riccardo orioles riccardoorioles@libero.it


La Catena di San Libero
1 marzo 2005 n. 273
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Parla come mangi. L'amico di Dell'Utri invita Ciampi a "non seguire le
sirene della sinistra". Immediata nota del Quirinale: "Hanno destato
sorpresa le parole attribuite al presidente del Consiglio onorevole
Berlusconi. E' a tutti ben noto che non e' costume del Presidente
Ciampi dare ascolto a suggestioni, suggerimenti o critiche gratuite da
qualsiasi fonte provengano".
Traduzione: "O bischero, n'hai d'aspettare...".

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Alcuni Padri. si sono imbattuti, facendo il loro lavoro, in una novita'
del tutto inaspettata. Pare infatti che i computer elettrici, quelli su
cui si scrivono le fatwe oggigiorno, possano servire anche per
collegarsi con altre persone, come si fa col telefono; solo che
anziche' parlare si scrive. Si possono mandare anche delle foto. Alcuni
dei piu' raffinati, addirittura, mandano sia scrittura che foto, e li
lasciano li' in modo che chi vuole possa non solo guardare ma anche
rispondere ai primi e farsi rispondere a propria volta.

Questa cosa, in lingua occidentale, si chiama "blog". Siccome lo zelo
di chi dovrebbe vigilare ormai lascia molto a desiderare, essa ha
cominciato a diffondersi anche qui da noi in Iran. Secondo gli
inquisitori dell'Ufficio Santita' i fedeli che, nell'intimita' delle
loro case, si dilettano di queste cose sono ormai piu' di settantamila.
Gran parte di costoro sono giovani sotto i venticinque anni.

Si tratta di un disordine assai grave, ben piu' dannoso della semplice
lettura dei libri proibiti il cui elenco (Voltaire, Croce, Marx,
Pasolini, ecc.) viene affisso ogni venerdi' alla porta delle moschee.
Qua infatti non ci si limita a diffondere pensieri incontrollati, ma
anche a dare a tutti la possibilita' di diffondene altri a propria
volta. Anche se fossero tutte meditazioni santissime - cosa che e' ben
lontano dal vero - sarebbe sempre un disordine, perche' mancherebbe
comunque il paterno controllo dell'Autorita' Superiore. E cio' potrebbe
infine indurre a pensare che di Essa, in un futuro, si potrebbe anche
fare a meno. Questo porterebbe a disordini orribili, quali la liceita'
per ciascuno di dire e scrivere anche cose contrarie alla religione.
Alla fine, finiremmo in una situazione in cui si fa quel che decide
collettivamente la massa bruta, senza piu' distinzione ne' fra uomini e
donne ne' fra laici e religiosi.

Per questi motivi, in spirito di paterna sollecitudine e avendo a cuore
tanto l'eterna salvezza quanto il terreno benessere dei nostri amati
figli, Decretiamo Che: detti "blog" vengano proibiti a pena di
scomunica su tutto il territorio dell'Ayatollato. Ordiniamo Che:
chiunque venga colto nell'atto di appartarsi con un "blog" venga punito
con la pena di venticinque frustate, o anche maggiore secondo il caso.
Disponiamo Che: coloro che hanno introdotto questa pernicievole usanza
nel paese siano condotti davanti all'Autorita' temporale per esservi
interrogati, giudicati e puniti col fuoco.

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Informazione 1. In Australia, il primo Grande Fratello per bambini.
Prendi otto dodicenni, mettili sulla solita isola deserta e falli
lottare fra loro. Chi perde viene cosparso di fango o ringhiuso nella
"capanna degli orrori", chi vince diventa famoso per una settimana.

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Informazione 2. In Italia, il primo processo celebrato direttamente in
tv. Prendi un presentatore che farebbe qualsiasi cosa per salvarsi il
posto, dagli qualche telefonata intercettate dalla questura (ma non
usata dai magistrati) e fatti il processo come vuoi tu. Alla peggio,
puoi sempre dire che scherzavi.

