Fascismi postmoderni e " l’Europa che desideriamo"

Wanda Piccinonno

Il Fascismo , inteso come categoria della storia , non è un fenomeno univoco ma polimorfo , e talvolta mimetico . Assunto in questa accezione , dunque , il Fascismo valica le coordinate spazio-temporali e si configura come una sorta di bacillo che consuma la salute pubblica . In quest’ottica i fantasmi fascisti si eternizzano e, pur manifestandosi in guise diverse , devastano i parametri della democrazia sostanziale , azzerando lo stato di diritto . Partendo da questi presupposti è utile decodificare la barbarie postmoderna che, a differenza del Fascismo storico , presenta caratteristiche peculiari .

Considerato l’argomento , un esplicito riferimento al caotico quadro politico dell’Italietta è obbligatorio . Innanzitutto occorre demistificare il manicheismo ipocrita e menzognero dei politicanti della "sinistra" ufficiale , che in preda ad un’endemica amnesia , ritengono di poter assolvere la funzione di angeli vendicatori della democrazia e dello stato di diritto. I novelli paladini della libertà dimenticano che se il potere economico-politico berlusconiano è diventato strapotere governativo , ciò è da imputare alla vocazione compromissoria della pseudosinistra , basti pensare alla perversità del governo –D’Alema.

In realtà , al di là delle imposture di un progressismo reazionario , conviene prendere atto che il regime-azienda berlusconiano ha solo inferto il colpo finale ad un assetto democratico fragile e prettamente formale . La verità è che i barbarismi "progressisti " si esplicitano all’insegna dell’ambiguità , dell’opportunismo , ma , i giochi delle parti e le elettoralistiche presenze non riescono a celare l’aberrante malafede . I sepolcri imbiancati dimenticano che la mattanza napoletana è avvenuta con un governo di centro- sinistra , e ciò significa che la brutale repressione delle giornate genovesi è stata preceduta da quella napoletana . Inoltre, dal momento che i Copernico del Politico usano l’idea di liberazione come vessillo , vale la pena sottolineare che il presunto pluralismo democratico della Rai non diede il giusto rilievo ai palesi soprusi napoletani.

E’ evidente , pertanto , che al di là del ciarpame politico –culturale , c’è da rimanere inebetiti di fronte ad una pratica politica mascherata da un trompe-l’oeil etico .

In realtà , questo gioco non è solo ripugnante , ma fa registrare anche la regressione pre-moderna del dibattito politico. ueste QQQqQQ Vero è che nel Dna del Bel-paese è inscritta l’anomalia , basti pensare al regime Dc , allo stragismo di uno Stato criminale , al familismo amorale , al provincialismo corrotto , alla commistione mafia-politica , alla cultura dell’illegalità , alla nefasta età craxiana ecc .

Pertanto, considerato un iter storico costellato dall’affarismo demagogico e dalla tendenza endemica all’accomodamento subalterno , non può destare stupore il quadro politico odierno . A questo punto , rievocando la famosa massima che recita :" Povero è quel paese che ha bisogno di eroi " , giova evidenziare che se ciò è suffragato dalla storia , è altresì vero che ancora più povero è quel paese che demagogicamente crea eroi fasulli . La pseudosinistra del bordello-Italia , infatti , con le consuete macchinazioni , ha generato il super-leader nazionale , ossia Cofferati . Quest’ultimo , va precisato , attenendosi agli imperativi dell’ultraliberismo e , al tempo stesso, ai paradigmi della sinistra ufficiale , ha contribuito a smantellare lo stato sociale , introducendo anche il lavoro atipico, interinale , servile. D’altro canto, se il Cinese è diventato "l’ultimo leader" , ciò è da imputare ad una democrazia fatiscente , corrotta , incivile .

Prendendo atto, però, che nella fase odierna tutte le problematiche vanno contestualizzate nel quadro globale , è bene rilevare che tutti i sindacati , anche a livello internazionale, hanno gestito il mondo del lavoro in funzioni di governo. Sicché , paradossalmente , le associazioni sindacali sono state e sono controparti dei loro stessi iscritti .

Fatte queste doverose precisazioni e tornando al teatrino politico dell’Italietta , occorre evidenziare che non mancano i "rivoluzionari " patentati , che , da consumati camaleonti , adottano l’acrobatismo come norma .

