MISSIONE IN IRAQ: UNA GUERRA POCO UMANITARIA di vincenzo E appena finito il 2004, ed è ormai tempo
di fare un bilancio dellimpegno militare italiano
in Iraq. Questa missione, con la presenza militare
italiana nella regione di Nassyria, è stata descritta
dal Governo come una missione umanitaria, per
aiutare il popolo iracheno nella ricostruzione
dellIraq. Condizione essenziale per recare aiuto è
ovviamente lo stanziamento di fondi per la ricostruzione.
Lintervento militare, invece, non è essenziale, ed
anzi è una scelta molto dispendiosa poiché comporta lo
spostamento molto costoso di un complesso di apparati, di
mezzi, di uomini. Lopzione militare è in realtà
una scelta politica, per acquisire il controllo di una
parte del territorio e per ottenere in cambio dei
benefici futuri. In parole povere, la missione militare
è un investimento, poco umanitario. Il 30 luglio 2004,
con la legge numero 207, il Parlamento ha approvato il
prolungamento della missione irachena, ed ha disposto lo
stanziamento delle somme necessarie fino alla fine del
2004. Larticolo 1 di questa legge stabilisce che
per la prosecuzione dellattività umanitaria E'
autorizzata, fino al 31 dicembre 2004, la spesa di Euro
20.925.066per la realizzazione di una missione
umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in
Iraq, al fine di fornire sostegno al Governo provvisorio
iracheno nella ricostruzione e nell'assistenza alla
popolazione. Il secondo comma dello stesso articolo 1 precisa
che gli obiettivi sono, fra i tanti, volti alla realizzazione
di iniziative concordate con il Governo iracheno e
destinate, tra l'altro: a) al sostegno al settore sanitario per
contribuire all'attivita' di assistenza alla popolazione;
c) al sostegno della piccola e media impresa,
con particolare riguardo all'area meridionale dell'Iraq; d) al sostegno dei mezzi di comunicazione
locali. Larticolo 4, invece, stabilisce lo
stanziamento necessario per la partecipazione militare
nella missione e precisa che E' prorogato, fino
al 31 dicembre 2004, il termine previsto dall'articolo 2,
comma 1, del decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9,
convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, relativo alla partecipazione di personale militare
alla missione internazionale in Iraq. Per le finalita' di
cui al presente comma e' autorizzata la spesa di Euro
284.984.563 per l'anno 2004. Riepilogando, dunque, il costo della missione
militare, per il solo periodo da luglio a dicembre 2004
è stato di 284.984.563 Euro, mentre appena
20.925.066 Euro sono stati stanziati per le spese
umanitarie! E scandaloso che appena il 7% della
spesa complessiva sia destinato allopera
umanitaria! Allo stesso modo, la legge 219 del 1 agosto
2003 aveva autorizzato fino al 31 dicembre 2003 la spesa
di 21.554.000 Euro per la missione umanitaria, e lo
stanziamento di 232.451.241 Euro per il contingente
militare. Il Governo vorrebbe parlarci di missione
di pace? Lopera umanitaria è una parte quasi
irrilevante della spesa totale, soprattutto se
consideriamo che, a causa della situazione di pericolo ed
anarchia dilagante in Iraq, tutti i progetti sono
bloccati e non è stato realizzato quasi nulla. Il
personale civile italiano presente a Nassyria è invitato
dal Governo a non uscire dagli alloggi per lassenza
delle condizioni minime di sicurezza, dunque gli aiuti
giacciono nei depositi. I militari italiani, invece,
hanno ridotto la loro attività a piccoli pattugliamenti
e non hanno il controllo della città. Larticolo 3, comma 8, della legge
finanziaria 2004 prevedeva che Per lanno
2004 è istituito un Fondo di riserva di 1.200 milioni di
euro per provvedere ad eventuali esigenze connesse con la
proroga delle missioni internazionali di pace.
Quante vite avremmo potuto salvare nel mondo con tutti
questi soldi se fossero stati impiegati soltanto per
fornire aiuti umanitari, invece di essere stanziati anche
per coprire le spese delle varie missioni militari,
compresa quella in Iraq? Lex governatrice di Nassyria
(ma cosa governava???), Barbara Contini, sempre
sorridente affermava che le opere realizzate in
Iraq sono così tante che non le elenchiamo per non
dimenticarne alcune: nessuno sa quali siano queste
opere già realizzate. La realtà è che laiuto
alla popolazione irachena è stato quasi nullo, mentre il
motivo della nostra presenza in Iraq è un puro interesse
egoistico, un investimento nella speranza di potere un
giorno guadagnare qualcosa dallessere stati ancora
una volta al servizio della super-prepotenza
imperialista degli Stati Uniti, per compiacere il
comandante Bush. |