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Informazione 3. L'Unita', che e' un giornale politico, ha un peso nella
politica nazionale. Questo peso dipende dal numero dei lettori: se sono
tanti funziona, se sono pochi no. Ma l'Unita' ora cambia linea,
indipendentemente da cio' che ne pensano i lettori, semplicemente per
decisione di due o tre persone, i proprietari.

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Informazione 4.  "S'e' chiusa la stagione dei movimenti e
dell'antiberlusconismo militante, e c'e' da aspettarsi un cambiamento
anche all'Unita'". E' una rispettabile opinione del senatore
Debenedetti, destra Ds. Rispettabile ma abbastanza ininfluente, visto
lo scarso seguito di cui il senatore gode fra gli esseri umani
(elettori, iscritti, lettori, ecc.) con cui ha a che fare. Purtroppo,
Debenedetti e' anche un finanziere abbastanza ricco, e abbastanza
vicino ai proprietari dell'Unita'. Ed ecco che all'improvviso la sua
opinione diventa vangelo.

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Informazione 5. All'Espresso adesso si arriva da Vanity Fair. L'ultimo
direttore veniva dall'Annabella di Repubblica, Donna. Il prossimo,
direttamente dal gossipal-chic. I tempora decisamente sono cambiati.
Per non parlare dei mores.

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Grafica. Peccato. Addio al vecchio Diario che ora si veste da mmagazin
perbene, e addio anche a Repubblica.it che, mollato l'aplomb
giornalistico, s'e' portalizzata. (Perche' Repubblica-carta era tutta
in Times ed Helvetica? Perche' a quei tempi la fotocomposizione era
appena arrivata e aveva queste due sole font. Il Corriere, che aveva un
sacco di tipografi, per anni e anni continuo' impassibilmente ad andare
a piombo). E' come vedere le osterie chiudere, e subito ristrutturarsi
in fast-food.

Una delle carinerie del Novecento era la grafica dei giornali, che
aveva filoni suoi rispetto a quelli - piu' violenti - della
pubblicita'. Maoloni o Abe Steiner volevano far ragionare il lettore; i
pubblicitari imbonirlo. La grafica dei portali, tirata da entrambi i
lati, ha oscillato a lungo fra la pacchianeria di Jumpy o Kataweb e
l'Architettura Tipografica ("Saluzzo, mia cara patria") di Il Nuovo o
Repubblica.it. Il Nuovo ha chiuso, Repubblica s'e' travestita, io ho i
reumatismi e appena tocchi una virgola subito si scatenano i popup,
avidamente.

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Arrivano i russi. Per prima cosa, naturalmente, debbono fiondarsi a San
Pietro e ivi abbeverarare i cavalli come da profezia. Subito dopo,
debbono prendere le fabbriche, cacciarne i padroni italiani e farle
diventare russe. Per quanto riguarda i cavalli, la profezia non s'e'
veridicata. Per quanto riguarda le fabbriche comincia a verificarsi
ora. A Brescia ad esempio (profilati metallici: come panettoni a Milano
o pizze a Mergellina) hanno cacciato la famiglia Lucchini e si sono
presi il sessantatre' per cento delle azioni. Il nuovo Commissario del
Popolo (ora lo chiamano manager, ma il senso e' quello) del profilato
bresciano si chiama Mordachov ed e' un russo abilissimo e feroce. Ogni
sera si mette in contato col capo del Kgb Putin per fargli rapporto sui
bresciani e ricevere gli ordini per la prossima conquista,
probabilmente nel bergamasco.

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Festival. Com'e' finita con Tyson a Sanremo? Una geniale idea di
Bonolis. La concorrenza ne ha avuta una altrettanto geniale, la
Fallaci. Poi qualcosa e' andato storto: peccato, sarebbe stato
simpatico vedere nella stessa serata la Fallaci che stacca in diretta
con un morso l'orecchio a un mussulmano cattivo e Tyson che minaccia di
espulsione immediata - in quanto razza inferiore - tutti i cantanti che
non vengono dal suo paesello.

