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accomodamento coi loro sequestratori. Ora apro l’ ultima edizione in mio possesso del rapporto annuale del Council On Foreign Relations, a pagina 92. Il primo nome sull’ elenco delle Ditte Socie č ABC, Inc .

E’ un piccolo saggio su come vengano tenuti in riga i mass media nel Mondo. Ora un saggio su come i mass media Israeliani partecipino alla distruzione di Yesha. Ora 19.30, Canale Uno, TV di Stato, ha diffusa la discussione d’ un gruppetto sui fatti del giorno. E chi era l’ oratore principale? Moti Kirschenbaum, ex capo proprio dell’ emittente medesima. Ha insistito. Le Comunitā Ebraiche di Yesha non possono essere protette. Entro Settembre dovranno essere vuote.Del tutto o quasi.

Dobbiamo ricordarlo? Moti Kirschenbaum era capo redattore di Canale Uno dal 1993, all’ assassinio di Yitzhār Rabėn, 4 Novembre 1995. Diffondeva notizie false sull’ attivitā d’ un gruppo fantasma, creato dalla Shabāk, EYAL, proprio l’ organizzazione che ha fatta pubblicitā a Yigāl Amėr prima che egli restasse incastrato nell’ assassinio del Primo Ministro. Moti Kirschenbaum ha fatta pubblicitā al provocatore della Shabāk, Avishai Ravėv, facendolo passare per un tipico colono estremista della Yesha, per leader della destra religiosa con tanto di campi d’ addestramento all’ uccisione, e cerimonie di iniziazione.

E invece d’ essere andato a processo per gl’incredėbili abusi della sua posizione, arieccolo in TV stasera a spaventare i "coloni" perché se ne vadano di casa. E che stanno facendo davanti a tutto ciō, le vittime dello Squadrone della Pace Peres-Beilin? Perché se la prendono per il lassismo delle IDF, e per la tregua firmata da Sharōn ? Incredibile, loro le vittime continuano a pensare che Sharōn, corrotto dal CFR, e l’ Esercito, siano sempre interessati a proteggerle!

Bene, farebbero meglio a togliersi tale concetto dalla testa, e a cominciare a proteggersi da sé. Possono cominciare pattugliandosele da sé per bene le loro strade, perché nessun altro lo farā.

E la cecitā dilaga ovunque. Un giornale favorevole ai coloni, the "Jewish Voice And Opinion of New Jersey", ha pubblicato un lungo articolo. Almeno con George W. Bush, scrive, i settler hanno un amico alla Casa Bianca. Da lungo tempo la redattrice-capo č bene al corrente della congiura anti Isračl del CFR. Sa che la Famiglia Bush č tra i fondatori del CFR. Che i pių stretti consiglieri di Bush sul Medio Oriente sono due Ebrei sė, ma membri del CFR, sempre dalla parte dei Capi Arabi su tutti gli argomenti: Richard Haass, e Daniel Kurtzer. La redattrice basta che guardi l’ annuario. Il nome di Kurtzer si trova a pagina 150 dopo James R. Kurth . Haass č a pagina 148 prima di Inmaculada Habsburg, di Famiglia Reale Europea.

Ora tutti sappiamo: politica dichiarata del CFR č il ritorno d’ Isračl ai confini del 1948, con Gerusalemme divisa, mezza capitale. E allora perché questa redattrice non protesta per la doppia lealtā dell’ Ambasciatore di Zio Sam a Tel Aviv, Kurtzer? Forse perché TUTTI i capi delle grandi organizzazioni Ebraiche Americane sono leali ortodossi esponenti del CFR? Bronfman, Lauder, Seigman.... Questa settimana Morton Zuckerman č stato nominato Re degli Ebrei Americani da un consiglio di 50 Grandi Elettori. Andiamo a Pag. 159 del CFR Annual Report. Prima di Charles J. Zwick c’č proprio Mortimor B. Zuckerman.

Facciamo un po’ di conti. Il nuovo ambasciatore USA in Isračl č del CFR. Il pių stretto consigliere del Presidente Bush sul Medio Oriente č Haass, del CFR. Il suo Segretario di Stato, Powell, č del CFR. Salvo smentite correzioni e querele, č del CFR Zuckerman, il Presidente della Principale Organizzazione Ebraica Americana, il gruppo-ombrello che copre tutte le altre organizzazioni principali.

Ci sono 3800 membri del CFR. La politica del CFR, scritta e dichiarata, č annichilire Yesha. Il capo del CFR e la sua spia Isračl-ANP , George Tenet, appartengono al CFR. Lo scorso anno Tenet e Shimon Peres hanno approvato: mandare 40 "Poliziotti" dell’ OLP in Viriginia, a corsi della CIA per tiratori scelti. Questi "Poliziotti" sono stati perfezionati nelle arti del cecchinaggio, delle sparatorie da auto in corsa, della guerriglia urbana. Tutta la scuola della CIA nella distruzione delle nazioni dall’ interno. Oggi hanno di che essere molto orgogliosi i loro maestri lā nella Old Virginee.

Naturalmente, essi nulla sarebbero senza i loro ufficiali, dell’ OLP o AP o ANP, e Israeliani, che loro forniscono precise informazioni sulla posizione delle vittime e sui loro spostamenti. E vie di fuga impeccabili, e la certezza che dei loro spargimenti di sangue non dovranno mai rendere conto a nessuna Umana Giustizia.

I parenti e i vicini dei caduti, temo, reagiranno organizzando un’ altra dimostrazione di massa, per chiedere che l’ Esercito e il Governo li proteggano. Pregheranno le IDF di attaccare in forze l’ OLP, e di por fine allo spargimento di sangue. E, naturalmente, sprecheranno tempo nella futile speranza che Isračl sia una democrazia.

Esiste una possibilitā, e una sola, per salvare Yesha: allontanare dal potere e dalla Societā l’ intero team della "Pace", PROPRIO SULLA BASE DELL’ ASSASSINIO DI RABI’N. Loro hanno fatto tutto, l’ omicidio, e i pasticci. Si sono lasciate attorno troppe prove inconfutabili, e sono finiti se giustizia verrā fatta. La annunciata manifestazione per chiedere protezione sarā di gran lunga pių efficace, se diverrā invece un grande raduno davanti all’ ufficio dell’ Attorney Generale per chiedere la riapertura delle indagini sull’ assassinio di Rabėn.

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Per favore, posso prendermi ha libertā egocentrica? Ai buoni Ebrei di Yesha chiedo di leggere con attenzione le due prime parti di questo libro. E’ tutto. Forse deciderete, č ora di darmi retta. Sono arrivato alla tragica conclusione, se non lo fate, tutta la vostra iniziativa sarā finita, e presto. Prima ho detto cose sbagliate?

=====PAGE 8 DUE CAPITOLO 2 Rabėn non sparirā

ADESSO TRA GLI AGENTI DELLA SHAHABA’K C’ E’ CHI PARLA

Prego i miei lettori di non chiedermi le fonti. Userō nomi di fantasia per proteggerne le identitā.

