L'impero e lo strapaese

lanfranco caminiti



Dell'impero non posso dire di più, se ne dice già tanto, io non saprei
su due piedi cosa aggiungere. Ma dello strapaese voglio parlare, perché
è il mio, credo di conoscerlo. Ah, sì, è un paese straordinario il
nostro, stramaledetto, strabiliante, stratosferico, strabico. Dove si
vedono cose così?
Vedete:
- abbiamo perso il Partito comunista più forte dell'Occidente, quello
che - come lo squadrone del Bologna d'un tempo - "tremare il mondo
faceva", però adesso abbiamo il sindacato più forte dell'Occidente, che
organizza scioperi, manifestazioni, battaglie sui diritti, impensabili,
inimmaginabili in qualunque altra città europea o anglosassone: si erge
a petto dei governi, li mette in crisi, spariglia la sinistra stessa. La
metà degli iscritti sono pensionati, vecchi operai: dovrebbero star
tranquilli, ai giardinetti a badare ai nipotini che fan capriole sulle
altalene di plastica, invece rompono i coglioni, non hanno mai smesso da
trent'anni. E abbiamo gli operai in piazza, che fanno i picchetti
davanti le fabbriche, che ammucchiano barricate per protesta, che
raccolgono famiglie di lavoratori e generazioni di disoccupati, al sud e
al nord. Proprio gli operai con le tute blu, o forse la modernità e il
look d'azienda hanno donato loro altri colori, dei lilla sfuocati, dei
gialloni intensi, ma sono sempre loro, e non sono solo vecchi, ci sono
giovani, ragazze, una marea di neri e colorati, che si intonano poco con
quei colori da look d'azienda. Gli operai: li avevano dati per morti,
spacciati e eccoli lì, pimpanti - sembra la storia della vita di
Pippobaudo e pure quella dei suoi capelli. Dove si vedono cose così?

- abbiamo il numero di "badanti" più alto al mondo - abbiamo anche i
neologismi più stupidi del mondo -, ma non badano ai vecchi di prima,
quelli dei sindacati, no quelli si arrangiano, badano a vedove di
commercianti grassatori e di burocrati di qualunque istituzione che si
portavano a casa begli stipendioni gonfiati, che c'hanno comprato case e
BOT dei tempi d'oro, che hanno figli che a loro volta hanno case e pure
al mare e quanto basta per vivere alla grande e lavorano in due ma non
sanno proprio come dare retta alla cara mammina o al caro nonnino che si
caga addosso e forse gli basta solo dire due rosari per la coscienza o
sgranchirsi le gambe fino al bar, e tra liti di cognate e biblici
azzannamenti fra fratelli, la cosa più semplice è trovare un cazzo di
filippina o ucraina, vanno meglio le ucraine, sì, bielorusse pure di
più, il prete consiglierà al meglio. Dove si vedono cose così?

- abbiamo la Grande Strega Cattiva dell'Occidente, vive lì a Manhattan
ma quando serve in un niente arriva qui, è sempre qui, il suo spirito
almeno, che nel gran calderone della sua rabbia e del suo orgoglio
mescola parole sulfuree e preghiere civili, e un po' è Santa Pulzella e
un po' è l'Ultima Vestale, ma non è Mary McMarty, mai mai, perché questa
stava a sinistra, no lei non sta a sinistra, non sta a destra del dio
padre onnipotente, non c'è posto che possa tenerla. E' lei da sola che
puo tenere testa all'Impero del Male, nientepocodimenoche. Però, la
Grande Strega Cattiva ha fatto diventare piccolo piccolo l'Orco che
avevamo prima: il povero Giuliano Ferrara sembra persino un uomo civile
adesso e di buone maniere a confronto con la Fallaci e la sua
inarrivabile cattiveria, un pulcino bagnato, una persona di buon senso e
maniere educate, un moderato, via. C'è sempre qualcuno più cattivo di
te. Dove si vedono cose così?

