Domenica 29 luglio
2001 IALO Lettera
alle compagne e ai compagni Nel pensiero unico SI é APERTA UNA CREPA nd Dopo Genova e dopo lo sciopero
metalmeccanico del 6 luglio nulla è uguale a prima.
Vanno ridefiniti lagenda e lordine stesso dei
problemi della sinistra, compresa quella parte di essa
che, come noi, ai nuovi movimenti è interna Care
compagne e cari compa-gni di Rifondazione, care let-trici
e cari lettori di Liberazione, è finalmente
tempo di ferie. Un saluto a tutti quelli che sono in
partenza per qualche luogo dove passare qualche giorno o
qualche settimana di serenità, per acquisire nuove
conoscenze, per vivere nuove esperienze. E un saluto
ancora più intenso a chi non parte o perché costretto
da condizioni materiali che non gli permettono una
vacanza o, magari, perché ha deciso di dedicare il tempo
libero dal proprio lavoro allorganizzazione delle
feste di Liberazione che, come ogni estate,
si svolgono in ogni angolo del nostro paese. Per tutte e
per tutti questa prima parte dellanno è stata un
periodo intenso e impegnativo. Abbiamo preso parte a una
difficile e aspra campagna elettorale, al termine della
quale il nostro partito ha conseguito un risultato
davvero importante che oggi ci permette di giocare un
ruolo cruciale nella lotta contro le destre e per la
ricostruzione delle ragioni della sinistra. La sconfitta
subita dal centrosinistra il 13 maggio è stata
inequivocabile, netta e profonda. Vi è una grande
differenza tra le condizioni nelle quali si tennero le
elezioni del 1996 e quelle di questanno. Allora il
centrosinistra con il rilevante apporto di Rifondazione
comunista vinse le elezioni in un quadro che vedeva
unassenza o almeno un sonno profondo dei movimenti
e lintera società si presentava come avvolta da un
manto neoconservatore nel segno di una modernizzazione
scambiata per progresso. In sostanza la vittoria avvenne
nella sfera della politica e non in quella della
società. Ora siamo di fronte a un fenomeno contrario:
le destre vincono abbondantemente le elezioni, lo fanno
in base alla loro capacità di ricomporre la
rappresentanza del blocco borghese, lo fanno unendo
neoliberismo a neopopulismo, sfondando così tra i ceti
popolari tradizionalmente di riferimento delle sinistre.
Eppure tutto ciò non solo non riesce a normalizzare il
quadro sociale, ma avviene al contrario in presenza di un
grande disgelo dei movimenti e addirittura è il tratto
caratteristico dellattuale situazione. Per converso
si manifesta la crisi della politica, particolarmente nel
campo della sinistra moderata, la sua incomunicabilità
con questa nuova realtà sociale in movimento. Lo
sciopero dei metalmeccanici indetto dalla Fiom il 6
luglio e le grandiose manifestazioni di Genova confermano
questa analisi. Siamo di fronte a nuove forti
soggettività. Nello sciopero del 6 luglio non solo si è
riaperto il conflitto operaio nella sua forma diretta,
cioè sulla questione salariale, ma si è fatta avanti
una nuova generazione di lavoratrici e di lavoratori. In
questo modo si dimostra che è possibile superare la
frammentazione indotta dalla ristrutturazione
capitalistica. Non solo, ma questo nuovo movimento
operaio ha saputo subito collegarsi con il movi-mento e
il popolo antiglobalizzazione. Le grandi manifestazioni
di Genova e limponente, esteso e articolato lavoro
preparatorio che le ha precedute, ci consegna dopo la
protesta di Seattle e dei successivi appuntamenti, e la
proposta di Porto Alegre, il primo nuovo movimento dopo
il Novecento. Bisogna indagarlo a fondo, ma appare già
evidente lemergere di una nuova generazione
politica che fa della non violenza, della solidarietà,
della cultura del fare, della pratica
dellobiettivo, e quindi di un approccio non
asettico, ma critico e vigile allideologia e alla
politica, i suoi connotati caratteristici. Vi sono quindi
differenze ed analogie con i grandi movimenti del
68 e del 69. Oggi siamo di fronte ad una
crisi della politica, che rischia di travolgere ogni
soggetto che voglia insistere su quel terreno e che, se
non vi si pone rimedio, può comportare la separazione
definitiva dei movimenti dalla politica in ogni sua
dimensione. Ma questi nuovi movimenti non sono solo
espressione della crisi della politica, né tantomeno una
manifestazione di una minorità marginalizzata, ma
costituiscono già un potente antitodo a questa crisi. Lo
sono perché grazie alla loro comparsa sulla scena si
sono aperte incolmabili crepe nel pensiero unico e nella
fiducia sulle magnifiche sorti progressive del liberismo,
ma soprattutto, perché questi movimenti avanzano una
critica radicale e chiedono una riforma di tutti i
soggetti politici, degli istituti e del funzionamento
stesso della democrazia. I metalmeccanici della Fiom
avanzano la richiesta di un referendum vincolante tra
tutti i lavoratori sullipotesi di contratto.