L’ evoluzione di Ravėv

FONTE 1 - Ci auguriamo che tu lo abbia capito: la Shabāk non č monolitica, č divisa in compartimenti. Abbiamo a che fare con tanti eroi silenziosi, i quali non meritano di essere infangati dal dipartimento affari sporchi. Desideriamo che comprendiate quale tipo di eroismo significa prestare servizio per tanti giovani, il cui dovere istituzionale č proprio evitare le stragi. Anche la loro storia dovrā essere raccontata. Se si riuscisse a far conoscere al pubblico il duro e spesso lercio lavoro che hanno fatto, e quale effetto fa avere a che fare ogni giorno con immondi terroristi, quale effetto fa alla loro permanente prospettiva di vita, ebbene il danno derivante dalla rivelazione di tutto ciō al pubblico sarebbe minimo.

Tu non lo sai, ma sei prossimo a vedere la dimostrazione. Hai ragione per molte delle tue affermazioni. Col nostro ajuto, o senza, ciō č destinato a succedere. Tu stai semplicemente accelerando le cose. Abbiamo presa la decisione di parlare con te, con voi, perché le cose sono andate troppo lontane. Nemmeno tu, nemmeno voi sapete quanto siano davvero gravi. Ti diremo alcune cose che sappiamo; e loro sapranno, possono essere arrivate soltanto dall’ interno. Soltanto non diremo certi nomi, che potrebbero fare ammazzare te, voi, noi.

Cominciamo con Avishai Ravėv. Tutta la storia non la hai capita nemmeno tu. Non avete capito fino a quale punto le cose siano sfuggite di mano. E non sapete che cosa egli aveva combinato, prima che ci fosse un Accordo di Oslo. Cominciamo col 1992. Suo compito era distruggere il Partito Tekhiya, il pių impegnato in Parlamento nel sostenere i Coloni. Il piano funzionava cosė: Ravėv aveva impiegato cinque anni per infiltrarsi fra i gruppi "Della Estrema Destra", e ora gli era giunto l’ ordine di farli riunire in un solo partito, il quale doveva assorbire abbastanza voti da eliminare Tekhiya, ma senza arrivare a ottenere abbastanza voti per entrare nella Knčsset.

Ravėv esortō il Kach di Kahane a aderire al suo movimento, ma loro risposero no secco. Invece all’ inizio accettarono la sua proposta i "Fedeli del Monte del Trempio" di Gershon Solomon. Solomon sarebbe stato capolista, e Ravėv cominciō a politicheggiare a nome suo. Presto Solomon aprė gli occhi, capė chi fosse Ravėv, e si tirō indietro. Ravėv era furibondo. Ordinō ai suoi seguaci, i quali poi avrebbero costituito il nucleo di EYAL, di distruggere auto e casa di Solomon. Loro non ci cascarono, e Ravėv andō a cercare un altro partito per dirottare i voti del Tekhiya.

Alla fine era alla disperazione: appoggiō un partito guidato dal proprietario furibondo di una Ditta di Carni, il cui programma era abolire l’ Autoritā delle Imposte sul Reddito. Ravėv si diede un gran daffare, per ottenere l’ appoggio degli elettori pių arrabbiati, in pro del "Partito Picanti", Riuscė a dirottare abbastanza voti, da eliminare dalla Knesset il Partito Tekhiya, e pare da far perdere un seggio anche al PNR, Partito Nazionale Religioso.

Tu caro Barry Chamish, voi non avete mai capito donde provenisse Ravėv. Non era semplicemente un racimolatore d’ informazioni per la Shabāk, era proprio un falso estremista di destra infiltrato dal Partito Laburista per sfasciare l’ unitā politica della Destra. Questo i capi della Shabāk facevano, col nostro servizio, ancora prima di Oslo. Era una immensa illegalitā contro il cōmpito istituzionale della Shabāk, che consistre nel proteggere la sicurezza interna dalla violenza, e dal crimine nazionalista.

Ravėv era uno strumento politico, illegalmente gestito dal nostro comandante in capo, Yaacōv Perry. Ma come voi avete giustamente riferito, Ravėv in realtā lavorava per il cosiddetto "Dipartimento Ebraico" di Carmi Gillōn. Dopo il masacro di Hebrōn, Perry fu nominato CEDO, Chief Executive Officer, della massima compagnia di telefoni cellulari di Isračl, e non per pura coincidenza. La trasformō in strumento di sorveglianza del pių alto livello. Ma intanto Gillōn divenne capo della Shabāk, e ampliō drammaticamente il ruolo di Ravėv e compagnia bella. Da manipolatore politico, Ravėv ebbe l’ ordine di diventare istigatore al crėmine.

Tu ci azzecchi quando dici che scopo prėncipe delle istigazioni era l’ allontanamento forzato degli Ebrei dalla West Bank e da Gaza. Mestiere di Ravėv era rendere estremisti i giovani, e istigarli a perpetrare una continua catena di orrori e di ammazzamenti. Ciō alla fine avrebbe giustificato l’ intervento dell’ Esercito, e l’ espulsione di questi criminali dalle loro case.

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Perō i coloni non collaboravano, i superiori di Ravėv avevano fraintesa di brutto la mentalitā dei settler. Erano forse vittime dei loro pregiudizi, ma non erano preparati davanti alla mansuetudine vera di questa gente. Oggi, che chi vuole riesce a vedere le atrocitā perpetrate contro di loro, rimangono quasi completamente timidi. I burattinai non riuscirono a procurarsi informazioni adeguate, malgrado il loro mestiere, nemmeno sull’ effetto dei "loro" Rabbini. Lungi dall’ essere teste calde, i Rabbini predicavano il fatalismo. Mentre la loro gente migliore veniva assassinata, i Rabbini insegnavano che era giunta l’ ora per loro di morire. E anche se le azioni "coperte" proseguivano con sadismo crescente, i Rabbini tenevano lezioni sul modo morale di comportarsi, e sui valori. Il piano per espellere i "Coloni" va a rilento, e Arafat dā in escandescenze. Crede di essere stato preso in giro. Ci viene riferito che le cose andarono cosė: dopo il massacro di Hebrōn, si presumeva che Rabėn avrebbe mandato l’ esercito a circondare gli Ebrei di Hebrōn, e di Kiryat Arba, e a portarli via tutti. Egli si rifiutō, e in quel momento scattō il piano per assassinarlo. No, non avevate saputo nemmeno questo, caro Barry e amici.

FONTE 2 - Sapevamo quel che ci avresti domandato, e cosė ti abbiamo preparate un po’ di risposte. Non č che poi noi sappiamo cosė tanto, perō sappiamo, č peggio di quanto tu abbia scritto.

FONTE 1 - Tutto ciō che sappiamo su Yoāv Kuriel, č che partecipava a un corso della Shabāk, e lo hanno chiamato fuori. In quasi tutti i casi ciō significa che uno dei nostri agenti ha avuto un incarico molto delicato, e č passato a lavorare sotto chi sa quale identitā, e chi sa dove e come. Kuriel io non lo ho mai conosciuto, ma so questo. Dopo il suo funerale, noi abbiamo dovuto parlare con le persone che lo avevano seppellito. Non riesco a immaginare che i comandanti pensassero di affidare il cadavere (crivellato dai projettili, e privo di organi interni) a una legittima Khevrā Kadishā, Santa Societā di Sepolture, aspettandosi che gli addetti non avrebbero poi parlato di quanto avessero visto. Parlammo chiaramente a un seppellitore, residente a Bnai Brāk: si chiamava Barųch a quanto ricordo. Nessuno doveva pių raccontare niente. Dopo, č rimasto quasi zitto, ma prima avevano parlato. E ci siamo dovuti occupare parecchio di quel tipo, Biton, di Pardčs Katz, che chiacchierava troppo su quel che aveva visto.

