APRILE 2001

Belgrado, trattative frenetiche nella notte
Alla fine "Slobo" alza bandiera bianca


Milosevic si arrende
L'ex dittatore in carcere

BELGRADO - Si è arreso nella notte. Da oggi Slobodan Milosevic, l'ex dittatore jugoslavo, non è più un uomo libero. Non è stata una resa facile quella di Slobo. Rinchiuso nella sua villa, protetto da fedelissimi armati fino ai denti, assediato dalle forze speciali del governo di Belgrado, l'ex dittatore aveva minacciato: "Non mi prenderete vivo".

E invece dopo due giorni di assedio, ore di convulse trattative, è arrivata la resa. Milosevic si è consegnato stamane alla polizia serba che lo ha arrestato e portato di fronte ai gudici del tribunale. Erano le 4.40 di stamattina e da ore la trattativa per la resa andava avanti. In molti avevano perso le speranze e sembrava ormai inevitabile una nuova azione di forza della polizia. Una serie di colpi di pistola aveva fatto presagire il peggio ma si era trattato solo di una reazione emotiva della figlia di Milosevic, Marja, che aveva sparato, senza colpire nessuno, contro gli agenti che entravano per arrestare il padre. Milosevic ormai aveva deciso per la resa. Finiscono in carcere diversi pretoriani dell'ex dittatore, tra cui Sinisa Vucinic, leader dell'ala più radicale del partito Jul. Altre persone sono state arrestate sotto l'accusa di possesso illegale di armi e per aver fatto uso di armi da fuoco nella notte tra venerdì e sabato quando la polizia ha fatto il primo tentativo di arrestare Milosevic.

Il commando delle forze speciali che lo ha preso in consegna lo ha scortato fino a una lunga colonna di fuoristrada e automobili che si sono poi dirette al carcere centrale di Belgrado. Milosevic è stato prima portato in cella e adesso è sotto interrogatorio. Le accuse nei suoi confronti non riguardano crimini di guerra e quindi non prevedono l'estradizione al Tribunale penale internazionale dell'Aja: si tratta di reati di abuso di ufficio, peculato, corruzione, malversazione e altri crimini economici commessi sia come presidente serbo che come presidente federale, in associazione con alcuni stretti collaboratori.

Dal mondo arrivano reazioni soddisfatte all'arresto di Milosevic. Uno dei primi governanti occidentali a rallegrasi per l'arresto di Slobodan Milosevic è Robbin Cook. "Questa - ha dichiarato - è una notizia molto gradita da tutti coloro che hanno lottato così a lungo per portare pace e giustizia nei Balcani." Questo invece il commento del presidente francese Jacques Chirac: "Un giorno atteso a lungo.Adesso deve essere fatta giustizia." Infine arriva la soddisfazione del governo tedesco: "La condotta del governo di Belgrado mostra che le forze democratiche della Jugoslavia sono determinate a imporre lo stato di diritto" dice il ministro degli Esteri Joschka Fischer (Verdi).

(1 aprile 2001)


La collisione ha costretto il velivolo Usa a effettuare
un atterraggio d'emergenza. Discordanti le due versioni


Cina-Usa, incidente in volo
tra aerei militari

I due Stati si addossano a vicenda la responsabilità

PECHINO - Scontro in cielo tra un ricognitore americano e un jet cinese. L'aereo Usa è stato costretto all'atterraggio in territorio cinese. Scambio di accuse e scoppia un piccolo incidente diplomatico.

Un aereo di ricognizione della marina statunitense, in volo sul Mar della Cina è stato intercettato questa mattina da tre caccia cinesi che si sono pericolosamente avvicinati e hanno provocato una collisione. L'EP-3 americano, dopo lo scontro, ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza sull'isola di Hainan. Tutte e 24 le persone che si trovavano bordo dell'aereo sono incolumi ma la vicenda ha fatto nascere screzi diplomatici fra le due potenze.