E evidente che questo pone unesigenza più
generale: quella di una nuova normativa che aiuti un
processo di rifondazione democratica del sindacato.
Lesperienza del Genoa Social Forum, non a caso
vittima della bestiale aggressione alle sue sedi da parte
delle forze dellordine e oggetto di un tentativo di
criminalizzazione da parte del governo, dimostra che è
possibile unificare movimenti di diversa natura,
risolvendo i problemi di comportamento e delle forme di
lotta sulla base del reciproco riconoscimento delle varie
ragioni che militano contro questa globalizzazione. Per
tutti questi motivi vanno ridefiniti lagenda e
lordine stesso dei problemi nella sinistra,
compreso quella parte di essa, come noi, che è già
interna a questi movimenti. In questo senso dopo Genova e
dopo lo sciopero metalmeccanico del 6 luglio, nulla è
uguale a prima e guai se non ne traessimo le dovute
conseguenze per il nostro operare. Lo dobbiamo fare
lavorando per garantire continuità e allargamento a
questi movimenti, riproponendo il tema di un sistema di
aggregazioni sociali e culturali che si cimenta con la
prospettiva di una trasformazione complessiva della
società. Lo dobbiamo fare sapendo che la costruzione di
un programma antiliberista e anticapitalista non può
essere separato da uninterlocuzione continua con i
movimenti. Lo dobbiamo fare, quindi, aumentando la nostra
capacità di aprirci da ogni punto di vista nei confronti
di questi nuovi movimenti. In questo senso vanno intesi
gli appuntamenti sia di movimento che di partito che sono
già previsti nel prossimo autunno. Mi riferisco alla
proposta già avanzata di un meeting programmatico dei
movimenti e delle forze politiche interne ad essi da
tenersi a Venezia, in vista anche della nuova riunione a
Porto Alegre del prossimo gennaio, che potrebbe dare vita
a una vera e propria comunità politica allargata. Mi
riferisco al grande appuntamento della nostra
manifestazione nazionale a Roma del 29 settembre, a
conclusione della festa nazionale di
Liberazione. Mi riferisco alla marcia
Perugia-Assisi del 14 ottobre, appuntamento tradizionale
per il movimento pacifista, ma che oggi deve assumere il
carattere di una nuova tappa per il rafforzamento di un
vasto, articolato, multiculturale, non violento e di
mas-sa movimento contro la guerra e il liberismo che
aumenta nel mondo intero le povertà e le ingiustizie. Mi
riferisco, infine, alla scadenza già decisa dal
movimento antiglobalizzazione di tenere una nuova
manifestazione nazionale il 10 novembre a Roma, in
occasione del vertice della Fao sullalimentazione e
della conclusione della riunione dellOrganizzazione
mondiale del commercio rifugiatasi nel Quatar. Come
vedete, e qui ovviamente mi rivolgo a tutte e a tutti,
non solo alle compagne e i compagni di Rifondazione, gli
appuntamenti per il prossimo autunno non mancano. La
ricostruzione delle ragioni della sinistra dipenderà
dalla capacità di unire mobilitazione e approfondimento
della riflessione e dellelaborazione programmatica.
La stessa costituente di alternativa, di cui abbiamo più
volte parlato, può essere perseguita solo mettendo in
relazione dialettica questi movimenti con la declinazione
di una profonda riforma della politica, dellagire
politico e dei soggetti politici, a partire dalle
discriminanti contro la guerra e il liberismo. In vista
di tutto questo, care compagne e cari compagni, auguro
buon riposo e insieme buon lavoro a tutti. ... Fausto Bertinotti.... |