FONTE 1 - A rischio di ripetermi. Il mio amico usa troppo la parola "Noi". Quando nessuno di noi due fu coinvolto in quelle operazioni. Le persone del Servizio si parlano fra loro, siamo esseri umani dopo tutto. Ecco da dove ci sono arrivate le informazioni. Adesso siamo abbastanza numerosi a non poterne pių della situazione, e cosė abbiamo deciso di vuotare il sacco. Sono sicuro, la maggior parte dei nostri compagni č d’ accordo con questo che stiamo facendo. All’ inizio, caro Barry, nessuno credeva alle conclusioni tue sull’ assassinio di Rabėn.

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Ti abbiamo tenuto d’ occhio qui e lā, arrivando alla conclusione, non offenderti, che tu eri un tipo troppo bizzarro per poter mai essere preso sul serio.

FONTE 2 - Il Servizio caro Barry ti ha davvero sottovalutato. Non aveva mai avuto a che fare con una personalitā come la tua. I rapporti dell’ Intelligence ti hanno rappresentato come uno stravagante, che attraverso la stampa sarebbe stato facile neutralizzare. Nessuno si aspettava che tu avessi questo genere di talenti persuasivi. Nel Servizio abbiamo ragazzi convinti, o che tu abbia poteri occulti, o che tu lavori agli ordini di qualche ammutinato d’ alto rango. In ambo i casi, molti di noi han raggiunta la conclusione: l’ assassinio di Rabėn sconvolgerā la nostra Shabāk quanto mai č accaduto prima. Noi vogliamo far sė che il danno non resti permanente. Le persone che dovrebbero essere perseguite sono quelle che apposta hanno uccisi gli Ebrei in quanto tali. Non ne abbiamo tanta di gente cosė, e vogliamo che siano tolte per sempre dai nostri ranghi.

A proposito di Uzi Meshulum (Il Rabbino che denunciō il rapimento di migliaia di neonati, per lo pių Yemeniti, nei primi giorni dello Stato d’ Isračl, subito dopo il 1948).

FONTE 1 - Proprio mentre la nostra Shabāk veniva sfruttata per fregare i politici contrari al "Processo di Oslo", eravamo sfruttati anche per eliminare un’ altra minaccia politica, il Rabbino Uzi Meshulum. Io la ho bevuta, la propaganda, secondo la quale egli era un pericoloso Guru, che minacciava di far dilagare la violenza nella nostra societā. Quasi tutti noi la abbiamo bevuta. E allora cooperammo nel farlo tacere. Adesso perō sappiamo, il suo messaggio era onesto, e a essere minacciata era proprio la stessa base del Movimento Laburista. Se alla veritā fosse stato permesso di trapelare, sarebbero finiti alla berlina i primissimi eroi Laburisti, il loro movimento politico non avrebbe avuto l’ impulso morale per continuare, e il processo di Oslo sarebbe morto. Siamo stati usati abusati e strumentalizzati una volta ancora.

Quanto alla Shabāk, l’ errore fatale di Meshulum fu di aver pronunciato il nome dell’ infiltrato Ilan Raz. Non ci piace se i nostri uomini vengono esposti, e se di conseguenza le loro vite vengono minacciate. Per questo ci preparammo a muoverci alla grande contro Meshulum.

Ma Ilan Raz tentō di avvertire Meshulum. Proprio cosė, era arrivato a ammirarlo, e a proposito, ciō significa violare la regola numero uno: stai vicino al tuo bersaglio, ma non avvicinarti troppo. Raz raccomandō a Meshulum di cessare immediatamente la sua campagna, altrimenti noi gli saremmo piombati addosso molto duramente. Raz arrivō a tentar di corromperlo, maMeshulum non si piegō. Abbiamo preso d’ assedio la sua sede, con tiratori dell’ Esercito e della Polizia dappertutto. Uccisero uno dei giovani sostenitori di Meshulum. Meshulum č stato messo in carcere, e ora pare egli abbia dimenticato tutto ciō che riguarda i bebč spariti.

E la vicenda va peggiorando sempre. Il capo dei Servizii Medici Carcerarii, Prof. Yaacōv Ziegelboim, č rimasto sconvolto dal trattamento clinico cui Meshulum era sottoposto, e stava per riferire i fatti all’ Autoritā competente. Una bomba nell’ auto di Ziegelboim lo ha fermato per sempre. I nostri addetti alle relazioni pubbliche hanno scaricata la colpa sui seguaci di Meshulum. Sono come i coloni: parlano molto, organizzavano grandi manifestazioni di protesta nella speranza di riuscire a convincere il pubblico a cercare giustizia, perō non hanno mai compiuto crėmini, men che meno omicidii. Eppure la propaganda č stata cosė efficace, che il pubblico č convinto: il bombarolo č un estremista Yemenita. Non ho prove, ma sono convinto, e non sono il solo: vittime come Amėr, e come i fratelli Kahalani, sono state scelte proprio perché Yemenite. Parte dell’ operazione generale era convincere il pubblico che gli Yemeniti sono balordi instabili e matti, e che nessuno deve prendere sul serio quanto dicono.

PARLIAMO SUL SERIO

FONTE 1

Abbiamo elaborata una strategėa con la quale potremo sopravvivere. Andiamo a consentirti di riferire un’ informazione molto delicata. Dovrā dimostrare alla gente dei trucchi sporchi, che noi non stiamo scherzando. Le operazioni loro devono cessare, e adesso. Sarā l’ ultima informazione che ricevi da noi TU: la prossima volta troveremo uno sbocco giornalistico pių convenzionale. E’ una promessa. Non prenderemo mai pių contatto con te.

FONTE 2 - Ti suggerisco un viaggetto a Ramōt, in via HaChoresh, guarda le ville attorno al caseggiato 100. Ne vedrai una, con una speciale porta del garage. I sospettati dall’ area di Ramallah vengono portati lė per gl’ interrogatorii.

Che si trovino una nuova villa. Se non vediamo un mutamento di politica, il prossimo reporter cui parleremo riceverā molte pių informazioni. Stiamo cercando un ordine interno che ci faccia sapere: la Shabāk d’ ora in poi avrā una funzione sola, proteggere gl’ Israeliani dai loro veri nemici.

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FONTE 1 - E come ho detto prima, Tu devi riferire: la Shabāk č dove lavorano le donne e gli uomini migliori del nostro Paese. La maggior parte di noi non ha alcun ruolo in questo sotterfugio. Siamo fiduciosi, il pubblico ci perdonerā quando la storia piena verrā fuori, e FUORI VERRA’.

