========== PAGE 65 =========== Come si vede dal mio precedente articolo, il 20 Ottobre Rabìn è a New York, e il Segretario Generale delle NU in persona, Boutros Boutros-Ghali gli ordina di dare il colpo di acceleratore ai fini ultimi del "Processo di Pace" del NOM, Nuovo Ordine Mondiale. Pari ordini gli vengono impartiti da Henry Kissinger (CFR9, da Edgar Bronfman (CFR), e da Warren Christopher (CFR). Eppure ostinatamente Rabìn disobbedisce, e continua a difendere Israèl. Nello stesso tempo a Washington Robert Dole (CFR) guida la campagna per fare approvare dal Senato il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale d Israèl. Perché e come Dole (CFR9, a gran voce avversario di Israèl nei precedenti anni della sua carriera, sia stato reclutato per tgale compito, ciascuno è libero di immaginare. Ma il metodo usato molto probabilmente era estremamente serio. Il Presidente Clinton (CFR) era furibondo con Dole (CFR), e mandava Dennis Ross porta a porta a sabotare la Legge. La tensione è palpabile. Clinton (CFR), Ross e Christopher (CFR) vogliono che Rabìn guidi Israèl verso il totale ritiro, mentre una forza opposta a Washington, guidata da Dole (CFR) e dall AIPAC,che deve aver coordinata la politica con Rabìn e col suo governo, prepara un grosso schiaffo sulla faccia del NOM quale previsto dalla Amministrazione Clinton. =========== PAGE 67
===========PAGE 68 =========== Giudice Capo della Corte Suprema d Israèl, il quale poi avrebbe presieduta l inchiesta governativa che fece sparire tanti elementi sull assassinio di Rabìn. Anche tre soldati in servizio a Hebròn hanno testimoniato: pochi secondi dopo l ingresso di Goldstein nella Moschea, un altro Ebreo che portava un arma d assalto lo seguì lì dentro. Shamgàr ha sentenziato che tali testimoni avevano tutti giurato il falso, e che i tre soldati si erano sbagliati. Soltanto in tal modo ce l ha fatta a ottenere La desiderata conclusione, secondo la quale Goldstein fu un pistolero solitario.
============== PAGE 69 =========
===== PAGE 71 =========== rotta quel giorno, e lo sparatore (anzi gli sparatori) stava(no) nel campo della sua lente. Yosef si domanda se per caso fosse stato detto in anticipo allo sparatore(i) dove mettersi per non farsi vedere dalle TV.
Yosef Avraham ricostruisce così la tragedia: poiché era sempre nella Riserva e poteva essere richiamato in qualsiasi momento, il Dott. Goldstein non trovò nulla di strano nell essere chiamato in servizio nel cuore della notte. Lo portarono in auto alla Moschea, e lo fecero entrare da un uscio laterale. Entrò coi suoi non voluti complici. Loro lanciarono due bombe a stordimento nella folla, e spararono pallottole a salve. Poi fuggirono dal salone delle preghiere e chiusero a chiave la porta dietro a sé. Goldstein era solo, armato, di fronte alla folla. La folla calpestò i vecchi, i quali furono gli unici a morire. Avraham Yosef aggiunge: "Il medico Goldstein era incapace di uccidere, e così seguì il regolamento, e sparò ai piedi dei fedeli inferociti, per tenerli a bada. Molte pallottole rimbalzarono dal pavimento, il che spiega le ferite da frammenti alle gambe della maggior parte delle vittime". IL MEDICO BARUCH GOLDSTEIN NON UCCISE NESSUNO, NEMMENO QUANTI LO SOVERCHIAVANO COI MANGANELLI DI METALLO Avraham Yosef conclude: "Baruch Goldstein è stato dichiarato colpevole di omicidio di massa dai mass media governativi, nella campagna scatenata ancor prima del processo, benché egli non abbia ucciso nessuno. Il colpevole di tale orrendo complotto è l allora capo del Dipartimento Ebraico" della Shabàk ". ==== PAGE 73 ==== io faccio mia e sottoscrivo questa conclusione. Nessun crimine era orrendo al punto di non poter essere perpetrato a nome e per conto della PACE. GOLDSTEIN LO ZIMBELLO ? E sconvolgente la risposta al mio precedente articolo, il quale indica: Barùch Goldstein fu un altro duna lunga serie di capri espiatori, di innocenti vittime del "Processo di Pace". Le critiche più aspre sono venute dall estrema destra, che per ragioni irrazionali non vuole rinunciare all immagine di Goldstein quale santo assassino di massa. Mi hanno scritto che io, e il ricercatore Israeliano Avraham Yosef, abbiamo descritto fatti sbagliati, senza indicare un solo errore. Così, sperando di metter fine alle accuse, mi sono rivolto all archivio del Jerusalem Post sul mio CD-ROM, per trovare i fatti come riferiti alle redazioni. I lettori, ne son certo, troveranno che i risultati aprono