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Buone notizie. Sospeso semplicemente a divinis (e non bruciato vivo su
una pubblica piazza) il prete don Vitaliano che s'era andato a ficcare
coi giacobbini ribelli contro le Autorita'.

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It happened tomorrow. Approvati dal Senato i benifici per gli
ex-combattenti delle Brigate Rosse, equiparati da un recente decreto
agli altri belligeranti della guerra civile che insanguino' l'Italia
mezzo secolo fa. Proteste dell'Associazione Carabinieri e dei familiari
delle vittime del terrorismo. "Uno sforzo di pacificazione che unisce
tutti gli italiani", ha definito il provvedimento il ministro degli
esteri Rovagnati.

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Les dames d'antan. La Juventus vinceva grazie al doping, la Fiat
vendeva grazie al protezionismo, ma in realta' erano una squadra di
brocchi e una fabbrica di Trabant. Amara rivisitazione dei nostri miti,
spietatamente smascherati dalla Prucura di Torino e dai mercati
internazionali.

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Italyland. Dopo un pensoso dibattito, il Ministro dell'Educazione
Nazionale ha deciso di riammettere a scuola il prof. Darwin, in un
primo momento accusato di essere communista. Piu' accurate indagini
hanno permesso di stabilire che l'accusa era infondata, e il governo
non vuole commettere ingiustizie. Adesso stanno cercando di stabilire
chi cazzo era 'sto Ettore Schmitz le cui opere, a quanto pare, vengono
inculcate sotto falso nome agli adolescenti dei licei.

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Istinti. "Era solo. S'infilo' cautamente una mano in tasca e, stando
attento a non accorgersene, si rubo' il portafoglio".

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Storie italiane 1. Il poliziotto ammazzato dal tizio con la passione
delle armi, ex guardia padana, sorpreso mentre si accaniva su una
prostituta ucraina. Il fratello del poliziotto, poliziotto anche lui,
era stato ucciso da un altro delinquente undici anni prima. Nella
chiesa gremita di ggente, il prete - un francescano - ha detto "basta
con la prostituzione".

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Storie italiane 2. Il ragazzo morto di freddo sull'autostrada occupata,
a cinque gradi sotto zero, a poca distanza dal paesino meridionale in
cui devono fare la supermegadiscarica di rifiuti. Della protesta,
pacifica e non violenta, ovviamente non gliene fregava niente a
nessuno: pero', con un morto di mezzo, le hanno dovuto dedicare qualche
minuto. Il ragazzo si chiamava Carmine, naturalmente (il paese e'
vicino a Eboli).

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Perche' i tranvieri scioperano. Per esempio, perche' da oggi non gli
vengono piu' riconosciuti, ai fini dello stipendio, i primi tre giorni
di malattia. Le aziende di trasporto hanno deciso infatti il "recesso
dagli obblighi contrattuali riguardanti i trattamenti economici di
malattia".

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Come ti risano i conti. Semplice: mi vendo il tavolo di noce, il
frigorifero, la cucina e parte della camera da letto. Oppure l'Enel e
le Poste. Grande economista. L'unico problema e': lo fa solo Berlusconi
o lo faranno pure gli altri?

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L'antidoto. C'e' un Mani Pulite in giro (Sirchia, Formigoni, ma gia'
prima Odasso, ecc.) ma e' come non ci fosse. Le accuse, sono quasi
gravi come quelle di allora. Pero' stavolta la gente non ci fa caso. Ce
n'e' voluta, per arrivarci, ma ci si e' arrivati. Alla fine, picchiare
i giudici e possedere i media e' pur servito a qualcosa.

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Primavera di bellezza. Fra dieci anni in Italia i vecchi sopra i
sessanta saranno piu' dei giovani sotto i trenta. Fra quarant'anni,
saranno un terzo della popolazione.

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Enel. "Finalmente torniamo al nucleare". Lo fanno con una centrale in
Slovacchia, comprata per 840 milioni di euri da una ditta locale.
Inaugurazione in pompa magna, con tutti i megamanager e, in prima fila,
il ministro Fini. Adesso prevedono di acquisire altre centrali in
Russia, Bulgaria e Romania. Cosi', se succede qualcosa, succede fuori.