SALTA FUORI LA REGISTRAZIONE DELL’ INTERROGATORIO A Y. AMI’ R

Tre sere fa, ho data una conferenza sull’ assassinio di Rabėn, a Netanya. Una volta completata la presentazione, una bella donna di nome Rachel Friedman mi si č avvicinata. Mi ha detto: "Nella pizzeria Sbarro il 9 Agosto 2001 a Gerusalemme sono stati uccisi mia sorella, suo marito, i loro tre bambini. A mio cognato proprio l’ ultima cosa che ho detta č che stasera io sarei venuta a sentire te.

E l’ ultima cosa che ha lui detta a me č : la violenza contro di noi viene gestita proprio dalla stessa gente che scatenō l’ Olocausto. Forse l’ assassinio di Rfabėn ci permetterā di risalire su fino a loro".

Lui proveniva dall’ Olanda, e sapeva cose che gl’ Israeliani non conoscono. Pochi minuti dopo, č stato fatto a pezzi. Alla TV d’ Isračl ho riferito quanto mi aveva detto, č stato censurato. L’ indomani la notizia del giorno riguardava un Arabo ucciso in una rappresaglia. La mia famiglia č stata cancellata dalla faccia della Terra quasi interamente, e in loro memoria Sharōn ha buttati gių alcuni immobili. E la stampa ha pensato che un Arabo ucciso in un edificio fosse pių importante degli ultimi pensieri di mio cognato".

Jeri sono stati ammazzati altri cinque Israeliani. Marito e moglie uccisi davanti ai loro bambini sulla strada Gerusalemme-Modiėn, un miglio da casa mia. E Sharōn ha abbattuto qualche casa per ricordare le vittime. Nel frattempo Sharōn sta inviando in Germania Peres affinché concordi la prosecuzione del massacro, sinchč le truppe della NATO non avranno assunto il pieno controllo della regione.

Se vuoi sapere che cosa sarā Isračl domani, guarda la Macedonia di oggi. Piano identico. I boss del NOM, Nuovo Ordine Mondiale, armano una gang di dissidenti Musulmani, che uccidono e mutilano e feriscono, sinchč non arriva l’ Esercito Mondiale a buttar acqua sulle fiamme, che i suoi comandanti sono stati i primi a appiccare. Arafāt non fa che obbedire agli ordini, come ogni buon leader dissidente Musulmano.

A Rachel io ho detto che le parole di suo cognato erano pura veritā, dal Cuore di D-o alla bocca di lui. Ho aggiunto: da anni ho continuato a ripetere, l’ unico modo per salvare il nostro Popolo č far venire fuori la veritā sull’ assassinio di Rabėn. La veritā porterā da Gillōn a Peres, a quegli Europei che incendiano la nostra Regione. Di tutti gl’ innumerevoli crėmini contro gli Ebrei dagli accor di di Oslo, l’ unico che gl’ Israeliani non scorderanno mai č l’ assassinio di Rabėn, č la chiave della nostra salvezza.

Due giorni dopo, ho ricevuta la prova pių clamorosa mai trovata da vari anni. Uno scrittore dalla dura cervėce, famoso e visto spesso sulla TV d’ Isračl, mi ha telefonato insistendo perché c’ incontrassimo. Con sua moglie č arrivato in auto a casa mia. Sič portato dietro un nastro, come pure informazioni di vitale importanza, che entrambi continuavamo a cercare da anni.

Per quanti seguano i miei pezzi,l ricordo STANNO PARLANDO, THEY’RE TALKING, in cui due agenti della Shabāk, o Shėn Bet, (Sherųt Bittahōn, Servizio Sicurezza) m’ informano di alcuni dei segreti pių reconditi della filiale loro del Servizio. Mi č giunta la sfumatura. Tzvi, una delle guardie del corpo di Rabėn, fu assassinato la notte stessa della morte del Premier, e poi seppellito nel silenzio assoluto (il rispetto dovuto a un morto) e subito. A Gerusalemme i morti vanno sepolti ancor pių in fretta che nel resto del Cosmo. Ciascuno rispetta la Norma dell’ Ebraismo come puō.

Finora conoscevo il nome d’ un altro Ufficiale della Shabāk morto di raffreddore in seguito al raffreddore che colpė Rabėn, Yoāv Kuriel, sepolto dieci giorni dopo Rabėn, funerale a porte chiuse.

Agl’ informatori ho chiesto di dirmi il Cognome (Shčm Ha-Mishpakhāh) di Tzvė’, ma non ce la han fatta a ricordarlo.

E’ stato il mio ospite a ricordarlo:"Quel gorilla si chiamava Tzvi Forster, lo ha messo sotto Terra il becchino Friedman, a Gerusalemme, nel Cematerio Givat Shaul".

A furia di frequentare I TAL YAni, io gli ho offerta una Pizza. E lui mi ha offerte tre Pizze. Tre film, MASTARA’. LA POLIZIA INTER ROGA YIGA’ L AMI’ R

Mica le balle mostrate a Canale Uno l’ anno scorso; le ROGATORIE VERE Dell’ INTER; mi ha detto lui, e non ci crederete, ma erano proprio quelle o miei venticinque lettori.

ME LO CONSENTA

IL TEMPO, e sbobinerō il tutto, i tre INTERROGATORII. Ma giusto per cominciare, ecco quello a Yigāl Amėr del TRE DICEMBRE millenovecentonovantantacinque.

Qualche ora prima, Yigāl Amėr aveva avuta un’ udienza, cui la stampa ha dato spazio. Lo sventurato appena posto piede in aula urlō alle telecamere e agli spettatori, un milione almeno:"Ma perché non indagate sul gorilla assassinato di Rabėn? Il popolo perdonerā me, quando conoscerā i retroscena. Dopo aver compreso il perché, capirete: tutto il sistema č marcio. Tutto ciō che vedete č posticcio. Ma non me lo aspettavo, che avrebbero cominciato a ammazzare la gente".

Alla sua udienza poi, Yigāl Amėr ha detto al Giudice Dan Arbel: "Stanno ammazzando la gente, č tutta una frottola? "

Arbel. "Frottola che cosa?"

"Che io ho ucciso Rabėn," ha risposto Yigāl Amėr. "Io manco ci ho provato a ammazzarlo. Ciō che avete visto sinora č una sceneggiata. Mi si consenta, richiedo, di spiegare il retroscena delle mie azioni. Loro stanno ammazzando gente. Se state a ascoltare la veritā, l’ intero Paese farā la rivolta in armi."

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Superfluo a dirsi, il Giudice Arbel negō a Amėr ogni chance di spiegarsi, e Yigāl fu ritradotto dietro ai catenacci.

QUESTO E’ L’ INTERROGATORIO CHE POI SI SVOLSE PROPRIO IN QUEL GIORNO QUASI FATIDICO NEL QUALE YIGA’L AMI’R SI ACCINGEVA A DIRE LA VERITA’ AL TRIBUNALE. PERO’ A INTERROGARLO FURONO DUE POLIZIOTTI NERVOSI , E QUASI DISPERATI, YOA’V GAZI’T, E OFIER GAMLIEL.

LETTORE , MENTRE LEGGI LA TRASCRIZIONE, ricorda. La stampa ha diffusa la bugėa che Amėr ha confessato alla Polizia di essere l’ assassino, punto e basta. La trascrizione dimostra che non fu cosė. Yigāl vuol sempre dire il vero, ma non si fida delle intenzioni degl’ inquirenti.