bene gli occhi. Fra i tanti articoli comparsi, alcuni offrono affascinanti squarci sulla diplomazia successiva al massacro, che diede il risultato: Hebron fu messa sul ceppo e decapitata dall Accordo di Oslo, e la città fu affidata a truppe straniere. Questo, come le considerazioni sulla sicurezza, sono al di là della portata del presente articolo. Mi concentro invece sulle prove e sulle testimonianze raccolte dalla Polizia e dalla Commissione Shamgàr d inchiesta sul massacro di Hebròn, come riferite dal Jerusalem Post. Dopo aver letto i servizi, il lettore potrà da solo decidere se fu un caso di killeraggio perpetrato da un sol uomo. La strage avvenne il 25 Febbrajo 1994, gli articoli cominciano due giorni dopo, e finiscono in Giugno con le conclusioni di QUELLA Commissione Shamgàr. 27 FEBBRAJO 1994- JERUSALEM POST: "GOLDSTEI N DEFINITO MEDICO MERAVIGLIOSO". Yechiel Le iter, del Consiglio delle Comunità Ebraiche ha detto:"Io non credo che voi sappiate di che cosa chiunque sia capace, ma lui non apparteneva alla categoria delle persone a alto rischio." David Ramati ha visto Goldstein ======== PAGE 74 ========= poche ore prima del massacro " Era coi suoi bambini e era l immagine perfetta della normalità". 27 FEBBRAJO ONDATA DI TUMULTI DOPO IL MASSACRO DI HEBRON Le IDF hanno detto che 54 Palestinesi sono stati uccisi nel massacro alla Tomba dei Patriarchi, e nei tumulti conseguenti a Hebròn. 39 sono stati uccisi quando il Dott. Goldstein è entrato nella Caverna Venerdì mattina presto, e ha sparato quasi cento pallottole dal suo fucile Galìl contro un gruppo di Palestinesi in preghiera le indagini preliminari indicano che Goldstein arrivò al Luogo Sacro verso le 5.45 di Venerdì, equipaggiato con una pistola, e con un fucile d assalto Galìl, con cinque caricatori pieni. Le cartucce trovate sul pavimento del salone delle preghiere indicano che dall arma di Goldstein sono state sparate circa 95 pallottole Parecchi Palestinesi nella Moschea nel momento del massacro hanno detto che, da quanto hanno visto, Goldstein non ha agito da solo. Hanno detto che quando esauriva ogni caricatore, glie ne passava un altro un "colono" che poi è fuggito. I testimoni aggiungono che parecchi coloni stavano a una delle entrate della Moschea, e hanno impedito ai soldati di entrare, quando la sparatoria è cominciata. Hashem Gheith, 37 anni, dice: "Eravamo tutti prostrati in avanti per terra, quando da dietro ho sentito spari. Sono durati almeno tre o quattro minuti." Dice Adlay Jahari, 14 anni: "La prima cosa che ho sentito erano bombe che scoppiavano. Poi ho sentito un mitra". Il Dott. Daoud Obeidi, direttore dell Ospedale Aghli a Hebròn, ha detto. Dai frammenti che hanno ferito alcune persone, pare siano state usate bombe a mano nell attacco. In un altro articolo fra i primi usciti, un superstite dice che c era più di un arma perché "Quando uno di loro cambiava il caricatore, gli spari continuavano". E proprio le prime ricostruzioni continuano a essere le uniche coerentemente credibili. In sèguito sono arrivate versioni aggiornate e corrette per adattarsi al prevalente cover-up dei fatti indesiderabili. Dapprima, le IDF annunciarono che Goldsein aveva uccise 39 persone, con 95 colpi dal suo fucile Galìl. Nelle conclusioni finali di Shamgàr si afferma che Goldstein uccise 29 persone, con 111 pallottole sparate in un minuto ========== PAGE 75 ========== e mezzo. In partenza si scrisse che era arrivato alle 5.45; Shamgàr ha poi sentenziato alle 5.20 . Ma i testimoni Arabi riferìrono fatti molto differenti, subito dopo la tragedia. Udirono esplosioni, e subirono ferite da frammenti di bombe. Poi Shamgàr ha concluso che Goldstein non portava bombe, e che le esplosioni erano soltanto rumori degli altoparlanti della Moschea. Ma gli Arabi insistono, Goldstein non era solo nel salone delle preghiere. Aveva complici che gli porgevano caricatori quando il suo era finito, e che tenevano i fedeli in trappola all interno. E la sparatoria durò il doppio o il triplo rispetto al tempo stabilito da Shamgàr. Avraham Yosef ha stabilito oltre ogni ombra di dubbio: i fedeli Arabi non conoscevano Goldstein di persona o di vista, ma ne usarono il nome soltanto perché le autorità Ebraiche diedero a lui la colpa del crimine. 