CANE
BASTARDO
tutto possiamo dire meno che
non conosciamo il CANE A 6 ZAMPE del gruppo
MULTINAZIONALE ENI. L'immagine del cane ci insegue fin da
piccoli da quando cioe' abbiamo cominciato a ficcare nel
motore e con insistenza la benzina. controllando la
storia viene vuori anche il lato oscuro del CANE BASTARDO
tanto che comprendi per quale motivo lo hanno disegnato
nero su fondo giallo... il resto e' chiaro ma se vuoi
parlare del gruppo ENI ti perdi in mille questioni losche
e di potere.
Una delle tante era MATTEI che
voleva aprire alla RUSSIA nell'epoca in cui bisognava al
contrario incutere il terrore dei confini. MATTEI fu
ucciso, sicuramente assassinato da chi voleva sostituirlo
con EUGENIO CEFIS. Mattei al contrario di quanto si pensa
aveva compreso questa sostituzione da parte dei poteri
forti americani KISSINGER e in italia
ANDREOTTI servo dell'impero USA destroso. Lo aveva
compreso cosi' bene che fece scrivere da un suo
collaboratore un libro intitolato QUESTO E' CEFIS
un libro in cui si raccontano le vicende del personaggio
in questione e come MATTEI oramai dava fastidio. Tanto
che il libro dopo una settimana di stampa non si sa come,
ma fu ritirato da tutte le librerie d'Italia comprese le
biblioteche nazionali che dovrebbero averne per legge una
copia. Ritirato il libro eliminarono MATTEI e lo
sostituirono con il piu' docile e filo americano EUGENIO
CEFIS.
Il tutto pero' non si concluse.
Una copia di quel libro con molto altro ancora arrivo'
nelle mani di PIER PAOLO PASOLINI il piu' grande poeta
del 900 che tutti conosciamo ed altro personaggio di fama
internazionale e sicuramente non controllabile. PASOLINI
scrisse sul CORRIERE DELLA SERA
IO SO
e con
queste due semplici parole spiegava nel resto
dell'articolo ... che aveva compreso sia chi aveva ucciso
MATTEI sia il motivo e soprattutto chi c'era dietro le
manovre delle stragi. PASOLINI nel suo ultimo libro
PETROLIO addirittura prevedeva con assurda visione che
solo i grandi hanno, la strage di PIAZZA BOLOGNA. La
storia la conosciamo, uccisero anche PASOLINI ed oggi
come non mai sappiamo con certezza che e' stato un
ASSASSINIO, ma per anni ed anni ci hanno gonfiato le
teste con un delitto GAY.
Basterebbe questo per chiudere
la vicenda ENI ed affermare in poche parole che la ditta
in questione la vogliono gli americani, tanto che si
pensa oggi in piena crisi italiana che saranno proprio
loro a voler comprare il gruppo cosi' lo gestiranno
direttamente dagli USA senza passare per la politica
interna, la quale come non mai si e' dimostrata collusa
con altri apparati che prima erano la manovalanza degli
USA E GETTA.
INSOMMA IL CANE BASTARDO sta
alla mattanza di tutto e tutti come LA POMPETTA
IDROELETTRICA sta a berlusconi, che in questo citiamo
caso solo perche' anche lui sentendosi braccato
politicamente dagli USA ha spesso fatto riferimento a
MATTEI, il che naturalmente e' vergognoso non solo nei
fatti ma soprattutto storicamente.
Tornando all'ENI dobbiamo
cominciare a dire che è il secondo produttore di GAS in
EUROPA, e che è uno dei primi gruppi al mondo che viola
qualsiasi diritto umano.
Nel DELTA DEL NIGER fino al
1999, l'industria petrolifera, attraverso L'AGIP
collaboro' intensamente con il regime militare dominante,
la stessa AGIP è attiva in diverse joint venture : la
SPDC diretta da SHELL e la NIGERIANA AGIP OIL COMPAN la
famosa NAOC.
Una delle piu' grandi
operazioni di repressione ad opera dell'ENI AGIP
è avvenuta nel 1999, quando individuo' del petrolio
sotto una bidonville.
RADIO
qui RADIO accadono fatti
drammatici passo :
Distrutta bidonville vicino
agli impianti, migliaia senza casa. Arrestati due
giornalisti che volevano filmare
PASSO.
