<dedicato all'Arma dei Carabinieri ed a Rosetta Stame>   

   Papa Farnese, Giulio II° e Rosetta Stame  

di giuliana d'olcese

Riaffiora nelle alte Geranchie Ecclesiastiche di Santa Romana Chiesa lo spirito "guerriero'' rinascimentale della Cristianità e delle sue antiche gerarchie "guerriere" di cui Papa Farnese come Giulio II°, detto il Papa Guerriero, fu grande e storico esponente ma non trascurando egli, anzi promuovendola, la Grande Arte Rinascimentale Italiana circondandosi dei più grandi artisti dell'epoca a cominciare da Michelangelo detto il Buonarroti a cui commissionò forse la massima espressione di sintesi tra pittura, architettura, umanità e divinità che è la Cappella Sistina, e facendo edificare lo storico Palazzo Farnese di Roma ove furono chiamati ad affrescarlo grandi artisti quali il Salviati e Giulio Romano.


Il deciso riaffiorare di questo antico spirito, diciamo allegoricamente,
guerriero, lo si legge oggi su tutti i quotidiani nazionali in occasione della funzione svoltasi al Vittoriano in onore dei Carabinieri barbaramente assassinati a Nassirya. La stampa, le TV hanno, finalmente - avuto e recepito un segnale netto e preciso arrivato dal massimo esponente delle Gerarchie Ecclesiastiche, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Cardinal Camillo Ruini nonchè da moltissimi Vescovi - ed abbandonato così il "
soccorso rosso, o azzurro" reso finora, senza pudore ne' spirito deontologico professionale, a politici e politica politicante nella sempiterna caccia dei due Poli ai cosidetti voti dei "cattolici".

"Soccorso rosso, o azzurro" con cui l'informazione nostrana si era sempre prodigata - e ciò sempre per mero spirito di servizio permanente effettivo a politicipolitica politicante dimenticando, però, il rispetto per il nostro Stato: Stato che è laico - a riempire pagine e piccolo schermo di cortei della pace, bandiere della pace, Vescovi, Sacerdoti, Parroci, Fraticelli, Chierici ed Officiantes, no-global bardati con le kefiah palestinesi, "disobbedienti" in assetto da guerrilla urbana, no-globalettes-majorettes con ombelico al vento e bandiere della pace a mo' di pareo hawaiano come per una scampagnata a "Freggene", sindacati fuori dai ranghi e dai ruoli costituzionali, e chi più ne aveva, più ne ha messo.

Oggi, però, ma solo oggi, è arrivato il conto di tutto ciò: Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, sembra dire lo spirito risvegliatosi, a carissimo prezzo di vite umane, di vedove e di orfani della Patria, attraverso il sacrificio di splendidi giovani ed uomini nell'esercizio del loro dovere ed a tutela di noi cittadini italiani ed iracheni.

Cittadini iracheni a cui i nostri CC sono andati ad offrire il loro pericoloso e durissimo lavoro. Ed oggi, nello stesso giorno del dolore, ci tocca prendere atto - come se non bastasse il dramma umano e civico che tocca ciascun cuore e ciascuna intelligenza di cittadino italiano - delle sinistre e minacciose dichiarazioni della brigatista Nadia Desdemona Lioce - vedi assassinio D'Antona e Biagi - che dal carcere di Firenze invoca "Un fronte comune tra BR e Al Queda contro l'America e l'entità sionista". Ribolle il sangue a leggere queste dichiarazioni e rinverdisce il ricordo del Poliziotto Petri perito nello scontro a fuoco sul treno Roma Firenze avvenuto tra i BR Lioce, Galesi ed i due Poliziotti in servizio sul treno su cui Petri, per legittima difesa, freddò Galesi e fece sì che venisse catturata la Lioce.

Ma non si possono dimenticare certo il dramma indelebile, che ancora oggi lo segna psicologicamente, del Carabiniere Placanica che per legittima difesa, a 22 anni, causò la morte del coetaneo no-global Giuliani negli scontri a fuoco avvenuti nei nefasti giorni del G8 dI Genova, ne' dimentichiamo i recentissimi vili attacchi ai CC avvenuti con i pacchi postali contenenti cariche mortali di esplosivo. Non si può non prendere atto che anche in Italia le Sinagoghe sono presidiate dalle Forze dell'Ordine e che all'antico Ghetto di Roma si vivono, da mesi, notti e giorni di angoscia e terrore anche per gli scolari delle scuole elementari site in Via del Portico di Ottavia. Concludo, nell'ambito del terrorismo e del fondamentalismo antisionista ed anticristiano, con una speranza ed una richiesta all'informazione italiana: Che sia posta all'attenzione nazionale, non solo romana come egregiamente, ma in splendida solitudine, ha fatto la Cronaca Romana del Corriere della Sera, il caso abnorme ed inaudito della condanna subìta dalla cittadina ebrea romana Rosetta Stame ad opera del Giudice della Prima Sezione Civile del Tribunale di Roma Marta Ienzi, per avere "diffamato" il nazista delle SS Erik Priebke sinistramente noto anche, ma non solo, per l'eccidio e la strage delle Fosse Ardeatine ed altre efferratezze nazifasciste.