28 FEBBRAJO- "LE IDF SODDISFATTE DEI PROVVEDIMENTI CONTRO IL KACH" Jeri durante la riunione del Consiglio dei Ministri il Brigadiere Generale Danny Yatòm (Poi nominato capo del Mossàd) ha detto: le indagini preliminari svolte dalla commissione investigativa del Comando indicano che tutte le 111 cartucce trovate corrispondono all arma d assalto di Barùch Goldstein. A quanto emerge, un secondo tenente di turno alla Caverna di Machpela ha chiamata la Polizia di Confine Venerdì verso le 5.15 e ha deplorato che due Poliziotti, i quali dovevano arrivare a rinforzare il suo contingente di tre uomini, non si sono fatti vedere. Si riferiscono le prime due di un numero assurdamente alto di assenze di uomini della sicurezza, e proprio quella mattina. Si noti il momento della chiamata, le 5.15 , una buona mezz ora prima che Goldstein arrivasse, secondo i primi rapporti delle IDF. 4 MARZO- RABIN TESTIMONIERA A PORTE CHIUSE All udienza di jeri, Haìm Sherf, ufficiale capo della sicurezza di Kiryat Arba, ha detto alla Commissione: il guidatore della Jeep che ha portato Goldstein alla Grotta di Machpela aveva disobbedito agli ordini. Ha dichiarato che la Jeep può lasciare Kiryat Arba soltanto se ciò è ordinato per motivi di sicurezza. Barùch Segal, un esperto ======== PAGE 76 ====== balistico della Polizia, ha detto alla Commissione d avere raccolto tutti gli oggetti lasciati nella Grotta dopo che erano stati filmati. Un altro esperto, Lior Nedivi, ha detto:le perizie balistiche confermano che 109 cartucce provenivano dal Glilòn (piccolo Galìl) di Goldstein, e cinque dalle armi di due dei soldati ivi di stanza. Una cartuccia non è stata identificata Il Dott. Mahmud Abu Ramile, direttore dell Ospedale Privato Al-Hlalie a Hebròn, ha detto: "I soldati sui tetti coi telescopi hanno preso di mira le persone in cortile e hanno cominciato a sparare contro di esse." Ipotizziamo per il momento che il medico Arabo abbia testimoniato il falso, come ha stabilito Shamgàr. Concentriamoci soltanto sulla sconvolgente prova balistica. Cinque cartucce si è scoperto provenivano dai soldati stazionati nel salone delle preghiere. In realtà, nessun soldato era stazionato nel salone, e poi nessun soldato ha dichiarato di avere sparato. Rimane senza risposta la domanda: chi sparò quelle pallottole? E chi sparò la pallottola non identificata? Nessuna risposta. Si può tentar di trovare una spiegazione per essa, forse un uomo era andato a pregare armato. Se è così, perché non ha sparato a Goldstein? O forse quella pallottola stava lì sul pavimento dal giorno prima. In tal caso perché non è stato riferito uno sparo dal salone delle preghiere? La fredda realtà è: questa pallottola, anzi tutte e sei, indicano con ogni probabilità che Goldstein non sia stato l unico a sparare nella Moschea. 10 Marzo - FUNZIONARI DEL WAKF HANNO CHIESTO DI DEPORRE DAVANTI ALLA COMMISSIONE SHAMGAR Funzionari del Wakf (Comitato Religioso Islamico) hanno chiesto jeri di essere invitati a testimoniare davanti alla Commissione d inchiesta sul massacro di Hebròn. Lo Sceicco Sallah Natsha ha detto: "Vogliamo portare alla luce la verità, per il bene di ambo i Popoli. I funzionari del Wakf sono i veri testimoni loro sono le guardie che erano presenti al fatto. Natsha accusa le autorità di avere distrutte alcune della prove nella Caverna: "Le autorità hanno reso difficile vedere ciò che è accaduto, quando hanno ripulito il posto, anche se ============ PAGE 77 ======== noi abbiamo chiesto loro di non fare nulla prima che voi vedeste ciò che era accaduto. Loro hanno nascosto le prove". Lo Sceicco voleva dire la verità per il bene di ambo i Popoli. Voleva esporre quali prove fossero state distrutte. Ma, come vedremo, non gli è stato consentito di farlo. 11 Marzo 1994 DEPONE UFFICIALE DELLA POLIZIA DI CONFINE Il Comandante Meir Tayar, capo dell unità Polizia di Confine a Hebròn, ha fornito testimonianze. Rivelano bizzarre regole procedurali in uso nella Polizia di Confine, a causa delle quali tre Poliziotti sono arrivati fatalmente in ritardo alla Caverna di Machpela il mattino del massacro. Hanno tardato, ha detto Tayar, perché non erano stati svegliati in tempo Il Sovrintendente Uri Reiskop, facente funzione di comandante della stazione di Polizia di Hebròn, egli pure ha avuta difficoltà nello spiegare perché i Poliziotti non si fossero presentati la mattina del massacro. All inizio ha detto che erano stati mandati a investigare una sparatoria vicino a Kiryat Arba. Che coincidenza, proprio la mattina del crimine attribuito a Goldstein i Poliziotti non erano ai loro posti presso la Moschea, o perché dormivano, o perché in più urgenti faccende affaccendati. 