Con una brutale operazione ordinata dal governo
nigeriano, il 13 aprile sono state rase al suolo da
bulldozer centinaia di abitazioni e una chiesa di una
bidonville, lasciando circa 5.000 persone senza casa...
PASSO
della chiesa certo non ci occupiamo,
sappiamo che per mille motivi i cattolici sono legati
all'ENI la ricostruiranno ma dentro vi si erano RIFUGIATE
DELLE DONNE INCINTE E CON I BAMBINI LA POLIZIA HA FATTO
UN MASSACRO SONO STATI TUTTI VIOLENTATI E FRUSTATI
COMPRESO I BAMBINI... ed ora queste 5 mila persone che
fine faranno ora ?
PASSO.
La motivazione è stata che linsediamento abitativo
era troppo vicino alle installazioni petrolifere della
compagnia petrolifera italiana Agip, del gruppo Eni, a
Port Harcourt, nel delta del Niger. Lo riferisce
lUnrepresented Nations and Peoples Organization
(UNPO), con sede in Olanda...PASSO.
Le attività di demolizione di quella che era nota come
Agip Waterside, erano iniziate in febbraio ma erano state
poi sospese, in seguito alle proteste degli abitanti, che
si trovano in quellarea dal 1998, senza essere
stati ostacolati dalle autorità. Non è previsto alcun
risarcimento per gli sfollati, né alcuna sistemazione
alternativa. Un giornalista e un cineoperatore
dellAustralian Broadcast Corporation (ABC), Eric
Campbell e Ron Folley, che avevano chiesto di poter
filmare lintervento dei bulldozer, sono stati
arrestati dalla polizia e rilasciati dopo due ore...
PASSO.
Alcuni attivisti e residenti di Agip Waterside sospettano
che la demolizione sia stata richiesta dallAgip per
potersi espandere, ma la compagnia nega qualsiasi
coinvolgimento. Secondo quanto riferisce UNPO, il
portavoce di Agip in Nigeria, Tajudeen Adigun, ha
dichiarato: "Non siamo informati di alcuna
demolizione di case vicino alle nostre sedi di Port
Harcourt. Ignoriamo se stanno avvenendo delle demolizioni
e non abbiamo alcun ruolo in questo"... che dire ?
E' uno schifo...
PASSO...
le autorita' locali stanno
lasciando le baraccopoli AGIP WATERSIDE nelle mani di
poliziotti armati a seguito di bulldozer , radono al
suolo tutte le abitazioni
e' un massacro...
PASSO E CHIUDO.
Dopo linizio delle demolizioni in febbraio, Anyakwe
Nsirimovu, dellInstitute for Human Rights and
Humanitarian Law, aveva stigmatizzato il silenzio della
Nigeria Agip Oil Company affermando: "Facciamo
appello allAgip affinché dimostri che le sue
affermazioni, secondo cui è una compagnia socialmente
responsabile, abbiano qualche significato di fronte alla
creazione di migliaia di rifugiati davanti alla sua porta
di casa. In assenza di azioni, prenderemo ogni iniziativa
immaginabile per informare i proprietari e i clienti di
Agip sulla posizione dellazienda in questa
vicenda". Nel marzo 2004 Eni è stata esclusa dagli
indici per linvestimento socialmente responsabile
FTSE4Good, perché non soddisfaceva i nuovi criteri sui
diritti umani decisi lanno precedente da FTSE4Good.
I nuovi criteri riguardavano due gruppi di imprese a
maggior rischio: quelle operanti nel campo delle risorse
naturali, come petrolio, gas e miniere, e quelle che
hanno una significativa presenza in Paesi con particolari
problemi di rispetto dei diritti umani. In particolare,
alle società del settore estrattivo veniva richiesto di
chiarire la loro posizione sui diritti delle popolazioni
indigene e sullutilizzo di servizi di sorveglianza
armati per il controllo di impianti e infrastrutture.