Rosetta Stame, infatti, per avere dichiarato in una intervista resa al Messaggero, che suo padre fu seviziato sfondandogli il torace e poi ucciso per responsabilità del nazista Priebke, e già prima del processo Stame-Priebke condannato all'ergastolo per crimini di guerra, ha subìto la condanna a pagare 6.000.000. di lire a Priebke per risarcimento della "diffamazione" e, oltre a ciò, la giudice Marta Ienzi, ha ordinato che la Stame, di condizioni economiche modestissime, pubblichi sul Messaggero a sue spese la sentenza il che equivale ad altri 10.000.000 di lire. Non solo i "danni" da pagare al nazista Priebke, dunque, ma la beffa e l'umiliazione così automaticamente inflitta alla ebrea Rosetta Stame - che ha visto suo padre e tante famiglie barbaramente uccise dalle SS - con l'ordine di rendere notoria e pubblica, come è pubblica e notoria la gogna, sì la gogna, la sentenza Ienzi, giudice non nuova, peraltro, a questa specie di "imprese mediatiche"........

                     Giuliana D'Olcese - allego articolo di Paolo Brogi della Cronaca romana del Corsera

Rosetta Stame in appello contro Priebke “Ecco le prove della tortura” Lex SS querelato per le memorie Corriere della Sera, 24.10.2003, pagina 52 Era in una cassa di documenti ingialliti dal tempo che l'Anfim, l'associazione dei familiari delle vittime del fascismo aveva depositato in un caveau della Banca di Roma pochi anni fa, quando nel corso del processo Priebke la sede nazionale aveva registrato una tentata violazione notturna. Il documento in data 18 gennaio 1957 è del Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi. Su proposta del Presidente del consiglio concede la medaglia d’argento al valor militare a Nicola Ugo Stame. Nella motivazione si legge: «...portato in via Tasso subì atroci torture». Di Stame in via Tasso la Presidenza del consiglio, il 18 maggio 1955, aveva scritto: «Sottoposto a sevizie e torture che sopportava con esemplare contegno».
Rosetta Stame mostrava ieri con orgoglio questi documenti ingialliti dal tempo. Il suo difensore Sebastiano Di Lascio intanto ha presentato il ricorso in appello contro la condanna per diffamazione. «Che fosse un torturatore - ha scritto l’avvocato riferendosi a Priebke - raffinato e crudele emerge dalle pagine della storia e del processo conclusosi con la condanna all'ergastolo». Nell'istanza si ricordano i testi che in aula hanno denunciato le torture effettuate da Priebke: Teresa Mattei, Arrigo Paladini, Giovanni Gigliozzi, Bianca Riccio Del Rio. «La teste Mattei ebbe a dichiarare - spiega Di Lascio - che la mamma svenne quando Padre Pancrazio Pfeiffer, che si era recato a via Tasso con una lettera del Santo Padre Pio XII a perorare la causa del figlio Gianfranco ivi detenuto presso Kappler, riferì che questo aveva risposto beffardo: "Non risponde, non parla ma ora l'ho affidato a Priebke che con i suoi metodi fisici e chimici lo farà parlare, gli farà dire tutto quel che deve dire». «Che dire del povero Paladini - prosegue Di Lascio - che dopo anni si svegliava la notte con gli incubi e raccontava al dottor Gigliozzi (presidente dell'Anfim) piangendo che Priebke lo colpiva col pugno di ferro allo stomaco e ai testicoli...» Nell’istanza infine si ricorda che cosa fu l'esumazione delle vittime. «I corpi erano ammucchiati e confusi, era già iniziato il processo di saponificazione. Non solo non era stato chiesto al patologo Ascarelli se i corpi portavano tracce di torture ma anche se fosse stato richiesto l'accertamento sarebbe stato impossibile...» Infine una querela contro Erich Priebke, che ha appena pubblicato un libro di memorie nel quale a pag. 434 scrive di Rosetta Stame: «Appare spesso in preda a sintomi di esaltazione dell'umore, classici di uno stato di sofferenza psichica...».

</CS> Paolo Brogi