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in una monocoltura, cosė gettando nella disoccupazione quasi tutti i contadini, che diventano schiavi di piantagioni appartenenti a Ditte appartenenti a solidi gruppi. Il colpo di grazia al Paese arriva al prossimo disastro naturale, o al prossimo crollo sui mercati delle commodities o derrate alimentari.

Col controllo dell’ economia della Nazione, il NWO eredita il controllo della sua diplomazia indipendente. In Isračl, nei primi Anni ’80 del Ventesimo Secolo, verso il 1981, il NOM si vendicō contro un onorato e indipendente Primo Ministro, Menachčm Begin, sparando l’inflazione oltre il 450%. Gli uomini che orchestrarono ciō deall’ interno del governo furono Michael Bruno(Chairman della Bank of Isračl) e Yorām Aridōr, Ministro delle Finanze. Fu Bruno a giustificare la serie di provvedimenti voluti da Aridor, che come garantito in partenza avrebbero scatenata subito l’ inflazione, quale per esempio l’ improvvisa e inspiegata abolizione di quasi tutti i dazi sulle merci importate. Ambo i genii furono benremunerati per il loro tradimento. Aridor, contro ogni logica naturale, fu nominato ambasciatore d’ Isračl alle Nazioni Unite, e Bruno fu assunto vita natural durante dall’ IMF.

Nel 1991 il governo di Yitzhāk Shamėr (Likųd) fu costretto a nominare Chairman della Banca di Isračl proprio Yaacōv Frenkel, dirigente della World Bank, con base a Washington, che dal 1967 non viveva in Isračl. Appena presa la poltrona, Frenkel non sprecō tempo, e indebitō enormemente Isračl gonfiando i tassi d’ interesse, e incoraggiando il Governo di Gerusalemme a chiedere 10 Miliardi di US$ alle banche degli USA, prestiti garantiti dal Governo dello Zio Sam. Ufficialmente per assorbire un’ ondata da immigrati dalla ex-URSS che sommerge Isračl. Gli economistėm, col senno di poi, scoprono che i mutui sono disastrosi: costano il triplo della cifra iniziale prima d’ essere rimborsati.

Il mandato di Frenkel cessa nel 1996, e l’ allora Primo Ministro, Shimon Peres, non č incline a offrirgli la seconda chance per gestire le finanze della Nazione. Peres muta subito opinione, quando una possente delegazione dal World Economic Forum lascia Davōs, raggiunge Tel Avėv, e dice al successore di Yitzhāk Rabin poche paroline convincenti.

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Se mai vi fu dubbio sui rapporti tra Frenkel e il NOM, guardeate la biografia di Frenkel uscita il 27 Novembre 1998 sul supplemento Magazine di Ha-Aretz

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"Durante il suo terzo anno all’ Universitā, Frenkel andō a lavorare per la Histadrųt".

E’ la comunista Confederazione Sindacale del Lavoro, primo strumento di ricatto economico sfruttato dal Partito Laburista.

"L’ Universitā di Tel Aviv gloi offrė la possibilitā di guadagnarsi una laurea all’ Universitā di Chicago, per poi ritornare in Isračl a creare una School of Economics".

Cari miei, che balzo in avanti, offrire un’ intera School of Economics, una Bocconi, a un operajo della Histadrųt senza laurea né tampoco libera docenza.

"Dopo che Frenkel ottenne la laurea nel 1970, Chicago gli offrė un posto di professore. Nel 1973, quando Davėd Rockefeller si ritirō dalla Chase Manhattan, la Banca decise di celebrare l’ opera della sua vita offrendo una borsa di studio in Economia Internazionale. Un Comitato di Ricerca creato dalla Banca scelse la University of Chicago, e affidō la cattedra a Yaacōv Frenkel. "

I miracoli di Frenkel: manco tre anni alla "U of C", e Davėd Rockefeller, Presidente del CFR (Council on Foreign Relations) e probabilmente capo del NOM, sceglie Frenkel per coprire la nuova poltrona.

"Dice Frenkel:"Era la Mecca dell’ economėa globale. Grande fabbrica di dottori, al servizio di studenti dal Mondo intero, i quali ora ricoprono le pių autorevoli posizioni nei loro Paesi." E cosė Frenkel lanciō la sua rete. Il Mondo pullula di ex studenti che considerano Frenkel il loro guru".