Dalle osservazioni fatte emerge che è necessario demistificare i paradigmi di un immaginario collettivo , che tende a percepire il bipolarismo come foriero di garanzie democratiche . Da qui l’esigenza di avversare le ricorrenti banalità inerenti il pluralismo, la democrazia , lo stato di diritto . Non senza ragione Luigi Ferrajoli ha osservato :" In materia di giustizia ciò che muove gli umori e li fa pendere in senso "giustizialista " o "garantista " non è affatto la preoccupazione della correttezza delle procedure , bensì unicamente quella sui beni che sono stati lesi o si presume che siano stati lesi ". Inoltre, L. Ferrajoli rileva che dopo Genova , solo pochissimi del centro-sinistra , hanno denunciato la sospensione delle garanzie costituzionali . Ma , a rigore di logica , come avrebbe potuto il centro-sinistra denunciare alcunchè , dal momento che a Napoli si erano verificate le stesse violazioni ? D’altro canto , se il diritto assume una valenza formale , allora dilaga l’arbitrio e ogni garanzia viene eliminata . In realtà , oggi , per via del globalismo e del glocalismo , campeggia il diritto di polizia , che diviene mezzo efficace di difesa della Verità ufficiale o di Stato contro " le non-verità " e il dissenso . Ne consegue che il presunto assetto democratico finisce col coincidere con le forme assolutistiche di tipo totalitario . Per quanto concerne la Costituzione , è bene rilevare che , pur contenendo istanze innovative , nel nostro paese , per via delle dinamiche strutturali , ha assunto una valenza formale . Difatti, contro il pericolo di evoluzioni sostanzialistiche , è prevalsa la riaffermazione del dogma statalistico - giuspositivo . Da qui le interpretazioni tecnico –formali più che contenutistiche e di valore .

Valicando l’apologia e la logomachia del formalismo giuridico , è utile sottolineare che lo Stato nell’era moderna , sia nella forma autoritaria che in quella liberale , non è mai riuscito ad eliminare le crisi sostanziali che attraversano la storia . Ciò significa che il moderno Stato capitalista ha operato la sistematica espulsione di ogni alternativa essenziale .

Attualmente , con il declino dello Stato moderno , si registra , a livello nazionale ed internazionale , un crescente militarismo , un costante ricorso ad una politica di allarmismo sociale pregna di xenofobia e di razzismo, e l’emergenza di elementi fascisti dello Stato .

Preso atto che la situazione italiana va inscritta nel quadro globale , non può stupire la virata verso la destra dura di tutti i paesi europei . Vero è però , che se esclusione sociale , xenofobia e razzismo , azzeramento dello stato di diritto , si manifestano in modo eclatante nei governi di destra , è altresì vero che , sia pure in maniera più soft , emergono le stesse caratteristiche nei governi rappresentati da quelli che vengono definiti " socialdemocratici –conservatori ".

Pertanto, al di là delle buriane nostrane , si evince che i problemi inerenti la politica , la democrazia sostanziale , lo stato sociale , sono strettamente connessi alle dinamiche delle forze globalizzanti . Sicché , le virate verso l’estrema destra che si registrano in Francia, Austria e Italia , sono gli effetti fisiologici della sovranità globale , che inscrive nel suo codice la pratica della repressione e il genocidio sociale .

Ne consegue che i fascismi postmoderni sono planetari e si manifestano in modo atipico rispetto al Fascismo storico . In quest’ottica inedita anche quello di Maastricht è una forma di fascismo , perché è strutturalmente gestito da un’oligarchia finanziaria che sta perpetrando ai danni dei popoli il sacccheggio dei diritti tout-court .

Quest’ultimo viene supportato anche dai trattati di Schengen , Dublino, Tampere , che , per la loro intrinseca natura , legittimano il regime di controllo , sancendo la cooperazione tra le polizie europee . A questo proposito , Alessandro Dal Lago e Sandro Mezzadra osservano :" Si tratta di prendere atto che ai confini esterni dell’Europa è in atto da anni una guerra , che ha lasciato migliaia di cadaveri sui fondali del Mediterraneo e del fiume Oder ". E’ evidente , dunque , che la sovranità globale , avvalendosi di una molteplicità di sigle ufficiali , legittima genocidi sociali , saccheggi , guerre globali , massacri e "una gerarchizzazione della forza-lavoro che ha nella condizione dei migranti "clandestini " la propria esemplificazione più plateale ".