Una decisione č stata presa, presentare l’ intero testo dell’ interrogatorio. Ciō rallenterā e grandemente allungherā la lettura, e spesso confonderā il lettore. Ma la considerazione principale č l’ autenticitā. Tanto dell’ atmosfera dell’ interrogatorio, quanto del fatto che io ho acquisita tale prova inoppugnabile. Onde ridurre la confusione, inserisco i commenti, segnalandoli con tre asterischi all’ inizio, e alla fine: cosė: ***

447/95 Divisione Crėmini Gravi, Polizia d’ Isračl, testo della conversazione del 3DIC1995 fra il sospettato dell’ omicidio del Primo Ministro Rabėn, Yigāl Amėr, e due investigatori, Sergente Ofir Gamliel, e Ispettore Yoāv Gazėt.

Gazėt: "Esauriamo l’ investigazione. Ripuliamo l’ intera storia".

Yigāl Amėr: "Ti ho dato il telefono, cosė ridammelo indietro".

Gazėt: "Eccolo qui. Questo č il punto di partenza. Non appena le cose saranno state ripulite, tu potrai incontrare i tuoi genitori. Voglio com,inciare con un punto fatto da te e, guarda, io non sto scrivendo niente. Tu puoi parlare liberamente. Voglio mettere bene in chiaro un argomento che hai sollevato tu nel rapporto di Yoni….."

***L’ Ufficiale Yoni Hirshorn fu il primo a interrogare Yigāl Amėr. ***

Gazėt: "Tutti han sentito ciō che hai detto oggi in aula. Voglio sapere che cosa tu intendessi dire, con quelle parole. Sui mass media sento brandelli e pezzettini, ma non ho il vero quadro. Ho chiesto a Yoni di scrivere la sostanza delle tue affermazioni. Dimmi che cosa intendi affermare con tali parole. Erano vere, o no?".

Amėr: "Ora parlerō".

Gazėt:" Hai detto: quanto abbiamo visto sinora č una facciata, e hai chiesto alla Corte di lasciarti spiegare il retroscena delle tue azioni. "Stanno ammazzando gente, se ascolti la veritā, nel Paese ci sarā una rivoluzione", tu hai detto. Non č che fosse un po’ enfatico? ".

Amėr: " Loro non mi hanno lasciato dire ciō che io avrei potuto riferire".

Gazėt: "Allora dillo a me, io non scrivo niente, che cosa intendevi dire? E’ una teoria, o no? Non so, io".

Amėr: "Loro stanno ammazzando gente. Dal mio avvocato, e dai miei interroganti, ho appreso della guardia del corpo morta".

***Yoāv Kuriel, Agente della Shabāk, era stato sepolto due settimane prima, e erano stati pubblicati sospetti di giuoco sporco. Alla fine, la Polzia e la stampa avevano insistito: egli si era tolta la vita perché depresso in sčguito all’ assassinio di Rabėn. Nel giro d’ un anno, io ho parlato con uno di quelli che avevano seppellito Kuriel. Mi ha informato che Kuriel aveva sette pallottole nel petto. Un suicida proprio ostinato. Quando Amėr ha urlato alle telecamere che la stampa stava coprendo l’ assassinio di una guardia del corpo, ha riaperta la ferita, e la Polizia ha voluto determinare ciō che egli sapesse. Amėr risponde che il suo Avvocato, e altri Poliziotti, gli avevano detto di Kuriel. Gazit vede che questa linea non porta da nessuna parte, e cambia argomento. ***

Gazėt:"Dimmi in breve quanto tu sai su Itamār Ben Gvir".

Amėr: "E’ ciō che ho sentito in autobus, che andava a ammazzare il Primo Ministro".

Gazėt: "Lo hai incontrato personalmente? ".

Amėr: "No".

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Gazėt: "Itamār fu quello che appiccicō l’ autoadesivo sulla vettura del Primo Ministro. E’ un estremista. Tu lo hai mai incontrato?"

Amėr: "No, lo ho soltanto visto".

***Itamār Ben Gvir č un esponente del Kach, cui č stata data ampia pubblicitā. Il Kach č anzi era il Partito del Rabbino Meir Kahane, morto di raffreddore a New York. Sono diffusi i sospetti, fra molta gente, che Ben Gvir fosse un agente della Shabāk. Ciō che alimentō i sospetti fra tante persone, č un incidente di qualche anno prima, quando egli minacciō di ammazzare Sinead O’ Condor e la ban di lei, se si fossero presentati al concerto loro in programma a Gerusalemme. Lo show fu cancellato. Il che scatenō la rabbia della Sinistra, e dei giovani, contro i "coloni" di Destra come Ben Gvir. E per le sue minacce di ammazzare, quale fu la punizione di Ben Gvir? Niente. Non č stato nemmeno interrogato dalla Polizia. Un mese prima dell’ assassinio di Rabėn, Ben Gvir appiccicō sull’ auto del ministro la scritta: "Stavolta abbiamo beccata la sua automobile, la prossima volta beccheremo lui". Amėr sta affermando d’ aver udėto su un autobus che Ben Gvir era pronto a uccidere Rabėn quella sera. Il complotto si fa pių fitto. ***

Gazėt: "Ben Gvir č nel Kach. E quello che te ne ha parlato č uno della gioventų del Likųd, di Raanana."

Amėr: "Non voglio dire".

Gazėt: "Tu lo hai giā detto. Ciō che tu intendi, č che non vuoi dire chi fosse. Gli hai dato un nome senza cognome, e nemmeno lo ricordi. Bello, hai sentita una teoria, e il tuo avvocato ti ha detto che č morta anche una guardia del corpo. Cosė qual č la tua parte in tutto ciō? In breve, che ci fai tu di tutto ciō? Se non te la senti di rispondere, anche per me va bene".

Amėr:"Lo giuri?"

Gazėt: "E’ giā abbastanza".

Amėr: "Va bene".

Gazėt: "Beh giā dimmelo, in breve". Amėr: "Lo dirō".

Gazėt: "Dė che cosa intendevi quando in tribunale eri cosė enfatico".

Amėr: "Dovevo eserlo, non mi volevano far parlare".

Gazėt: " Chi lo sa che cosa pensassero".

Amėr: "Non me ne importa".

Gazėt: "Io sto parlando qual tuo investigatore, e non capisco il mio caso. Io devo dare un sčguito alle cose dette sulla stampa, e in aula, ma non afferro".

Amėr: "Tu sei il mio investigatore, e non mio padre".

Gazėt: "Dipende. Io non ho mai detto di essere tuo padre, e tu non sei tenuto a fidarti di me. Io non ti ho mai chiesti i nomi di persone".

Amėr: "Mi sentirai in Tribunale".

Gazėt: " Ti dirō, da quanto tu hai affermato in Tribunale stamattina, io posso supporre tu pensi che sia morta una delle guardie del corpo, vero?"

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Amėr: "Sė".

Gazėt: "Hai dichiarato che te lo ha detto un avvocato? Chi č? Come si chiama?"

Amėr: "Quello che č venuto da me."

Gazėt: "Non basta, e lo sai. Qui non siamo bambini. Voglio sapere dove hai udita questa teoria. Vedi, io non sto scrivendo nemmeno una parola".

