DALLA BRACE ALLA FORNACE - E NESSUNO SARÀ INNOCENTE

Mentre sono in arrivo gli «ispettori» del Fmi e della Bce-Ue (accolti con gli onori, invece che con gli idranti, come si dovrebbe), è arrivato al capolinea il governo di centrodestra di Berlusconi & Co., via via sgretolatasi la maggioranza parlamentare sotto l’esponenziale pressing politico-giudiziario-mediatico, con "gente" che se ne è andata per motivi per niente "nobili (ben gli sta: è Berlusconi che si è circondato di tale "gente", evidentemente trovandola adeguata). E c’è l’impegno di Berlusconi alle dimissioni, dopo approvate le «misure» imposte da Bce-Ue & Company.

Ora si vocifera di «governo tecnico», o «di transizione», o «di larghe intese» - sí, come quello che sta massacrando il popolo greco -, magari in attesa delle elezioni anticipate. Intanto fra "democratici" "progressisti" e "sinistri" batte il tam tam del "Berlusconi è sempre in sella, facciamolo cadere subito: manifestiamo per le dimissioni immediate".

Per fare che? Un governo "alla greca"? O elezioni subito? Comunque per porre alla gestione (governo) statuale il centrosinistra, piú o meno allargato agli spezzoni (ancora piú) «moderati»? Si può sentire la risposta: "tutto va bene, purché via Berlusconi!".

Situazione paradossale, per rendere ancor piú babbeo il popolo: Berlusconi, con il suo governo classista e antipopolare, fallito del tutto (intorno alla guerra neoimperiale contro la Libia) il suo residuo "sgomitamento" estero per spazi di autonomia delle centrali rimaste italiane e allineatosi supinamente ai diktat di Bce-Ue alias Stato germanico e Stato francese, e Fmi-«agenzie di rating» alias Usa, Berlusconi che sta attuando le «misure» e accetta controlli abietti sul nostro paese, tuttavia resta inviso e «inaffidabile». Al posto suo e del suo governo, devono subentrare "altri", non invisi e «affidabili» - altre frazioni e fazioni della «classe politica», il centrosinistra piú o meno allargato, con il supporto dei ceti dominanti italici (capitalisti industriali e bancari, alte gerarchie statali, centri di interesse vari, etc.) -, che operino alla maniera di quella che fu, ed è, la borghesia compradora dei paesi coloniali e paracoloniali e ora neocoloniali: duro dominio interno, al servizio delle potenze estere. La "nuova" coalizione - che già tanti danni ha apportato al paese, sulla cui scia si è inserito il centrodestra (dalla svendita del patrimonio statale all’assoggettamento all’euro e ai perniciosi trattati.capestro dell’Ue, dal liberismo delle «privatizzazioni» alla devastazione delle condizioni salariali e normative del lavoro, dal massacro delinquenziale delle pensioni alle devastanti cosiddette «riforme», etc.) - attuerà con ancora maggior decisione i diktat imposti e le ulteriori «misure», e altre ancora, senza fine.

Ecco quindi: via Berlusconi & Co. - per fare come di lui e il suo governo, e ancora peggio.

Non manca chi - in caccia di voti per le prossime elezioni, parla di «macelleria sociale», come Di Pietro, come altre voci piddine, come altre nei "sinistri". Balle, menzogne, imbrogli, per catturare consensi. Non c’è nessuno (nella schiera dell’establishment: «classe politica» & partiti, ceti padronali, "esperti", giornalai e televisionai, e consimili) che affermi nulla di quanto davvero andrebbe fatto:

· non accettiamo nessun controllo e nessun "ispettore", e non paghiamo il debito (salvando solo il piccolo risparmio interno, e a un tasso di interesse non superiore al 2%);

· facciamo saltare euro, Bce e Ue, mentre si cancella qualsiasi autonomia bancaria nostrana, e affermiamo la nostra estraneità, ostile, al Fmi e Bm e Wto, e rivendichiamo la nostra indipendenza da Usa (e basi Usa e Nato);

· rilanciamo la nostra produzione, su un piano anti-liberista, in primo luogo volta alla necessità e utilità per l’interno, unita ad accordi bilaterali con i paesi mediterranei, alla ripresa verso i paesi arabi, al consolidamento e sviluppo delle relazioni con l’Est e la Russia;

· costruiamo e sviluppiamo una tutt’altra e vera democrazia (quella presente, dello Stato liberale, è solo una beffa oltraggiosa), a partire dal locale (con uso anche de sorteggio, con elezioni per breve tempo, con possibile revoca immediata degli eletti), per salire a livelli di area e da questi a livello centrale (il che implica la definizione di un’altra politèia) - escludendone in partenza qualsiasi esponente dell’ establishment).

Troppo difficile? Impossibile? Forse, però unicamente a causa dell’assuefazione alla subalternità e della deformazione di testa e carattere della disastrata e devastata popolazione del nostro paese. Ma si badi bene: nessuno sarà innocente. Già non lo è certo tutta la «classe politica» con partiti al seguito, non lo è l’italico padronato nel suo complesso, non lo sono le istituzioni statuali. Ma non lo sarà nemmeno chi pone in atto queste «misure» senza fine, poiché gli ordini funzionano e si attuano tramite chi li esegue, e anche tramite chi vi acconsente, e inoltre tramite chi le subisce, piegando il collo, senza capire, senza protestare, senza reagire.

Non è affatto difficile e per niente impossibile per chi vuole almeno incominciare a capire, a reagire, a fare: a opporsi con e come tutto quanto si può a quanto sta succedendo - che è questo e soltanto questo: dalla brace alla fornace.

Firenze, 9 novembre 2011

Mario Monforte