- abbiamo un intellettuale che socrateggia dal carcere, che fa del suo
carcere la nostra cicuta quotidiana, e misura il mondo secondo la
parabola dei propri anni, e dispensa pensieri e filosofie e parole d'uso
a chi lo vuole leggere o anche a chi va a trovarlo: e c'è chi considera
Sofri "l'unico" vero intellettuale italiano, per come dice le cose,
profonde profonde ma come fossero facili facili, perché ha già visto
tutto e ce n'ha per tutti, ex presidenti del consiglio, nuovi segretari
di partito o di correnti di partito, nuovi movimenti, politici in crisi
di nervi, adolescenti che passano verso la maturità, conflitti etnici,
di religione e di classe: il carcere è una grande scuola. E c'è persino
il presidente del consiglio in carica, che è di destra, mentre
l'Intellettuale è di sinistra - o almeno così sembrano le cose -, che
dice pure che bisognerebbe tirarlo fuori da lì, graziarlo - fosse per
lui grazierebbe tutti quelli che sono andati in galera, per fare un
dispetto ai giudici che sono tutti comunisti -, e però ce n'ha di
coraggio, non c'è mai stato uno straccio di ministro, di segretario, che
dico?, di sottosegretario di sinistra che osasse dire una cosa così. E
gli alleati di destra del presidente sbuffano e rumoreggiano. Dove si
vedono cose così?

- abbiamo pure chi rivaleggia con Sofri per la figura di Socrate, ma sì,
il Grande Imputato che tiene le file vere del potere, quelle della Prima
accumulazione, quando i soldi si acchiappavano dove veniva veniva, un
Dell'Utri che inquieta più per la sua passione vera di bibliofilo che
per i suoi presunti trascorsi e concorsi, un competente come ce ne sono
pochi e se hai la fortuna di parlargli di questo ti parla, dell'edizione
del settecento o di quel manoscritto del seicento, perché nessuno vuole
essere solo quello che è, e lui promuove la Cultura, come un tempo
promuoveva la Pubblicità, bisogna avere tanta "melancholia" per cose
così, e somigliare al Grande Gatsby è davvero un bel sogno, letture di
adolescenti - e di che ti stupisci, i mafiosi da noi leggono Kant
[Luciano Liggio] e scrivono delicate poesie [Raffaele Cutolo] -, ma va
bene, chi non lo scambierebbe quel sogno col proprio? Dove si vedono
cose così?

- abbiamo persino un re che ritorna dopo che il penultimo se n'era
scappato e l'ultimo era stato cacciato, ma così va la storia, avanti e
indietro e non è mai la stessa, e d'altra parte tutte le teste coronate
d'Europa, quelle che gli anarchici e i bolscevichi dell'Ottocento e del
Novecento, avevano stilettato, sparato, fucilato, in uno stillicidio
improbabile, ritornano a oriente, e fanno pure politica, in Albania, in
Bulgaria, e quindi è pure il tempo dell'Italia, ma non è che siano tutte
persone per bene, e il nostro è pure un assassino, come dire, in proprio
non all'ammasso come quelli del suo sangue. Dove si vedono cose così?

- abbiamo ministri che con la bandiera italiana volevano pulirsi il culo
e adesso non lo dicono più, chissà se sono diventati più furbi o più
forbiti, e sostenevano la causa di Slobo contro l'imperialismo americano
perché saranno pure cristiani quei cazzo di slavi però hanno sempre
fermato i turchi e Slobo non faceva che questo lì, fermare i turchi,
però poi l'han capita pure gli americani che il problema è questo qui, e
quindi strillano al terrorista se qualcuno brucia una bandiera a stelle
e strisce in piazza, cosa si dovrebbe bruciare, la bandiera
dell'Afghanistan, che non sai neppure che colori ha e non la trovi
sull'enciclopedia o quella del Qatar che chissà se ce l'ha una bandiera
o della Thailandia, che poi magari la scambiano per quella della squadra
del Chievo e nessuno capirebbe che cazzo stai facendo? Dove si vedono
cose così?

