APPELLO PER CUBA

di marco rizzo

Per Cuba


Senza discutere sulla buona fede degli intellettuali italiani che hanno di
recente preso posizione pubblica contro il governo cubano a seguito della
tragica morte in carcere di Orlando Tamayo Zapata, parlando – ma sempre sulla
base delle informazioni USA – di "prigionieri politici e di coscienza" nelle
galere di Cuba, noi desideriamo ricordare alla pubblica opinione italiana,
succube di una stampa "indipendente" da sempre nemica della rivoluzione
castrista, che questa rivoluzione continua a essere un punto di riferimento e
una potente ispirazione per tutte le forze che, sempre più numerose non solo in
America Latina, si battono per un mondo senza sfruttamento, senza guerra e
senza violenza.

La morte di Zapata, che il governo cubano ha pubblicamente
ricordato con dolore e senso di solidarietà, mentre si attende ancora che il
governo italiano faccia qualche gesto analogo per la morte di Stefano Cucchi e
il suicidio di decine di carcerati delle nostre democratiche prigioni, è stata
occasione per una campagna di sfacciata denigrazione "democratica" della
rivoluzione cubana.

Non importa che Zapata fosse anzitutto detenuto per
svariati reati comuni e solo di recente avesse inteso dare alla propria
contestazione della vita carceraria (compresa la richiesta di disporre di una
cucina e di un telefono privato in cella) una precisa connotazione politica.
Non importa che anche pubblici documenti di Amnesty International diano atto
che a Cuba non è mai stato torturato nessuno (eccetto che nella base americana
di Guantanamo) e non si sono mai praticate quelle esecuzioni extragiudiziali
per cui si è reso tristemente famoso il "democratico" Stato di Israele. Non
importa, infine, che in un recente processo in Florida sia stato accertato che
un vecchio e riconosciuto terrorista come Santiago Alvarez sia stato tra i
finanziatori costanti delle Damas de blanco: anche loro certamente in buona
fede, ma altrettanto certamente utilizzate dalla CIA per le sue manovre–che
durano da cinquant’anni con una serie impressionante di attentati – per
rovesciare il democratico governo di Cuba.


Noi sappiamo che a Cuba, come ha ricordato Fidel Castro, l’assistenza
sanitaria per tutti è legge da decenni, mentre Obama fatica a farla accettare
dal Congresso USA; sappiamo che medici, maestri, professori cubani operano al
servizio di tutti i poveri dell’America Latina (con uno dei migliori ospedali
oftalmici del mondo a disposizione gratuita di chi ne ha bisogno), che l’
istruzione è libera e gratuita per tutti nell’isola; e che le restrizioni a cui
ancora oggi il popolo cubano è soggetto (in termini di disponibilità di merci,
di denaro convertibile, ecc.) sono solo conseguenza del feroce e immotivato
embargo a cui l’isola è sottoposta da parte degli Usa e di pochi loro alleati.
Siamo scandalizzati, ma non sorpresi, del cinismo con cui i media, soprattutto
italiani e spagnoli, hanno utilizzato la morte di Orlando Zapata, per la quale
esprimiamo ancora una volta il nostro sincero dolore.

Sperando che la sua storia e l’uso che se ne è fatto da parte anche di giornalisti e politici
italiani servano non tanto alla "liberazione" dei pretesi "prigionieri
politici" di Cuba, ma ad aprire finalmente gli occhi dell’opinione pubblica
sulla spregiudicatezza della propaganda di un imperialismo internazionale che,
lo speriamo, ha ormai i giorni contati. Su queste idee chiediamo un
pronunciamento dal mondo dell’intellettualità, dell’arte e dello spettacolo…

Gianni Vattimo, filosofo, europarlamentare Francesco Baccini,
cantautore
Aldo Bernardini , docente Università di Teramo Ivan Cicconi, economista
Angelo D’Orsi, storico Università di Torino Maria Fierro, giurista
Alfonso Galdi , giurista Silvia
Giorcelli, storica Università di Torino
Domenico Losurdo, storico Università di Urbino Cristiano Lucarelli ,
calciatore
Massimiliano Marotta, storico ISF di Napoli Andrea Mingardi,
cantautore
Red Ronnie, musicologo PierAldo
Rovatti, filosofo Università di Trieste
Danilo Zolo, giurista Università di Trieste