LA DIFESA DI
MILOSEVIC ALL'AIA STA PER ESSERE SOSPESA Data: Giovedì 24 Febbraio 2005
12:42:09 Europa/Roma
[ T. Dickson, giurista canadese, consulente legale
dell'ICDSM, rivela
gli ultimi abusi compiuti dalla "corte"
dell'Aia e li paragona alle
modalità con cui agiva la "Star Chamber", la
"Camera Stellata", famigerato
tribunale politico istituito da Enrico VIII e abolito nel
1640-41.]
Ben oltre la "Camera Stellata":
La Difesa di Milosevic all'Aia sta per essere sospesa
di Tiphaine Dickson
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di
Padova)
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Nota dell'Editore di
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Noi vogliamo portare all'attenzione dei nostri lettori
questa importante
analisi di
Tiphaine Dickson sul processo di Milosevic, che fa il
punto sulla sfacciata
criminalizzazione del diritto internazionale, in appoggio
all'invasione
militare guidata da Stati Uniti e NATO e all'occupazione
della Jugoslavia.
Quella che viene affrontata nel caso del Tribunale
dell'Aia è la
criminalizzazione, a livello istituzionale, di una
struttura garantita dall'
ONU.
Il Tribunale Internazionale per i Crimini nella ex
Jugoslavia, l'ICTY, non
solo è stato coinvolto nella copertura dei crimini di
guerra e delle
atrocità degli USA-NATO, ma anche nell'atto di accusa
contro un ex capo di
stato, per i crimini commessi dalle forze di invasione
della NATO,
attraverso procedure tipiche della "Camera
Stellata" [famigerato tribunale
politico istituito da Enrico VIII e abolito nel 1640-41],
senza tenere conto
delle atrocità messe in atto dalla loro contigua
organizzazione
terroristica, come l'Esercito di Liberazione del Kosovo
(KLA), alla quale
era stato conferito nel corso dell'invasione del 1999 lo
status di struttura
di fiducia dell'ONU, malgrado i suoi legami con Al Qaeda
e il crimine
organizzato.
La "Criminalizzazione dello Stato" avviene
quando criminali di guerra
occupano posizioni di autorità, che consentono loro di
decidere "chi sono i
criminali", quando di fatto sono loro stessi i veri
criminali.
Questa criminalizzazione dello Stato non si limita solo
all'Amministrazione
Bush, invece permea tutto il sistema ONU, che appoggia
gli interventi a
guida USA-NATO sotto la mascherata della conservazione
della pace. Questi
interventi "umanitari" condotti da criminali di
guerra, sono implementati
sotto gli auspici di quella che eufemisticamente viene
definita come la
"comunità internazionale".
"Peacekeeping" in Jugoslavia, Afghanistan,
Haiti e Iraq è equivalente a
"occupazione militare". È inutile dire che,
per raggiungere i loro
obiettivi, i criminali di guerra delle alte cariche
devono anche ridefinire
i contorni del diritto internazionale, mettendo in
funzione un sistema che
ci ricorda le procedure della "Camera Stellata"
del XVII secolo.
Ed è precisamente questo il senso della ricerca di
Tiphaine Dickson sul
processo a Milosevic.
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Tiphaine Dickson collabora a Global Research ed è un
avvocato per la difesa
nelle corti penali, specializzata in diritto penale
internazionale con sede
a Montréal. Ha diretto il collegio di difesa in uno dei
primi tribunali ONU
che giudicavano sul genocidio prima del Tribunale
Internazionale per i
Crimini nel Rwanda.
Il 14 febbraio 2005, la
Camera Penale del Tribunale Internazionale per
i Crimini nella ex Jugoslavia, l'ICTY, esaminando il caso
Milosevic,
riprendeva il procedimento dopo averlo aggiornato la
settimana scorsa in
seguito al parere di un medico ONU, per cui Slobodan
Milosevic aveva bisogno
di qualche giorno per riprendersi da un attacco di
influenza avvenuto all'
inizio di febbraio. A questo riguardo, la copertura
giornalistica dei media
aveva lamentato i "ritardi del processo" e
aveva imputato alla malattia,
generalmente descritta come un "semplice attacco
influenzale", di causare
"perdita di tempo".