Grazied Prof. Frfenkel per quella meravigliosa lezione sulla tattica, e sulla dislocazione, della "Globalizzazione" d’ un certo tipo. Chiaro, Frenkel č

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o uno strumento ingenuo del NOM, che infiltra le sue talpe in tutti i Governi del Mondo, o č giā un interno, che volentieri fa il suo peggior lavoro sapendo di farlo.

"Il seguente episodio, da Frenkel riferito, illustra bene in quale tipo di ambiente egli si muova. Era in Svizzera, a Davos, nel 1991"….

Davos č il quartier generale del Forum Economico Mondiale, WEF o FEM, dove il NOM o NWO concepisce i successivi fiaschi economici internazionali.

Nel servizio di Ha-Aretz Magazine, 27 Novembre 1998, Frenkel riferisce: tre dei suoi fan a Davos incontrati presto ricoprirono i massimi posti dell’ economėa governativa in Cecoslovacchia, e gestirono il Paese in base ai principii suoi. Dimentica di citare che nel giro di un anno la Cecoslovacchia si č divisa in due.

"Alla fine del 1986, Frenkel fu incaricato dal FMI di creare una struttura con cui coordinare la politica economica internazionale. Quello stesso anno i G-5(successivamente G-7 e poi G-8) decisero di creare un nuovo forum della politica globale, e aggiunsero due nuovi membri. Frenkel accettō il posto, e con tutta la famiglia traslocō in uno dei quartieri pių aristocratici di Washington.

"Le strategėe di Frenkel ajutarono l’ integrazione dell’ economia del Globo. E l’ apparato di coordinamento internazionale da lui concepito divenne una istituzione prestigiosa, che ha mietuto grandi messi d’ influenza. Frenkel č assurto a Direttore delle Ricerche al FMI, che allora aveva 150 Stati Membri (oggi sono 189), responsabile di generare previsioni e valutazioni dell’ economia mondiale. "Nell’ ambito dei G-7, io sono divenuto lo stretto confidente dei massimi decisori della politica nei Sette Stati, e al livello di Ministri delle Finanze, di Governatori delle Banche Centrali, e dei Capi di Stato. Per poter ottenere i miei consigli, dovevano riporre fiducia completa in me, e aprirmi tutti i loro libri". "

Yaacōv Frenkel non č l’ ordinario burocrate, con gli occhiali cerchiati di metallo. E’ ai massimi livelli del NOM, dei suoi amministratori. La sua lealtā va prima a quella globalizzazione, e poi, se cāpita, al benessere economico d’ Isračl. Se il Primo Ministro Bibi Netanyahu sbanda troppo dalla

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linea dei suoi controllori del NOM, Frenkel gli fa vedere i sorci verdi. I giorni di Begin con l’ inflazione al 450 % sembrano i bei vecchi tempi quando sė che si stava bene. Il Chairman della Banca di Isračl č forse il pių pericoloso individuo in Isračl.

IN GUARDIA, ARRIVA SHARO’N

ARRIVA UN ALTRO RITIRO

Reazione generale quando il Primo Ministro Bibi Netanyahu ha nominato Ariel Sharōn Ministro degli Esteri: orrore da parte degli Arabi, e gioja dalla Destra Israeliana. In realtā, gli Arabi avrebbero dovuto accogliere la notizia con gioja immensa, perché ora č certo: Isračl si ritirerā da tanta terra ancora, di vitale importanza, storica e strategica.

Sharōn ha ricevuto l’ incarico cinque giorni prima che Bibi Netanyahu partisse verso Wye Plantation, appartenente all’ Aspen Institute del CFR (Council On Foreign Relations) , per essere sottoposto a pressioni affinché concedesse tanti altri territori in cui giuocare al tiranno Palestinese Yasser Arraffato. Suo ruolo: corroborare la volontā di cedere di Netanyahu, e neutralizzare le objezioni della Destra Israeliana.