Mentre, infatti, la marina americana diffondeva, attraverso un comunicato, che dopo il contatto con uno degli aerei cinesi l'Ep-3 aveva subito danni tanto gravi da essere costretto a inviare un segnale di 'mayday' e invertire la rotta, la televisione cinese addossava la colpa dell'incidente ai membri dell'equipaggio americano e affermava che il suo jet era precipitato, aggiungendo che le ricerche dell'equipaggio erano ancora in corso.

Il comando statunitense del Pacifico, in ogni caso, ha auspicato che i cinesi rispettino "l'integrità dell'aereo e il benessere e la sicurezza dell'equipaggio secondo la prassi internazionale, accelerino le necessarie riparazioni per facilitare l'immediato ritorno dell'aereo". Il fatto che l'Ep-3 avesse un equipaggio così numeroso fa pensare a un aereo dotato di mezzi sofisticati per lo spionaggio internazionale. Chiaro l'interesse dei cinesi sull'aereo atterrato sul loro territorio, altrettanto chiato che gli americani preferirebbero che l'Ep-3 potesse ripartire senza una "visita" troppo accurata da parte delle autorità di Pechino.

Al momento non si sa se l'Ep-3 si trovasse, al momento della collisione, nello spazio aereo internazionale. Ma in ogni caso, il governo di Pechino rivendica la sovranità su tutto il Mar cinese meridionale, sulle cui isole accampano diritti anche lo stato di Brunei, la Malaysia, le Filippine, Taiwan e il Vietnam. Gli Stati Uniti non hanno preso posizione su queste dispute territoriali, ma sostengono il principio della libertà di navigazione.

(1 aprile 2001)


È accaduto poco dopo la mezzanotte, all'entrata
in vigore della nuova legge sulle unioni omosessuali


Celebrati ad Amsterdam
i primi quattro matrimoni gay

AMSTERDAM - Nella capitale europea della trasgressione, ieri sera a mezzanotte quattro coppie si sono fatte la meno trasgressiva delle promesse: quella dell'eterno amore. Erano sei ragazzi e due ragazze. Omosessuali. Per la prima volta al mondo la loro unione, davanti alla legge, vale quanto tutte le altre, quelle "normali". Proprio allo scoccare del nuovo giorno, infatti, in Olanda entrava in vigore la nuova legge sui matrimoni omosessuali, approvata dal Parlamento lo scorso dicembre.

"È un privilegio per me essere il primo a felicitarsi con voi", ha detto Job Cohen, sindaco di Amsterdam e officiante del rito civile poco prima di proclamare ufficialmente l'unione di matrimonio delle coppie. Una scena inconsueta, ma solo per quello che riguarda il sesso dei protagonisti. Per il resto si è trattato di un matrimonio con tutti i crismi della tradizione. Gli uomini erano vestiti in smoking o in gilet di cuoio. Le donne indossavano un classico abito da sposa. "Spero che ora molte coppie di omosessuali vorranno seguire il nostro esempio", ha detto davanti agli invitati e ai curiosi uno dei novelli sposi.

Anche sul terreno delle unioni omosessuali, quindi, l'Olanda si aggiudica la palma di paese più aperto e laico. È la prima volta al mondo, infatti, che i legami tra persone dello stesso sesso vengono riconosciuti a tutti gli effetti come matrimoni. Ma già da tempo ai gay venivano riconosciuti diritti di convivenza: alla fine del 2000 erano 6.000 le coppie che avevano usufruito dei benefici in termini di garanzie patrimoniali o tutele familiari della legge sulle unioni civili. Per loro, adesso potrà aprirsi la strada del matrimonio vero e proprio. E secondo Henk Krol, storico leader del movimento gay olandese, le coppie omosessuali nel giro di poco tempo potrebbero essere il 15 per cento dei totale dei matrimoni celebrati ad Amsterdam.