Il Tribunale ammoniva il Presidente Milosevic "che
stava sprecando tempo"
nella sua disamina dell'ex Ministro degli Esteri di
Jugoslavia, rispetto
alla secessione delle ex Repubbliche e del coinvolgimento
straniero nei
conflitti che di conseguenza si sono succeduti. Per la
Corte, Mr. Milosevic
stava formulando domande "prive di senso",
mentre invece si trattava di
questioni di palese rilevanza e di cruciale importanza.
Il Pubblico Ministero richiedeva di continuare il
dibattimento anche in
assenza di Mr. Milosevic.
La situazione è inquietante ed è del tutto evidente che
l' ICTY sta
ponderando di prendere radicali misure, compresa
l'interruzione, e per
ultimo la conclusione prematura della difesa di Slobodan
Milosevic.
Infatti, l'ICTY, una istituzione del Consiglio di
Sicurezza dell'ONU, ha
predisposto la scena per giustificare la fine di questo
dibattimento,
rendendo responsabile di questo risultato il Presidente
Milosevic,
attraverso quattro ordinanze, e due di queste sono state
emesse nelle ultime
due settimane.
La prima, gli è stato imposto un consulente legale,
contro la sua volontà.
La seconda, in absentia il procedimento viene ritenuto
valido. La terza, non
è concesso agli avvocati imposti di ufficio di ritirarsi
a causa di ragioni
etiche. E l'ultima, la durata delle argomentazioni
dell'Accusa viene
artificialmente ridotta, e il tempo accordato a Slobodan
Milosevic gonfiato,
computando i suoi contro-interrogatori dei testimoni
dell'Accusa come tempo dedicato alla sua difesa, in un
sistema inusitato
secondo la statistica.
Slobodan Milosevic, direttamente o indirettamente, in
tutte e quattro le
ordinanze è reso responsabile per ogni sfavorevole
condizione nel procedere
degli avvenimenti processuali. Tutto viene messo in
gioco per mettere fine
alla vicenda!
In settembre, la Corte aveva imposto un consulente legale
d'ufficio contro l
'espresso desiderio dell'imputato, una pratica descritta
dalla Corte Suprema
degli Stati Uniti come abbandonata da tantissimo tempo,
dal tempo della
"Camera Stellata" mai rimpianta, un'infame
struttura esecutiva del XVI
secolo e della prima metà del XVII secolo per condurre i
processi politici.
La decisione del Tribunale di imporre un avvocato di
ufficio, con ampi
poteri di determinare la strategia della difesa,
scatenava una crisi: i
testimoni a difesa si rifiutavano di collaborare con i
consulenti imposti,
Steven Kay e Gillian Higgins, in precedenza in carico
dell'ICTY come "amici
curiae", amici della corte, affibbiati a
Slobodan Milosevic come avvocati difensori, chiaramente
per il fatto che
costoro erano stati parte nel processo per più di due
anni, e che questo
veniva a costituire, per lo meno, un palese conflitto di
interesse. Mr. Kay
protestava amaramente, e pubblicamente, per la non
collaborazione dei
testimoni a difesa, (il Tribunale aveva ricevuto la lista
dei testimoni a
difesa di Slobodan Milosevic, e allora aveva imposto
l'avvocato d'ufficio!),
e si lamentava della scarsa cooperazione di Milosevic in
quanto il dibattito
processuale tendeva effettivamente a bloccarsi per il
puro e semplice
stillicidio di testimoni che dovevano recarsi a
testimoniare all'Aia.
L'imposizione dell'avvocato di ufficio, contro la
volontà dell'accusato, in
aperta violazione della Convenzione Internazionale sui
Diritti Civili e
Politici, che prevede come minimo il diritto fondamentale
della personale
autodifesa, nello scorso novembre veniva approvata, come
questione di
diritto, dalla Corte di Appello (si era ricorso in
appello contro Mr. Kay e
Ms. Higgins, subito dopo l'imposizione iniziale).
L'ordinanza ha ridotto questo diritto, che è garantito
dallo stesso Statuto
dell'ICTY come diritto fondamentale, al grado di una mera
"presunzione".