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Cronaca. Avellino. Arrestata per estorsione un'intera famiglia di
ricchi imprenditori di Mugnano (Avellino). A denunciarli una
pensionata, costretta a indebitarsi (al tasso del 600 per cento) per
mandare i figli a scuola.

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Cronaca. Catania. Arrestato il cardiochirurgo Mauro Abbate, primario
del Ferrarotto. Estorceva soldi ai parenti dei malati, speculando sulla
loro ansieta'. Nel '98 era stato accusato e prosciolto per un falso
certificato a favore di Licio Gelli. E' presidente della commissione
regionale per la cardiochirurgia ed esponente autorevole della
Catania-bene.

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Memoria.  Commemorato a Padova Boris Giuliano, il capo della Mobile di
Palermo (fu il primo a fare le indagini bancarie) ucciso dalla mafia
nel '79. Il comune - di Padova - gli ha intitolato un giardino. A
Palermo invece l'hanno gia' dimenticato.

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Persone. Peter Benenson, avvocato. Un giorno si intestardi' a difendere
due ragazzi prigionieri politici nel Portogallo fascista di
cinquant'anni fa. Cosi' scopri' la tortura. L'orrore fu tanto da
spingerlo a dedicare la vita alla difesa dei torturati. Fondo' Amnesty
International, che oggi ha quasi due milioni di iscritti ed e' con la
Croce Rossa la piu' importante organizzazione per i diritti umani. Non
ha mai fatto politica, ha solo salvato le vittime quando ha potuto.

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Auguri. All'Agenzia Redattore Sociale, che da quattro anni si occupa di
notizie che i giornali ufficiali normalmente non danno. Il direttore e'
un prete, don Vinicio Albanese. "Nel clima surreale - scrive - della
spettacolarizzazione delle vicende sociali italiane, nell'abbandono
alle famiglie dei problemi piu' seri e impegnativi, nella stupidita'
delle apparenze e degli spot politici, commerciali e culturali, abbiamo
continuato a credere che il sociale, andava seguito, passo dopo passo,
non solo nei problemi che esprime, ma anche e soprattutto nelle
soluzioni che nei territori sono state inventate. Nella precarieta'
delle soluzioni offerte, abbiamo creduto che la nostra era e rimane una
voce indispensabile. Quando questa fase stolta della vita collettiva
sara' trascorsa, siamo sicuri di essere stati dalla parte giusta e
saranno altri a vergognarsi e a scusarsi della disattenzione e
dell'abbandono".
"Oggi operiamo in solitudine - continua don Albanese - Nessun clima di
solidarieta' ne' da parte delle istituzioni dello Stato e nemmeno da
parte dei media, responsabili e vittime delle non notizie, della
superficialita' e del nulla".

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Sud. "E' morto il cavaliere del lavoro R. Fu un grande esponente del
mondo economico meridionale. Negli anni 80 fu coinvolto in vicende di
mafia con Graci e Costanzo". Uno dei principali giornali l'ha
epitaffiato cosi', in cinque righe. Un tempo i grandi giornali gli
pubblicavano inserti ossequiosi, con elzeviri di Sciascia e dotti
editoriali, in cui egli comunicava come - con gli altri cavalieri -
avevano stabilito di dividersi potere e appalti. Ma da allora sono
accadute delle cose.

"Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da
combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione....". Si', io
ho visto i ragazzi di Catania - e un pugno un po' piu' grandi degli
altri che facevano i giornalisti - che uno dopo l'altro si alzavano:
"No, i cavalieri e i mafiosi non devono piu' comandare". E questo
davanti a tutti, serenamente, da cittadini. Un giorno, a un ricevimento
a Roma, un cavaliere si avvicina a un ministro col solito sorriso e la
mano tesa. Il ministro - Spadolini - lo squadra. Poi senza una parola
si volta e gli da' le spalle. Quello resta la', col sorriso gelato e la
mano per aria. Ecco, la storia dei cavalieri e' finita in quel momento
li'. Tutto il resto - lotte dolori sacrifici orrori - tecnicamente e'
stato solo un di piu'.