Sharōn ha una storia segreta, o almeno non ancora narrata. E’ stato allevato dalla Sinistra, e a tutt’ oggi č probabilmente il migliore amico di Shimon Peres in Isračl. Sharōn fu invitato a sedersi di fianco a Shimonito durante le feste per il suo 70° compleanno, Nel 1976 Aričl entrō in politica e formō il suo partito, SHALOMTZION, il cui programma era a sinistra del Herųt, e intendeva aderire a un imminente governo Laburista . Falco militare, certo, ma divenne un aperto falco in politica soltanto dopo aver creato il Likųd, che sorprese il Mondo vincendo le elezioni nazionali nel 1977.

Due anni fa, Sharōn partecipava a una "economic conference" a N ew York. I reporter allo Sheraton Hotel lo sorpresero mentre usciva da un incontro (segreto nelle intenzioni) con Henry Kissinger: CFR, e quanto ! Sharōn fece un

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annuncio sorprendente: "Per la pace si dovranno fare sacrifici". In codice diplomatico chiaro vuol dire sacrifici territoriali. Che puō avergli detto Kissinger?

L’ indomani ho telefonato a Ra’anan Griffin, portavoce di Sharōn. Mi ha detto tante cose. L’ intera intervista č nel mio libro TRAITORS AND CARPETBAGGERS IN THE PROMISED LAND. Ma spicca una frase:"Mister Sharōn ha incontrato il Dott. Kissinger ogni volta che č andato negli USA negli ultimi 25 anni". Questa settimana vedrā se l’ investimento del CFR su Sharōn č proficuo, con altre concessioni all’ OLP per la "Pace di Oslo", e con tanto di sigillo d’ approvazione dalla Destra Israeliana, targato Sharōn.

Triste a dirsi, ma poi i fatti han confermato, l’ autore ci aveva azzeccato.

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10 CAPITOLO DIECI

ISRAE’L CE LA FARA’ ?

Riconciliazione dopo la Veritā nascosta su Rabėn

Quasi tutti gli Ebrei della Diaspora son tenuti beatamente all’ oscuro: il modo in cui vedono Isračl č prossimo a mutare, per sempre. Mica sono stati informati che Yitzhāk Rabėn fu assassinato non da Yigāl Amėr, bensė da una congiura di "amici" suoi. Attenti perō, la pentola bolle sulla stufa, e un giorno ustionerā tutti specie gli Ebrei.

Gli Israeliani invece, tutti hanno sentito della cospirazione. Ma’arėv, e Makor Rishōn, hanno svolto sondaggi, che forniscono risultati identici: un 20% degl’ Israeliani ritiene che Rabėn sia stato ucciso da un complotto a vasto raggio; un altro 11% non č sicuro che non sia andata cosė, insomma sospetta. Giā un terzo degl’ Israeliani non crede pių alla versione ufficiale sull’ assassinio di Rabėn, e il numero cresce. Giā la maggioranza dei Religiosi e della Destra ha perso fiducia nelle conclusioni governative sul crimine, e soltanto gli ostinati mass media della Sinistra tengono fermo il coperchio sul calderone.

Durerā, ma non all’ infinito. Soprattutto a causa del pressappochismo con cui la cospirazione fu ordita. La commissione governativa d’ inchiesta sull’ assassinio, presieduta dall’ ex Giudice Capo Meir Shamgār, ha raggiunte le seguenti conclusioni: Amėr sparō a Rabėn alla schiena, da 50 cm di distanza. Yigāl Amėr fu

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fu immediatamente accostato da due Poliziotti, mentre nello stesso istante Yorām Rubėn, la guardia del corpo di Rabėn, balzō addosso al Primo Ministro, lo gettō per terra, e si sdraiō su di lui. Poi Amėr fece un passo in avanti, sparō all’ ingių, prima colpendo il gōmito di Rubėn da un raggio di 20 cm, e poi il fianco di Rabėn da una distanza leggermente maggiore. Rabėn fu poi trascinato nell’ auto, dove non c’era nessun altro, e portato di filato all’ ospedale Ichilov, dove morė a causa di due ferite alla schiena.

Ecco alcune delle pių vistose prove, che fanno a pezzi la versione ufficiale:

1. I test svolti dal Tenente Capo Barųch Goldstein (Del Laboratorio sul crimine della Polizia d’ Isračl). L’ analisi scientifica sugl’ indumenti di Rabėn dimostra oltre ogni possibile dubbio: gli fu sparato a bruciapelo, dalla distanza di millimetri ZERO. Yigāl Amėr NON puō averlo fatto.