Nel mettere in atto questo, il Presidente della Corte di
Appello, lo
statunitense Theodor Meron, stabiliva che tutti i diritti
fondamentali "di
minimo" offerti all'imputato dallo Statuto dell'ICTY
(che sono stati
derivati, almeno a parole, dalla Convenzione
Internazionale per i Diritti
Civili e Politici, trascurando solo, inspiegabilmente, la
clausola della
Convenzione sul diritto ad essere processati da una Corte
indipendente,
imparziale, e di competenza), sono "al
pari" con il diritto all'autodifesa
personale. In altre parole, il diritto per l'imputato
all'autodifesa è
proprio una "presunzione", come lo sono tutti
gli altri diritti processuali
minimi, fondamentali, riconosciuti internazionalmente,
previsti dallo
Statuto dell'ICTY, come il diritto di conoscere la natura
dell'imputazione,
il diritto di rimanere in silenzio, il diritto di
presentare prove a
discarico nelle stesse condizioni dell'Accusa, il diritto
di avere un
interprete, e il diritto di essere giudicato solo quando
si è presenti. Nei
fatti, tutti questi sono stati stravolti nella loro
essenza come diritti.
Il Tribunale internazionale "ad hoc" li
considera solo come pure e semplici
"presunzioni", che possono essere quindi
violate a discrezione della Camera
processuale quando conviene, o si cercano
"giustificazioni".
E visto che effettivamente non sono più di tanto
diritti, ne consegue che
effettivamente non possono essere più di tanto violati.
E se non possono
essere violati, allora non esistono più di tanto
incentivi a rispettarli,
tanto meno a garantirli, come "diritti minimi",
neppure a sanzionare o a
rimediare al loro stravolgimento.
La decisione del Presidente Meron è stata quasi
universalmente recepita come
l'aver fornito una vittoria al Presidente
Milosevic, dato che questo
capovolgeva non la legittimità, tanto meno la
correttezza, dell'imposizione
di un qualche consigliere legale, ma piuttosto le
modalità disposte dal
Tribunale per una tale "nomina", questa la
delicata formula usata dall'
ICTY, dell'avvocato di ufficio.
Perciò, il Presidente Meron aveva indicato che a Mr.
Milosevic veniva
consentito presentare la sua difesa e porre domande ai
suoi testimoni,
imponendogli l'avvocato di ufficio a sostegno in caso di
malattia. D'altro
canto, il Presidente Meron nel dare inizio alla sua
conduzione della Corte
di Appello aveva peraltro fatto una minacciosa
dichiarazione: il diritto di
essere giudicati solamente se si è presenti in aula non
è assoluto (in
apparenza lo è, ma è solo una "presunzione")
e può essere ovviato da una
"sostanziale rottura" delle procedure. Questo
sconvolgimento non necessita
di delibere o di intese con l'imputato, e può essere
indotto anche da una
semplice malattia.
La possibilità di tenere dibattimenti "in
absentia", nel caso che Milosevic
risultasse malato, (come era stato energicamente
sostenuto l'estate scorsa
dall'ex Ambasciatore USA per le Questioni sui Crimini di
Guerra, presso il
Tribunale per la Divulgazione delle Leggi
Internazionali), veniva quindi
approvato dalla Corte di Appello.
Ai primi di febbraio, il Presidente Meron negava una
richiesta da parte dei
difensori d'ufficio che si vedevano costretti a
dimettersi dal processo,
adducendo la loro incapacità etica di continuare in
assenza di
collaborazione da parte del "cliente", e
protestando per il suo pubblico
criticismo rispetto al loro operato.
Gli avvocati Britannici accusavano direttamente il
Presidente Milosevic, l'
unica persona i cui diritti erano stato violati da questa
imposizione,
della loro situazione etica: "L'imputato ha reso
impossibile un rapporto di
'scambio sincero e di fiducia'."
Di conseguenza, il Presidente Meron, prendendo per buone
le dichiarazioni di
Kay e Higgins, addossava la responsabilità della loro
incapacità ad agire in
favore di un imputato riluttante direttamente sulle
spalle della vera
vittima della situazione: "Un imputato non ha il
diritto di distruggere il
rapporto di fiducia che intercorre fra lui e il suo
avvocato difensore." (
Sebbene il Presidente Milosevic avesse
puntualizzato nell'udienza
preliminare che era impossibile distruggere qualcosa,
unilateralmente o con
altre modalità, che non era mai esistito fin dal primo
momento.)