Amėr: "Nulla, non era niente, io ho soltanto buttate lā alcune teorie. "

Gazėt: "Non č ciō che tu hai detto prima".

Amėr: "Giusto, OK, proprio cosė".

Gazėt: "Io prima ho parlato con tuo fratello, come tu hai visto. Gli ho domandato che cosa tu intendessi in tribunale stamani".

Amėr: " Tutt’ e due lo saprete dopo, in Tribunale".

Gazėt: "Hai detto che eri su un autobus per andare al comizio, giusto. C’ era un tipo…"

Amėr: "Io non te ne darō il nome. Egli mi ha detto che Itamar Ben Gvir ci accingeva a uccidere Rabėn".

Gazėt: "Tu hai dichiarato che ti č stato detto che Ben Gvir intendeva uccidere Rabėn?"

Amėr: "Sė".

Gazėt: "E hai detto d’ aver sentito dalla gente dire che Avishai Ravėv era un Agente della Shabāk. E che Avishai č amico di Itamar Ben Gvir, vero? Ciō č quanto tu hai detto, e ora tentenni. Sei preciso con le tue parole? ".

Amėr: "Sė".

***Amėr collega Avishai Ravėv con l’ assassinio di Rabėn. Giustamente lo identifica quale Agente della Shabāk. Connette Ben Gvir con Ravėv, e implica che egli pure fosse un Agente della Shabāk. E insiste. Voce circolava, che Ben Gvir fosse in giro per ammazzare Rabėn quella sera. Lungi dal confessare d’ aver assassinato il Premier, Amėr sta tentando di capirci qualche cosa. Ovvio, ha tratto qualche solida conclusione da quanto conosce. Guardate ora le implicazioni delle conclusioni di Amėr.***

Gazėt: "Riesco a vedere che sei stanco. Distenditi e stiracchiati quanto ti pare mentre proseguo. Ora dimmi, vero o no, č questo che tu credi? I massimi ranghi del Governo, in particolare Rabėn e Peres, preparavano un falso attentato per mano d’ uno di Destra dopo il comizio, e quel Ben Gvir si presumeva fosse quello che doveva sparare ? Sė o no?".

Amėr: "Sė, sė".

***Possiamo definirle quisquilie? Amėr ha fiutato il complotto, almeno la parte del falso assassinio, e la colpa da attribuirsi a uno religioso, di Destra, che avrebbe sparato. Notare: Amėr include Peres nel piano, fatto che pure č stato dimostrato. No, Amėr non confessa l’ omicidio, resta coerente sui fatti accaduti. Eppure, si noti, poi non sono emerse prove sulle accuse sue contro Ben Gvir.***

Gazėt: " Abbiamo bisogno di chiarire tutto questo. A parte ciō, io non ho bisogno di nulla".

Amėr: "Io non intendo questo".

Gazėt: "Allora che cosa intendevi?".

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Amėr: "Ho detto questo, ho detto quello, non avevo pensieri dritti, diretti e lineari".

Gazėt: "Hai detto che ci si aspettava Itamār Ben Gvir arrivasse, um, con una pistola piena di pallottole a salve, che gli aveva data Avishai Ravėv. Vero? Questo č ciō che tu hai detto".

***Amėr ha detto a Hirshorn, il precedente suo interrogatore, che Avishai Ravėv aveva fornito a Ben Gvir una pistola caricata a salve. Ma, questa č la veritā, Ravėv deve aver data quella pistola a Amėr. Lo sappiamo, in quanto abbiamo una foto di Ravėv che impugna una Beretta. Il numero di serie, bene ingrandito, č lo stesso dell’ arma che Amėr, si asserisce, ha usata per uccidere Rabėn. Lo sappiamo perché un minuto dopo gli spari a Rabėn, e quaranta minuti prima che chicchessia mai sentisse parlare di Yigāl Amėr, Ravėv dichiarō al reporter Amėr Gilāt, e a vari membri del suo finto gruppo d’ estrema Destra EYAL, che era stato Yigāl Amėr a sparare. Ravėv lo sapeva prima di chiunque altro proprio perché era stato lui a dargli la pistola. E cosė, perché mai Amėr sta affermando che Ravėv aveva fornita una pistola con pallottole a salve anche a Ben Gvėr? Era lui pure stato scelto come zimbello, o come rinforzo o eventuale sostituto per Amėr? Forse invece Amėr racconta questo, allo scopo di spingere la Polizia a studiare Ravėv. Qualsiasi sia la sua motivazione, Amėr si č reso conto di aver sparato a Rabėn a salve. ***

Amėr: "Era soltanto una storia, ho buttata lė una possibilitā. Puō darsi che Avishāi Ravėv non sia ciō che in Tribunale io pensavo".

Gazėt:"No, hai detto ciō che hai detto. Anche a proposito dei fratelli Kahalani, che loro hanno scambiate le pallottole, o che ne hanno taroccate le armi. Da dove hai colta quest’ idea? ".

***Una volta di pių, Amėr ha ragione. Due mesi prima dell’ assassinio di Rabėn, i due Kahalani, Eitan e Yehodidya, erano stati arrestati dalla Shabāk, e accusati di stare per massacrare Arabi. La Shabāk affermō di avere taroccati i due ficili M-16, rendendoli inefficaci. Nell’ Ottobre 1999 io ho parlato a 400 importanti politici, fra i quali 4 parlamentari della Knčsset, durante un forum in un hotel di Herzlia. A tutti ho dichiarato di avere le perizie del Laboratorio Balistico della Polizia. La sera prima di esser intrufolati su quell’ auto rifilata ai fratelli Kahalani, quei due M-16 erano proprio in quel laboratorio, e non sul veicolo dei due fratelli. Dal laboratorio i fucili sono stati piazzati, non dai due fratelli, e non sul veicolo loro, bensė su un’ auto presa in prestito da un "informatore" della Shabāk, tale Yves Tibi. Due mesi dopo, i due Kahalani erano stati scarcerati, nel silenzio totale. E nessuno mi ha ringraziato. Amėr ha assolutamente ragione per la trappola tesa ai Kahalani. Come faceva a sapere? Nessuno sospettava che la Shabāk avesse fatto cose del genere, finchč molto dopo sono saltati fuori Ravėv, e le tattiche dell’ assassinio di Rabėn. Amėr ha ben pių di un risentimento per il modo in cui č stato intrappolato. Adesso guardatelo, descrive il complotto, perfettamente.***

Gazėt:"No, sei stato tu a dirlo. Tu hai detto che loro han taroccato i fucili".

Amėr: "Io dico alla Polizia una cosa perché loro mi guidano verso certe direzioni, e ciō non č quanto io intendo dire alla Corte".

Gazėt: "E per facilitare la congiura, le guardie del corpo di Rabėn hanno sgomberato il cammino per chi stava per sparare a Rabėn?".

Amėr: "Ecco perché i gorilla urlarono che le pallottole erano a salve".