2. I rapporti iniziali del Pronto Soccorso e della Sala Operatoria, firmati, e confermati dal chirurgo che operō Rabėn Dott. Mordechai Guttman, e dalla sua squadra di assistenti in chirurgėa. A Rabėn si sparō TRE VOLTE, UNA DAL DAVANTI, e non č stato Amėr.

3. Il film amatoriale sull’ omicidio mostra Rabėn illeso dopo il primo "sparo" di Amėr: Rabėn cammina verso la limousine. Numerosi testimoni han vista la stessa cosa. Poi il film mostra la portiera destra posteriore della Cadillac che si chiude di colpo (da sola?) prima che siano saliti a bordo Rabėn, e l’ autista o la guardia del corpo. In auto qualcuno aspettava Rabėn.

4. La Cadillac impiegō quasi nove minuti per raggiungere l’ ospedale, che č in fondo allo stesso isolato della scena dell’ "assassinio", viaggio che si fa in un minuto anche meno. Conclusione comune: Rabėn fu assassinato sull’ auto, e la quarta persona fu fatta scendere prima di proseguire verso l’ ospedale.

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E questo č soltanto l’ inizio. C’č l’ intero dossier di Avishāi Ravėv, il provocatore della Shabāk(o GSS, General Security Services) e partner di Amėr nelle "Istigazioni".Per oltre due anni prima dell’ assassinio, Rfavėv e Amėr avevano fatto l’ impossibile per far conoscere al pubblico la loro organizzazione, EYAL. Per far sapere a tutti che EYAL era la peggiore, la pių nefasta gang di estremisti di destra, che lordasse il Sacro Suolo di Isračl. In occasioni innumerevoli avanti svariate migliaja di persone Amėr e Ravėv snocciolarono i loro "pretesti biblici" onde uccidere Rabėn. Eppure la sera della morte la Shabāk non riconobbe Amėr, e gli permise di sparare tre colpi puliti a Rabėn e a Rubėn.

Nel momento in cui lo arrestavano, Amėr disse: "Ma perché mi ammanettate? Io ho fatto il mio mestiere." La Polizia per prima cosa gli ha domandato:"Non č che hai sparato pallottole a salve?".In realtā, tutte le persone incaricate di proteggere Rabėn pensavano che Amėr stesse sparando a salve. Amėr sparō il primo colpo, ma le guardie del corpo lasciarono scoperto Rabėn, né uccisero o comunque spararono a Yigāl Amėr. No, anzi gridarono cose tipo "Salve, sono a salve", "E’ un’ esercitazione", "E’ una pistola giocattolo", "Non č niente, solo tappi e petardi" etc.

Leah Rabėn fu portata al Quartier Generale della Shabāk, anziché all’ Ichilov, e lā per tutto il tempo le fu detto che suo marito stava bene, che l’ intera faccenda mica era vera. E proprio questo era stato detto ai gorilla: Amėr sarebbe stato preso con le mani nel sacco, nell’ atto di sparare a salve.

A funzionari e a ufficiali d’ alto bordo era stato detto che, una volta arrestato Amėr, il Governo avrebbe stretta la morsa contro tutti gli oppositori del "Processo di Pace di Oslo". A quelli di basso rango era stato detto che Amėr avrebbe messa alla prova la prontezza dei massimi responsabili della sicurezza di Rabėn, nel corso d’ una esercitazione Ai livelli massimi, si decise di sfruttare la sceneggiata della finta morte, con quella vera, in auto. Nei loro piani, Amėr era soltanto uno zimbello di bassa lega. Amėr sparō a salve, e la guardia del corpo sistemō Rabėn poco dopo. Questo veramente accadde, e le prove dicono che cosė andō. Ormai troppi Israeliani hanno analizzati i

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documenti che i mass media avevano tentato di tener loro nascosti. Alcuni Israeliani influenti pure li leggono, e perdono il sonno. Loro come me ora descrivono una guerra clandestina su tutti i fronti contro gli Ebrei residenti in Giudea, in Samaria, a Gaza. Guerra svolta da una incredibilmente strisciante e raccapricciante unitā della Shabāk con sede a Hebrōn, chiamata :"L’ Unitā Anti-Sovversione Non-Araba", o in breve il "Dipartimento Ebraico".