Quindi, citando la precedente decisione della Corte di
Appello nel caso
ugualmente sorprendente (e fosco, secondo una prospettiva
di legittimità e
di diritti umani) del Generale Vidoje Blagojevic, il
Presidente Meron
risolveva una volta per tutte le questioni di natura
etica, incluse le
problematiche di interesse generale per i giuristi del
tipo: come
rappresentare un cliente che rifiuta le vostre
prestazioni, che non vuole
comunicare con voi, i cui testimoni non si fidano di voi,
che non vogliono
comunicarvi gli avvenimenti, (anche quelli rilevanti per
una difesa,
compresi gli alibi), e come si può agire in favore di un
imputato reticente,
quando nello stesso processo legale si è agito dalla
parte avversa?, e
ribadiva sugli obblighi degli avvocati di ufficio nei
confronti del
Tribunale ICTY, una istituzione non riconosciuta da
Slobodan Milosevic come
struttura legale legittima.
Il Presidente Meron affermava che: "In tali
circostanze, quando un Imputato
senza giustificazioni resiste ad essere rappresentato
legalmente da un
Avvocato di Ufficio a lui assegnato, gli obblighi
professionali dell'
Avvocato di Ufficio a rappresentare l'Accusato
persistono."
È stato inopportuno che la decisione del Presidente
Meron non abbia fatto
chiarezza se l'Ordine degli Avvocati Britannici avesse
fornito un parere
rispetto alle problematiche etiche sollevate o se al
riguardo all'Ordine
fosse stato richiesto un parere dal consigliere legale
imposto.
Qualunque fosse la posizione dell'Ordine Britannico, una
istituzione
venerabile la cui opinione poteva ben essere di conforto
a questo
dibattimento, per quanto fosse interessato l'ICTY, Mr.
Kay e Ms. Higgins
dovevano continuare ad agire, visto che il Presidente
Meron sosteneva che al
Presidente Milosevic non poteva essere concesso di
"confezionare" una
motivazione per il ritiro degli avvocati di ufficio,
rifiutando di
cooperare. "Permettergli" di farlo, scriveva
Theodor Meron, sarebbe stato
come "rendere nulla" la decisione della Corte
di Appello di approvare l'
imposizione di avvocati di ufficio! Si può solo ammirare
la perfezione della
circolarità di questa argomentazione.
Come indicazione finale
che questo procedimento penale può ben presto
essere portato fuori strada, nella settimana scorsa la
Corte Penale ha
deliberato per un calcolo scompagnato del tempo assegnato
alle due parti, l'
Accusa e Mr. Milosevic, per la presentazione delle loro
rispettive
argomentazioni.
La decisione va ben lontano di una conta di minuti
e dimostra che l'
istituzione è chiaramente in sofferenza rispetto a
quello che era stato
annunciato come il "Processo del Secolo".
Questo bizzarro calcolo del tempo,
sconosciuto nei normali processi, e in madornale
contrasto con le procedure
conosciute nel sistema accusatorio, ha il significato di
indicare che questo
procedimento si è trascinato tediosamente per le lunghe,
e che il Tribunale
Internazionale per i Crimini nella ex Jugoslavia ora
rischia di violare l'
"integrità" della giustizia internazionale nel
"fare di tutto" per
continuare in modo schiacciante a negare un procedimento
imparziale all'
accusato.
Questa proposta sta in decisa continuità con la realtà
di un processo
squilibrato che non è stato mai caratterizzato da
imparzialità, ma dalla
persistente violazione dei diritti del Presidente
Milosevic e dello stesso
diritto internazionale, dal momento in cui l'imputato
veniva accusato, al
culmine di una campagna illegale di bombardamenti, nel
corso di una guerra
di aggressione contro la nazione di cui era il legittimo
Presidente, da un'
Accusa che puntualmente informava i media sul suo nuovo
status, che lo
avrebbe squalificato dalla partecipazione ad una pace
negoziata.