ANDANDO INVECE NEL LONTANO 1983
troviamo l'AGIP in ANGOLA a compiere altri massacri. E'
infatti il petrolio in ANGOLA a finanziare una selvaggia
guerra civile, che dura oltre i 25 anni e che ha
devastato il paese ed è costata la vita ad oltre due
milioni di persone. Piu' della meta del danaro versato
dalla multinazionale AGIP ENI è stato impiegato in
offensive militari. Ancora oggi la maggior parte dei
petrodollari scompaiano nei canali della corruzione visto
che tutte le multinazionali ma soprattutto AGIP ENI si
rifiutano di rilasciare informazioni in merito ai loro
pagamenti.
Bisogna aggiungere che tutte
questi danari fanno nascere ESERCITI privati una specie
di MERCENARI ufficiali ai quali tutte le nazioni e quindi
le multinazionali che sostengono la guerra spesso si
rivolgono e sovvenzionano.
CANI MERCENARI
Negli ultimi
anni , in seguito allo smantellamento di numerosi
eserciti, special modo per la fine della guerra fredda, -
si parla che si siano riversati sul mercato circa sei
milioni di disoccupati - non è corrisposto purtroppo la
fine dei tanti conflitti in tante zone del pianeta. Di
conseguenza si è provveduto a riorganizzare corpi
militari mercenari, ad opera di organizzazioni con tanto
di siti Internet, con un know-how sofisticato, persino
una gestione manageriale, uffici nelle principali
capitali europee e americane. Inoltre, tali
organizzazioni sono collegate a società quotate in borsa
e offrono servizi high tech a governi, multinazionali del
petrolio, industrie minerarie e chiunque ne faccia
richiesta.
Dunque
oggigiorno le storiche compagnie di ventura e bande di
mercenari post coloniali (alcune non sono ancora del
tutto scomparse), sono state sostituite con vere e
proprie organizzazioni internazionali che si occupano
delle varie forniture di alcuni servizi militari e di
sicurezza.
Si tratta delle
Società Private Militari, meglio conosciute come Private
Military (comunemente definite PMC) caratterizzate da un
ampia gamma di attività, le più estreme delle quali
comportano il supporto alle operazioni militari sul campo
o, addirittura, lintervento diretto; oppure le
Società Private di Sicurezza o Private Security Companies
(PSC), società impegnate nella fornitura di servizi di
sicurezza al mondo pubblico e privato, ma che non
intervengono direttamente. Entrambe sono solitamente
guidate da veterani delle forze armate - ex generali a
quattro stelle- e offrono in cambio di lauti contratti i
propri servigi e consulenze strategiche, ma spesso anche
veri e propri battaglioni dassalto. Nessuno sa
quanto sia il fatturato mondiale complessivo delle PMC,
ma già prima dellinvasione dellIraq si
stimava che il tutto si aggirasse intorno ai 100 miliardi
di euro.
La grande
occasione in ogni caso è stata rappresentata
dallIraq. Nellex paese del dittatore Saddam
Hussein si parla della presenza di circa 20 mila
mercenari, destinati, secondo alcuni, ad aumentare visto
il continuo precipitare della situazione.
Le PMC e simili,
presenti non si limitano quindi a occuparsi di sicurezza,
ma spesso conducono se non dirigono proprio azioni
particolarmente complesse con personale iper-qualificato.
In Iraq è schierato insomma un vero e proprio esercito
privato con paghe di 15 mila dollari al mese per gli
ufficiali, e di 7 mila per i non graduati. E tra i
compiti delle compagnie militari private vi è stato
anche quello dellinterrogatorio dei prigionieri,
infatti, per le torture ad Abu Ghraib sono stati chiamati
in causa, oltre a commilitoni dellesercito
americano, anche dipendenti di una compagnia militare
privata, la Caci International Inc.; la quale
naturalmente si è difesa dicendo di aver fatto quanto
veniva ordinato dai militari.
Non tutti i
componenti di queste multinazionali della guerra sono
semplici ex militari, basti pensare che in Iraq è morto
Francois Strydom, al soldo della compagnia sudafricana
Erinys, implicato in molteplici assassini politici
commessi dal gruppo paramilitare Koevoet nella Namibia
degli anni 80. Oppure Deon Gouws, ferito sul fronte
iracheno, ex membro della polizia segreta sudafricana che
ha confessato di avere organizzato numerosi attentati
contro gli attivisti anti-apartheid. E che dire di Derek
William Adgey, ex marine britannico che ha passato
quattro anni in galera per il suo lavoro con
lUlster Freedom Fighters e che ora è nel Golfo per
conto dellArmor Group.