Per rendere i Territori Contestati "Judenrein"(ripuliti dagli Ebrei, secondo il termine nazista), tale Dipartimento organizzō una campagna di criminalizzazione degl’ innocenti; orchestrō provocazioni e crėmini, culminati col complotto del finto assassinio ri Rabėn. Il tutto finalizzato a demonizzare la Destra Religiosa, e a buttarla fuori dai Territori promessi all’ OLP, che vogliono la pulizia etnica, nemmeno un Ebreo, tutto Judenrein. Hebrōn: 120.000 Arabi e 400 Ebrei. Troppi.

Cosė le cose sono andate, e gli Israeliani, e gli Ebrei e non solo, ovunque, sono sconvolti man mano che la realtā balza fuori. Lo State Attorney General, Elyakėm Rubinstein, e il Ministro della Giustizia Tsachi Hanegbi, hanno promesso al pubblico che "presto" sarebbe stato denunciato

Sarebbe un’ ottima idea, per il bene dell’ unitā e della sopravvivenza del Popolo d’ Isračl, se gli Ebrei di tutto l’ arco politico e religioso si preparassero per questa eventualitā. Dobbiamo renderci conto: l’ assassinio di Rabėn č, non un atto ideologico, bensė un crimine nazionale, contro il Popolo Ebraico intero. E dobbiamo tenerci preparati in luciditā a distinguere . Un giorno quanti fecero il crimine saranno identificati coi leader del Sionismo Laburista. Ma si dovrā tenere presente, sempre, che la stragrande maggioranza dei Sionisti Laburisti sono persone per bene.

E l’ alternativa? Il cover-up dell’ assassinio č in gran parte responsabilitā dei leader della Destra di Isračl, ma essi pure non rappresentano la moralitā di quel segmento d’ Isračl. Noi, Sinistra, Destra, Religiosi, non dobbiamo aver paura di combiare la nostra prospettiva. In nome della veritā, della giustizia, e di una massiccia riforma dei sistemi politico e giudiziario d’ Isračl. In poche parole: la veritā verrā fuori, ma non si dovrā, quel giorno, dare spazio all’ odio o alla soddisfazione maligna per l’ insuccesso del nemico. Dobbiamo lavorare tutti insieme per ripulire la casa d’ Isračl, che ha pure il suo porcile, quantunque pochi allevatori di majali abbiano successo in Terra Santa.

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ISRAE’L, LE PROSPETTIVE PER IL NUOVO MILLENNIO

Meglio non fidarci di ciō che raccontano i mass media pių gettonati

Non sta a me argomentare, per dare conferma all’ esistenza della cospirazione NOM. Indiscutibile č: letteralmente TUTTI i politici Americani che han lasciata profonda traccia sul Vicino Oriente, su Isračl soprattutto, furono e sono membri del pensatojo di Manhattan, considerato il quartier generale del NOM, il CFR (Council on Foreign Relations). Basta un elenco dei pių brevi, i personaggi pių illustri. Henry Kissinger e il suo vice Joseph Sisco; Cyrus Vance; James Baker; Warren Christopher; Walter Mondale; Madeleine Albright etcecc etc….

Sotto a questo livello di personaggi noti al pubblico si estende un’ insidiosa cricca di membri del CFR quali Edgar Bronfman (capo del World Jewish Congress-WJC) e Henry Seigman, Chairman dell’ AJC (American Jewish Congress), che esercitano poderosa influenza sui leader d’ Isračl e della Diaspora, e in definitiva sull’ opinione pubblica Ebraica.

Tutte le prove confermano: l’ attuale "Processo per la Pace nel MO o Medio Oriente,o meglio Vo o Vicino Oriente)", č stato concepito e covato dal CFR, e viene portato avanti con tutte le armi possibili e immaginabili delle quali desso CFR dispone, parecchie.Cotal "Processo di Pace" č formula a effetto sicuro per la guerra… e presto. L’ anno 2000 vedrā molto probabilmente Isračl e i suoi vicini sprofondare nel caos e nel sangue.

GLI ACCORDI DI OSLO, MADE IN NEW YORK

Nell’ Agosto 1993, il Governo d’ Isračl, presieduto da Yitzhāk Rabėn, annunciō d’ essere in procinto di firmare un "accordo di Pace" con l’ OLP. Al pubblico Americano fu raccontato che Washington era colta completamente di sorpresa dall’ annuncio, che era offesa per essere stata esclusa dai

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negoziati tenuti in Norvegia. Le successive testimonianze da parte delle comparse di Oslo riferiscono una storia tutta differente.