*** Tombola ! Amėr ci ha azzeccato. Ha ben chiaro il piano, e pare Gazėt sospetti che potrebbe avere ragione. Il problema č, si č aggiunto, sommato Ben Gvėr . Perché aggiungerlo? Perché non dice Yigāl Amėr, semplicemente, che Ravėv aveva dato a lui Amėr la pistola con le pallottole a salve, poiché probabilmente la veritā č questa?***

Gazėt: "Cosė si presumeva che dovesse essere Ben Gvir. No, evitiamo di menzionare nomi. Un attimo, sta arrivando Ophir (Gamličl). (Nella stanza entra un secondo Poliziotto). Senti Ophir, lui crede che io non lo capisca. Che io non afferri dove punta lui2.

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Amėr: "E’ tutto".

Gamličl: "Seeentiii…"

Gazėt: "Parla a Ophėr".

Gamliel: "Tu hai parlato di una facciata, di una sceneggiata".

Gazėt: "Ophir vuole ascoltare. Ecco perché io lo ho portato qui".

***Come se Ophir non avesse guardato il tutto attraverso uno specchio "A raggi X" ***

Gamličl: "Tu hai tirate in ballo altre persone".

Amėr: "Io non ho detto niente. Loro non mi hanno lasciato parlare né alla Corte né ai reporter".

Gamličl: "No, qui, intendevo dire qui".

Amėr: "Io ti ho chiesto di lasciarmi parlare".

Gamličl: "Nu, e allora parla".

Amėr: "To non mi lasci parlare".

Gamličl: "Parla, sentiamo".

Amėr: "E’ troppo tardi".

Gazėt: "Come č sta storia?".

Amėr: "Aspetta fino al mio processo".

Gamličl: "Il Tribunale chiederā che la Polizia deponga su ciō che tu ci hai detto. Non puoi dire che noi non ti stiamo dando ogni opportunitā di spiegarti".

Amėr: "Non voglio dire".

Gamličl: "Tu non vuoi dire, ma noi sappiamo ciō che tu vuoi dire. Noi conosciamo la tua storia. "

Amėr: "Non č una storia".

***Gamlčl alla fine va trasformandosi in Poliziotto cattivo, ma la strategėa non funziona. Amėr perderā ogni piccola fiducia che aveva stabilita con Gazėt, non appena Gamličl alza il tono e tira fuori le bugėe. ***

Gamličl: "Hai detto che c’ era una cospirazione della Shabāk, e di esserci capitato in mezzo per caso. Hai detto che le guardie del corpo urlarono: "Sono a salve, sono a salve". Sai quali guardie?".

Amėr: "Io vi ho detto il perché di quelle loro urla "sono a salve". ".

Gamličl:"Su che cosa tu basi questa teoria?".

Amėr: "Niente. Era soltanto una teoria. Prendere, o lasciare".

Gamličl: "Cosė che cosa č la teoria? Non la capisco".

Amėr: "Una delle guardie del corpo č morta".

Gazėt: "No."

Gamličl:"Chi ti ha detta una roba del genere?".

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Amėr: "Gente, proprio la gente".

Gamličl: "Non č morto nessuno. Ora, sentiamola, questa tua teorėa".

Gazėt: " La teoria si basa su una guardia del corpo morta, assassinata per tenerla zitta".

Amėr: "Egli ha domandato che cosa io pensassi."

Gamličl: "Se io ti dico che non c’č nessuna guardia del corpo morta, tutta la tua teoria crolla".

Amėr: "Sė".

Gamličl: "Proprio quello ti dico".

***E proprio Gamličl sbaglia sempre. Yoāv Kuriel era stato sepolto in quel 1995, il 15 Novembre, undici giorni dopo l’ assassinio di Yitzhāk Rabėn. Nel Cimitero Ha Yarkōn. Il suo sepolcro puō essere visitato al blocco 13, regione 5, fila 57, numero 20. Amėr ha ragione. Ma ha sottovalutata la situazione. Un altro gorilla, Tzi Forster, era stato assassinato, e seppellito 10 giorni prima di Kuriel. Il giuoco di Gamličl č semplice, mentire a Amėr, e costringerlo a abbandonare la sua linea difensiva.***

Amėr: "Davvero?".

Gamličl: "La tua linea č: la Shabāk lo ha ucciso per farlo tacere. Ecco ciō che intendevi dire".

Amėr: "Puō darsi".

Gamličl: "Tu hai detto questo qui?".

Amėr: "E’ quel che ho detto".

Gamličl: "Chi č Benny Birtz?".

Amėr: "Un tale".

Gazėt: "Lui mi ha detto che lė c’ era quello che aveva messo l’ autoadesivo sulla vettura di Rabėn. Lo ha visto in TV".

Gamličl: "Aspetta un secondo. Tu a me hai detto che tutto si tiene, e che le urla "a salve" collegano insieme tutto quanto".

Gazėt: "D’ improvviso lui č molto misterioso".

Gamličl: "Tu non vuoi parlare con noi".

Amėr: "OK, parlerō".

Gamličl: "Giā, parla".

(dal film manca la risposta di Amėr)

Gazėt: "Cosė non č vero nulla. Tutto di basa su una storia che qualcuno ti ha raccontata su una guardia del corpo morta."

Amėr: "Anche".

Gazėt: "E tu nella tua insalata hai mescolata pure la storia dei Kahalani, perché tutto stia insieme. Allora, dė qualcosa".

Amėr: "Non ce n’č bisogno. Questo non č un romanzo poliziesco".

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Gamličl: " Se le guardie del corpo vennero coinvolte, dimmi come, e investigherō".

Amėr: "A te pare giusto che…"

Gamličl: "Cosė tu non sei cosė certo di quel che č giusto, vero?".

Amėr: "Tu hai detto che investigherai. Se avrai tanta certezza non investigherai, vero?".

Gamličl: "Non c’č nulla su cui investigare. Nessuno č morto, tutti sono vivi".

Amėr: "Bello, se tutti sono vivi… e la storia vera č la tua".

Gamličl:"Ora ascolta. Hai soltanto tirato a indovinare tutto il tempo, no? Se non č cosė, dicci qualche cosa che sai per certa. Sinora tu sei stato molto franco, con noi. Non c’č motivo perché tu ci nasconda pių niente".

Gazėt: "Io non capisco il tuo problema. Investigheremo qualsiasi cosa abbia bisogno d’ essere investigata. Tu sai spiegarti bene. Dė ciō che vuoi dire".

***Amėr ha ricevute notizie sulla morte di Kuriel da fonte degna di fede, uno dei suoi avvocati. I suoi legali erano in posizione tale da riuscir a sapere; e da esperienza di prima mano so: erano in possesso di informazioni sconvolgenti profondamente. Amėr non dirā quale dei suoi avvocati lo abbia reso edotto. In quel momento aveva due avvocati pių i loro collaboratori, che lavoravano alla sua difesa. I due incaricati d’ interrogarlo diventano sempre pių frustrati. Vogliono scoprire chi la sa lunga su Kuriel, perō Amėr non molla. Loro tattica č: investigare su niente, finchč Yigāl Amėr non spiffera tutto sugl’ informatori suoi. Successivamente, risaliranno al ragazzo del Likųd che lo aveva informato su Ben Gvir. Ma Amėr dimostrerā di essere sospettoso sui loro fini, e ostinato, a basta per non diventare un’ allodola da richiamo.***

Gamličl: "E’ la veritā".

Gazėt: "Te lo dico proprio, nessuno č stato ucciso".

Amėr: "E allora beh, vedremo, si vedrā".

