CONTRO OGNI
GUERRA di
animazione
Diciamo la verità: ci troviamo
a finanziare una missione militare inutile, in cui i
soldati sperano di tornare a casa sani e salvi con il
minor rischio possibile. Fanno finta di aiutare le
popolazioni locali. Non è colpa loro se recitano il
copione scritto da altri. Recitano senza crederci ma
devono essere ugualmente convincenti perché la vita
militare, si sa, è così. Si recita una messinscena
pericolosa per i politici che devono dire la frasetta
retorica.
Giuliana no. La sua parte di pericolo se l'era assunta,
ma non per una pericolosa messinscena, non per un'inutile
esibizione per conto terzi, quanto per un servizio
prezioso di verità.
Mentre il governo rinchiudeva nei bunker i militari (che
comunque dovevano sventolare la bandiera), lei era per
strada a darci un'informazione non di regime.
Mentre i militari italiani ricevevano l'ordine di
costruire dalla mattina alla sera muri per la propria
autodifesa, lei i muri li varcava. E mentre i militari
italiani venivano mandati a rischiare la vita con
elicotteri insicuri (alcuni si sono ribellati, sono stati
definiti "codardi" ma sono poi stati assolti
per il coraggio delle loro denunce dalla stessa
magistratura militare), Giuliana rischiava la vita per
un'altra missione.
Ora Giuliana ci ha raggiunto con il suo dolore per dirci
di uscire dalla menzogna. Dietro la sua angoscia c'è la
sua vita. Dietro i politici che voteranno per la missione
non c'è nulla di nobile. Solo retorica. Retorica. E
ancora vuota retorica.
Se i militari italiani fossero in Iraq a salvare vite
umane qualcuno potrebbe anche dire che la vita di
Giuliana Sgrena non vale un "codardo ritiro".
Ma il confronto da fare è fra la vita di Giuliana e una
messinscena militare. La missione militare ha smesso da
tempo di portare i tanto propagandati "aiuti".
I materiali si accumulano nei magazzini militari perché
è troppo pericoloso uscire dai bunker e i tecnici civili
non si azzardano a scendere per strada. Tutti aspettano
che questa messinscena, teatrale e artificiosa, sia
dichiarata conclusa da Berlusconi e Bush, sperando di non
correre troppi rischi nel frattempo. Una strana
coincidenza trattiene l'Italia in armi a Nassiriya: un
giacimento di petrolio sfruttato dall'Eni. Nessuna
inquadratura viene fatta della bandiera italiana con lo
sfondo della raffineria, non sarebbe opportuna.
Ma noi - che non siamo pagati per mentire - abbiamo il
dovere di svelare questa. Il pianto di Giuliana non vale
la difesa di una menzogna, la sua vera umanita' non vale
una finta missione di pace.
Non si tratta di cedere ai ricatti dei terroristi ma
semplicemente di smetterla con una pericolosa e inutile
messinscena militare recitata per Bush e scritta da
Berlusconi. La vera forza di un governo e' il potere
di decidere, oggi il nostro governo
ha scelto di rimanere nella scia di decisioni altrui, ed
e' questa la sua vera debolezza.
Se
non vogliamo avere la vita di una persona in più sulla
coscienza, oltre alle migliaia già morte a causa di una
guerra inutile in nome di una "PACE" che si
chiama petrolio, se vogliamo poter raccontare con onestà
la nostra vita ai nostri figli... facciamo l'impossibile
per salvare Giuliana e per porre fine a un martirio tanto
crudele quanto privo di senso, in cui si mettono sui due
piatti della bilancia le vite umane (di PERSONE lontane e
"insignificanti") e il dio-denaro. Ognuno
scelga quello che ritiene più importante, ma si ricordi
anche che dovrà renderne conto!
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