17 Marzo- "Funzionari del Wakf Boicottano l inchiesta sul massacro" L udienza di jeri mattina della Commissione Shamgàr sul massacro di Hebròn è stata cancellata dopo che cinque funzionari del Wakf non si sono presentati "Abbiamo deciso di boicottare l inchiesta perché gl Israeliani non possono essere sia il nemico, sia il giudice" ha detto Hassan Tahboub, capo dell Alto Comitato Islamico. Il comitato Palestinese ha detto jeri di ritenere che i soldati abbiano avuto un ruolo nelle morti alla Moschea, malgrado testimonianze opposte di ufficiali Israeliani. Santo cielo, lo Sceicco ha cambiato completamente atteggiamento in un attimo! Non è più in grado di dire la verità alla Commissione Shamgàr. Ma ci regala un accenno appena appena a quale verità avrebbe voluto dire: nel massacro erano coinvolti altri soldati oltre a Goldstein. ============= PAGE 78 ===== 18 Marzo - INCHIESTA: TESTIMONIANZE DI SOLDATI IN CONTRADDIZIONE Yosef, Drori e un terzo soldato, Erez Elimèlech. Essi pure hanno testimoniato, tutti hanno visto Goldstein entrare con un M-16. Ciò contraddice la testimonianza del Tenente Rotem Revivi, l unico soldato all interno della Spelonca di Machpela quando il massacro fu perpetrato. Disse Revivi: Benedetto sive Barùch Goldstein era entrato con un Glilòn, il tipo di fucile dal quale erano state proprio sparate le pallottole del massacro. In risposta alle domande dai componenti la Commissione, tanto Yosef quanto Drori dissero: quella mattina con un Glilòn era entrata una persona, un colono da loro non riconosciuto, arrivato POCO DOPO GOLDSTEIN. Hanno detto anche: era cosa insolita l arrivo di un colono mai visto prima. Conoscevano tutti i fedeli che spesso andavano a pregare la mattina presto. La Tomba dei Patriarchi è sempre stata Sinagoga, luogo di culto per gli Ebrei, poi massacrati nei secoli dai Musulmani, che nel 1929 uccisero quasi tutti gli Ebrei di Hebròn. Dopo la guerra dei Sei Giorni nel 1967, Israele alla Grotta ha organizzato i turni: dall ora tali alla talaltra è Sinagoga, e vi pregano gli Ebrei. Dall ora talaltra alla talaltra ancora è Moschea, e vi pregano i Musulmani. Prima del ritiro da Hebròn, nel 1995 appunto, di Israèl, la Polizia e i Soldati Israeliani erano ivi di stanza per garantire la regolarità dei turni e per evitare ogni rischio di "scintille". Questo era il loro compito prima che il Processo di Pace li obbligasse a ritirarsi. Rotem ha anche visto: Goldstein entrò nella Caverna alle 5.20 circa. Gli altri tre invece dicono intorno alle 4.45 .. Il Giudice Ahmèd Zuabi, membro della Commissione, ha commentato: se è vero quanto Rotem afferma , cioè: Goldstein non avrebbe potuto usare l entrata principale senza che egli, Rotem lo vedesse, questo allora solleva la possibilità che Goldstein abbia ricevuta assistenza. Il Giudice Ahmèd Zuabi sottolinea: poiché dopo il massacro la porta era sprangata dal lato Ebraico, se Goldtein aveva usato tale uscio, qualcuno deve averlo chiuso dietro a Goldstein. Dovessi elencare i sospettati nella congiura o nel cover-up, comincerei col Tenente Rotem Revivi, il quale ha messe le virgolette sue sotto alla versione governativa. Goldstein, sostiene, portava un fucile Galìl, e arrivò alle 5.20 . Contro la testimonianza di tre altri soldati, i quali sostengono: GOLDSTEIN PORTO UN M-16 NELLA CAVERNA DI MACHPELA, 45 MINUTI PRIMA DELL ORA PROCLAMATA DAL GOVERNO. Il fatto più importante: le IDF e Shamgàr concludono che il massacro fu compiuto da un Glilòn anziché da un fucile M-16, eppure tre soldati ivi in servizio testimoniarono che Goldstein portava un M-16. Il Giudice Zuabi si è finalmente svegliato,e ha pubblicamente espresso il suo pensiero: può esserci stata una cospirazione. Rotem ha testimoniato che Goldstein non transitò dal suo posto, e non entrò dall ingresso principale. ====== PAGE 79 ====== Restano due porte, ma una sola dal lato Ebraico della Grotta, dove Goldstein fu libero di girovagare. Poiché tale porta fu trovata sprangata dal lato Ebraico dopo il massacro, se Goldstein entrò da tale uscio, qualcun altro lo bloccò sul salone dopo la sua entrata. 