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PROSSIMA LA DISTRUZIONE DI UNO DEGLI ANGOLI Più BELLI E INCONTAMINATI DELLA RISERVA NATURALE MONTERANO? (http://www.parchilazio.it/frames/frame_aree.html)

L’ Università Agraria di Canale Monterano ha richiesto il permesso per la realizzazione di lavori di “manutenzione ordinaria” di una vecchia pista forestale, realizzata senza alcuna autorizzazione qualche decina di anni fa all’interno di uno dei settori più delicati, incontaminati e pittoreschi della Riserva Naturale Regionale Monterano” ( Roma) , a ridosso del Fiume Mignone,  chiusa dal 2000  con ben 3 ordinanze sindacali, per grossi eventi franosi. L’ Ufficio geologico regionale e l’ Autorità dei Bacini Regionali  ( la zona è classificata nel Piano di bacino tra quelle a più elevato rischio idrogeologico) hanno espresso parere negativo alla richiesta, così come ha fatto l’ ufficio della Riserva Naturale. I Vigili del Fuoco hanno chiesto la chiusura al traffico, dato il ripetersi dei crolli. Ma l’ente intende andare avanti nelle sue richieste alla Regione.

La pista fu realizzata proprio al contatto tra le rocce laviche e rocce sedimentarie favorendone lo “scollamento” e il dissesto di tutto il versante. Enormi quantità di massi vennero gettati nella valle fluviale sottostante. L’area in questione venne inserita con apposita legge regionale all’interno della Riserva Naturale proprio per tutelare l’enorme valore naturalistico e paesaggistico di questo tratto della Valle del Fiume Mignone e il Comune di Canale Monterano la classificò come “Riserva integrale” nel piano di assetto dell’area protetta.

L’ambiente che verrebbe interessato da imponenti lavori ingegneristici per la sua messa in sicurezza, con distacco di imponenti masse rocciose, distruzione di forme di erosione di grande bellezza, taglio e persino sradicamento di alberi d’alto fusto ed imbrigliamento delle pareti con reti e palizzate, è costituito da una bellissima  parete lavica, alta decine di metri e coperta da lussureggiante vegetazione che comprende habitat prioritari ai sensi della Direttiva “habitat”. Si tratta di un ambiente di grande interesse geomorfologico, vegetazionale, paesaggistico e faunistico intercluso tra due Siti di Interesse Comunitario. Con la realizzazione degli interventi si passerebbe da una forma di tutela integrale, che consente la progressiva ricolonizzazione da parte di specie anche rare ( tra cui numerosi rapaci ) ad una zona a manutenzione continua, con tagli di piante, distacco di massi con dinamite o altri sistemi che porterebbero alla vanificazione della stessa inclusione dell’area nella riserva naturale.

A che pro tutto ciò? I terreni boscati gestiti dall’ Università Agraria sono raggiungibili da altre piste e nella zona si usano i muli per le operazioni di taglio della legna.

Dietro la richiesta sembra esserci una società che è proprietaria dei terreni situati sia nella Riserva naturale che nel comune di Vejano, questi ultimi  raggiungibili con la pista in questione.  Detti terreni sono serviti da altra viabilità e tutta l’operazione servirebbe, sembra, a velocizzare gli spostamenti dei mezzi agricoli.

Si può permettere la manomissione di un bene pubblico in una riserva naturale per fini del tutto “privati” che riguardano zone esterne all’area protetta e al comune che la gestisce?

C’ è in ballo, anche in questo caso, la priorità degli interessi pubblici garantita dalla legislazione in materia di aree protette ( almeno sulla carta) e l’esigenza delle future generazioni che, anche nella piccola riserva Monterano, potranno godere di uno spazio incontaminato dove la natura segue liberamente il suo corso.

Chi può intervenire (scrivete anche due righe):

-Il Sindaco del Comune di Canale Monterano: giunta@comune.canalemonterano.rm.it

-L’ Assessore all’ Ambiente della Regione Lazio: assessore.ambiente@regione.lazio.it

-Il Ministro dell’ Ambiente: segreteria.ministro@minambiente.it