(1 aprile 2001)


Esplosione al tritolo in un edificio di via Brunetti,
sede dell'istituto Affari internazionali


Roma, attentato all'alba
vicino piazza del Popolo

Nessun ferito, danni materiali. Gli inquirenti
seguono la pista dell'estremismo di sinistra

ROMA - Un ordigno è esploso, all'alba di oggi, a Roma. Luogo dell'attentato, la sede dell'istituto per gli Affari internazionali in via Brunetti numero 9, nei pressi della centralissima piazza del Popolo. L'attentato non ha provocato feriti, ma solo danni materiali.

L'esplosione è avvenuta intorno alle 4,45. Stando ai rilievi compiuti dai carabinieri gli attentatori hanno fatto esplodere un ordigno di notevole potenza composto da cinque o sei chilogrammi di tritolo, comandato a distanza. "Una bomba confezionata artigianalmente ma in modo abbastanza complesso", ha dichiarato il colonnello Vittorio Tomasone, comandante del Reparto operativo, precisando che l'ordigno è esplosa probabilmente dall'interno a ridosso del portone e ha scardinato gli infissi corazzati, uno dei quali è finito sulla serranda del ristorante che si trova dall'altra parte della strada, lacerandola.

Lo scoppio ha fatto saltare il pesante e vecchio portone di legno del palazzo e ha distrutto alcuni vetri. Distrutta anche una porta di sicurezza in acciaio, che si è accartocciata come un foglio: separava il Circolo degli Scacchi dalla sede dell'Istituto Affari Internazionali. Entrambi hanno sede nello stesso palazzo, così come l'associazione per le relazioni Italia-Usa.

Ma Stefano Silvestri, vicepresidente dell'istituto Affari internazionali, esclude che l'ente fosse l'obiettivo degli attentatori: "Il nostro - spiega - è un istituto di ricerca, senza fini di lucro, che studia i problemi di politica internazionale. Potrebbe interessare eventuali terroristi solo se questi decidessero di prendere di mira tutta la politica estera italiana. Mi sembra più probabile come obiettivo la sede del consiglio per le relazioni italo-americane".

Quanto alle indagini - affidate ai pm Franco Ionta e Giovanni Salvi e al procuratore aggiunto Italo Ormanni, e coordinate dal procuratore capo di Roma Luigi Vecchione - sembra che per il momento si sospetti di gruppi di estrema sinistra, di ispirazione anarchica. "Per adesso non ci sono rivendicazioni - dichiara un investigatore - ma sia l'istituto, sia l'associazione Italia-Usa, possono rappresentare degli obiettivi simbolici. In ogni caso si è trattato di un'azione dimostrativa. Certo, se qualcuno passava in quel momento, avrebbe rischiato la vita".

(10 aprile 2001)


E' il primo paese al mondo a legalizzarla. Polemiche, durissima reazione del Vaticano: "Ferita gravissima"

Olanda, l'eutanasia
diventa legge

AMSTERDAM - L'Olanda è da oggi il primo paese al mondo in cui l'eutanasia è legale. Come largamente previsto - e tra le proteste di circa diecimila persone - anche il Senato ha approvato, ad ampia maggioranza, la legge che legalizza la "dolce morte". A favore hanno votato 46 senatori contro 28, presenti 74 su 75 membri del Senato. Anche i minorenni potranno fare ricorso all'eutanasia, ma tra i 12 e i 16 anni sarà necessario presentare l'autorizzazione dei genitori.

La legge passata oggi al Senato era stata approvata dalla Camera olandese lo scorso 28 novembre con 104 voti a favore e 40 contrari, quelli dell'opposizione democratico cristiana e socialista. Il provvedimento era appoggiata apertamente dal governo del premier socialdemocratico Wim Kok: "Abbiamo lavorato con coscienza, non abbiamo nulla di cui vergognarci", aveva detto alla vigilia dell'approvazione di oggi.

Una volta che il testo sarà firmato dalla regina Beatrice -si presume entro due settimane- la legge entrerà in vigore.

