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non è divenuto di pubblico dominio. Ma non è tutto. Era un appassionato scambista di mogli finchè il suo socio negli scambi morì a New York, suicida pare, proprio mentre Eli Baràk per caso faceva visita alla Grande Mela. Eli Baràk guidava ubriaco, e durante una delle sue corse fracassò l’ auto. E poi mentì alla Polizia, raccontando che alla guida non era lui bensì il suo passeggero.

Yaacòv Perry, ex capo della Shabàk, predecessore di Carmi Gillòn, ha dichiarato di aver chiesto a Yitzhàk Rabìn di allontanare Baràk dalla Shabàk. Ma Rabìn non lo licenziò. Anzi, lo giudicò tanto corrotto e corruttibile, che lo spedì negli USA a imparare dai professionisti i trucchi sporchi e le operazioni sotto copertura. Dopo la scuola Eli Baràk ritornò in Israèl, e Yitzhàk Rabìn lo nominò capo del "Dipartimento Ebraico della Shabàk", ordinandogli di concretizzare un piano atto a sputtanare i "coloni" e i loro simpatizzanti.

Margalit Har Shefi è un’ altra vittima di tale programma di trappole malèfiche. Non le ha capite, per motivi che travalicano la mia comprensione. Né le hanno capite i suoi avvocati, né tanti altri Ebrei caduti vittime dello stesso complotto.

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8 CAPITOLO OTTO

DALLA SUA STORIA ISRAE’L NON IMPARERA’ NULLA

IL DOSSIER RABI’N DI MILSTEIN IN ENGLISH

"THE RABI’N FILE", il libro del Prof. Uri Milstein scatenò scalpore quattro anni fa quando uscì in Ebraico, perché fece a pezzi il mito di Yitzhàk Rabìn eroe di guerra. Avvalendosi soprattutto di interviste a testimoni oculari, Milstein presentò un ritratto di Rabìn codardo piagnucoloso. Tirando così le somme:

La carriera militare di Rabìn comprende i seguenti fatti documentati. Fuggì dal campo di battaglia; fu sollevato dall’ incarico di comandante di battaglione; fu sollevato due volte dall’ incarico di comandante di brigata; gettò la spugna per lo stress da Capo di Stato Maggiore…. Rabìn è un mito completo, senza un solo successo militare concreto… Ma incriminare Rabìn non è "politically correct", e persino gli oppositori della sua politica si guardano bene dal farlo. Pertanto in Israèl il sistema politico-culturale incoraggia i cover-up e i travisamenti, e così impedisce di cercare l’ intera verità, e garantisce un futuro di fiaschi disastrofi e catragedie.

La GEFEN BOOKS ha appena distribuito THE RABI’N FILE in Inglese, una rivelazione. Raffiche di regolate, già è una sofferenza leggere Milstein in Ivrìth, ma leggere la traduzione della GEFEN è ancora più doloroso, e ancor più illuminante.

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Uno schiaffo per quanti personalmente abbiano a cuore la sicurezza d’ Israèl. Ce ne sono tanti nel Mondo intero. Milstein ricostruisce la vita d’ un giovane messo ai vertici militari soprattutto per merito di sua Madre, famosa attivista di Sinistra. Malgrado il suo carattere, viene messo a comandare battaglioni e brigate, di dimostra un caso disperato, ma viene confermato. Nell’ unica prova del fuoco, il 20 Aprile 1948, Rabìn fugge da un convoglio caduto in un’imboscata, col pretesto di andare a mettere insieme i rinforzi. Tuttavia come si mette al sicuro, Rabìn sceglie di non tornare sl campo di battaglia, dove dozzine dei suoi uomini sono feriti e stanno morendo. Preferisce schiacciare un pisolino. Un mese dopo ha dormito all’ ostello dei soldati a Gerusalemme, mentre 44 uomini della Brigata Harel della quale egli era il comandante morivano sulle rocciose falde del Nebi Samuèl, distanti miglia cinque soltanto.

Allora come Rabìn assurse ai ranghi supremi delle Forze Armate e della diplomazia, e della politica? Tutto salta fuori, per puro caso. Giugno 1948, Davìd Ben Guriòn, Primo Ministro, ordina di affondare al largo di Tel Avìv un bastimento carico carico di …armi destinate alla difesa d’ Israèl. L’ ALTALENA. Ma la nave apparteneva all’ organizzazione rivale "Di destra", l’ Irgùn, e sul ponte stava sull’ attenti Menachem Begin, che in politica non andava d’accordo con Ben Guriòn. Lo qualo Ben Guriòn trovò un disponibilissimo ufficiale, Yigàl Yadìn, pronto a affondare la ALTALENA con le artiglierie.Ma non fu trovato nessun soldato né ufficiale pronto a sparare agli uomini dell’ Irgùn mentre raggiungevano la costa a nuoto.