- abbiamo "il campionato più bello del mondo" ma è una bufala, non è
vero e lo sappiamo, non vinciamo niente da tanto che non ce lo
ricordiamo più, e per comprare giocatori stranieri facciamo qualche
truffa - è "l'ingegno italiano", no? -, pagheremmo volentieri in natura,
che so il Colosseo, l'Ara Pacis, qualche cassetta di pomodori o
fichidindia, chi ci verrà più a giocare qui se non pagano nemmeno gli
stipendi? Ma è l'unico vero collante sociale di questo paese - e non
puoi parlarne male perché è come parlare male del parlamento, diventi un
anti-democratico -, quello per cui i naziskin di forza roma e quelli di
forza lazio possono complimentarsi a vicenda per aver massacrato un
marocchino e chiedere di liberare gli onesti padri di famiglia e sfilare
insieme contro la polizia fra braccia tese e cori dove bruciano assieme
negri, ebrei e comunisti. Nessuno li arresta, perbacco, sono un fenomeno
sociale. Sta qui la vera fine dell'odio civile di questo paese, quel
malessere per cui i tifosi d'una squadra s'azzannavano contro quelli
dell'altra, altro che i libri di Pansa sui figli dell'aquila di Salò e
la guerra civile del '43, e di quell'altro e di quell'altro e di
quell'altro ancora - è tutta una salòmania. Dove si vedono cose così?

- abbiamo la toponomastica più bizzarra che c'è - viene voglia di
invidiare persino i giappponesi o gli americani che facevano le strade
con la stessa squadra con cui facevano gli stati -, per cui squadristi,
manganellatori, gente che computò l'invio degli ebrei ai forni diventa
adesso - è lo "spoil system", credo - intestataria d'una strada, di una
piazza, di un lungomare, d'un clivio e è la rivincita contro l'ondata di
vie Ho Chi Minh, Mao tze dong, ne ho visto, giuro, sull'affaccio a
Pietraperzia di mezzo e anche all'uscita di Cles di sopra. Dove si
vedono cose così?

- abbiamo una generazione di donne che come in nessun altro posto al
mondo è diversa dalla generazione delle loro madri - per cultura, per
lavoro, per modo di condurre una famiglia o mettere al mondo figli, per
come stanno insieme, per come gestiscono le cose, i mariti e loro
stesse. E è stata dura, ragazzi, se è stata dura, nel posto dove se
ammazzavi tua moglie - le loro madri - ti mandavano a casa tra le
ovazioni del pubblico astante. Ancora le ammazzano le donne, però
qualcuno lo arrestano. Ma in parlamento sono numericamente più o meno
come in Iran o nell'Azerbajian. E ancora guadagnano meno d'un uomo, le
badanti e le manager, e pure le veline e le letterine. Però, ecco, se a
San Giuliano di Puglia c'è il terremoto e muoiono i bambini e bisogna
che qualcuno in chiesa si alzi e dica due parole per tenere assieme la
comunità, per sperare insieme ancora in quel luogo, per parlarsi
guardandosi negli occhi senza chiedersi perché mio figlio sia morto e il
tuo sia vivo, bè, lì è una donna che si alza oggi, a dire parole poche,
a dire con il proprio corpo la "cosa pubblica", dove una volta si
sarebbe alzato il prete, il sindaco, il maresciallo e il farmacista,
l'onorevole della città grande. Dove si vedono cose così?

- abbiamo un movimento di cittadini che chiede "law and order", vuole
sentenze sicure, la certezza della pena, una amministrazione efficiente
della giustizia, carceri ben congegnate, condanne da cui non ci sarà mai
ritorno, ma non è di destra, no è di sinistra - o almeno così sembrano
le cose -, e sono cittadini per bene, che pagano le tasse, vogliono la
ricevuta fiscale al ristorante e non passano con il rosso e tutte quelle
cose lì che sono poco italiane e mettono in regola gli extracomunitari
che hanno per casa o al lavoro, e ne hanno fatto un'ossessione di
cultura, di vita, che tu se per caso parcheggi male il motorino andando
al girotondo non sai mai bene se ti denuncerebbero al vigile vicino -
perché stanno sempre indignati - e ti inquietano un po', ma fanno
opposizione sociale. Dove si vedono cose così?