Secondo gli ultimi dati forniti dal governo, solo nel 1999 in Olanda sono stati più di duemila i suicidi assistiti o i casi di eutanasia denunciati alle autorità, ma secondo la Società di volontariato per l' eutanasia, i dati reali sarebbero circa il doppio. Una recente inchiesta ha inoltre dimostrato che l' 85% degli olandesi è favorevole alla legalizzazione dell' eutanasia per quei casi di "grave sofferenza" fisica, mentre la maggioranza (circa il 57%) pensa che anche i malati colpiti da gravi sofferenze psicologiche possano scegliere se mettere fine alla loro vita.

Dureissima la reazione del Vaticano, per bocca del cardinale Ersilio Tonini: "E' una ferita gravissima inferta all'Umanesimo europeo, poichè è stato toccato il principio dell'intangibilità della vita umana, alla base della civiltà cristiana occidentale". "E' una decisione - ha aggiunto - che nega i contenuti della nostra civiltà, che nega la sostanza umana stessa. Mi auguro che gli altri parlamenti europei abbiano di che riflettere".

"E' gravissimo il principio - ha concluso Tonini - su cui ha legiferato l'Olanda: qui abbiamo uno Stato che si assume il potere di uccidere essere umani consenzienti. Ma essere consenzienti non significa assulutamente nulla, perchè lo Stato non può arrogarsi il potere di giudicare della vita umana. L'uomo non può disporre della vita di un altro uomo, è un principio giuridico, non solo cristiano".

(10 aprile 2001)


Benin, il racconto dei piccoli profughi del cargo "negriero"

"Io schiavo di quindici anni
sulla nave dei bimbi perduti"

Inchiesta internazionale sulla tratta dei mini lavoratori
che farebbe più di duecentomila vittime all'anno


COTONOU - "Adesso la fanno passare come una gita pasquale. Pare normale che un gruppo di persone adulti, bambini si nasconda in una stiva e venga portato in giro per due settimane a tentare di sbarcare nei porti del Golfo di Guinea. Ormai in tanti escludono che le decine di bambini che abbiamo preso dalla "Etireno" viaggiassero soli; ma come si può sostenere che fossero tutti accompagnati? Saranno i bambini a dircelo, ma serve calma, tempo e attenzione: li abbiamo divisi dai grandi, stiamo cercando di rassicurarli e poi parleremo con loro. Non bisogna che si sentano condizionati, altrimenti la verità di questo viaggio non verrà mai fuori". Alfonso Gonzalez, direttore dell'organizzazione umanitaria "Terre des Hommes", invoca una inchiesta internazionale - così come ha chiesto il governo americano - sul mistero dell'"Etireno", il "traghetto fantasma" che ora è placidamente ancorato nel porto di Cotonou, con l'equipaggio consegnato a bordo dalla polizia del Benin.

Nel compound dell'organizzazione umanitaria i più piccoli tra i viaggiatori della nave sono custoditi e tenuti lontano da pressioni esterne. Si temono mistificazioni e speculazioni su una vicenda che appare sempre meno chiara; e ad aggiungere confusione aleggia lo spettro d'una seconda nave sospetta che incrocia da qualche parte nel Golfo di Guinea. Le organizzazioni umanitarie pensano forse anche che i timori di un "bluff" nella tratta dei bambinischiavi comprometta l'attenzione che invece la questione merita. "Il Benin ha sei milioni di abitanti, tre milioni sono minorenni, almeno quattrocentomila di loro lavorano; alcuni di loro vengono mandati all'estero, ma sono i meno: nessuno considera i traffici interni, soprattutto dalle campagne alla città. La questione dei bambinischiavi, che nella regione interessa circa duecentomila minori l'anno, rientra nel problema più generale del lavoro minorile", dicono a Terre des Hommes.