Yitzhàk Rabìn marciò nel Quartier Generale del Palmàch per andar a trovasre la fidanzata, Leah. Ben Guriòn si rese conto: soltanto il Palmàch , di estrema sinistra, era imbevuto di odio contro l’ Irgùn, a basta per sparare a uomini morti senza speranza che tentavano di allontanarsi a nuoto dalla nave in fiamme. In quell’ edificio del QG del Palmàch, nessuno aveva grado più alto, e così Rabìn diede ordine di uccidere. Quattordici uomini, Ebrei, caddero, assassinati dalle pallottole sue. Per impedire alla brutta realtà di raggiungere il pubblico, da quel momento Ben Gurion si sentì in dovere di far salire Rabìn sempre più su nella carriera militare.

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THE RABI’N FILE: quasi tutto il libro riguarda non la persona di Rabìn, bensì la fabbricazione del mito, e il costo, in termini di vite umane, al Popolo di Israèl. Rabin non fu l’ unico ufficiale a mettersi in pessima luce durante la guerra d’ Indipendenza. Yigàl Allon, l’ "Eroe" della guerra, non pose mai piede in un campo di battaglia in fiamme. Quanti lo avean fatto (per esempio Uzi Narkiss, e Yitzhàk Sadeh, e Yohai Bin-Nun, e Chaìm Bar Lev, e Yosèf Tabenkin….) hanno manifestata la stessa carenza di polso e di spina dorsale e di raziocinio poi dimostrata da Rabìn.

Risultato: la perdita di SEIMILA uomini, l’ 1% della popolazione Ebraica d’ Israèl, il 10% dei suoi migliori giovani. Milstein c’ impedisce di dimenticare: la Brigata Harel di Rabìn perse pure i quartieri più sacri di Gerusalemme, e le postazioni d’ importanza vitale ovunque fuorché nella parte ovest della Città. E così come Israèl riuscì a sopravvivere alla guerra malgrado tutto? Per lo più grazie al coraggio e alla determinazione di ufficiali di minor grado e dei loro uomini, e alla incompetenza del nemico.

Questa, insiste Milstein, è l’ eredità di Rabìn. Tuttoggi le IDF promuovono gli ufficiali più incompetenti e onusti di scandali, che poi assurgono ai livelli massimi del sistema politico, e è il Paese a pagarne il prezzo.

Per esperienza mia personale, non posso che essere d’ accordo al massimo. Quasi tutti coloro i quali fanno servizio nelle IDF si domandano: come abbiamo fatto a vincere? E la conclusione:è la controparte che è incredibilmente disperata. Sin dal mio primo giorno di naja ho notato: gli alti ufficiali erano balordi, i soldati e i sottufficiali erano generalmente ammirevoli. In definitiva i risultati erano tragici. Consentitemi di dare alcuni assaggi di vita reale:

1. Ho prestato servizio in un battaglione antiaereo di media dimensione. Il nostro capo-divisione continuava a molestare le donne nella nostra unità, affidava il comando a ufficiali suonati, relegava gli ufficiali migliori a languire per sempre come tenenti. Un ==============PAGE 92 ==============

regime così umiliante e incomprensibile aveva buttato giù il morale così tanto, che io domandai un appuntamento per incontrare Chaìm Laskòv, allora capo "Ombudsman" per le IDF. Lo misi in guardia: presto si sarebbe verificata una tragedia, se gli ufficiali non fossero stati sostituiti. Il mònito

fu ignorato, e nel giro di quattro mesi vi furono due tentativi di suicidio, uno riuscito, l’altro ha lasciato il soldatino allo stato vegetativo per l’ intera esistenza. Il comandante della divisione non fu privato della divisa. Per essere rimosso fu promosso, e divenne guardiano di un grande recinto militare.

2.Tuttavia, la politica di promuovere i balordi continuò. Un soldato era ladro e bugiardo. Ma era pure il rampollo d’ una altolocata famiglia del Partito Laburista. Nel 1982 durante la guerra in Libano era un primo Luogotenente. Nel frattempo, io ero stato trasferito in un’ unità di missili a breve raggio, e io pure ho combattuto nella guerra in Libano. Al quarto giorno dei combattimenti, molti della nostra unità domandavano di essere mandati a casa: alcuni per viltà, altri per legittimi motivi. A uno solo fu accordato il permesso, al nostro comandante di divisione, l’ ufficiale di massimo grado nel campo di battaglia. Ciononostante, la mia divisione si comportò bene, abbattè tre MIG della Siria. Nel frattempo la divisione cui appartenevo prima fece ridere l’ intero Paese: mancò una squadriglia di MIG in attacco, perché gli ufficiali non avevano ordinato in tempo di togliere le spille di sicurezza dai missili.

