LA PACE

Negli ultimi mesi si è molto parlato di pace, ma non ho ancora ascoltato una sola voce libera capace di sottrarsi dalla tentazione di rivestirla delle proprie convinzioni soggettive. La pace è stata piegata e bistrattata da chiunque abbia intravisto una minima possibilità di convenienza ideologica, partitica o religiosa. Si è gareggiato, e ancora si sta sgomitando tra istituzioni, partiti, sindacati, movimenti di base, associazioni religiose…per rivendicare il copyright sul vero senso della pace. Al di la delle tutte più o meno legittime e giuste considerazioni, non si è dato sufficiente spazio alla prospettiva della pace nell'ottica del diritto alla libertà della popolazione irachena. Mi domando in quale misura possa aver  giovato al popolo iracheno strumentalizzare la pace facendo dell'antiamericanismo o ventilando l'implicazione di oscure regie occulte sioniste. Ho provato per un momento a mettermi nei panni del popolo iracheno, non credo (ma nemmeno loro) mi interesserebbe molto sapere chi o per cosa qualcuno interverrà per affrancarmi da una dittatura: arabi, ebrei o americani, non avrebbe nessuna importanza; guadagnare la libertà è l'unica cosa che vorrei! Dai campi di concentramento, gli ebrei non hanno fatto gli "schizzinosi" sapersi liberati dai russi o dagli alleati americani. E poi, non strappiamoci ipocritamente i capelli: sappiamo tutti che dietro una guerra si nascondono degli interessi, tanto in chi la vuole, quanto in chi non la vuole, ma credo che, anche di questo, al popolo iracheno interessi ben poco.

Credo sia giunta l'ora di superare i nostri steccati ideologici, le nostre categorie mentali, le nostre miopi lenti deformanti e diciamocelo: anche il nostro malcelato ed egoistico menefreghismo. Pace, pace, pace...ma se non c'è libertà che senso ha urlarla? Parole, parole, parole...

 

Gianni Toffali  gianni.toffali@inwind.  Dossobuono   Verona