a teatro si fanno le prove.
Se lavori con un regista come Kazan, devi fare le cose in
modo tradizionale, che è un ottimo metodo, altri registi
non hanno avuto quel tipo di tirocinio, non vengono da
quella tradizione, ma hanno una sensibilità per gli
attori e li portano a fare grandi interpretazioni.
Sono registi che ti sostengono e ti danno un'enorme
quantità di spazio.
E' sempre diverso, ogni situazione è diversa.
A volte comincio con un lavoro sul corpo.
A volte invece dico, bè, di solito parto dal corpo e
lavoro all'indietro.
Lo scopo delle prove è fare scoperte, si scoprono cose
del personaggio.
La cosa più utile del fare le prove è il viaggio di
scoperta.
Ci vuole tempo per approfondire le cose.
Mi chiamo Middlebrook
e studio regia, quello che mi interessa adesso è quando
devi filmare una scena e ti capita di non riuscire a
trovare una soluzione creativa, c'è una specie di
repertorio di trucchi del mestiere che ti aiuta a girarla
?
Quando ti troverai in quella
situazione troverai le risposte, un momento dopo l'altro,
un secondo dopo l'altro, un giorno dopo l'altro.
Troverai risposte e affronterai il problema e come ogni
altro momento chiave della tua vita.
In ogni situazione personale affronti i problemi giorno
per giorno e li risolvi uno alla volta, buona o cattiva
che sia trovi la soluzione.
La soluzione è sempre in come si affronta il problema.
Specialmente con Scorsese ci siamo a volte detti :
"Bè, sai ora sono convinto di doverlo fare in
questo modo, ma sai una cosa, facciamolo opposto, solo
per il gusto di farlo opposto, oppure dicevamo, non c'è
altra scelta, bisogna fare così e basta.
Non c'è modo di evitarlo, perciò buttati e fallo.
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