21 Marzo-Nella Grotta di Machpela, Goldstein portò un Glilòn Barùch Goldstein portava quasi certamente un fucile Glilòn il mattino del massacro di Hebròn, hanno riferito vari coloni alla "Commissione d Inchiesta". Motti Unger, che quel mattino diede un passaggio fino alla alla Grotta a Goldstein, si disse quasi certo che il medico portasse un Glilòn. Ha aggiunto di averlo lasciato lì attorno alle 5.20 .Ciò contraddice i tre soldati di cui sopra. Ungar ha detto che Goldstein appariva completamente normale quel mattino. Qualcuno mente. O i tre soldati, o Revivi e Unger. Goldstein non può essere arrivato alla Grotta in due momenti differenti, portando due differenti armi. I tre soldati non avevano alcun motivo per mentire (a meno che fossero in realtà assenti dal loro posto, nel qual caso la Corte Marziale avrebbe dovuto aprire una procedura), mentre Unger tirava le autorità fuori dei guai. Non è assolutamente possibile che i tre soldati abbiano sbagliato così tanto sui dettagli. E siccome poi Shamgàr rigettò la loro testimonianza, perché non sono stati processati e incarcerati per aver testimoniato il falso in una investigazione ufficiale? Se qualcuno giurava il falso, erano quelli delle IDF, come vedrete, e drammaticamente, nel prossimo articolo. 30 Marzo - LA POLIZIA HA ORDINI DIVERSI SULL APRIRE IL FUOCO Nelle ore precedenti, il pubblico nell aula del Tribunale ascoltava incantato e affascinato mentre Eliezer Spitzer descriveva i movimenti di Goldstein poco prima della strage: "Stavo guidando con l ufficiale della Sicurezza Motti Unger sulla sua Jeep nelle primissime ore del mattino. Dal sistema delle comunicazioni ha ricevuto un messaggio, doveva andare a prendere il Dott. Goldstein al Centro Clinico . ============== PAGE 80 ====== .Goldstein non pareva comportarsi stranamente ." Nel frattempo la signora Goldstein stava tentando di raggiungere il marito. Poco dopo le 5 del mattino chiamò Shlomo Edelstein, che era in servizio richiamato dalla riserva al Centro Telecomunicazioni. Edelstein, agitandosi nervosamente sulla sua sedia girevole, ha detto alla Commissione di avere parlato con Goldstein, e d aver detto a Unger di andarlo a prendere. Poco dopo Miriam Goldstein ha chiamato, e ha chiesto a Edelstein se potesse aiutarla a rintracciare Barùch. "Io lo ho detto che lui era al Centro Clinico, e ho tentato di chiamarlo sulla rete delle comunicazioni. Le ho chiesto se tutto andasse bene, e lei ha detto di sì." Ma ha ammesso di averle più tardi detto che Goldstein forse era a pregare nella Grotta. Miriam disse che il marito era andato là "Non per pregare". Alcuni membri della Commissione tirarono fuori una sorpresa per Edelstein. Secondo la lista delle chiamate al centro, ottenuta dalla compagnia telefonica, risultava che Miriam Goldstein avesse chiamato Edelstein due volte. Lui a disagio ha risposto:"Se lei lo ha fatto, io non ricordo". Ecco il sospettato numero due, Shlomo Edelstein. In un altro articolo del Jerusalem Post, si riferisce che un tempo Goldstein faceva parte di un Miniàm, un "numero di preghiera" nella Caverna di Machpèla. Secondo l Ebraismo una preghiera ha valore comunitario anziché individuale se vi partecipano almeno dieci uomini Ebrei che abbiano superata la "Maggiorità religiosa", i tredici anni. Ma Goldstein aveva smesso di frequentare quel "numero", quel Miniàm, oltre un anno prima. Dopodiché, come si presume Miriam Goldstein abbia detto a Edelstein, suo marito "E andato là NON PER PREGARE". E allora Edelstein perché le ha detto che stava andando lì? E perché altri soldati hanno testimoniato che Barùch Goldstein andava regolarmente a pregare alla Spelonca di Machpèla? Con gli elenchi della compagnia telefonica, la Commissione ha messo Edelstein nella trappola delle sue stesse bugìe, ma perché tanto suo cover-up, e su quali fatti? 4 Aprile -ORA LE GUARDIE DEL WAKF DICONO:GOLDSTEIN ENTRO TUTTO SOLO Jeri i guardiani del Wakf hanno testimoniato: Barùch Goldstein era solo quando entrò nel Salone Yitzhàk della Grotta di Machpèla. Un testimone ha detto che tre delle Guardie Musulmane erano assenti dal servizio il mattino del massacro. Ismaìl-al-Salàm ha aggiunto: "Si sono presi una vacanza". E così via. Il Wakf ha mutato completamente atteggiamento. Sono lontani i giorni nei quali il loro Sceicco si accingeva a testimoniare la verità ======== PAGE 81 ===== per il bene di ambo i Popoli. Ora, alcuni dei guardiani non avevano preso servizio, e quanti lo avevano fatto concordavano con la esatta versione desiderata dalle autorità Israeliane. I Palestinesi hanno combinato un affare: diciamo ciò che volete voi, e in cambio voi ci fate grandi concessioni. Un rapidissimo ritiro delle IDF da Hebròn fu probabilmente il gran premio del silenzio. 