3.Ho fatta la naja in una grande base dell’ Aeronautica. Per due mesi ogni sera ci fu ordinato di appostarci per acciuffare un incendiario che alla fine aveva appiccato 32 incendi nella base. Quando alla fine fu preso, altri non era se non il capo dei servizi antincendio della base, il quale pensava che sarebbe stato promosso ove risultasse sempre più necessario. Nello stesso periodo, un cuoco frustrato spruzzò nell’ insalata veleno antiratti, intossicando 780 soldati, due dei quali hanno evitata la morte per un pelo. Ma i nostri ufficiali si preoccupavano di noi soltanto per ricordarci ogni momento: come soldati, ci era proibito di parlare coi giornalisti. Dopo un po’, decisi di non rispettare tale regola. Telefonai a Ha-aretz, al reporter di affari militari,

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Zeev Schiff, e gli dissi che c’ era un cover-up, ordinato per nascondere un avvelenamento di massa contro una delle più importanti basi aeree delle IDF. La vicenda divenne uno scandalo nazionale. Il comandante della base fu allontanato soltanto alcuni anni dopo, e Yitzhàk Rabìn lo sostituì con Aviem Selah, il manovratore di Jonathan Pollard. Il silenzio Selah era ampiamente premiato.

Durante la guerra in Libano, vi furono tre assi di attacco. Soltanto l’ asse di mezzo fallì miseramente, e non riuscì a raggiungere i suoi bersagli. Due dei comandanti proprio di tale asse, Dan Shomròn e Amiràm Mitzneh, furono scelti da Yitzhàk Rabìn, Ministro della Difesa, per reprimere l’ intifada nel 1987. Egli scelse di promuovere ufficiali come lui, incompetenti e onusti di scandali; e una piccola protesta, che si sarebbe potuta sedare in pochi giorni, si trasformò in spietata rivolta sanguinaria.

E c’ era un altro ufficiale nell’ asse centrale, che Rabìn scelse di promuovere, l’ allora colonnello Ehùd Baràk. Nessuna promozione per i comandanti degli assi costiero e orientale. Il più tragico disastro della guerra in Libano fu l’ imboscata a Sultan Ja’acob a metà Luglio 1982, durante la quale morirono 22 soldati delle IDF. Per anni le IDF continuarono il cover-up su chi aveva dato l’ ordine di avanzare verso la trappola. Nel 1994 il capo del Comando Nord, Generale Avigdor Ben Gal, ruppe il silenzio, e fu sostenuto dall’ allora suo capo dei servizi segreti, Col. Mickey Shatz. Mentre Ben Gal era in pattugliamento su una jeep, Ehùd Baràk ordinò di avanzare dentro a Sultan Ya’acob, iniziativa tutta e soltanto sua. Sino a oggi le famiglie di cinque soldati catturati dal nemico non sanno nulla della sorte dei loro figli, né i loro corpi sono stati restituiti, al fine di coprire il fiasco e di proteggere Ehùd Baràk.

Altre cinque famiglie hanno pianto i loro figli nel 1992, quando Ehùd Baràk comandò una esercitazione alla base di Tze’elim, nel deserto del Negev. Un razzo piombò sui soldati, ferendone sette. Ehùd Baràk balzò sul suo elicottero prima che i feriti venissero evacuati, e volò a Tel Aviv per coordinare con Rabìn il cover-up.

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Ai cittadini fu raccontato che l’ intera verità non poteva essere comunicata, in quanto Ehùd Baràk stava preparando una missione segretissima per eliminare Saddàm Hussèin. La bugìa non riuscì a convincere le famiglie delle vittime; vennero sottoposte a pesante sorveglianza finchè non persero ogni forza. Erano troppo esauste per proseguire la loro lotta per la giustizia.

Ora abbiamo le elezioni, e guardate chi sono i candidati principali: Ehùd Baràk, Mordechai, Lipkin-Shahàk, e Netanyahu, tutti ex ufficiali delle IDF. Netanyahu è l’ unico candidato con pagella militare senza macchia. L’ unico assurto al grado di capitàno e basta. Gli altri sono due ex capi di stato maggiore,e un Capo del Comando Nord. Ehùd Baràk è il peggiore del mazzo, ma i Generali Yitzhàk Mordechai e Amnon Lipkin-Shahàk quando comandavano non trovarono alcuna soluzione creativa o coraggiosa per il pantano del Libano. Che vide oltre cento dei nostri giovani migliori uccisi durante le loro gestioni, e ha lasciato le IDF demoralizzate e deboli. Se un’ accozzaglia di terroristi come Hizbullah riesce a calpestare i migliori soldati delle IDF, possiamo soltanto tremare al pensiero di quanto potrà accadere in una guerra con veri eserciti. La soluzione militare di Lipkin-Shahàk è stata questa. Guidare i negoziati con l’ OLP per il ritiro. Splendido esempio di spirito combattivo per tutti i soldati delle IDF.

Le imminenti elezioni dimostrano: quanto afferma il libro di Uri Milstein, THE RABI’N FILE, sono azzeccate. Chi ama Israele fa bene a leggerlo, traendone le uniche possibili conclusioni, e chiedere fondamentali riforme ai sistemi poliico, e militare, di Israèl.