LExecutive
Outcomes (Eo) è stata una società mercenaria
sudafricana, in seguito disciolta per legge, fondata da
un rhodesiano trasferitosi in Sud Africa da bambino,
Luther Eeben Barlow, che ha fatto carriera durante il
regime dellapartheid come ufficiale nel famigerato
32° battaglione Buffalo, impegnato in Angola a fianco
dei ribelli dellUnita di Jonas Savimbi, e poi
dirigente del Ccb, il servizio di sicurezza del governo
razzista di Pretoria.
Charles Burrow,
ex Executive Outcomes ha in un primo tempo affermato che
i 64 esperti militari erano diretti nella Repubblica
democratica del Congo per tutelare gli interessi di un
ente minerario. Ma lo stesso Mann ha poi confessato,
forse sotto tortura, i dettagli del fallito golpe: i
servizi segreti occidentali avrebbero convinto i più
alti gradi della polizia e dell'esercito di Malabo a non
opporre resistenza in cambio di posti nel futuro governo;
e lo stesso Severo Moto avrebbe promesso a Mann i diritti
di sfruttamento su alcuni giacimenti petroliferi.
UN
CANE PER DEBITO
NON SOLO quindi
tutte queste altre porte si aprono e conducono in altre
questioni illecite e vergognose colpa certamente anche
delle MULTINAZIONALI ma il RAPPRESENTANTE DELLA BANCA
MONDIALE A BRAZZAVILLE ha affermato che i gruppi TOTAL e
AGIP sono responsabili dei debiti causati dal petrolio
che nel 2003 ammontavano a 250 400 milioni di
dollari, debito appunto che andava ad intaccare la
precaria economia del CONGO.
Altra
argomentazione molto importante è quella che sostiene la
tesi secondo cui gran parte del debito delle nazioni
povere fu accumulato da regimi dittatoriali militari che
furono poi destituiti. Si parla in questo caso di DEBITO
ODIOSO per indicare un debito contratto da un dittatore,
non per far fronte ai bisogni della popolazione, ma per
mantenere il suo potere. La dottrina del debito odioso è
stata formulata da Alexander Sack (ex-ministro dello zar
russo). Il Comitato per lannullamento del debito de
Terzo mondo (CADTM ), così come altri movimenti e vari
studiosi stanno analizzando da tempo i debiti del Terzo
mondo da questo punto di vista giuridico (i debiti
contratti nei periodi di dittatura nella Repubblica
Democratica del Congo, Rwanda, Filippine, Indonesia,
Argentina, Cile, Uruguay, Brasile, Nigeria, Togo,
Repubblica Sudafricana, hanno tutte possibilità di
rientrare in questa categoria di debiti) e non sarebbe
cosa da poco, visto che i popoli di questi paesi sono
ancora oggi costretti a rimborsare i "debiti
odiosi" ricorrendo a nuovi prestiti. Un fatto
curioso è che la questione sul debito odioso fu
sollevata da George W. Bush in riferimento all'Iraq. Il
presidente americano nel 2003, in occasione di un
incontro tra i paesi del G8, chiese alla Francia, alla
Germania e alla Russia (che si erano opposte alla guerra
contro lIraq) di rinunciare ai loro crediti nei
confronti dellIraq. Una sorta di ricatto che in
cambio della legittimazione alla guerra avrebbe concesso
la possibilità ai paesi europei di prendere parte agli
investimenti per la ricostruzione.
LA
STRAGE DEL SUDAN
IN QUESTO MODO
SALIAMO DI ANNO IN ANNO fino ad arrivare alle recenti
attrocita' commesse dall'ENI AGIP. In SUDAN le societa'
affiliate di ENI SNAMPROGETTI E SAIPEM
hanno partecipato alla costruzione di impianti
petroliferi e oleodotti, in occasione di questi MAGNIFICI
LAVORI sono state ripetutamente perpetrate attrocita' che
i militari sudanesi compiono sistematicamente contro la
popolazione del SUDAN MERIDIONALE.
Cosa
sta succedendo in Sudan attualmente?