26 Giugno- OGGI LA COMMISSIONE SHAMGAR DOVREBBE COMUNICARE LE SUE CONCLUSIONI La Commissione ha sottolineato: il Dott. Barùch Goldstein aveva agito da solo nel perpetrare la strage. Le deposizioni di tre soldati secondo le quali un altro uomo, non identificato, era entrato quel mattino con un fucile Glilòn, e i tempi d ingresso forniti da loro tre, non corrispondono con le altre informazioni ricevute dalla commissione. Quei tre soldati affermarono pure che Goldstein era entrato portando un fucile M-16: però ancora una volta nessun altro ha visto un M-16 quel mattino. La Commissione ha anche rigettato la testimonianza di Arabi, secondo i quali fu lanciata una bomba a mano, poiché non sono stati trovati frammenti nel salone . Nel corso di questa testimonianza sono state rivelate allucinanti mancanze operative da parte delle Forze di Sicurezza. Per esempio, cinque o sei membri delle forze di sicurezza che dovevano essere alla Caverna quel mattino del massacro, erano assenti. E così via. Shamgàr tirò le sue conclusioni sul pistolero solitario malgrado la testimonianza di numerosi Arabi, i quali hanno detto che quel tale non era solo nel salone delle preghiere, e malgrado la testimonianza di tre soldati, che videro un uomo latore d un fucile Galìl seguire Goldstein nella Caverna. In sostanza, Shamgàr sentenziò che la maggior parte dei testimoni Arabi aveva giurasto il falso, e che i tre soldati dovevano essersi sbagliati. Rigettò tutte le testimonianze che non gli piacevano. Quelle che contraddicevano il verdetto suo precostituito, secondo il qualed Goldstein era il pistolero solitario. E non ha fatto nessun tentativo per mettere insieme capi del filo imbarazzanti che non è possibile annodare insieme . Non si dà spiegazione alcuna per le sei cartucce trovate nel salone, della mancante seconda telefonata da Miriam Goldstein a Shlomo Edelstein, né di tutti i soldati che alla Caverna non si sono fatti vedere. La Commissione Shamgàr non cercava la verità sul massacro di Hebròn. Benché pure un giudice a latere ======= PAGE 82 ==== abbia pubblicamente espresso il suo pensiero: Goldstein non era solo, Shamgàr ha sfidato ogni elemento di logica legale, e di approfondimento, onde perseguire la certezza che la storia registrasse Barùch Goldstein quale perpetratore unico del massacro di Hebròn. MARGALIT HAR SHEFI , PERCHE ? Numerosi corrispondenti mi han chiesto il mio parere sulla condanna a Margalit Har Shefi. Eccolo. Còmpito del "Dipartimento Ebraico" della Shabàk era rimuovere gli Ebrei dalle aree segretamente promesse all OLP, tutte la Giudea, la Samaria e Gaza. Se i residenti avessero collaborato demonizzando se stessi, bene. Altrimenti la Shabàk avrebbe creato gli orrori sul conto loro. Il primo fabbricante di orrori fu Eli Baràk, capo del "Dipartimento Ebraico" della Shabàk. Prima che assumesse il suo posto, Rabìn lo aveva mandato negli USA a imparare i trucchi sporchi, e le operazioni sotto copertura. L assassinio di Rabìn doveva essere soltanto un altro in tale lunga linea di trucchetti, e Yigàl Amìr doveva essere un altro zimbello, come Goldstein, Freidman, i Fratelli Kalahani etc. Soltanto vi fu un corto circuito, e il programmato falso assassinio si trasformò in vera morte. Alla diciamo luce di tale inatteso sviluppo, Avishai Ravìv ebbe l òrdine lampo di formare una cospirazione la notte stessa dell omicidio, e prese contatto con Yitzhàk Newman, e con Margalit Har Shefi, affinché ammettessero presso la Polizia il loro "ruolo" nell assassinio. Newman non cooperò e fu eliminato. Intendo dire assassinato, poco dopo. La ragazza fu trattata più umanamente. Fu meramente arrestata. Atteggiandosi a ajuto-cospiratore, Ravìv si fece mettere nella stessa cella di lei, e cercò di spingerla a auto-incriminarsi. Lei non cooperò, e così, come al solito, il crimine fu creato per lei. Amìr ora le disse dei propri precedenti piani per ======= PAGE 83 ==== assassinare Rabin, sia a Gerusalemme allo Yad Vashèm, il Museo dell Olocausto; sia durante una cerimonia al raccordo stradale Bet Lid. Un solo problema. Amìr che continua a autoproclamarsi il vero assassino di Yitzhàk Rabìn, ha sempre vigorosamente smentito alla "sua" Commissione Shamgàr, e al suo processo, che mai siano esistiti quei piani. Altro problema, e più grosso. Per qual motivo l Avvocato della Har Shefi non ha mai interrogato Amìr su tale atteggiamento, su queste smentite? Se lei non riferì un crìmine che Amìr non aveva mai inteso perpetrare, allora lo Stato non aveva alcuna base per incriminarla, e figuriamoci poi per