Inoltre, l’egemonia globale sul mercato delle merci , su quello del lavoro e sulle risorse , innesca meccanismi perversi che creano "una inimicizia costruita dall’alto ", e ciò consente di incrementare il razzismo e di intensificare il regime di controllo planetario . Le osservazioni fatte mettono in luce che i fascismi odierni , pur esplicitandosi in modo variegato , esercitano il loro potere , in sede politico-economica e diplomatica .

D’altra parte , dopo la fine del bipolarismo , gli spiriti animali del capitalismo , ormai liberi da condizionamenti , hanno ridisegnato la geografia del pianeta , disseminando conflitti , massacri , morte . E’ questo humus , dunque , che genera il composito mondo di destre populiste , razziste , xenofobe . Non senza ragione Astrit Dakli , analizzando la fenomenologia odierna , parla di "un’ Europa malata di estrema destra " .

Ma quest’ultima è solo , come precedentemente ho affermato, una delle forme del fascismo postmoderno , basti pensare che recentemente l’Ue ha definito terrorista il Pkk, ossia il partito di liberazione kurda . D’altro canto , soprattutto dopo l’11 settembre l’allarme-terrorismo è diventato lo strumento per divulgare la tellurica insicurezza e , al tempo stesso , per intensificare lo stato di polizia . Il discorso sicuritario non si limita solo al terrorismo , ma riguarda anche il controllo dell’immigrazione , l’ambiente da proteggere , la presunta invasione dei barbari .

Didier Bigo , a questo proposito , sostiene che il circuito perverso che lega polizia, uomini politici e stampa , sta conducendo ad una forma di foucaultiana " governamentalità mediante la paura ". Razzismo , xenofobia , guerre, esclusioni, lavoro servile e coatto, la legittimazione dell’uso della forza , offrono le coordinate per affermare che ci troviamo di fronte ad una svolta decisamente autoritaria . Inoltre, per quanto concerne il problema della cittadinanza , conviene rilevare che esiste solo quella economica . Quest’ultima, però, non appartiene ai cittadini , ma ai mercati finanziari globali , che de facto sanciscono" diritti e legittimità". Giustamente alcuni giuristi sostengono che ci stiamo dirigendo verso un diritto internazionale privato , ossia un diritto internazionale dell’economia .

Preso atto che la bestia è onnipervasiva e che i diritti inalienabili vengono sistematicamente negati , s’impone perentoria l’esigenza di un mutamento sostanziale della situazione esistente . A questo punto , considerando le ricorrenti proposte di un’Europa politica , vale la pena analizzare l’argomento , sia pure in modo sommario . "Qual è , dunque, l’Europa che desideriamo "? I " conservatori socialdenocratici " o i progressisti reazionari progettano un ‘ Europa politica , che s’inscrive nel quadro della globalizzazione economica . Maichael Hardt , invece , con il consueto acume , osserva che il progetto di un’Europa , intesa come " idea regionale " è riduttivo . Difatti , considerando la dimensione imperiale dell’assetto odierno , " il progetto di un’Europa politica non può conseguire autonomia e sovranità , né creare un fuori rispetto al controllo imperiale ". Quest’ultimo , notoriamente , si avvale " di entità sovranazionali , come BM, FMI, NU, WTO ; srutture queste che fanno capo a determinate " regioni del mondo ( Nato, Nafta, Asean), Stati-nazione e organismi locali , che operano tutti insieme seguendo una stessa logica di potere ".

Sulla scorta di queste lucide osservazioni , Hardt sostiene che occorre distinguere " una nuova Europa dalla vecchia Europa e dalle tragedie da essa causate ". Da qui la necessità di operare su scala globale , evitando di percepire l’ Europa come identità politica separata" . Un’Europa , dunque, che cooperando con i non-Europei progetti un radicale salto di paradigma .