Risposta: Si tratta della più lunga guerra ancora in
atto oggi; va avanti dal 1955. Ci fu un breve cessate il
fuoco alla fine degli anni settanta, poi riprese in pieno
nel 1983. Due milioni e mezzo di persone sono morte negli
ultimi 17 anni. E' una guerra intensissima fra il nord
arabo-musulmano e il sud nero cristiano. Il nord arabo
musulmano è la maggioranza ma i cristiani costituiscono
la maggioranza nel sud. Si tratta in pratica di due paesi
diversi. Dal punto di vista culturale, religioso ed
etnico sono popoli completamente diversi. Eppure il
governo vuole imporre la legge islamica sui cristiani nel
meridione. Quando i cristiani si sono opposti, il governo
ha cominciato a bombardare i loro ospedali e le loro
scuole e a rendere schiavi i loro bambini. E' tremendo.
Lei dice che le chiese sono state
bombardate, uomini, donne e bambini sono stati
violentati, torturati e uccisi, i loro arti amputati,
eppure non abbiamo visto nulla di tutto questo nei
giornali principali. Perché?
E lo chiede a me?.
E' uno scandalo. Come possono i media di tutto il mondo
ignorare il paese più grande dell'Africa? Come fanno i
corrispondenti di guerra a non vedere la guerra più
lunga ancora in atto? E' morta più gente nel conflitto
in Sudan di quanta ne sia morta in tutti i conflitti in
Yugoslavia, Ruanda e Somalia messi insieme. Questa è una
guerra intensissima.
Un motivo ovvio, anche se crasso,
per cui l'occidente dovrebbe essere preoccupato delle
atrocità in Sudan è per via del petrolio che vi si
trova. I cinesi hanno le loro truppe in Sudan per
proteggere i campi petroliferi. C'è molto petrolio, non
è vero?
Sì, non c'è dubbio che il petrolio sta "mandando
avanti" la guerra. E' sangue per petrolio il sangue
dei neri per il petrolio. Sono queste società quelle che
finanziano la guerra adesso, con investimenti massicci di
centinaia di milioni di dollari in questo e in qualsiasi
governo la maggior parte delle entrate dalle
trivellazioni e dallo sfruttamento del paese viene
destinato all'acquisto di ulteriori armi da usare nella
guerra contro il sud. Hanno detto ufficialmente che
questo è quello che faranno. E per prendersi questi
campi petroliferi hanno distrutto le case di oltre 40,000
persone. Hanno dato vita a una politica di "terra
bruciata" intorno ad essi e hanno evacuato la gente
con la forza perché le compagnie petrolifere possano
sfruttare il petrolio senza doversi preoccupare degli
abitanti.
Ricevono aiuti sotto forma di armi e
fagioli?
Poca roba. Ricevono aiuti da alcune organizzazioni ma non
dalle Nazioni Unite, anche se dispongono dei maggiori
fondi e dicono di fare più di tutti. In realtà gli
aiuti dell'Onu sta andando allo stesso governo che sta
causando le sofferenze. L'Onu, attraverso l'Operazione
Lifeline Sudan, sta letteralmente gettando benzina sul
fuoco e prolungando la guerra.
Come?
Perché stanno portando aiuti proprio al governo che ha
causato la carestia. Questa carestia non è dovuta a
motivi climatici o geografici; è una carestia fatta
dall'uomo. Il governo sta bruciando i raccolti,
avvelenando i pozzi e sterminando o rubando il bestiame.
Fanno terra bruciata. In guerra il cibo è un'arma. E qui
abbiamo l'Onu che gli aiuti alimentari li dà al governo
che sta causando la carestia. Si fida che li distribuisca
in maniera equa e libera.
Costituzionale!?
Certo, costituzionale! E' secondo la loro costituzione. E
questo sarebbe il governo che ha sostituito gli Stati
Uniti sulla Commissione per i Diritti Umani dell'ONU.
La divisione fra nord e sud in Sudan
hanno apparati legislativi separati o il nord controlla
tutto il paese
R: Tecnicamente il nord controlla tutto il paese. Ma in
pratica, il sud è un paese separato. Hanno le proprie
istituzioni. Il sud non è riconosciuto dalle mappe
internazionale e nemmeno dai governi internazionali o
dagli Usa, ma hanno di fatto attuato la secessione dal
nord. Il popolo del sud ha il proprio sistema di
tribunali, i propri commissari della contea, i propri
sindaci e parlamentari. Quindi il sud continua come se il
nord fosse un paese diverso che lo sta invadendo. E in un
senso vero, è così. Non si può considerare chi ti
bombarda come il proprio governo.