L’ ACCORDO PER IL TRASFERIMENTO- Parte 1

Insieme con PERFIDITY di Ben Hecht, è stato definito il più controverso libro ma iscritto su Israèl.

Ma diversamente da "Perfidity", non ha mai avuto grande pubblico il libro THE TRANSFER AGREEMENT di Edwin Black(MacMillan,1985). Fu rapidamente eliminato dagli scaffali, e

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senza processi, condanne, mandati di sequestro. E’ praticamente introvabile. Di cuore io ringrazio David Perkins, che è andato a Washington, e ne ha fatte copie alla Library of Congress.

Con grande abnegazione e immenso lavoro, il libro di Black dimostra: nel 1933 l’ Ebraismo nel resto del Mondo organizzava il boicottaggio economico contro il nuovo regime NAZISTA in Germania, nella speranza di mandarlo in frantumi prima che riuscisse a realizzare l’ Olocausto. Ma intanto a Gerusalemme il partito Mapai (Laburista) dell’ Organizzazione Sionistica decideva di fare della Germania nazista il massimo partner commerciale della Palestina.

Strumento principe del commercio era il Transfer Agreement. I nazisti, e i Sionisti Laburisti, avevano in comune una cosa importantissima: i nazisti volevano liberare la Germania dagli Ebrei. I Sionisti Socialisti volevano la stessa cosa, nella misura in cui gli Ebrei lasciassero la Germania per salire a Sionne. Per attuare tale trasferimento di Ebrei, fu stilato un accordo: ogni Ebreo deciso a traslocare dalla Germania alla Palestina avrebbe usato i suoi capitali per comprare, in Eretz Yisraèl, merci Tedesche. Così, mentre gli Ebrei del Mondo erano impegnatissimi a combattere economicamente la Germania nazista, i Sionisti del Mapai salvavano Berlino dalla rovina finanziaria.

Per farla breve: i Laburisti Sionisti hanno garantita la sopravvivenza dei nazisti. Per ciò ottenere, era essenziale che i loro rivali, i Sionisti Revisionisti (Likùd) fossero eliminati dalle strutture del potere dell’ ormai rinascente Stato di Israèl. L’ assassinio di Chaìm Arlozoroff, Sionista Laburista, e capo negoziatore del Tranfer Agreement, fu il mezzo ideale per sputtanare completamente l’ opposizione, e fer dare via libera all’ azione: fare buoni business coi nazisti, e nel frattempo creare uno stato dalla immagine socialista.

Per essere sincero, qui sto riassumendo drasticamente, in quanto Edwin Black non dipinge le cose così in bianco e in nero. Tuttavia i lettori del suo libro, ne sono certo, rimangono con tale impressione. In effetti Edwin Black conclude così:


"Il boicottaggio avrebbe davvero rovesciato il regime di Hitler? Risposta: per un breve tempo, il

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boicottaggio antinazi ebbe proprio una eccellente chance per rovesciare il Terzo Reich. L’ efficacia massima del boicottaggio avvenne giusto dopo l’ 1 Aprile 1933. Se in quel momento le organizzazioni mondiali Ebraiche,e Sionistiche, si fossero unite in favore del boicottaggio, sarebbero probabilmente riuscite a mobilitare gran parte della popolazione Cristiana e molti Governi che al boicottaggio avrebbero aderito. Nei primissimi mesi al potere, i nazisti non sarebbero riusciti a mantenere il controllo."

Tuttavia il "Who’s who" dei primi eroi Sionisti boicottò il boicottaggio. Nella "Parte 1" di questa mia ricostruzione storica, seguirò le vicende dell’ accordo segreto secondo le parole dello stesso Edwin Black. Non voglio rallentare la esposizione coi dettagli su ciascun leader dell’ Ebraismo e su ogni Organizzazione Ebraica. Comunque, quanti boicottarono il boicottaggio si allearono coi Laburisti Sionisti di Palestina. Nella "Parte 2" ricostruisco l’ assassinio di Arlosoroff, e la sua più che casuale somiglianza con l’ assassinio di Rabìn 62 anni dopo.Negli anni ‘90, invece di negoziare coi nazisti nemici mortali degli Ebrei, i Laburisti Sionisti sfruttarono un assassinio politico per promuovere i loro patti con l’ Olp nemica mortale degli Ebrei, eliminando i Revisionisti (Likùd) e le loro obiezioni, attraverso deliberate calunnie, dirottando sul Herùt (Libertà-Likùd-Revisionisti) di Shamìr, di Begin, di Sharòn, di Netanyahu, di Jabotinsky, la colpa dell’ assassinio di Rabìn.