Avremmo potuto anche salvarla, se ce lo avessero consentito, quella
citta' che abbiamo liberato - allora - dai cavalieri. Invece e'
scivolata giu', sempre piu' giu', sempre piu' in fondo al cunicolo di
poverta' e decadenza aperto da loro. A Catania oggi molti rimpiangono
(la "classe dirigente": baroni, baronelli, cavalieri residui,
"intellettuali" bovaristi, portaborse, filosofi da bottega e
giornalisti a gettone) l'epoca aurea e sordida in cui c'era ancora
formaggio per i topi. Noi rimpiangiamo solo quei ragazzi, la bella
Citta' civile che forse da qualche parte geme ancora. Il resto, lo
lasciamo ai parassiti e ai "politici": a noi non interessa.
Pieta' ai morti, e vergogna ai vivi.

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Lia wrote:
< "Eravamo in pochi a dire che Craxi era un grande statista. Ora siamo
tutti...". Tutti non so, io no di certo. E mi sta molto sulle palle
(anche se non le ho) che qualcuno adesso cerchi di spacciarci
quest'altra balla >

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Alessandro wrote:
< Regionali Liguria: Burlando (DS) arruola Pittaluga, ex Forza Italia e
assessore di Biasotti. Risponde centrodestro Biasotti, arruolando la
Sannazzaro, ex consigliere provinciale di "centrosinistra". Tanto per
farci capire quanto sono diversi i due programmi. A proposito, avete
visto le custodie colorate intercambiabili dei telefonini? Cambia
l'umore, cambia tendenza, vuoi cambiare "look"?  Cambia il colore della
custodia! >

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Piero wrote:
< Scusa, una domanda. Ma cosa c'entra Moro, l'uomo de "la DC non si
processa" (negli anni di Gladio, Loocked, Golpe mancati e tangenti e
bustarelle a singoli o a partiti: Freato in Svizzera a portare i
soldini, ecc ecc) con Nenni, Pertini o gli obiettivi di Mattei? Cosa
c'entra un ex Guf (Moro) con ex Partigiani (gli altri)? >

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A.P. wrote:
< Dopo che l'Antitrust ha condannato il cartello delle assicurazioni
sono partiti i ricorsi ai Giudici di Pace per i rimborsi. Il governo ha
fatto subito il decreto "salvacompagnie", che limita le competenze del
giudice di pace a cifre inferiori ai 1100 euro escludendo i contratti
"di massa", guarda caso proprio i formulari delle assicurazioni.
Adesso il colpo di grazia: la competenza passa direttamente alle Corti
d'Appello: obbligatorieta' di rivolgersi ad un legale, forti spese,
tempi biblici, e ulteriore sovraccarico del sistema giudiziario.
Riforma della giustizia: affossare i Giudici di Pace, che funzionavano
ed erano veloci e gratuiti, scoraggiare i danneggiati dal far valere i
propri diritti, e sovraccaricare ancora il sistema ordinario, con
grande vantaggio dei criminali, degli impuniti, e di chi tira alla
prescrizione >

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Tito Gandini wrote:
< A ondate precise di ottimismo ci siamo detti "mai piu'", nel
dopoguerra e poi e' venuta l'Algeria, nel '68 e c'era il Vietnam, nel
dopomuro e c'era il Ruanda, bisogna lasciar perdere l'illusione che
l'uomo migliori come la qualita' dell'immagine televisiva, bisogna
rinunciare al pensiero che l'evoluzione tecnologica coincida con
l'evoluzione della civilta', bisogna molto di piu' restare ancorati
alla storia come a mille fili tremendi che ancora ci tremano tra le
mani, la storia e' una cosa tremenda: bisogna sorvegliarla >