Evidentemente, nel Sudan
meridionale. Dal 1989, nonostante le proteste di Jesse
Jackson, Al Sharpton e altri, in Sudan prospera la tratta
degli schiavi, non è vero?
R: Sì. Siamo nel 21 secolo e lo schiavismo non solo
prospera in Sudan ma prospera con l'incoraggiamento del
governo, che lo fa per due ragioni. Una è per
incoraggiare le truppe arabe ad arricchirsi nel sud, con
i saccheggi e con la tratta degli schiavi, per sé o per
la vendita. L'altra è per destabilizzare il sud,
terrorizzandoli con la prospettiva della schiavitù.
E l'Onu cosa intende fare?
Le Nazioni Unite hanno una capacità incredibile di
entrare in una brutta situazione e renderla molto
peggiore. Li ho visti in Angola. Li ho visti in Ruanda.
Sappiamo cosa hanno fatto in Somalia. In Sudan, dicono di
aver speso oltre 3 miliardi di dollari dal 1989. Appunto.
Secondo i loro stessi conti, la gente muore di fame negli
stessi numeri oggi come quando l'Onu ha iniziato. Voglio
dire, con quei soldi, avrebbero potuto costruire un
McDonalds in ogni villaggio del Sudan e regalato il cibo
gratis per gli ultimi 12 anni, e gliene sarebbero
avanzati.
E allora cosa ne hanno fatto?
Tutti quelli che no incontrato nelle montagne della Nubia
dicono che non hanno mai ricevuto niente dall'Onu o dal
conglomerato 'Operazione Lifeline Sudan'. Niente. La
maggior parte delle derrate dell'Onu va alla gente che
sta provocando la fame, bruciando i raccolti e
avvelenando i pozzi della gente del Sudan.
L'Onu ha qualcuno qui?
Non sul serio. Hanno un paio di postazioni qua e là dove
fanno arrivare il whiskey e la birra e dove fanno finta
di fare qualcosa per aiutare la gente, ma la gente
disprezza l'Onu. Anzi, in Sudan, dicono che ha un nome
appropriato. La sigla in inglese, UN, è adatta a mettere
davanti a un sacco di cose: ungrateful, unregenerate,
uncooperative, unreasonable, unfriendly, unaccountable
(ingrata, non collaborativa, non rigenerata,
irragionevole, inimica, irresponsabile) questa è l'Onu.
A parte lo scandalo dei media che
tacciono, qual è il problema più grande?
Uno dei più grossi problemi che abbiamo in Africa è il
fatto che gli aiuti dall'estero vengono dati ai governi.
Sono i governi il problema: non sono la soluzione. Se si
vuole aiutare la gente in Africa, bisogna dare
direttamente alla libere imprese o ai gruppi personali o
ai singoli o alle chiese. Sono loro che possono
assicurarsi che il denaro vada a buon fine. Darlo ai
governi significa potenziare la corruzione e
l'oppressione.
E
ARRIVANO LE PIPELINE CIOE' GLI OLEDEODOTTI PER
CANI.
NEL MAGGIO 2005
L'AGIP ENI ha preso parte alla realizzazione delle
PIPELINE BAKUS TIFLIS CEYHAN
e viene fuori un'altra storia.
l processo contro
le multinazionali responsabili delle devastazioni sociali
e ambientali dovute alla costruzione dellOleoducto
de Crudos Pesados (OCP) in Ecuador potrebbe iniziare. Ma
mancano i fondi.
Per questo Accion por la Vida, associazione che da anni
si batte per difendere le terre amazzoniche
dallinvasione del consorzio di multinazionali Ocp,
di cui fa parte anche lEni/Agip, rinnova
lappello al sostegno internazionale. Un sostegno
reclamato anche dai contadini del paese sudamericano:
"Ci stanno avvelenando".