riconoscerla colpevole di alcunché. Un altro problema ancora: se la Har Shefi è stata incriminata da Ravìv, allora è stata criminalmente intrappolata da un agente della Shabàk. E allora l avvocato della Har Shefi perché non lo ha messo sul banco degl imputati per spiegare il ruolo di Ravìv, ergo il ruolo dello Stato, nell arresto di Margalìt? Quanto ai giudici e alla procura dirò soltanto che hanno organizzato un tribunale illegale. Venerdì scorso MAKOR RISHON ha fatto un convincente lavoro di documentazione. Illustrando come i tribunali hanno trasformata la Shefi in "Una strega". Un esempio basterà: in quindici udienze, la Har Shefi due volte è arrivata in ritardo, perché gli INCIDENTI del traffico ne avevano ostacolato l arrivo. Il Tribunale ha dichiarato che lei era ostile al sistema giudiziario, a causa della impuntualità preterintenzionale. Poiché i processi e ai Fratelli Amìr, e ai Fratelli Kalahani, pure ebbero tribunali illegali (vedi capitolo sei del mio libro CHI E LASSASSINO DI YITZHAK RABIN), esattamente come la PRIMA Commissione Shamgàr la quale, contro ogni prova, sentenziò che Barùch Goldstein fu il killer, e l unico, nel massacro di Hebròn, noi dallo stato non potevamo aspettarci di meno. Ma come possiamo capacitarci dell orribile prestazione dell avvocato di Margalit Har Shefi? Lo spiega MAKOR RISHON: poiché non poteva permettersi i costi legali, mobilitò un parente privo di esperienza quale penalista. Ma neppure ciò convince. Anche senza esperienza di legge criminale, pur di fare assolvere la sua assistita non avrebbe fatto molta fatica a fare interrogare sotto mandato di comparizione in merito sia Yigàl Amìr, sia Avishai Ravìv. ====== PAGE 84 ====== La Har Shefi è stata usata per dimostrare al pubblico che sì, Amìr faceva parte d una più ampia gang di assassini alla Università Bar Ilàn. Il momento scelto per la sua condanna, un mese prima del terzo anniversario dell assassinio di Rabìn (egli fu ucciso il 4 Novembre 1995) non è stato una coincidenza. Si fa ogni sforzo pur di impedire il bis di quanto è accaduto l anniversario scorso, dominato dall argomento della vera congiura per assassinare Rabìn. Un esempio. Mati Cohen, reporter di Canale Due TV, sta tentando di raggiungere la veritàin materia, e il suo ricercatore mi ha riferito che la emittente si rifiuta di trasmettere le prove da loro raccolte. D altro canto, Canale Due sta preparando un documento-dramma in tre parti, che andrà in onda la settimana dell anniversario: "Oyèv" (Nemico)Uno degli attori mi ha dato un accenno di quel che accadrà. E stato agghindato da religiosissimo "insediante" o colono, e ha avuto il còmpito di pittare con lo spray un "Murale" sexy su un ricovero per autobus. Quando una donna ched siede all interno protesta, lui le pitta la faccia con lo spray, a lei. Detto per inciso, a quell attore piace proprio recitare, ma ciononostante si è rifiutato di prender parte a tale sceneggiata propagandistica. Anche senza di lui questo saggio di spudorata disinformazione sta per approdare sui nostri teleschermi, finanziato dal glorioso vecchio Leone del Partito Laburista Davìd Moshevitz, e dalla sua casa produttrice TELEMEDIA. MARGALIT HAR SHEFI 2 La principale linea difensiva di Margalit Har Shefi. Non ha mai preso sul serio le spiegazioni "basate sulla Bibbia" che Yigàl Amìr tirava in ballo racconando di volere assassinare Rabìn. Per quanto riguardava lei, Amìr esprimeva una posizione teorica. Per dimostrare che era proprio così, il suo avvocato (civilista e parente e gratuito a caro prezzo)sottolineò che la ragazza aveva chiesto un appuntamento al di lei Rabbino, per domandargli se Amìr avesse ragione, se davvero Rabìn fosse un persecutore, un "rodef", dunque cacciagione buona per assassinio. Nella sua saggezza, il Rabbino le aveva detto che considerare Rabìn un "rodef" era assurdo. Tuttavia tale difesa si ritorse peggio d un boomerang, come chiunque con un minimo di fiuto poteva prevedere. I giudici stabilirono che la Har Shefi, prendendosi il disturbo di cercare consiglio rabbinico, ========= PAGE 85 ===== dimostrava di aver preso sul serio le minacce di Amìr. E per questa considerazione la hanno condannata. Ma lei aveva una difesa così a prova di errore, che il suo legale non compì alcun tentativo di riritorcere il boomerang. Non è concepibile che impieghino tanto tempo gli Ebrei residenti in Giudea e Samaria e a Gaza, per capire la congiura contro di loro, e in pratica contro lintera