Anche sotto l'acquazzone pomeridiano che annuncia la stagione delle grandi piogge allagando le strade e svuotandole di gente è normale essere avvicinati da bambinetti che portano ritmicamente la mano alla bocca per chiedere qualche soldo con cui poter mangiare. "Non sono come i meninos de rua dell'America Latina, che non hanno legami; qui dietro un bambino c'è sempre un adulto che li manda per strada a mendicare o a vendere", spiega Gonzalez.
Raccoglitore di cacao, sguattero, "commerciante" agli incroci delle strade, prostitute: la richiesta di manodopera giovane o giovanissima ma comunque a basso prezzo cresce in tutti i paesi dell'Africa occidentale.

Perciò il "settore" è stato occupato da organizzazioni che soddisfano sia le richieste dei compratori sia i sogni di chi - grande o piccolo che sia - si rivolge a loro. Basta pagare.

"È stato facile salire sull'"Etireno". Ho passato la frontiera del Benin e del Togo su un bachee, una furgonetta, e sono arrivato a Lomé. I miei genitori dal Gabon mi avevano fatto sapere che da lì c'erano buone possibilità. Sono arrivato a Lomé ai primi di marzo, ho trovato le persone che mi hanno venduto il biglietto per duecentomila franchi Cfa (600 mila lire); mi hanno detto che per prendere la nave dovevo andare a Cotonou e aspettare un po'. Sono venuto qui, sono entrato nel porto; nessuno mi ha fermato o mi ha chiesto i documenti. Poi sono salito a bordo e siamo partiti alle 16, in pieno giorno. Avevamo un po' di cibo, ma dopo tre giorni è finito: chi poteva pagare si è comprato delle razioni supplementari, altrimenti niente".

Aboubakar Djabi è del Mali ha quindici anni e dice di essere "commerciante"; afferma come tutti gli altri giovani connazionali che hanno tentato il viaggio sull'"Etireno" e sono ora custoditi nel centro di "Terre des Hommes" di Calavi, di esser partito per raggiungere familiari già stabilitisi a Libreville. Ma oggi ancora storditi i ragazzi raccontato di essere stati sbarcati dalla nave rimasta al largo con piroghe in Gabon, che la polizia li ha intercettati, malmenandoli e rispedendoli infine sul traghetto. Non sanno dire se qualcuno dei passeggeri invece è riuscito ad arrivare a destinazione. Ma tutti annuiscono quando gli si chiede se ci riproveranno. "Magari cercando di fare le cose in modo legale", spiega Djallo, diciottenne.

Vestito modestamente l'imprenditore del Mali si ferma a parlare in un angolo del porto di Cotonou. "Ma guardi che storia. Adesso tirano fuori i commercianti di schiavi. Non è possibile: io la gente la aiuto; se vogliono partire, raggiungere un altro paese, io gli do una mano. Non sto a guardare chi siano i viaggiatori". La legge del Benin del 1971 prevede pene severe per i "passatori" e addirittura la pena capitale per chi fa commercio di minori, ma finora nessuno è mai stato preso né condannato.

(19 aprile 2001)


Il presidente della Regione Lombardia annuncia un decreto
per cambiare la data del voto sulla devolution


Formigoni si arrende
"Sospendo il referendum"

MILANO - Il braccio di ferro sulla data del referendum lombardo sulla devolution è finito, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha dovuto gettare la spugna. Dopo la presa di posizione di ieri dei presidenti delle corti d'appello di Milano, Brescia e Trento che avevano decretato l'impossibilità di svolgere la consultazione lo stesso giorno delle elezioni politiche Formigoni ha abbandonato la partita e ha annunciato un decreto per sospendere il referendum rinviando la questione della data in cui dovrà tenersi al Consiglio regionale.

Dunque la lunga querelle è finita. Il 13 maggio in Lombardia non ci saranno le urne per votare il referendum e, in attesa che il Consiglio regionale decida la nuova data della consultazione, Formigoni dà per certo solo che non si voterà né il 27 maggio, né il 3 o il 10 giugno come era stato ipotizzato nei giorni dello scontro con il governo.