THE TRANSFER AGREEMENT, PP 107 - Locker avvertì l’ Agenzia Ebraica a Gerusalemme: per motivi tattici, era necessario che in ogni Paese i Sionisti evitassero di partecipare alla lotta contro Hitler. Locker temeva che aperte critiche a Hitler facessero precipitare la situazione e i giri di vite specie contro i Sionisti in Germania…. I Sionisti stavano cercando la distensione con un nemico, per realizzare il nazionalismo Ebraico… Ma l’ ostilità dell’ AJC (American Jewish Committee) contro l’attivismo antinazista riuscì a scavalcare persino la definizione loro della difesa Ebraica.

PP 127 -Vincolando l’ acquisto di merci Tedesche alla ascesi (ALYIA’H) di Ebrei Tedeschi in Palestina…. Il movimento Sionistico si obbligava non soltanto a astenersi da,e a opporsi a ogni

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boicottaggio contro Berlino; si obbligava a aggressivamente sponsorizzare l’ export Tedesco.

PP 134/135 - Il Governo Tedesco si sentiva sicuro: aveva premuto il grilletto che avrebbe ucciso il boicottaggio, in quanto il Movimento Sionistico ormai era nel business dell’ export tedesco…Gli Ebrei del Mondo ora dovevano scegliere: o boicottare Hitler, o costruire la Palestina… Cosa politica, non cosa umanitaria, altrimenti i Sionisti si sarebbero prodigati per aiutare gli Ebrei in fuga dalla Germania ovunque andassero a cercare rifugio.

PP 201 - Eppure a un comizio a metà Luglio 1933 tenuto al culmine dell’ attivismo antinazista a Londra, Nahum Sokolov, dall’ alto della sua posizione di Presidente della Federazione, raccomandò al comizio antinazista di rinunciare ai piani di boicottaggio. E Chaìm Weizmann, e altri personaggi chiave del Sionismo, ripetutamente "consigliarono" ai Deputies di persistere nella loro politica anti-boicottaggio.

PP 293 - Chaim Weizmann, dei "Sionisti Generali" (Liberali anti-Herùt) boicottò la riunione, e richiese che il suo nome fosse cancellato dalla lista degli oratori al Congresso in quanto era stato consentito di parlare ai Revisionisti (Herùt-Jabotinsky).

PP 301 - Lo stesso pomeriggio, mentre il leader dei Revisionisti, Vladimir Zeev Jabotinsky, stava esortanto i suoi seguaci a accantonare le incomprensioni politiche onde favorire la guerra contro il nazismo, il leader Laburista, Davìd Ben Guriòn, parlando al congresso strategico del Mapai, esortava i seguaci suoi a fare esattamente il contrario. Il più importante còmpito del movimento, dichiarò Ben Gurion, era ripulire il movimento dai Revisionisti, e estendere i confini politici del Mapai affinché coprisse l’ intera Organizzazione Sionistica.

PP 306 - Il Dott. Ruppin fece in modo che da quasi tutte le bozze del suo discorso venisse eliminato ogni riferimento al Transfer Agreement. Ruppin chiaramente preferiva che la storia credesse: egli non ha mai nemmeno menzionato il tema,

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PP 308 - La posizione dei Revisionisti non è mai stata nemmeno ascoltata. Motzkin annunciò che una volta presentate le mozioni, non ci sarebbe stato dibattito. Ciò su decisione del presidium, dominato dal Mapai… Nahum Goldmann esortò il Congresso a manifestare unità, prendendo in considerazione soltanto la risoluzione basata sul Mapai.

PP 310/311-I portatori di buoni del Tesoro Tedeschi, e di prestiti dello Stato, e di investimenti Tedeschi, nel Mondo intero, sono stati implorati: lasciate perdere i guadagni materiali provenienti dal traffico in merci della Germania… Ma ora che l’ Organizzazione Sionistica è pronta a tradire il boicottaggio, in cambio del precisamente medesimo stimolo economico, molti nel Mondo vengono esortati a mollare la lotta antinazista.

PP 361 - Rebus sic stantiibus (stantiibus sive marcibus o putridibus), la guida del boicottaggio mondiale a Hitler veniva regalata a funzionari Sionisti, e a Organizzazioni Sionistiche di matrice Laburista : fu questo il fato del boicottaggio internazionale nutrito dagli Ebrei del Mondo tutto. Il boicottaggio contro il Terzo Reich sarebbe stato guidato da dirigenti che in realtà boicottavano il boicottaggio.

PP 373 - Ormai nel 1935 il bisogno della Palestina di vendere merci Tedesche onde controbilanciare i depositi degli Ebrei nei conti del Transfer è divenuto grande, più di quanto chiunque si aspetasse. Così l’ Organizzazione Sionistica creò un’ altra Ditta del Transfer, che ha gestita una rete di vendite in Iraq, in Egitto, in Siria nella Regione. I mercati del Vicino Oriente furono spalancati a vaste gamme di export Tedeschi, dalle Volkswagen alle opere per i ponti municipali.

