Una lettera da zio Adolf
STEFANO BENNI
Ma io vedo
in te la mia giovinezza, George W. Bush. Solo io e tuo
padre sappiamo che quel W. sta per Wermacht. Ebbene sì,
George, con un paio di baffetti e una divisa, sei uguale
a me. Non devi urlare ai microfoni, le amplificazioni e i
media sono migliorati, hai fatto corsi di recitazione e
di look. Ma i concetti che esprimi te li ho insegnati io.
E trovo molto bello che forse sceglierai il ventuno marzo
per attaccare l'Iraq, proprio il giorno del mio ultimatum
alla Polonia, la nascita della primavera nazista. Tony,
sei un comunista di merda, ma anch'io all'inizio mi ero
impantanato in idee socialiste, so che dietro alla tua
aria da fighetto si nasconde un cuore da panzer, e che
l'Impero Coloniale Inglese è per te un esempio
incrollabile.
Josè Maria, tu sei un cretino. Tagliati almeno i
baffetti e non pettinarti come me. Ma ho avuto un sacco
di cretini nel mio esercito, ed erano quelli che
obbedivano meglio.
In quanto a voi, camerati Berlusconi e Frattini, non
siete certo come Mussolini. Lui amava il militarismo, voi
siete degli imboscati a vita. Ma stare dalla parte dei
più forti è nel vostro codice genetico. La vostra
ipocrisia, la vostra mediocrità di statisti, il vostro
essere servi dei servi , è parte integrante della
peggior storia italiana. Date pure le basi e le ferrovie
agli americani. Parteciperete al banchetto dei vincitori,
avrete qualche attentato in meno e un barile di petrolio
non ve lo negherà nessuno. Se verrà commesso quale
crimine di guerra, riuscirete a fare una legge anche per
quello. Se ci foste stati voi, il processo di Norimberga
starebbe ancora passando da una sede all'altra.
Caro George, non preoccuparti se ti senti solo, anch'io
lo sono stato. Sono sempre esistiti gli ebrei, i
bolscevichi, gli zingari, gli arabi, e soprattutto i
polacchi traditori come i Wojtyla, i negri come Annan e i
traditori come Schroeder e Chirac. Feccia del mondo unita
in quel covo di sordido meticciato etnico chiamato Onu.
La diplomazia, diceva Goebbels, è il nome con cui le
razze inferiori chiamano la loro paura. Ma ora è
riapparsa sulla scena una razza superiore, e tutto questo
sparirà nella spazzatura della storia.
George, so che tu non vuoi che mi mostri in pubblico, e
questo mi rattrista. Ti ringrazio delle vecchie moto
Zundapp che continui a regalarmi ogni compleanno. Non
capisco anche i sessanta orologi d'oro in tre mesi, non
è che saranno regali riciclati? Chi è quel deficiente
che continua a regalarti orologi da polso, George, uno
che ti ha preso per un polipo? Va bene, resterò nella
mia privatsphere o privacy come dite voi. Ma state
attenti. Non esagerate con le vostre bugie, con le parole
preventivo e umanitario, le bombe intelligenti e
federaliste, disarmare invece di aggredire, obliterare
invece di uccidere. Potrei saltare fuori da un momento
all'altro e apparire su qualche televisione. Chi non
manderebbe in onda una videocassetta del fuhrer? Farei
una aufsehenerregende audience, con un po' di fard, i
baffi tinti e le luci giuste. Si fa così adesso, no? E
potrei dire: cari telespettatori, anche se in passato
abbiamo avuto qualche screzio, e io sono il Male e loro
il Bene, questi sono i miei eredi, i miei continuatori.
Saddam è una mia brutta sanguinaria copia, loro sono il
modello perfezionato, i Robofuhrer del futuro. Forse non
useranno tutti i miei metodi, forse si fermeranno prima,
ma vi assicuro che alla base di tutto c'è la mia vecchia
semplice lezione: il più forte deve dominare il mondo. I
vostri esperti di comunicazione temono che con la mia
faccia stravolta e gli stivali militari spaventerei
qualcuno, farei apparire la violenza di ciò che sta
accadendo, vi smaschererei del tutto. Ma forse siete già
smascherati.
Vincerete, questo è certo. Il popolo iracheno ha
imparato da Silvio Berlusconi che una grande felicità
sta per abbattersi su di lui. Glielo cederebbero
volentieri, un chilotone di felicità sulla sua villa di
Arcore, ma non accadrà. Moriranno col sorriso sulle
labbra. Forse avrebbero preferito un'altra soluzione per
essere felici e liberi dal tiranno, ma voi non l'avete
voluta fin dal primo momento. Avete coltivato Saddam come
un fiore, e così questa commedia del disarmo. Siete
ipocriti, bugiardi, e arroganti dall'alto della vostra
potenza militare. Perciò mi piacete un sacco.
Vi accadrà di uccidere dei bambini iracheni (ahimè,
succede, la guerra e la politica hanno sempre degli
effetti collaterali imprevisti e spiacevoli, da
Buchenwald ai Gulag, da Hiroshima alla prossima
necessaria atomica). Ebbene, quando seppelirete questi
bambini fate loro una carezza e dite: questa è la
carezza di zio Adolf. Come sapete io amavo i bambini. E
voi amate la pace, e l'Italia è un paese sovrano e
questa non è una guerra d'aggressione. E poiché siete
nel giusto, non la pagherete. Forse.
E' notte, e nel mio chalet tirolese in mezzo alla giungla
guardo il tuo discorso alla televisione, George Wermacht
Bush, e invidio lo stile e la pacatezza con cui comunichi
a miliardi di persone quello che io dovevo urlare con
voce rauca e gesti da burattino.
Ma l'anima è la stessa, e uguale è la fede in una razza
eletta e nella superiorità militare come unica vera
legalità. Sessant'anni non hanno consumato questo
meraviglioso ideale.
Caro George, ti faccio i miei migliori auguri e spero che
tu passi serenamente queste quarantotto ore. Ti perdono
la Normandia. In fondo, è grazie agli errori che si
cresce, e voi avete imparato la lezione. Con affetto, e
basta orologi. Decidiamo noi che ora è.
Adolf HitlerCasella postale 4535Mato Grosso
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