"Quel che vedo è che il movimento non è riuscito per ora a esprimere sulla
guerra un punto di vista capace di sottrarsi al dualismo tra integralismo
islamista e bellicismo capitalista."
  Io direi che non è riuscito ad abbozzare altro che non una formale duplice e inconsistente equa presa di distanza, non cogliendo, a mio avviso, il/i problema/i reale/i. Per far ciò ha dovuto riesumare un vecchio slogan tanto caro al PCI del compromesso storico "contro la guerra e contro il terrorismo". Ora in questo modo ha sottovalutato enormemente cosa sta dietro a questa presunta lotta al terrorismo che l'impero dichiara come sua matrice dei prossimi interventi bellici. Mi permetto a tal proposito di ripetere quanto già detto in proposito: ...forse due cose vale al pena di dirle e ricordarle. La prima è che mentre i bombardieri scaldano i motori e l'impero si appresta a mostrare il suo volto feroce, pure i professionisti della solidarietà scaldano gli aiuti e si preparano a mostrare il volto umanitario delle guerre imperiali (e non imperialiste)! Quanti volti è capace di mostrare l'impero, questo giano bifronte, esperto in dominio! L'altra riguarda l'argomentazione che oggi fa audience "la lotta al terrorismo". Questa risulta essere l'asse portante dei prossimi processi di guerra imperiale e di restrizione delle libertà soggettive e collettive! In nome di questa "nuova emergenza globale" probabilmente verranno perpetrate le peggiori nefandezze di questo nascente inizio di terzo millennio. Il dramma è che questo slogan echeggia pure tra una parte di coloro che si definiscono NO GLOBAL.... sarà forse la paura o il tentativo di recuperare i DS (a cui questo slogan sta a cuore da decenni, quando ancora i facevano chiamare PCI e quando votavano mozioni di appoggio logistico alle guerre umanitarie) ? Non per fare un'operazione semantica o per il gusto del lessico, però terrorismo significa letteralmente provocare terrore. Ora dovremmo chiederci chi in questo pianeta produce  e provoca terrore. Chi produce e utilizza armi convenzionali, chimiche, biologiche, nucleari, e poi in nome del loro possibile scorretto utilizzo (sarebbe interessare capire qual'è il corretto, ma mi spaventa la risposta a questa domanda) ne produce altre più sofisticate e micidiali..perchè bisogna difendersi! Chi muore terrorizzato di fame e sete, perchè profitti e dominio vanno garantiti a qualunque costo. Chi come queste donne afgane sono costrette al terrore quotidiano da un domino/delirio maschilista/religioso ed ora come se non bastasse rischiano di morire sotto i bombardamenti. Chi ha avuto la sfortuna di abitare a Bhopal (forse si scrive diversamente) a Tolosa, a Chernobyl, affianco ad una delle tante produzioni civili di morte. Chi è in preda al terrore mentre la morte lo raggiunge per un cancro maturato mentre lavorava o perchè ha avuto la sfortuna di vivere in qualche zona ricca di sostanze inquinanti. Chi secondo alcune religioni non possiede un'anima e secondo la scienza occidentale non possiede intelligenza e fugge terrorizzato dalle devastazioni prodotte dall'uomo sull'ambiente, e spesso conosce l'uomo solo quando viene cacciato, braccato, macellato. Chi tra un'inondazione a e l'altra cerca di mettersi in salvo e forse comincia a conoscere le conseguenze di una forma di produzione che devasta l'ambiente o se preferite di quello sconvolgimento climatico che porta il nome di effetto serra e che Mr Bush considera secondario rispetto agli affari! Chi...potreste aggiungere voi e non ci vuole molto a trovare altri esempi. Ebbene tutt* quest* conoscono o sono vittime del terrore, eppure i colpevoli di queste catastrofi non verranno mai perseguiti o additati come terroristi, ma osannati come i salvatori ed i garanti della nostra sicurezza! Eppure ormai nel sentire comune chiunque si ribelli, provi a combattere contro l'impero, a costruire lotte di liberazione, ad opporsi all'orrore ed al terrore (dubito che fra questi possano esservi i Kamikaze delle torri), viene additato  prima come violento e poi come terrorista! Lo stesso portavoce maximum (come si usa dire adesso) di Dio ed i suoi sottoportavoce (a rotazione?) sono già pronti a benedire la santa guerra imperiale (morti  compresi), perchè trattasi di legittima difesa (!!??), mentre guarda caso sono sempre pronti a condannare qualunque lotta di liberazione perchè la violenza è sempre sbagliata. Chissà cosa ne pensano i nostrani pacifisti di questo curioso concetto di pace?   Sullo scendere in piazza la mia impressione è che dopo le guerre imperiali (umanitarie, anti dittatura, ecc.???) si continui a ripetere il medesimo ritornello: i bombardieri bombardano i pacifisti protestano ed il mondo prosegue come al solito. Ma per uscire da questo duplice delirio di potere (integralismo occidentale da una parte ed integralismo islamico, forse, dall'altra), bisognerebbe avere il coraggio di mettere il dito nelle piaghe imperiali. Quelle piaghe che producono Nord e Sud del mondo in tutte le metropoli e che sulla disperazione delle devastazioni esistenziali nutrono i deliri di potere degli integralisti economici e religiosi. Peraltro forse Marx non sbagliava molto dicendo che le religioni sono l'oppio dei popoli, ma tale logica non si batte certo con il proibizionismo, ma battendosi quantomeno per garantire ad ogni essere umano sul pianeta il diritto ad avere un reddito per vivere dignitosamente(in vita e non nella prossima eterea esistenza) ! Ora questo spostamento del movimento "NO GLOBAL" sulla solita solfa pacifista, non solo non mi entusiasma, ma continua  a reiterare percorsi già visti, che io ritengo assolutamente ininfluenti, se non per mettere le nostre occidentali coscienze a posto. Quindi anch'io, seppur da posizioni diverse, non mi sento molto motivato a scendere in piazza. Sulla diatriba sollevata dalle frasi che Bifo propone: "Io non vado in piazza per ritrovarmi insieme a gente che brucia le bandiere americane. Personalmente considero l'antiamericanismo il peggiore di tutti i pericoli,il pericolo che ci trasforma in movimento fascista antiglobalizzazione.La grande novità del movimento di Seattle consiste nel fatto che si tratta, prima di tutto ed essenzialmente, di un movimento nordamericano, di un movimento capace di trasformare il centro vivo del processo globale di produzione e di immaginazione."   Forse il senso di quella bandiera non è esattamente quello immaginato dal movimento di Seattle.. Poi perchè una bandiera bruciata dovrebbe trasformare il movimento antiglobalizzazione in movimento fascista a me risulta ancora più oscuro. L'oscurantismo che puo' coinvolgere anche questo movimento a me pare altro: il rimpianto degli Stati nazionali, la scienza vista sempre e comunque come nemica (senza coglierne pure le potenzialità dell'odierna produzione immateriale, di idee, di immaginazione, ecc, soprattutto quando per scienza si intende un processo dinamico e non statico, assoluto, spacciatore di certezze); il rimpianto delle garanzie fordiste, ecc.... insomma la mancanza di immaginazione nel costruire altro. Dopodichè possiamo pure discutere se qui il problema sono gli amerikani o l'impero nel suo complesso.. e l'impero è più furbo, più che rappresentarsi con bandiere sa essere pervasivo, sa produrre consenso e compartecipazione, sà dominare la cooperazione.. forse la sua carta d'identità ha due facce: una metallica (di piombo o uranio, più o meno impoverito), l'altra di carta (moneta, più o meno virtualizzata).   saluti e baci

Paolo Punx