PP 375 - 1936: la popolazione Ebraica è raddoppiata… Haifa è florida città di immigrati Tedeschi. La Palestina è prossima a avere una maggioranza di cittadini Ebrei, si avvia a diventare l’ Ebreo degli Stati.

PP 382 - Domanda che non lascia dormire: fu la relazione economica con Berlino fattore indispensabile per la creazione dello Stato d’ Israèl? RISPOSTA: SI’.

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Così termina lo sconvolgente libro di Edwin Black. Il Sionismo Laburista ha la via spianata, ha creato uno Stato a sua immagine. Al vile prezzo di soltanto 6 milioni di morti ammazzati. Il medesimo Stato sarebbe stato creato dai Revisionisti, ove loro fosse stato consentito di lottare. E il prezzo in fatto di morti sarebbe stato alto ma, in retrospettiva, di gran lunga più ragionevole.

IL "TRANSFER AGREEMENT"- Parte 2

Ho ricevute numerose obiezioni alla prima parte della mia rassegna del libro di Edwin Black, THE TRANSFER AGREEMENT. Due i tocchi più tastati: Primo: chi è Edwin Black? Secondo: e perché gli dovremmo credere? Da lunga pezza Mister Black era reporter al THE CHICAGO TRIBUNE, e figlio di superstiti dell’ Olocausto. Il libro suo fu pubblicato nientepopodimenochè da MacMillan, e rimase tanti mesi in anticamera sinchè il redattore-cerbero, Ned Chase, ebbe la certezza che ogni punto era solidamente dimostrato.

Seconda obiezione, risposta pure facile. Numerosi lettori mi hanno scritto brontolando perché si ririritirava fuori storia di sessant’ anni prima, anzi ormai settanta, ma che senso ha?…. Il punto è:la mentalità dei Socialisti Sionisti non è cambiata, e alcuni Israeliani apprendevano tale Storia per la primissima volta.

Nel 1933 la vasta maggioranza degli Ebrei Palestinesi manifestò legittima rabbia contro i nazisti, boicottando le merci Tedesche. Nello stesso tempo la leadership Laburista Sionista fe’ pernacchie all’ opinione della maggioranza, e condusse negoziati segreti col regime del terrore di Hitler, il che comportò un patto economico di ampia gamma.

Nel 1993 la vasta maggioranza degli Ebrei di Israèl, o se preferite di Palestina, manifestò legittima rabbia contro l’ OLP, rifiutandosi di riconoscerli anche da lontano quali possibili partner diplomatici. Nello stesso tempo la leadership Laburista Sionista fe’ pernacchie all’ opinione della maggioranza, e condusse negoziati segreti col regime del terrore di Arraffato, il che comportò un patto economico di ampia gamma.

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Nel 1933, il capo dei negoziatori con i nazisti, Chaìm Arlosoroff, fu assassinato. E quantunque i perpetratori del crimine non venissero dall’ opposizione politica (e ben lo sapevano specie i capi Laburisti Sionisti) le Sinistre sfruttarono l’ omicidio per dare un colpo d’ acceleratore all’ immorale patto, quando le ob iezioni ad esso divennero soverchianti.

Nel 1995, il capo dei negoziatori con l’ OLP, Yitzhàk Rabìn, …. Virgolette a capoverso preced.

Ora, lasciamo che Edwin Black racconti la Storia. Infiltro qualche mio commento fra i suoi dati.

PP 137 - Còmpito uno: diffondere il mito che la proposta ufficiale del Sionismo fosse nelle mani di Chaim Arlosoroff, capo del Dipartimento Politico della Jewish Agency…. "Ciò mi spinge a una domanda centrale…. La liquidazione dei capitali e dei beni appartenenti agli emigranti Ebrei Tedeschi", Arlosoroff spiegò: "E’ assurdo ignorare questo, o pensare che si possa risolverlo senza un accordo col governo di Berlino".

PP 148 - Chaìm Arlosoroff fu fra i più provocatori pensatori dei suoi giorni…. I suoi amici Ebrei cominciarono a temerlo, e a odiarlo. Arlosoroff era uno dei massimi leader Mapai (Laburisti), ma i moderati filo-Laburisti non riuscirono a contenere la loro furia, quando il figlio-prodigio del Movimento Sionistico abbandonava ogni regola democratica della disciplina sionistica. Unilateralmente egli formulava e compiva politica: grandi conquiste nelle trattative con gli Arabi verso lo Stato binazionale, che regolarmente si concludevano con l’ assassinio dei firmatari Arabi da parte dei "Fondamentalisti", dei killer mandati da Hitler e dal suo camerata Haj Amin El-Husseini, il Gran Mùfti di Gerusalemme, deluso dal’ Inglesi che non buttavano a mare abbastanza Ebrei. E controversi affarucci coi nazisti. Tutto da solo, Arlosoroff plasmava il destino di società e nazioni, non in discreti modi discussi con gli altri, né in teoretici scritti da buon intellettuale. No, no, un FAIT ACCOMPLI dietro l’ altro.