L oleodotto. Nel Settembre 2001 iniziarono i lavori
per il mega oleodotto ad opera di un consorzio costituito
dalle maggiori multinazionali del petrolio: Agip,
Alberta, Occidental, YPF, Perez Companc y Techint.
Progetto che fu finanziato da alcune banche private, fra
cui la Bnl.
Si tratta di una pipeline lunga più di cinquecento
chilometri, che si snoda lungo aree naturali estremamente
fragili, ad alto rischio vulcanico, idrogeologico e
sismico, che ha messo a rischio la vita delle popolazioni
locali. Ha ampliato le zone investite dall'estrazione
petrolifera, coinvolgendo aree di foresta primaria
amazzonica finora intatte ed abitate anche da popolazioni
indigene. Tutto questo ha provocato notevoli danni
allEcuador, un paese già in ginocchio a causa dei
pagamenti del debito estero, che frenano lo sviluppo
locale, ancora praticamente inesistente.
Tale progetto - al finanziamento del quale la Banca
Nazionale del Lavoro partecipa come intermediaria di un
prestito di 900 milioni di dollari concesso al Consorzio
OCP nel luglio 2001 da una banca tedesca ha
violato in maniera grave le direttive della Banca
Mondiale sulle valutazioni degli impatti ambientali, gli
habitat naturali e la consultazione delle popolazioni
locali. Violazioni verificate da una commissione del
parlamento tedesco inviata in Ecuador nell'aprile 2002.
Come Bnl, anche l'altro attore italiano coinvolto,
l'impresa Eni/Agip si è resa complice di tale
situazione, pur essendosi dotata di un Codice Etico che
promuove "...il rispetto delle diversità culturali
e la conoscenza delle condizioni sociali ed economiche
delle Comunità in cui la Società è
presente
".
Le proteste. Nonostante l'opposizione della società
civile ecuadoriana e di numerosi gruppi ecologisti, i
lavori sono stati portati a termine. Lo stato
demergenza dichiarato dal governo e la
militarizzazione delle province amazzoniche di Sucumbios
y Orellana da dove è partito l'oleodotto
hanno generato scontri e tensioni provocando nel febbraio
2002 la morte di quattro persone, fra cui due bambini. Il
25 marzo 2002, diciassette attivisti ecologisti che
protestavano contro la distruzione del bosco di Mindo
Nambillo, a nord di Quito, sono stati arrestati. Anche
per questo motivo la mobilitazione ha guadagnato
l'attenzione della comunità internazionale.
Le denuncie delle organizzazioni contadine e della
comunità indigena. LEni è dunque corresponsabile
delle devastazioni sociali e ambientali compiute
dalloleodotto.
Lo scorso 23 settembre 2004, grazie al lavoro di Accion
por la Vida, la Corte Superiore dellEcuador ha
deliberato che il tribunale di San Miguel de los Bancos
è competente a giudicare il caso contro lOCP.
"Questa decisione si basa sul rapporto della
Comisión Especial de Limites Internos de la Republica
dell'Ecuador precisano i campesinos e gli indios
nella loro denuncia. Questa conferma che il terreno della
nostra hacienda La Esperanza si trova entro i confini del
cantone San Miguel de los Bancos. Dopo questa decisione a
favore degli ecologisti di Accion por la Vida e di quanto
si sono battuti nella campagna internazionale contro
lOCP, sono state presentate tre citazioni nei
giorni 28, 29 ottobre e 4 novembre 2004. Dallultima
data allOCP erano stati concessi quindici giorni di
tempo per rispondere alle nostre richieste".
Non solo Mindo. "Ci stanno avvelenando". Le
organizzazioni contadine di El Triunfo e la comunità
indigena Shuar Washints della provincia di Pastaza però
non si fermano allazione contro loleodotto.
Da giorni hanno lanciato una denuncia sulle piogge acide
e sullinquinamento causato dalla produzione di
energia attraverso la combustione del carbone, (detti
lavori di Cfp, Coal Fire Power) dellEni-Agip, nel
Puyo.
Nelle settimane immediatamente prima a questa denuncia
ufficiale, limpresa aveva già risposto alle accuse
con dichiarazioni ai giornali locali in cui negava le
proprie responsabilità per i danni causati. Non solo,
lEni-Agip ha anche minacciato di querelare chiunque
intenda continuare ad attribuirle accuse
"infondate".