Nel Febbraio 1994 intervistai uno dei due negoziatori Israeliani a Oslo, Ron Pundak. Mi disse: "Dal primo giorno del nostro arrivo a Oslo coordinammo le trattative col Dipartimento di Stato. Alla fine delle sessioni ogni giorno tutto veniva riferito a Washington. Warren Christopher era molto scettico all’ inizio, poi si prodigō in ajuti".

Agosto 1995, Yitzhāk Rabėn dice al New York Times, al columnist William Safire, di non aver mai voluto essere coinvolto con questo processo di Pace.Ammette di avere ricevuto l’ ordine dal Presidente Gorge Bush nel Maine, durante un incontro a Kennebunkport, nel Settembre 1992. Bush Disse a Rabėn: "prepara il pubblico d’ Isračl a qualche doloroso ritiro".

Da ben prima il CFR aveva corrotto Rabėn, in gran parte tramite la sua "amicizia" con Kissinger, e ora tirava le sue reti in barca. Pari processi di incubazione e di ammorbidimento hanno permeato i massimi piōli della scala politica d’ Isračl, incluso il Primo Ministro Binyamėn Netanyahu, che ora si č isolato dal suo Governo, ricominciando lė, da dove Rabėn era stato costretto a iniziare: l’ indebolimento d’ Isračl, verso la sua fine.

GLI SCOPI DELLA "PACE"

Rabėn fu il piazzista incaricato di vendere Oslo al pubblico Israeliano, ma i fini ultimi di questo "processo di Pace" se li sono sobbarcati Shimon Peres Ministro degli Esteri, e il suo vice, Yossi Beilin. Nota il negoziatore d’ Isračl a Oslo, Ron Pundak: "Beilin non crede ai confini. Ritiene siano la radice, la causa del conflitto, e non gl’ importa se Isračl perde i suoi confini".

Shimon Peres ha portati avanti tali pensieri, con un programma da lui chiamato IL NUOVO MEDIO ORIENTE. Nella sua visione, Isračl rinuncerā ai suoi confini attuali, anche alle postazioni della massima importanza strategica. Allo scopo di

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entrare a far parte di un’ unione economica coi suoi vicini Arabi. Per assicurare il ritiro d’ Isračl dai presenti confini a quelli del 1948, circa 200.000 Ebrei dovranno essere rimossi dalle loro case. Il Governo d’ Isračl, attraverso Beilin, si č obbligato a realizzare un piano di delegittimazione, in realtā di delegittimazione, contro gli Ebrei residenti nei Territori Contesi, e poi dalle Alture del Golān, preludio alle future rimozioni forzate.

Le clausole segrete dell’ "Accordo di Pace di Oslo" sono state spifferate da un impiegato d’ un ministero del Governo d’ Isračl. Terrorizzato, l’ impiegato ha parlato con Steve Rodān, reporter del JERUSALEM POST. Dopo tre mesi di controlli, verifiche e prove del nove, il JP ha pubblicati in prima pagina i dettagli meno spaventosi delle clausole segrete. Subito il Governo ha inflitto al JP salate vendette. Grazie a un intermediario, ho ricevuti i dettagli di ciō che il JP aveva evitato di stampare, e lo ho pubblicato nella mia newsletter INSIDE ISRAEL. Il piano Beilin comportava una guerra invisibile contro i "coloni", o Ebrei residenti nei Territori Contesi. Criminalizzare gl’ per instillare terrore e incertezza. Tale piano in ultima analisi ha comportato l’ assassinio di Yitzhāk Rabėn.

La prima volta che tali accuse sono state pubblicate, era diffusa l’ incredulitā: i dirigenti politici d’ Isračl non potevano essere tanto malčfici. Ma l’ assassinio di Rabėn č un boomerang, e forse un terzo del pubblico d’ Isračl giā ha capėto. Nascosta fin che si vuole tale guerra fu scatenata, e va continuando.