Svendeva agli Arabi la Terra Promessa, e nel mentre strappava ai Revisionisti (Likùd) il tappeto delle elezioni Sionistiche da sotto i piedi. I suoi nemici fra gli Ebrei erano convinti che non potesse esistere peggior nemesi. Arlosoroff era nemico specialmente dei Sionisti Revisionisti. Fu Arlosoroff che alla fine del 1931 concepì il decreto contro chiunque fosse iscritto all’ "Unione Revisionisti" di Jabotinsky. La gente che urlava "ammazziamolo"

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era così tanta, all’ inizio del 1933, che girava voce: negli ambienti Revisionisti si litiga, fra chi lo vuole assassinare prima, e chi dopo il Diciottesimo Congresso Sionista.

PP 150 - Il 9 Giugno 1933 il Giornale dei "Palestinesi Revisionisti" Hazìt Ha’am dichiarò: "Nel momento in cui il Popolo di Israèl in Palestina e all’ estero è in difensiva guerra d’ onore contro la Germania… un funzionario della Agenzia Ebraica (Arlosoroff) suggerisce, non soltanto di cancellare il boicottaggio, ma promette pure un mercato per l’ import Tedesco…". L’animosità delle Masse Ebraiche ….ha gettato Arlosoroff nella profonda depressione.

PP 151 - Arlosoroff rifiutò protezione dicendo: "Nessun Ebreo mi vorrà uccidere".

PP 152 - All’ ospedale i medici non erano ben preparati, erano molto incerti… non c’ era nessun chirurgo in servizio… con l’ ultimo fiato nei polmoni, Arlosoroff si volse al Sindaco di Tel Avìv, e gli sussurrò: "Guarda quel che mi hanno fatto", e morì.

PP 157 - Subito, logico, i colpevoli sono i Revisionisti, soprattutto sono quelli che vanno meglio come colpevoli, per tanta gente. Squadre della Polizia fecero incursioni nelle abitazioni dei massimi esponenti Revisionist, anche nella casa di Abba Achimeir, redattore di HAZI’T HA’AM… Là trovarono un attivista del BETA’R (Movimento giovanile Revisionista), Abraham Stavsky…

Sima Arlosoroff identificò Stavsky come l’uomo che aveva retta la torcia elettrica, e il Polacco Revisionista Avi Rosenblatt come l’uomo che aveva sparato con la pistola. Settimane dopo, Achimeir fu accusato di avere orchestrato il complotto. Sima era sottoposta a tremenda pressione dai capi Mapai affinché ribadisse la testimonianza devastante, malgrado i dubbi nel frattempo emersi. Nei mesi successivi, l’ investigazione sull’ assassinio fu assediata da confessioni comprate e ben pagate di Arabi, da testimoni falsi, da prove fabbricate, da bizzarre teorie,da rivelazioni drammatiche e da domande con risposte impossibili. Nel giro di un anno tanto Rosenblatt, quanto Achimer, furono

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assolti a causa delle prove contradditorie. … Stavsky fu definitivamente prosciolto per prove fornite dalla tecnica; ….i capi Laburisti, contenti perché il Revisionismo era stato coinvolto,giuridicamente colpevole o no, mica importa- anche vari decenni dopo di sono rifiutati di ridiscutere il caso. Guardiamo al futuro, e non al passato.

PP 158 - Jabotinsky fu spesso considerato personalmente responsabile. Certi Pamphlet lo chiamano "Belva assetata di sangue". David Ben Gurion ammise: "Il caso mi interessa se l’ assassino è Jabotinsky, non se è Stavsky". Ben Guriòn dichiarò: "Jabotinsky portava piena responsabilità perché del Revisionismo era "Comandante, leader e mèntore". L’ ostilità continuò mentre le forze del Mapai martellavano il Herùt (Revisionisti) come "Caricatura fascista del sionismo", intimidendo gli Ebrei che sostenevano Jabotinsky. Lo stesso Jabotinsky fu definito un Hitler Ebreo, comandante di forze simili alle SA naziste. Eppure nella realtà non erano stati i Prodi della militanza Ebraica, i Sionisti Revisionisti, a costruire canali di collaborazione politica e commerciale col Terzo Reich, erano state le forze del Mapai.

Il palcoscenico per l’ assassinio di Rabìn è stato costruito precisamente con lo stesso materiale, e ha usato gli stessi attori, le medesime star. Sima Arlosoroff, come Leah Rabìn, sapevano più di quanto loro fosse consentito dire, e sotto costrizione diedero la colpa all’ opposizione politica. Yigàl e Hagai Amìr hanno fatte le parti di Stavsky e di Rosenblatt nella produzio ne più recente, nel remake più fresco. Netanyahu è un buon Jabotinsky, Ehùd Baràk un meno convincente Ben Guriòn. Arafat è un efficace Hitler. I puntelli cambiano, ma il copione non ha subìto che poche modifiche.