"Queste date - ha detto il presidente della Regione che non si è negato un ultimo attacco al governo Amato - sarebbero possibili solo previa negoziazione tra la Lombardia e un governo che ha perso ogni credibilità. Non ci faremo prendere in giro da un governo che ha chiuso con noi e spero anche con gli italiani". Poi Formigoni lascia intendere che spera di trattare la questione con un governo amico."Un altro governo più rispettoso delle autonomie regionali", dice il presidente della Lombardia.

(20 aprile 2001)


La donna è arrivata nel pomeriggio a casa della sorella
Potrà uscire dall'abitazione per sottoporsi alle cure


Baraldini ai domiciliari
"La mia vita ricomincia"

ROMA - "Comincia, mi auguro per sempre, una nuova stagione della mia vita". Sono poche ma sofferte le prime parole pronunciate da Silvia Baraldini, al momento dell'arrivo nella casa della sorella. Le prime, ma forse anche le ultime. "Da questo momento eviterò ogni tipo di pubblicità su di me e per questo ritengo opportuno non rilasciare interviste ad alcuno anche se sono grata a tutti coloro che in questi duri anni mi hanno sostenuta".

Silvia Baraldini è arrivata a casa della sorella, l'abitazione che fu di sua madre, nel pomeriggio. Stamattina infatti il tribunale di sorveglianza di Roma aveva deciso di concederle gli arresti domiciliari, richiesti a cause delle sue cattive condizioni di salute. Secondo quanto si è appreso il provvedimento prevede che la Baraldini possa, per qualche ora al giorno, lasciare il domicilio per sottoporsi alle cure necessarie. Il beneficio parte da oggi e dura fino al mese di settembre prossimo quando sarà riesaminato.

La Baraldini aveva lasciato oggi alle 14.00 il Policlinico Agostino Gemelli, dove era ricoverata. E ora dovrà decidere il proprio domicilio, dal quale avrà il diritto di muoversi in qualsiasi momento della giornata per ragioni di cura. Potrà inoltre allontanarsi dal domicilio ogni giorno dalle 9 alle 14 per "esigenze di vita": dal lavoro, allo studio, ma anche per andare a fare la spesa.

Nel provvedimento il Tribunale di sorveglianza sottolinea come questa libertà di movimenti possa essere un "supporto psicologico" alla cura cui è sottoposta. Il provvedimento del Tribunale non impone inoltre divieti di comunicazione. Silvia Baraldini potrà telefonare o ricevere visite. Naturalmente le forze dell'ordine potranno controllare in qualunque momento l'osservanza di queste prescrizioni.

Per il ministro della Giustizia Piero Fassino la decisione del tribunale è "equilibrata e sensibile", riconosce a Silvia Baraldini di potersi curare "nel modo più adeguato" e al tempo stesso "rispetta l'accordo che l'Italia ha sottoscritto con gli Stati Uniti".

(21 aprile 2001)


Il pilota è rimasto vittima di un gravissimo incidente
a Dresda, dove stava provando una vettura per Le Mans


È morto Michele Alboreto
ultimo italiano alla Ferrari

Montezemolo: "Correva spinto da una enorme passione"

DRESDA - Il grande circo della Formula Uno ha perso tragicamente uno dei suoi protagonisti più amati. Michele Alboreto è morto. L'ex pilota della Ferrari si è spento in un ospedale di Dresda, dove era stato ricoverato a causa di un terribile incidente avvenuto sul circuito di Lausitzring, nelle vicinanze di Dreda, dove stava eseguendo dei test su una Audi R8, una vettura per le American-Le Mans series e per la corsa di Le Mans. Le sue condizioni sono apparse gravissime sin dall'inizio. I medici non hanno potuto fare niente per salvargli la vita.

Alboreto è stato probabilmente il più grande pilota italiano degli ultimi decenni. Era nato a Milano il 23 dicembre del 1956. Aveva esordito in Formula Uno nel 1981, al Gran Premio di San Marino, al volante della Tyrrel-Ford. Con la scuderia britannica aveva ottenuto anche due vittorie, entrambe negli Stati Uniti, che lo avevano portato alla ribalta internazionale.