Questo processo è stato al contrario, in molte
occasioni, lento in modo
straziante, e la vittima principale è stato il
Presidente Milosevic,
"trasferito" all'Aia dopo essere stato
sottratto con la forza da una
struttura a Belgrado senza ricorrere ad un tribunale per
la giustizia
ordinaria ed in violazione della Costituzione, secondo le
indicazioni della
Corte Costituzionale Jugoslava (di allora), e detenuto
sotto l'autorità dell
'ONU dal 28 giugno 2001.
Desta costernazione notare che la giustizia
internazionale, o quello che
tenta di apparire come tale, tolleri i quattro anni e
mezzo di detenzione di
un uomo che soffre di una forma di ipertensione difficile
da curare, e che
ora sta peggiorando, e utilizzi questa malattia come
giustificazione per
imporre un avvocato di ufficio, però solo quando
l'imputato ha iniziato la
sua difesa, in un quadro di preoccupazione per la sua
salute che risultava
molto meno evidente durante la maratona senza
giustificazioni della
presentazione storico/politica delle prove da parte
dell'Accusa, Ms. Del
Ponte, molte delle quali assolutamente prive di
rilevanza, per andare sul
leggero.
Che l'ICTY tenti di addossare a Slobodan Milosevic la
responsabilità per
questo interminabile processo, è assurdo. Inoltre, il
fatto che la Pubblico
Ministero presentasse le sue accuse, mentre erano in
corso ancora le
indagini, per molto osservatori è risultato inspiegabile
e decisamente
tortuoso.
La difesa di Slobodan Milosevic, sorprendentemente poco
riportata dai media,
peraltro minaccia di fare molta luce su quello che egli
(e in misura
crescente, i suoi testimoni) ha descritto, non come le
"Guerre Balcaniche",
ma come un'unica guerra contro la Jugoslavia, uno stato
in vita non più a
lungo, i cui ultimi giorni sono stati contrassegnati da
bombardamenti aerei
mai visti a Belgrado, se non da parte degli Alleati alla
fine della Seconda
Guerra Mondiale e da parte della Germania Nazista nel
1941.
Questa è la guerra che il Presidente Milosevic sta
iniziando ad analizzare
nella sua difesa, e questo può ben costituire la ragione
per cui
improvvisamente "si sta sprecando tempo", il
"processo si è trascinato
abbastanza", e "l'integrità del
procedimento" è ora messa in gioco.
Infatti, questa difesa potrebbe ben rappresentare la vera
"sostanziale
turbativa" per fare decadere il processo e quindi
compromettere l'intera
istituzione.
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Articoli di Tiphaine
Dickson pubblicati:
"Elezioni in Iraq sotto occupazione militare: il
Canada complice in una
parodia di democrazia"
http://globalresearch.ca/articles/www.globalresearch.ca/articles/DIC501A.html
"Il Tribunale ICTY all'Aia: questa è la
"Camera Stellare"!" di Tiphaine
Dickson
http://globalresearch.ca/articles/www.globalresearch.ca/articles/DIC409A.html
"Il Giudice che presiede il processo a Milosevic
rassegna le dimissioni;
Cathrin Schütz
intervista la giurista Canadese Tiphaine Dickson"
http://globalresearch.ca/articles/www.globalresearch.ca/articles/DIC402A.html
"Questa è la natura della bestia": perché il
Tribunale ICTY all'Aia non può
prestare attenzione al diritto di Slobodan Milosevic
all'autodifesa, di
Tiphaine Dickson e
Aleksandar Jokic
http://globalresearch.ca/articles/DIC410A.html
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IL TESTO IN LINGUA ITALIANA DELLA AUTODIFESA DI
MILOSEVIC, IN CORSO DI
REVISIONE E CORREZIONE, E' TEMPORANEAMENTE OSPITATO ALLA
PAGINA:
http://www.cnj.it/documentazione/autodifesa04.htm
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL
"PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)
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T h e H a g u e, 26 F
e b r u a r y 2005
THE MILOSEVIC PROCESS: EMERGING ISSUES IN INTERNATIONAL
LAW
I n t e r n a t i o n a l C o n f e r e n c e
---> http://www.icdsm.org/Conference.doc
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/162
C o n f e r e n z a I n t e r n a z i o n a l
e
IL PROCEDIMENTO DELL'AIA CONTRO SLOBODAN MILOSEVIC:
QUESTIONI DI DIRITTO INTERNAZIONALE
L' A i a, 2 6 f e b b r a i
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