E’ inevitabile, nel 2.000, o magari dopo, crollerā il cover-up purulento,e l’ assassinio di Rabėn non avrā pių segreti per nessuno. Quando uscirā la veritā (l’ uomo incarcerato come assassino di Rabėn fu minuscolo zimbello d’ una immensa cospirazione internazionale. I capi dell’ allora Governo Laburista attuarono il colpo), un senso di sgomento assoluto, e di abbandono, eroderā le stesse fondamenta del Sionismo Laburista. Gli effetti saranno profondi, al di lā della immediata possibilitā di comprensione. Si puō soltanto sperare che il

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risultato alla fine sarā la profonda riforma del sistema politico d’ Isračl.

QUELLI ARRIVATI DA FUORI VOGLIONO QUESTO

Nel Luglio 1997 il CFR ha rivelati finalmente i suoi piani per Isračl, nel suo "Middle East Task Force Report", diretto da Henry Seigman. Il rapporto fa svanire ogni dubbio sulle intenzioni del CFR. SI "raccomanda" che Isračl si ritiri alle linee del 1948 (quattordicimila kmq ), che Gerusalemme venga spaccata, e che mezza cittā sia la capitale di uno Stato Palestinese. Il Mondo ora apprende, dalle parole scritte da loro, quali fossero i fini ultimi della diplomazia dei Clinton e delle Albright, membri del CFR.

Il METFR era la formula per garantire GUERRA. E infatti, su un livello globale, ciō che č stato fatto a Isračl non č diverso da ciō che č stato organizzato, e prima e dopo, per la Bosnia, per la Croazia, per il Randa, per la Somalia, per il Kosovo e cosė via. Nemici giurati sono stati armati fino ai denti, e, attraverso la diplomazia, costretti a collaborare fra loro gomito a gomito. Bastava una scintilla. E’ bastata, per far esplodere numerosi popoli spinti recentemente in tali situazioni, tale scintilla volerā in Isračl durante l’ anno 2000, se non prima.

Superficialmente, Isračl non č che una fra le tante nazioni d’ una lunga collana, scelte per il caos che prepari lo sconvolgimento dello status quo internazionale, chiamato NOM o NWO o Nuovo Ordine Mondiale. Ma c’č molto di pių in questa faccenda, e si accentra attorno a Gerusalemme.

Alla fine del Millennio dilagano i simbolismo su Gerusalemme, e parecchia gente ne vuole una fetta quando le fiamme si placheranno.

Vaticano per primo. Scoop realizzato in I TAL YA da LA STAMPA, e poi da SHISHI in Isračl; e poi controllato con fior di documentazione da Ha’aretz nel Maggio 1993. Shimon Peres ha promesso al Papa l’ egemonia sulla Cittā Antica di Gerusalemme entro la fine dell’ anno 2.000 . E nell’ Ottobre 1998, il Vaticano ha espulsa l’ Universitā Ebraica da un vasto appezzamento del quale l’ Ateneo č proprietario, e ora vi sta costruendo una Ambasciata da inaugurarsi entro il Millennio. Manco un mese dopo, la Santa Sede ha chiesto di poter dire la sua nello status finale di Gerusalemme, come dettato dal Primo Accordo di Oslo.

LA GUERRA DEL MILLENNIO

La guerra č quasi una certezza, e numerosi scenarii potrebbero esserne i presagi. Ipotesi pių probabile: tutto bolle nella pentola dell’ OLP e delle organizzazioni sue consorelle affinché creino atrocitā troppo enormi perché Isračl possa ignorarle.

Le truppe tenteranno di stroncare le attivitā dell’ OLP, e gli Stati Arabi circostanti attaccheranno Isračl coi missili, o via terra, per difendere l’ onore Islamico. Israele, ora che si č ritirata da molte delle sue posizioni difensive pių importanti sul piano strategico, e con un esercito di 50.000 "Poliziotti" dell’ OLP di stanza a pochi metri dalle sue cittā, verrā sopraffatta, e sarā costretta a usare armi non convenzionali. A quel punto le Grandi Potenze e i Poteri Forti interverranno in maniera diretta, mandando in massa truppe straniere (come dire le NU o Nazioni Unite) a "mantenere la Pace", a dittare termini sulla sovranitā su Gerusalemme, e per dare al Nuovo Millennio un benvenuto con la griffe del NWO o NOM.

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THE END

Fine del libro ISRAELE TRADITA