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Paolo Bolognesi, Associazione 2 agosto, wrote:
< Da alcuni giorni l'attenzione della vita politica italiana e'
monopolizzata dalla cosiddetta trattativa per un accordo elettorale tra
il Partito Radicale e i poli: Centro Destra (Casa delle Liberta') e
Centro Sinistra (Alleanza). All'interno del Partito Radicale hanno
militato Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, quest'ultimo nel 2003
figurava tra i componenti del Comitato Nazionale Radicale.
Ricordiamo ad entrambi i poli che queste persone, terroristi fascisti
dei Nar, sono gli esecutori materiali della strage alla stazione
centrale di Bologna del 2 Agosto 1980, che causo' 85 morti e 200 feriti
e di altri 13 omicidi.
I familiari delle vittime restano attoniti di fronte ad una situazione
che vede l'etica della politica svilita per qualche pugno di voti >

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Umberto Santino, Centro di Documentazione Giuseppe Impastato, wrote:
< Al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Signor Presidente,
in data 27 febbraio 2003 mi veniva comunicato che la Commissione
parlamentare intendeva avvalersi della mia collaborazione e veniva
espresso l'augurio che si potesse "instaurare un proficuo rapporto con
la Commissione". In data 4 marzo dello stesso anno comunicavo la mia
disponibilita'. Da allora nessuna comunicazione mi e' stata data sui
lavori della Commissione e non mi e' stato assegnato nessun incarico.
Non vedo in che cosa consista la mia collaborazione e pertanto Le
comunico che non ho nessuna intenzione di protrarre ulteriormente la
mia attesa e rassegno le mie dimissioni.
Faccio presente altresi' che nella Relazione annuale della Commissione,
presentata nel luglio del 2003, il cui testo ho potuto avere per la
cortesia di Giuseppe Lumia, si fa un uso scorretto di un mio scritto in
cui, concordemente con quanto asseriva Giovanni Falcone, dico che non
corrisponde al vero la rappresentazione della mafia come un edificio a
tre piani o livelli (esecutori, mandanti, supercupola
politico-finanziaria).
Tale affermazione andava contestualizzata con le mie analisi in cui il
rapporto tra mafia e politica, ben piu' complesso di quella
rappresentazione semplificatrice, e' costitutivo del fenomeno mafioso
(la mafia e' soggetto politico e interagisce con il quadro
politico-istituzionale) e invece veniva adoperata per sminuire la
portata di quel rapporto che e' stato e continua ad essere decisivo per
capire il ruolo della mafia.
Sono fermamente convinto che se non si affronta tale nodo, qualsiasi
azione di contrasto rivolta a colpire l'ala militare della mafia e'
destinata al fallimento. E sono altrettanto convinto che l'attuale
governo e l'attuale maggioranza, in cui figurano uomini condannati o
sotto processo per mafia o per corruzione, e che si sono distinti per
un'attivita' legislativa a tutela di interessi personali e per gli
attacchi quotidiani alla magistratura, tanto villani quanto
interessati, costituiscono il contesto piu' favorevole al radicamento
del fenomeno mafioso che si sia mai avuto, dall'Unita' d'Italia a oggi.
Distinti saluti, Umberto Santino >

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(Ultimo). Che dire di Ultimo? E' una storia incommentabile: ben strana
peraltro, visto che Toto' Riina non e' ancora direttamente al potere.
La guerra contro la mafia, i "soldati straccioni", la burokrazia...
Basta, chiudiamola qui. Mettiamola al suo giusto posto (cioe' in
ultimo) e andiamo avanti. Avanti, Ultimi, che ce n'e' di strada.

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El Manco

"Non e' stata una rissa d'osteria" disse il monco
quando la parola "storpio" gli fu soffiata alla schiena
dal poeta rivale, uomo di mondo e spia.
"Non e' stato un coltello a storpiarmi la mano
ma una spada in battaglia, combattendo
nel giorno piu' glorioso che ricordino i re".
Scrisse queste parole con l'altra mano,
a lume di candela. Sul povero muro
tremo' per un istante l'ombra di Quixada
e scintillo' - o gli parve - un riflesso di mare.
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"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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