- abbiamo il Cattivo maestro che ce l'hanno dipinto come il regista del
male d'una generazione e oggi è studiato e riverito nelle accademie
universitarie di mezzo mondo e di più e se lo contendono alla Fiera del
libro di Francoforte a suon di quattrini, e non solo studiosi guardano a
quel pensiero forte che da trent'anni scuote questo paese e ora se n'è
andato in giro per il mondo, dove ce lo invidiano, perché che cazzo mai
ha prodotto l'Italia negli ultimi trent'anni se non qualche etichetta e
questo, l'operaismo, e stiamo finalmente a pari coi francesi - coi
Foucault, coi Deleuze e Guattari -, che sono l'altra cosa che si studia,
ma nessuno gli ha mai chiesto scusa a Negri, nessuno ha mai chiesto
scusa a una generazione, quella del Settantasette, quella
dell'Autonomia, che ha inventato tutto quello che c'è sotto i nostri
occhi, da vivere, da capire, da risolvere, la fine del lavoro,
l'insopportabile solitudine della modernità e della postmodernità, la
potenza e la miserabilità della tecnologia, l'esplosione dei desideri,
la possibilità di essere più ricchi di cose e pensieri come mai è
accaduto nella storia dell'umanità, ma ci ha preso manganellate, ci ha
preso la polizia che sparava nella schiena, ci ha preso millenni di
galera. E era la sinistra - o almeno così sembravano le cose -, che li
perseguiva con più accanimento. Dove si vedono cose così?

- abbiamo un papa che se avesse ancora qualche anno davanti e un po' più
di forza ti chiedi se non butterebbe giù il capitalismo come ha buttato
giù il comunismo, che vuole più libertà di informazione e dice male del
neoliberismo, che vuole acqua per i poveri e sicurezza del lavoro per
tutti, e ti chiedi pure se stanno truscando per farlo dimettere solo per
chiudergli la bocca - ma ci si può dimettere dal cielo? pensa se ci
ritroviamo la democrazia e la burocrazia pure in paradiso - e sì, dice
pure dell'aborto, della contraccezione, dei crocefissi nelle scuole e
cose così, bè, cosa pretendete che dica? Dove si vedono cose così?

- abbiamo il movimento più grande del mondo, che non ci sono neanche
città italiane in grado di contenerlo, che le nostre città quelle sono,
una piazzetta con la loggia del cinquecento, un lastricato del
quattrocento, quattro case del seicento, una chiesetta del duecento con
gli affreschi rifatti nell'ottocento, cose buone per uno spot
pubblicitario, uno sfondo da calendario Pirelli, un "sightseeing" di
giapponesi frettolosi di mangiare la pappa col pomodoro che non hanno
mai tempo di guardare i contorni, le periferie desolate, ma perché
dovremmo guardarle noi - che già ce le sciroppiamo tutti i giorni -, che
siamo meno dei giappponesi? E questo movimento ti impressiona perché è
pieno di cattolici, di riformisti che più di destra non si può, di
sognatori che chiedono cose di buon senso e intanto rollano una canna e
ascoltano della musica, e però ha una forza straordinaria e lo vedi
nelle facce giovani, serie, compunte, allegre - dove capisci che s'è
saltata una generazione almeno e questi d'adesso da dove cazzo saranno
sbucati così a migliaia che non ce la fai più a contarli - e allora ti
dici che è proprio vero che questo è "l'ombelico del mondo", che devi
stare qui se vuoi capire quello che succede a Toronto o a Timbuctu, a
Shangai e a Minsk, a Kabul e a Washington. E è così da trent'anni. Dove
si vedono cose così?

Ah, sì, è un paese straordinario il nostro, stramaledetto, strabiliante,
stratosferico, strabico. Strapaese. E' più che l'impero. Riesci a
vedere? [n.d.r. "Minority Report"]

Roma, 10 novembre 2002