Su quel ragazzo dalle enormi potenzialità aveva subito messo gli occhi Enzo Ferrari, che lo aveva voluto con sé a Maranello. Erano gli anni in cui le Rosse sembravano proibite ai piloti italiani, e proprio l'arrivo di Alboreto portò nella scuderia del Cavallino una ventata di ritrovato entusiasmo.

La sua migliore stagione con la Ferrari è stata quella del 1985, quando aveva toccato anche il vertice della classifica iridata, per cedere nel finale del campionato il posto a Alain Prost.

Dopo la parentesi ferrarista Alboreto gareggiò ancora con la Tyrrel, poi con la Lola, con la Footwork e la Minardi, senza però ottenere grandi risultati. In Formula Uno ha disputato 194 Gran Premi, ottenendo cinque vittorie, due pole position, nove secondi posti e nove terzi posti.

La sua scomparsa è stata subito commentata con commozione da Maranello. "Alboreto è stato un pilota importante nella storia della Ferrari", ha detto il presidente della scideria Luca Cordero di Montezemolo. "Intelligente e sempre attento alle problematiche tecniche dello sviluppo delle vetture. La sua morte mi colpisce moltissimo e mi rattrista profondamente. Michele continuava a correre, spinto da un'insopprimibile passione, dimostrando che questo nostro sport, che coinvolge in maniera assoluta, racchiude sempre il rischio dietro l'angolo".

(25 aprile 2001)

E' il leader riformista del partito liberaldemocratico
entro poche ore si attendono i nomi dei 17 ministri


Giappone, Koizumi
nominato premier


TOKYO - Il Giappone ha un nuovo premier. Si tratta di Junichiro Koizumi, leader riformista del partito liberaldemocratico (Ldp), nominato oggi primo ministro dalla Camera dei deputati (dove ha ottenuto 287 voti, sui 478 voti espressi) e dal Senato (con 138 voti su un totale di 246 voti). Succede al collega di partito Yoshiro Mori che si è dimesso formalmente stamani. Per il leader riformista hanno votato i parlamentari dell'Ldp, del Komei di ispirazione buddista, e dei conservatori che formano la coalizione tripartita di governo.

Terminata la votazione, Koizumi è entrato nella residenza ufficiale del primo ministro dove tra poche ore dovrebbero essere annunciati i nomi dei 17 ministri del suo governo. Nella riforma amministrativa varata alla fine dello scorso anno, il numero dei ministri è stato fissato a 17, dei quali 13 sono a capo di altrettanti ministeri e 4 sono ministri senza portafoglio con incarichi speciali. Almeno 7 dei ministri sarebbero già stati decisi ma due ministeri chiave, del tesoro e finanze e degli esteri, sarebbero ancora da assegnare.

Agli esteri Koizumi, secondo fonti bene informate, vorrebbe nominare Makiko Tanaka, la figlia del defunto premier Kakuei Tanaka, che è la politica più amata del momento insieme con Koizumi per la sua decisa volontà riformatrice e per la chiarezza delle sue posizioni. Ma vi sarebbero forti resistenze contro la sua nomina, soprattutto da parte della fazione maggiore dell'Ldp, quella guidata dall'ex premier Ryutaro Hashimoto, il grande favorito alla successione di Mori sconfitto da Koizumi nel voto per la presidenza dell'Ldp grazie a una intelligente e travolgente campagna elettorale guidata proprio da Makiko Tanaka.