Linquinamento. Manuel Caiza, presidente del
Comitato per la difesa dellAmbiente di El Triunfo,
non intende sottacere il dramma ecologico che si sta
inesorabilmente consumando nelle loro terre. Ha
raccontato come lo scorso 10 novembre il municipio di
Pastaza abbia effettuato una missione di ricognizione
ambientale a El Triunfo. "Quando gli ispettori sono
arrivati nella zona dei lavori di Cfp - spiega - hanno
incontrato gli operai dellAgip intenti a ripulire
un terreno contaminato vicino alla stazione dai rifiuti
industriali. Stavano cercando di occultare le prove delle
loro attività". Il dipartimento di Igiene e Salute
del municipio ha così deliberato che il Governo sospenda
le estrazioni petrolifere e realizzi
uninterrogazione ambientale alla Compagnia Agip che
opera nella zona di El Triunfo. La settimana scorsa, il
Comitato per la difesa dellambiente di El Triunfo,
accompagnato da un giornalista della città di Puyo che
voleva verificare il grado di contaminazione della zona,
ha intercettato un camion dellimpresa che stava
cercando di ritirare un enorme serbatoio di derivati di
greggio per anni abbandonato al bordo della strada, senza
alcun tipo di precauzione o misura di sicurezza che ne
indicasse i rischi e la nocività. Vedendo il
giornalista, i funzionari vestiti con divise
dellAgip, colti sul fatto, sono saliti a bordo di
unauto con vetri polarizzati e se ne sono andati
senza dare spiegazioni. Due giorni prima, un
rappresentante dellEni aveva dichiarato ad una
Radio locale di Puyo che il serbatoio non apparteneva
alla società, e che questa non era a conoscenza del
motivo per cui fosse lì, né cosa contenesse.
Responsabilità.
Secondo l'associazione A Sud, che ha raccolto
direttamente lappello dei campesinos e che insiste
da tempo a propagandare la campagna contro le conseguenze
della costruzione delloleodotto, sarà difficile
che l'OCP possa legalmente eludere le proprie
responsabilità. "E' importante sostenere Accion por
la Vida attraverso un sostegno concreto afferma -
che possa contribuire alle spese legali e a dare
visibilità alla campagna a livello internazionale. I
fatti di Mindo potrebbero costituire un precedente in
grado di dare garanzia al nostro futuro e a quello delle
generazioni a venire".
ALTRI
ORGANIZZATORI IN DIFESA DELL'AMBIENTE parlano di minacciE
agli oppositori in AZERBAIJIAN e in TURCHIA e temono
militarizzazioni per proteggere i vari oleodotti.
L'AGIP aveva
originariamente preso parte al controverso oleodotto OCP
per poi vedere la sua quota nel 2004. nonostante cio' la
stessa ENI afferma che la sua attivita' di estrazione
NELL'AMAZZONIA ECUADOREGNA si intensifichera'
raggiungendo la produzione di 28 mila barili al giorno
gli abitanti della
regione come abbiamo letto accusavano il gruppo di
mettere in pericolo la loro salute le attivita' agricole
e l'ambiente con le cosi' dette ILLUVIAS NEGRES
piogge nere causate dalla combustione di gas e di
rifiuti industriali e qualcosa è cambiato oggi solo
grazie alle loro lotte non certo ad una attenta
industrializzazione dell'ENI.
In tutto questo
c'e' quindi L'ENI dagli intrighi agli assassini dagli
oleodotti alle guerre dagli stermini al massacro della
foresta AMAZONIA... e si continua ignari, in occidente, a
parlare di CASTE E DEGLI STIPENDI DATI AI MANAGER, che
certo sono vergognosi ma quando il pericolo è come al
solito in altri luoghi e sono altri i regni contro i
quali bisognerebbe inorridire, è inutile criticare un
sistema capitalista se poi le regole e i giochi sono
questi non solo a livello nazionale. Quindi per eliminare
un problema non bisogna concentrarsi sulle piccole
questioni ma analizzarne l'insieme ed oggi come ieri
questo problema per il resto del mondo è proprio il
capitalismo occidentale e le multinazionali, in questo
caso L'ENI uno dei piu' temibili CANI BASTARDI della
nostra vita.
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