UNA COLOSSALE MISTIFICAZIONE

STORICA ANTICOMUNISTA


Il PMLI considera la fIction "Il cuore nel pozzo" una colossale mistificazione storica anticomunista. Un'opera da Minculpop mussoliniano che fa parte della campagna imbastita dal nuovo Mussolini Berlusconi e dai suoi scherani fascisti di An con alla testa Fini e Gasparri per denigrare la Resistenza, il socialismo e il comunismo e riabilitare la dittatura fascista di Mussolini. Ci dispiace solo che abbia partecipato a questa squallida operazione un attore come Leo Gullotta che si professa comunista. Anche se si sarà ispirato ai suoi referenti politici falsi comunisti Cossutta, Diliberto e Bertinotti che sulla questione sono sostanzialmente allineati con Berlusconi.


Non è assolutamente vero che delle foibe e dei profughi istriani, fiumani e dalmati non se ne sia mai parlato. Dagli anni '20 al 1947, mentre si svolgevano gli avvenimenti, ne parlavano e ne scrivevano sia i comunisti e gli antifascisti che i fascisti e i nazisti. Ciascuno secondo la propria visione dei fatti. Solo che oggi gli unici rimasti fedeli alla versione dei comunisti e degli antifascisti sono i marxisti-leninisti italiani. Tutti gli altri, a cominciare dai rinnegati del comunismo D'Alema, Fassino e Veltroni, hanno ormai sposato la versione dei fascisti. Ma non per questo la verità è quella propagandata da questi ultimi.


Gli infoibati e i profughi non erano genericamente italiani, ma fascisti, filofascisti e anticomunisti che si erano macchiati di mostruosi crimini contro i comunisti, gli antifascisti italiani e slavi.


Il pietistico e strumentale sentimentalismo della fiction di Negrin può segnare qualche punto a favore delle tesi dei fascisti, ma non potrà mai cancellare la gloriosa e storica lotta dei partigiani italiani e jugoslavi.
Tito e l'Esercito di liberazione nazionale jugoslavo a quell'epoca e fino al 1948 hanno agito correttamente e hanno dato un importante contributo alla liberazione dell'Italia orientale dal nazifascismo. Se ci sono stati degli errori e degli eccessi vanno visti come secondari rispetto alla giusta causa.


Gli storici e i media antifascisti con un minimo di coerenza professionale non possono accettare la versione dei fatti dei fascisti. Il nostro auspicio è che almeno questa denuncia dei marxisti-leninisti italiani non venga oscurata, come normalmente avviene. E' inimmaginabile che tutti i media si siano conformati alla propaganda fascista e anticomunista come avvenne durante il ventennio mussoliniano.


Occorre che tutti i democratici, gli antifascisti e gli amanti della verità si uniscano e rigettino la "memoria condivisa" e boicottino la "giornata del ricordo" nel rispetto della gloriosa Resistenza e per prendere le distanze dal dilagante regime neofascista, presidenzialista e federalista della Casa del fascio.

L'Ufficio stampa del PMLI
Firenze, 7 febbraio 2005, ore 9,55