Pompei
crolla, loro mangiano
di Emiliano Fittipaldi e Claudio
Pappaianni
Invece di occuparsi del patrimonio
archeologico, Bondi e Bertolaso hanno speso milioni di
euro per 'eventi' e 'progetti' sull'area dei loro amici.
E per una visita del premier, che poi ha pure bidonato
(11 novembre 2010)
Sandro Bondi a Pompei
Per Pompei le risorse ci sono, si tratta di saperle
spendere", affermava due anni fa Sandro Bondi,
annunciando che il 28 ottobre 2008 Berlusconi avrebbe
visitato il sito archeologico più famoso del mondo.
Chissà se il ministro per i Beni culturali sapeva che
per quella visita il commissariato straordinario voluto
da lui medesimo stava bruciando un pacco di soldi.
"Sessantamila euro per la visita del presidente del
Consiglio", recita la voce della contabilità del
commissariato, cui vanno aggiunti 11 mila euro per la
"pulizia delle aree di visita del Presidente del
Consiglio" e 9.600 euro per
"l'accoglienza". Giustificazione dell'uscita:
promozione culturale. Lavoro e migliaia di euro
sperperati, visto che il Cavaliere a Pompei non ci
metterà mai piede.
I soldi destinati alla visita del premier non sono gli
unici, incredibili "investimenti" che i due
commissari straordinari voluti da Bondi (prima il
prefetto Renato Profili, poi Marcello Fiori della
Protezione civile) hanno autorizzato durante la loro
gestione per rilanciare il sito. "L'espresso"
ha trovato l'elenco di (quasi) tutte le spese effettuate
dalla struttura, denaro che forse sarebbe stato meglio
utilizzare nella manutenzione e nel restauro dei templi e
delle Domus degli scavi. "Ora è tardi, la scuola
dei Gladiatori è crollata e non si può tornare
indietro", dice un tecnico che chiede l'anonimato:
"È una roba vergognosa, pazzesca, ha ragione il
presidente Napolitano".
Tra stipendi da record, consulenze, operazioni di
marketing e bizzarrie in odore di Cricca, a Pompei ci
hanno mangiato in tanti. La lista comprende di tutto: ci
sono 12 mila euro pagati per rimuovere 19 pali della
luce; 100 mila per il "potenziamento
dell'illuminazione" delle strade esterne al sito; 99
mila finiti a una ditta che ha rifatto "le
transenne". Oltre 91 mila euro sono andati a un
Centro di ricerche musicali per l'installazione di
planofoni (strumenti per la diffusione del suono nello
spazio), e 665 euro sono serviti a cambiare le serrature
di un punto di ristoro. Quasi 47 mila euro sono serviti
per metter in piedi l'evento "Torna la vite";
185 mila per il progetto PompeiViva: soldi dati alla
onlus romana CO2 Crisis Opportunity fondata da Giulia
Minoli, figlia di Gianni e Matilde Bernabei, che ha avuto
Gianni Letta come testimone di nozze. Lo sposo? Salvo
Nastasi, direttore generale del ministero dei Beni
culturali. Al piano di valorizzazione è stata chiamata
anche Wind: importo previsto, 3,1 milioni di euro.
Le convenzioni, a Pompei, costano caro: 547 mila euro
sono stati spesi per un progetto intitolato
"Archeologia e Sinestesia" curato dall'Istituto
per la diffusione delle Scienze naturali, altri 72 mila
sono state dati all'associazione Mecenate 90 (presidente
onorario il solito Gianni Letta, presidente Alain Elkann)
per un'indagine conoscitiva sul pubblico, e ben 724 mila
all'Università di Tor Vergata "per lo sviluppo di
tecnologie sostenibili".
Qualche maligno sostiene che ci possa essere un conflitto
d'interessi: Fiori, si legge nel suo curriculum, è stato
docente universitario del corso "Pianificazione
degli interventi per la sicurezza del territorio"
proprio a Tor Vergata. Supermarcellino, come lo chiamano
gli amici, fedelissimo di Guido Bertolaso, ex
vice-capogabinetto di Rutelli, è l'uomo-chiave degli
ultimi 18 mesi, l'esperto che afferma di aver speso il 90
per cento dei 79 milioni di euro a disposizione "per
la tutela e la messa in sicurezza". Sarà, ma sono
molte le spese che stonano. Passi per i 1.668 euro per i
nuovi arredi del suo ufficio, ma forse i 1.700 euro per
la divisa del suo autista o i 4 mila per la sua
"parete attrezzata" poteva risparmiarli. Come i
10 mila per un altro ufficio presso l'Auditorium, i 113
mila per lo spettacolo "Pompei in scena" o i
955 mila per il "progetto multimediale" alla
casa di Polibio.
A sei giorni dai crolli, sulle pietre della scuola dei
Gladiatori sgambettano tre cani randagi, nonostante la
Protezione civile abbia deciso di dare alla Lav ben 102
mila euro per "l'arresto dell'incremento" dei
quadrupedi. La città antica è deserta, diluvia.
"Stia attento alla pioggia, perché l'acqua qui
uccide", raccomanda l'unico guardiano che si
incontra in un'ora e mezza di visita. "La colpa di
chi è? Dico solo che vedo sprechi, e troppa gente che
litiga su cosa fare. E si sa che mentre 'o miedeco
sturéa, 'o malato se ne more".
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