Ora la scena cambia. Praga, 18esimo Congresso Sionistico. Ormai è scoppiato lo scandalo, tutti sanno del segreto "Transfer Agreement". Il Sionismo Laburista deve dirottare le critiche sull’ immorale suo patto; onde ciò ottenere, giuoca la carta Arlosoroff con la stessa efficacia con la quale il Partito Laburista di oggi ha giuocata la carta di Rabìn per tenere in carreggiata i suoi patti immorali con l’ OLP.

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PP 314 - Ripresa finalmente la sessione, i Revisionisti sono ansiosi di chiedere più dettagli sul Transfer Agreement. Ma la procedura è interrotta da quanto molti ritengono un’ emergenza orchestrata. Qualcuno con gesto drammatico porge a Motzkin un telegramma: Motzkìn reagisce con sguardo di shock. Il presidio fa circolare il telegramma e annuncia: questa sessione viene subito aggiornata… tutti bisbigliano, il telegramma viene dalla Palestina. Uno dei Revisionisti sotto processo per l’ assassinio di Arlosoroff ha confessato, dice… L’ indomani i delegati al Congresso scoprono in poco tempo: il "Telegramma della confessione" è falso. Però il falso allarme è servito a precludere un giorno in più la discussione sul vero tema caldo: il Transfer Agreement.

PP 330/331 - Ora i rappresentanti di tutti i partiti hanno udita la testimonianza della Commissione Politica sugli aspetti almeno superficiali del Transfer Agreement. I Revisionisti pensano di potersi appellare ai delegati per una mozione che annulli il Transfer Agreement. Come previsto, per bloccare ciò, il Mapai ha un sol modo, intensificare le accuse, sono stati i Revisionisti a uccidere Arlosoroff… Picchia duro con tale accusa Katznelson, e urla: "Sinora uno solo di noi Ebrei è stato ammazzato…". E così andò. Ora dopo ora, giorno dopo sera. La crisi in Germania fu omessa dall’ agenda. La minaccia dell’ Hitlerismo fu scavalcata. I Nazisti devono essersene fatte, delle risate.

PP 334 - Il Mapai ce l’ ha fatta finalmente: una sessione speciale dedicata soltanto alla questione della violenza…. Il Comitato Esecutivo ora ha pieni poteri, "Espellere nella maniera più efficace … dall’ Organizzazione Sionistica quanti elementi siano responsabili della violenza".

E’ come se chiunque ha orchestrato l’ assassinio di Rabìn avesse detto: "Forza, ricopiamo il caso Arlosoroff da cima a fondo". Una volta Rabìn fuori dei piedi, tutto il dibattito sull’ accordo di Oslo fu dirottato precisamente nel medesimo modo. Chiunque osasse opporsi all’ accordo era etichettato

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come assassino, e ciò giustificava la prosecuzione del nefasto accordo.

A chi mi critica io dico: leggete THE TRANSFER AGREEMENT di Edwin Black. Imparate dalla storia. La stessa mentalità della stessa gente è all’ ovra nei giorni nostri. Non possiamo consentir loro di condurci di nuovo al macello.

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9 CAPITOLO NOVE

IL NUOVO ORDINE MONDIALE (NOM) STRINGE LA MORSA

IL CONTROLLO DEL NOM SULL’ ECONOMIA DI ISRAE’L

Quelle forze che desiderano creare un NWO (New World Order) o Nuovo Ordine Mondiale o NOM, fondato su un sol governo, da lunga pezza capirono: per distruggere la sovranità di una nazione, corromperne la diplomazia non basta. Devono anche godere dello strapotere che deriva dal controllo dell’ economìa. E così, attraverso la World Bank o Banca Mondiale, e attraverso il FMI (Fondo Monetario Internazionale) dette forze hanno piazzato compiacenti amministratori nei Governi del Mondo intero. In Israèl l’ agente di turno è Yaacov Frenkel, Chairman della Bank of Israel.

Tipicamente, i mutui della World Bank dànno miliardi di dollari a interessi alti a un dittatore del Terzo Mondo, perché finanzi qualche capolavoro d’ ingegnerìa scervellato. Gran parte del danaro in poco tempo si rifugia nel conticino offshore del tiranno, e il megalomaniacale capolavoro d’ ingegnerìa prosciuga tutte le risorse del Paese. Incapace di rimborsare il mutuo alla World Bank, il governo del dittatore si rivolge all’ IMF o FMI per un mutuo che faccia da pecetta al precedente. L’ IMF accetta di indebitare ancor peggio il Paese, e lo alimenta artificiosamente per un po’ esigendo una serie di "riforme" che garantito fanno sprofondare il Popolo nella patetica miseria. Tali "Riforme" vengono sotto la specie di rendere più "efficiente" l’ economìa con prfovveddimenti tipo trasformare un’ economia agricola, funzionante e variabile, e fondata sui contadini,