Lettera
aperta allInformazione Italiana
Gentili
Direttori, Capiredattori, Giornalisti, Operatori
dellinformazione
pubblica e privata,
Gli eventi tragici abbattutisi sugli Stati Uniti
dAmerica e sul mondo
intero hanno trovato vasta eco nel vostro lavoro di
informazione di questi
giorni. Tutti i cittadini debbono ringraziarvi per
limportante funzione da
voi svolta nelle ore immediatamente successive al dramma.
Tuttavia, attraverso le televisioni e i giornali, la
cronaca e la pietà per
il Paese vittima dellimmane tragedia si sono
rapidamente trasformate in una
sorta di propaganda della sua politica e delle sue azioni
a venire che si
profilano non meno gravi e luttuose.
Negli ultimi giorni abbiamo udito servizi televisivi ad
effetto emotivo
praticamente inneggianti alla guerra santa occidentale,
slogan e commenti
che esaltano gli USA come nazione modello di civiltà e
democrazia,
svergognando così la nostra cultura e la nostra storia,
talvolta persino
frasi che è difficile decidere se attribuire
allignoranza o ad un
incontrollata emotività.
Nulla giustificherà mai un atto mostruoso come
lattacco terroristico alle
Torri di New York e alla sede del Pentagono, una delle
pagine più nere della
storia contemporanea. Nulla giustifica i due milioni di
uomini, donne e
bambini morti per lembargo imposto dagli USA
allIraq, né i bombardamenti
su Belgrado, né i finanziamenti trascorsi e attuali ai
terroristi amici,
né quanto ora avverrà sotto i cannoneggiamenti
occidentali di popoli
altrettanto innocenti e degni di umana considerazione
delle vittime di New
York. La vera cultura europea, costata guerre e
sofferenze innumerevoli, ci
ha insegnato che nessuna ideologia, fede, modello sociale
deve poter
giustificare la mano delluomo contro luomo.
Eppure, mentre il clamore per certe vittime ed il
silenzio per certe altre
sembrano far pesare i morti in modo orrendamente diverso
sulla bilancia dell
informazione mediatica, dobbiamo assistere basiti
allinvocazione del
sangue innocente per giustificare il versamento di altro
sangue innocente.
Non rivolgiamo questa lettera ai politici, perché siamo
consapevoli che
sarebbe inutile: il potere e la violenza avranno il loro
corso
indipendentemente dalle proteste, né i nostri governanti
avrebbero il potere
di impedirlo.
Crediamo però sia importante richiamare almeno le vostre
coscienze, su cui
pesa la responsabilità di agevolare o infiacchire la
riflessione della
gente, ad un uso di toni più consoni
allobiettività critica che sempre
dovrebbe rappresentare lideale del giornalismo. Non
possiamo salvare il
corso degli eventi, ma certamente non dobbiamo infierire
abbassando quella
razionalità del pubblico che siamo invece chiamati a
promuovere.
E vero, il vostro ruolo non è semplice, ma è lo
stesso rispetto di voi
stessi come persone e professionisti che deve imporvi un
maggior senso di
responsabilità e di attenzione; perché parole e
immagini, se
strumentalizzate, possono cadere assieme alle bombe
trascinando nel fango la
nostra umanità, o, in cerca del vero, elevarsi assieme
alle preghiere di
tutti gli uomini di buona volontà, e sostenerle.
Stefano Serafini, consulente editoriale, Roma
Claudio Martinotti, consulente, Ozzano Monferrato (AL)
Danilo Brogli, impiegato comunale, Ferrara
Luigi Pellini Luigi, agricoltore, Oppeano (VR)
Renato Bordonali, libraio ed editore, Milano
Gianrico Gualtieri, ricercatore artistico, Ginevra
Giuseppe Gorlani, imprenditore agricolo, Assisi (PG)
Giuseppe Lucchesini, studioso, Roma
Alberto Giovanni Biuso, docente di Filosofia, Milano
Laura Maffeis, fotografa, Bergamo
Domenico Pievani, insegnante, Bergamo
Enrico Falcioni, custode, Baveno (VB)
Mauro Quagliati, ingegnere ambientale, Imperia
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