L’accusa -

 

Di Victor Farias.

 

Filosofo cileno, allievo dello stesso Heidegger e autore di - Heidegger e il nazismo - un libro che ha fatto scalpore nel mondo della filosofia.

 

Fino al 1930 la terminologia di Heidegger non si distacca molto da quella del nazionalismo conservatore tedesco. Storicita’ - decisione - lotta - tradizione - comunita’ di popolo - . Ma proprio in quegli anni si assite ad una svolta ad una - germanizzazione - del pensiero di Heidegger che rompe apertamente la tradizione culturale latina. Smette di citare autori come Agostino e Tommaso oppure il Vangelo di Giovanni, il cui concetto di - mundus - aveva invece fino al 1930 accettato. Una svolta qualitativa, che va nella stessa direzione del montante movimento nazionalsocialista. Il - discorso sul rettorato - del 1934 come pure altri di quel periodo testimoniano questa svolta linguistica verso il nazismo. Heidegger ha inteso il suo impegno politico come il tentativo di fornire al movimento nazionalsocialista un fondamento spirituale e filosofico. Per essere piu’ preciso egli ha cercato di legarsi organicamente all’ala - movimentista - del nazionalsocialismo le S.A. di Roehm e di Gregor Strasser che vennero sconfitte e i capi assassinati per ordine di Hitler nel giugno del 1934 durante la - notte dei lunghi coltelli -. Anche Heidegger perse la sua battaglia : ideologo ufficiale divenne Arthur Rosenberg, l’autore del - Mito del XX secolo - . Egli allora si ritiro’ dalla ribalta politica avviando nella sua riflessione una critica del nazionalsocialismo trasformatosi in regime ma, si badi bene, a partire dall’unica visione del mondo nazionalsocialista - autentica - quella del movimento. Prendiamo ad esempio la complessiva rottura di Heidegger con la cultura latina alla quale accennavo precedentemente. In quegli anni egli sempre piu’ apertamente e brutalmente sostiene la tesi che solamente a partire dalla lingua tedesca quale unica erede di quella greca classica e’ possibile comprendere le categorie dell’Essere. Solo la Germania moderna poteva rendere fruttuosa l’eredita’ dell’antica Grecia. Heidegger e’ convinto che soltanto i tedeschi possono filosofare nel senso pieno del termine. Certo anche i francesi possono fare della filosofia, masolo come - esprit - come Zivilisation. Lo stesso vale per gli inglesi la cui filosofia e’ il linguaggio della tecnica. Nell’intervista pubblicata postuma dallo - Spiegel - che e’ una sorta di suo ultimo discorso alla nazione tedesca. Heidegger sostiene che quando i francesi provano a pensare debbono pensare in tedesco. Fino all’ultimo ha tenuto fermo quello che per lui era l’elemento decisivo del nazionalsocialismo e cioe’ la discriminazione ontologica tra gli uomini. Heidegger non e’ soltanto certamente ne’ un ideologo nazista alla Gobbels o alla Rosenberg e neppure un filosofo - ufficiale - del regime, ma il suo tentativo di difendere una sorta di - fascismo nobile - ontologico e filosofico contro la sua falsificazione da parte del regime e’ innegabile. In una lezione su Nietsche del 1944 Heidegger dice che - sta nascendo un nuovo tipo di uomo in germania - e solo lui puo’ portare la salvezza e la verita’ e questo, si badi, mentre il mondo e’ in fiamme, alla fine della seconda guerra mondiale. Quando alla tecnica e alla sua dimensione planetaria bisogna operare un preciso distinguo tra la critica di Heidegger e quella anche degli autori di sinistra. Heidegger la critica non in quanto - tecnica - di cui fa quasi l’apologia ma per il fatto che noi ne siamo solo dominati e non la comprendiamo. Bastera’ allora produrre una comprensione della - tecnica - cosa che, e torniamo alla discriminazione ontologica, e’ possibile solo ai tedeschi unici in grado di pensare filosoficamente. Si dice spesso che dopo la guerra Heidegger abbia sbagliato tacendo sui campi di concentramento e sull’olocausto. Ma questo non e’ vero. In un discorso a Brema del 1949 per esempio, egli asseri’ che la logica che aveva prodotto lo sterminio nelle camere a gas fosse sostanzialmente identica a quella che aveva regolato il passaggio dall’agricoltura tradizionale all’industria alimentare.