(26 aprile 2001)


I due esponenti radicali sono arrivati al terzo giorno
di sciopero della sete e dei farmaci


Bonino e Coscioni
sfidano il Quirinale

Pannella accusa Ciampi. Partecipi al loro assassinio

MILANO - I due chili persi in sole 48 ore di sciopero della sete segnano il volto di Emma Bonino che incontra alle Stelline i giornalisti. Al suo fianco Luca Coscioni, che con lei respinge l'invito a desistere dalla protesta. Anche quello di Massimo D'Alema: "Lui ritiene che i nostri argomenti, proprio perché interrogano la coscienza individuale, siano questioni che non si possono ridurre in una campagna elettorale. A D'Alema rispondo che la politica, nel bene e nel male, è vita o morte, civiltà o violenza". Emma Bonino parla del presidente Ciampi: "Mi sarei aspettata che rivolgesse una parola, alta e solenne, magari alla Rai pubblica di smetterla di violare leggi, Costituzione e buon senso. Ciampi forse non doveva scrivere a noi ma ad altri".

Ma è da Marco Pannella negli studi di Radio Radicale che arriva l'attacco più duro al Presidente: è in corso dice "un tentato assassinio di Bonino e Coscioni, cui "Ciampi assicura la sua partecipazione". Il capo dello Stato accusa Pannella non doveva tollerare che sulle schede elettorali Rutelli e Berlusconi potessero essere indicati come presidenti, "perché spetta costituzionalmente a Ciampi e solo a lui la nomina del capo del governo".

La Bonino si rivolge, invece, al leader della casa delle libertà: "A Silvio Berlusconi vorrei chiedere per quale motivo, un anno fa, ha fatto fallire i referendum invitando la gente a non andare a votare, dicendo che erano referendum comunisti con la K" E poi riapre il caso Matranga, la deputata palermitana non ricandidata da Fi, cui ha scritto una lettera invitandola alla convention radicale in programma oggi a Milano: "Viviamo entrambe, per ragioni non dissimili, un momento difficile: io devo "temere" il controllo meritorio e difficile dei miei medici, mentre tu hai altri, comprensibili, timori". Immediata la risposta: "Sarò a Milano per manifestare a Emma tutto il mio appoggio. Anche se cercherò in ogni modo di farla recedere dallo sciopero della fame e della sete".

Previsto e durissimo, infine, l'affondo su Celentano: "L'attacco alla legge è stato organizzato", dice la Bonino. Che apprezza l'intervento del ministro Veronesi, e accusa "il silenzio assordante dei partiti sia di Centrodestra che di Centrosinistra. La Rai ha scagliato una bomba mediatica micidiale contro un partito che lotta per i nuovi diritti civili: quello di poter scegliere una morte dignitosa, per la piena libertà scientifica e per l'aborto farmacologico". (re.mi.)

(30 aprile 2001)


Ritrovato la scorsa notte in un centro di smistamento
della posta diretta e proveniente dalla capitale


Roma, un proiettile in busta
per Silvio Berlusconi

Sembra si tratti più che altro di un gesto dimostrativo
perché la missiva non conteneva alcuna minaccia

ROMA - Un proiettile di mitragliatrice, dei tempi della seconda guerra mondiale, è stato trovato questa notte, in una busta diretta a Silvio Berlusconi, al centro meccanizzato postale di Fiumicino. La busta non affrancata era indirizzata alla sede di Forza Itala di Roma, in via dell'Umiltà, e gli inquirenti hanno accertato che il proiettile (lungo 20 centimetri e con un diametro di quasi 5) non conteneva polvere esplosiva.

Queste le poche notizie trapelate dagli ambienti investigativi dell'aeroporto dove gli agenti mantengono il massimo riserbo sull'episodio. Sembra comunque, che possa trattarsi più che altro di un gesto dimostrativo, anche perché la busta indirizzata al leader di Forza Italia non conterrebbe nessun messaggio di minaccia.

Il Centro postale dove è stata trovata, è uno dei due grandi uffici da cui viene smistata tutta la posta in partenza e diretta alla capitale: l'altro è quello di San Lorenzo. Da questi due complessi transitano tutte le lettere e i pacchi, sia ordinari che prioritari, da e per la città di Roma. I due centri lavorano ininterrottamente 24 ore su 24. In un primo tempo si era ipotizzato che la busta fosse stata imbucata dall'aeroporto di Fiumicino ma finora nessun elemento avvalora questa ipotesi.

(27 aprile 2001)