comunità religiosa "di destra". E ora che finalmente capiscano: una guerra nascosta quanto fiutabile, su tutti i fronti, è stata dichiarata contro di loro. Col fine ultimo di espellerli dalle loro case, e di rimpiazzarli coi beniamini dell OLP. Per ottenere ciò, il "Dipartimento Ebraico" della Shabàk con sede a Hebròn ha scatenata una collana infinita di porcherie atte a satanizzare tutti gliEbrei residenti nei Territori Contesi. Fra i "coloni" (in realtà residenti a pieno diritto) sono stati infiltrati numerosi agenti ufficialmente per sorvegliarne le attività, ma "anche" per organizzare clamorose infamie per lo più contro gli Arabi, per mano di comparse e di burattini locali. Veri professionisti degli effetti speciali in TV. Avishai Ravìv, socio nel crimine di Yigàl Amìr, è il più famigerato fra gli agenti, mentre Baruch Goldstein, Noam Freidman e i fratelli Kalahani sono i più pubblicizzati fra gli zimbelli della "Pace". Ce ne sono tanti altri. Ricordiamo i 17 membri dell "Organizzazione clandestina Ebraica" capeggiata, si raccontò, dal Tenente Oren Edri, i quali vennero arrestati e sottoposti a carcerazioni disumanizzanti (la faccia di Edri fu morsicata dai ratti), per poi essere riconosciuti innocenti di tutte le accuse. Per attenuare l umiliazione di tanta sconfitta della "Giustizia", sono stati messi in trappola i fratelli Kahalani, coinvolti nel progettato assassinio di Arabi. Non esisteva nessuna prova, e soltanto nel 2001 sono stati scarcerati, e le prove della trappola emergono goccia a goccia. Immediatamente dopo l assassinio di Rabìn, la colpa del gesto di Yigàl Amìr è stata appioppata alle Yeshivòt, le Università Rabbiniche o Seminari Ebraici che Amìr e Ravìv raccontarono di aver frequentate, e soprattutto è stata appioppata ai loro Rabbini, che loro avevano coinvolti nelle discussioni: è Rabìn un persecutore secondo il concetto Bibilico? In pochi giorni furono arrestati due Rabbini, qualche =============== PAGE 86 ========== settimana dopo un altro Rabbino è stato acciuffato e tenuto in prigione per mesi senza accuse. Lo Stato aveva deciso: responsabili dell assassinio di Rabìn sono i Rabbini, e dunque l Ebraismo Ortodosso. Da allora sono stati sovvenzionati articoli su riviste scandalistiche, e un film e un libro-spazzatura di Michael Karpin, per ficcare bene questa calunnia nel cervello del pubblico. In realtà erano stati i provocatori Ravìv e Amìr a attirare i Rabbini in trappola, spingendoli soprattutto a discutere il concetto di "Rodef", di persecutore secondo lo spirito e la lettera della Torà. Basta controllare tempi e luoghi: mai autorità Rabbinica discusse tale concetto senza che Ravìv e Amìr lo imponessero come tema. Così se Margalit Har Shefi (scarcerata nel 2001 senza tanti commenti) domandò al suo Rabbino un parere sulle giustificazioni che Amìr accampava per volere uccidere il "Persecutore" Rabìn, un motivo cera, e uno solo: la Shabàk aveva attirata in trappola lei, e per il Rabbino. Ma la difesa di Margalit non aveva la professionalità (o forse non aveva il permesso) per difendere la sua assistita usando lo strumento della verità. Ora, qual genere di personalità poteva essere reclutata per deliberatamente discreditare il buon nome della religione Ebraica? Adi Zik ha fornita la risposta venerdì scorso sul giornale HATSOFE:ci voleva un cacciatore in furtivo agguato. I capi della Shabàk ordinarono all agente Avishai Ravìv di sposare una ragazza religiosa, una "colona", per mantenere credibilità. Senza amore il matrimonio fallì, dopo due anni lei volle il divorzio perchè la picchiava. Tutto era stato combinato , scrive Adi Zik senza falsi pudori, dal capo della Shabàk, Carmi Gillon, burattinaio principe. ((((Shimon Peres nel 2001 ha nominato Carmi Gillòn ambasciatore d Israèl in Danimarca-Nota del traduttore)))) Immediatamente dopo il divorzio, Avishai Ravìv si cercò un altra religiosa per moje, e in gran fretta si fidanzò con una delle sue prede. Due donne che per un po avevano accettata la sua corte, ma subito avevano troncato ogni contatto, furono perseguitate da Ravìv senza posa. Compariva davanti a loro d improvviso, loro fuggivano, e ricevevano telefonate di minaccia, di parolacce Il diretto superiore di Ravìv, probabilmente il suo consulente matrimoniale, era Eli Barak, capo del "Dipartimento Ebraico" della Shabàk. Sorpresa sorpresa, Eli Baràk è un famigerato cacciatore di donne. Ha perseguitata la telereporter Carmela Menashe finchè il caso |