Purtroppo, invece, si registrano sciovinismi veteroeuropei ed inquietanti forme di eurocentrismo , che denotano una sorta di fanatica ed obsoleta credenza . Questi opinabili rimedi non solo si traducono in un palliativo , ma , cosa ancora più grave , potrebbero incrementare la competizione planetaria . D’altra parte , la nuova mappa dei poteri globali mostra che le vecchie categorie risultano superate , vuoi perché i mercati finanziari dettano le politiche economiche ai governi , vuoi perché gli spostamenti di grandi masse di immigrati e rifugiati ci costringono a ripensare il concetto stesso di cittadinanza . Inoltre, per negare immotivate nostalgie , giova ricordare che l’Europa , in nome del Cristianesimo , è stata unificata dall’orrore, dalla crudeltà , dai bottini , dalle inquisizioni . Vero è che l’iter non è stato lineare , tant’è che non sono mancate le filosofie della libertà e legittime resistenze , ma gli esiti non sono stati positivi , sicché " i patriottismi " odierni risultano fuori luogo e fuori tempo . Per quanto concerne il presente , " il volto , con cui quest’Europa si mostra , è quello anonimo e impersonale delle burocrazie di Bruxelles , dei funzionari della Banca centrale , di direttive più preoccupate a tutelare le lobbies industriali e commerciali , che le hanno promosse , che di difendere i cittadini consumatori "(Giuseppe Caccia ). Ne consegue che il progetto di " un’Europa come "macro-Stato", fotocopia ingigantita di tutti i vizi dello Stato territoriale moderno, della sua sovranità nazionale " , risulta obsoleto . "Questo modellino, infatti, proprio perché collocato all’interno di un mondo globalizzato governato da sovrani invisibili, da poteri tanto forti quanto inafferrabili , non può che rivelarsi , nel concreto, come Provincia dell’Impero , forma di governo subordinata e compatibile di un territorio continentale , sub-mercato dentro il mercato globale "(G. Caccia ) .

Inoltre , per quanto riguarda il modello statalista , sono doverose alcune osservazioni .

La "Forma Stato" , infatti, è , per via della sua natura intrinseca , autoritaria e mostra una sorta di fascismo endemico , anche se nello Stato fascista e nello Stato "democratico", l’autoritarismo si manifesta in guise diverse . D’altro canto , al di là della retorica del formalismo giuridico , lo Stato borghese è , per dirla con Engels , "il capitalista collettivo", sicché i riformismi si rivelano come la rappresentanza della teoria del plus-valore , come regola sociale dello sfruttamento . E’ evidente , dunque, che la sovradeterminazione autoritaria è congeniale alla Forma-Stato , perché la mano invisibile , ossia il capitalismo , è il demiurgo che plasma l’organizzazione guridica e costituzionale . Ciò consente la "legittima " repressione , l’amministrazione totale , i dispositivi autoritari , anche quando l’assetto sistemico si camuffa , avvalendosi del legalismo e di una democrazia prettamente formale . Ne consegue che la Costituzione borghese si esplicita come astrazione , funzionale ai dettami del capitalismo . Queste tesi sono ampiamente suffragate da una rivisitazione di Marx , che tratta l’argomento in modo puntuale ed esaustivo nella " Critica del diritto pubblico di Hegel ".

Pertanto , contro i fascismi postmoderni ; contro l’economia di guerra ; contro l’intollerabile stigmatizzazione degli immigrati ; contro l’osceno gioco politico della pseudosinistra ; contro l’orrore economico che sta creando una società di schiavi ; contro l’esclusione planetaria delle donne e degli uomini del mondo ; contro i mercati surrealistici che impongono la prassi della mercificazione , è necessario opporre un Rifiuto globale e consapevole .

Da qui l’esigenza di un’Europa sociale e politica senza confini e senza barriere , che dovrebbe rimuovere anche l’ostacolo costituzionalista , in vista di un inedito potere costituente . Ciò significa che è necessario optare per la teoria del contropotere , e, al tempo stesso, operare con la moltitudine postmoderna , nella consapevolezza che quest’ultima non è l’espressione velleitaria e utopica di una globalizzazione altra , ma conatus dell’eterno "comune" .

Non senza ragione Machiavelli sosteneva che occorre mirare "al di là di ciò che esiste ", perché " nel mondo non è se non il vulgo ; e li pochi non ci hanno luogo quando li assai hanno dove appoggiarsi "