Gazėt: " Cosė beh ecco allora dunque ma nzomma da dove l’ hai presa la tua storia? Esattamente, da chi? Non puoi proprio affermare che tu fondi i tuoi sospetti su fatti solidi".

Amėr: "Non tale questione".

Gamličl: "E allora, perché un giorno dici a volume pieno di essere stato tu a farlo, che eri solo; e ora ti inventi una cospirazone?".

Amėr: " La situazione č quella, tutta una sceneggiata fu".

Gazėt: "Una facciata? Da parte di chi? La maschera, chi la portava?".

Amėr: "Non posso dire niente".

Gamličl: "Non puoi o non vuoi? Perché sei tu che intrecci e intrufoli congiure".

Amėr: "Okay".

Gamličl: "Un corno Ok per niente, io voglio sentire le tue teorie."

Amėr: "Non ti darō cio che vorresti acciuffare. Non te ne importa".

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Gamličl: "Sė che ce ne importa, eccome. Il nostro problema č proprio questo. Ciō che hai detto sinora, lo abbiamo controllato, e risulta per lo pių esatto. Siamo rimasti molto impressionati dalla tua onestā. Tu non sei un sempliciotto, e ci credevi per davvero in quanto hai detto sinora. Ora vogliamo verificare i nuovi tuoi elementi".

Amėr: "Non vi č possibile, semplice, non potete".

Gamličl: "Intendi, non vuoi, perché tu non sai niente. Perché non puoi dirli? E’ perché sai cose che non possono essere rivelate, o perché tiri a indovinare fondandoti sulla logica come le urla delle guardie del corpo "sono a salve". Credi che non sconvolgano pure noi? Eccome se ci sconvolgono. E immagino bene quanto sconvolgano te. La questione č: c’ č qualcosa dietro a ciō? Tu finora sei stato aperto e molto con noi. Ora abbiamo bisogno da te di fatti concreti".

Amėr: "No, io non posso raccontare".

Gamličl: "Come…"

Amėr: "Io non posso fare riferimenti q ciō".

Gamličl: Non ci puoi contare?

Amėr. "Non ci posso fare riferimenti".

Gamličl: "Giā, perché stai facendo solamente teorie".

Amėr: "Basta, basta".

Gamličl (ride): "No, basta un corno !".

Gazėt: "In realtā a noi tu vuoi raccontare la tua teoria".

Gamličl: "Sarebbe interessante ascoltare ciō che pensi".

Gazėt: "D’ improvviso fa tanti misteri".

***I Poliziotti stanno esaurendo il copione, e continuano a ripetere le stesse cose. Amėr sinora ha riferito con esattezza della guardia del corpo morta, di come furono intrappolati i fratelli Kahalani, dei motivi pei quali i gorilla avevano urlato "sono a salve". E che Ravėv aveva fornita la pistola caricata a salve, e che i gorilla avevano lasciato il varco al falso assassino, e che gli ordini erano arrivati da Shimon Peres. E’ una maledetta abbondanza d’ informazioni, e soltanto un mese dopo la morte di Rabėn. A noi altri, tutti, ci č voluto un buon annetto, se non due, prima di constatare che le affermazioni di Amėr si dimostravano vere. Se non altro, ci dobbiamo domandare come Amėr sapesse cosė tant, e cosė presto. ***

Amėr: "Tutto ciō che posso dirvi č questo. Non parlo a vanvera giusto per dare aria ai denti. Non dovete temere questo".

Gamličl: "Stai tentando di far coinvolgere altre persone. Finora non era la tua linea. Allora, che cosa ti ha fatto cambiare opinione? Che cosa altro c’ č dietro alla congiura dei gorilla, e chi mai d’ altro c’ era? Noi qui tutti usciremo con la coscienza pių pulita, sia che tu dimostri l’ esistenza d’ una cospirazione, sia se tu pensi che esistesse per questo o per quello. Puoi tu con la coscienza pulita affermare che una cospirazione c’ era? Non esitare, se puopi darmi prove che io non ho. Oggi in Tribunale ti hanno fatto tacere, perō al tuo processo tu sarai libero come a casa tua di dire quanto vuoi. Ora, che cosa vuoi dire?".

Amėr: "Non ti posso dire".

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Gamličl: "Tu stai soltanto usando la logica, come nella vicenda dei fratelli Kahalani. Ciō che tu dici ha una certa sensatezza, ma loro sono un caso differente. Non andremo a investigarlo per te. Se tu hai prove inerenti il caso tuo, investigheremo. Giā, cosė parla".

Amėr: "Tutto ciō che voi avete scritto su Itamār Ben Gvėr č assurdo".

Gamličl: "Quella era la tua teoria".

Amėr: "Erano assurditā".

***Fuori di metafora. Amėr ritratta ciō che ha detto su Ben Gvėr. La ritrattazione č improvvisa, troppo perché gl’ inquirenti non sospettino i motivi pei quali Yigāl Amėr ha il brusco mutamento d’ idea, e lo pressionano x sapere. Fulminato sulla via di Damasco anzi di Tel Avėv, anzi di Gerusalemme, quel pirla di Amėr tenta di diventare furbo, e ha scoperto d’ aver giā detto troppo, e che ciō potrā essere USAto ai proprii danni. ***

Gamličl: "Tu davvero capisci zero della procedura legale. Se fai una dichiarazione alla Polizia, e la ritratti, la Corte non prenderā in considerazione la tua parola. Devi essere coerente. Per il tuo bene".

Amėr "Per il mio bene io non ho detto ciō".

Gamličl: "Tu stai danneggiando la causa tua".

Amėr: "Non ho mai detto niente. Nulla. Stai tu dicendo a me che nessun gorilla č morto?".

Gamličl: "Lo, lo, no".

Amėr: "Tōv, bene".

Gamličl: "Continua allora, come se non fosse morta nessuna guardia del corpo".

Gazėt: "E’ stato uno dei tuoi investigatori a dirti quello?".

Gamličl: "Chiedi al tuo avvocato. E’ objettivo. Se mi dice lui: un gorilla č morto, investigherō io".

Amėr:"Allora loro perché dicono cosė?".

Gamličl: "Te lo abbiamo appena detto. Nessun gorilla č morto, proprio no . Importa a te? Tanto?"

Amėr: "Che cosa?".

Gazėt: "Che ti dicono nessuna guardia del corpo č morta".

***Ma un agente della Shabāk morto c’č. Yoāv Kuriel. E devono averlo saputo Gamličl e Gazėt, investigatori, e responsabili del pių importante crimine nella storia d’ Isračl. Stanno essi spaccando i capelli in quattro? Kuriel era un Agente della Shabāk, mica un gorilla della Shabāk. O stanno solo mentendo a Amėr? Potrebbono aver sospettato che la morte di Kuriel fosse estranea all’ assassinio di Rabėn, perō non hanno il diritto di contarla su a Yigāl: nessuna guardia del corpo č morta, quando sapevano eccome che c’ era, e quanto. Sette pallottole nel torace, un suicida proprio tenace. I moventi di Gazėt & Gamličl van considerati sospetti, altrimenti pechč usano strategėa sanza scrupoli pur d’ indurre Yigāl Amėr a fare i nomi delle sue fonti d’ informazioni? ***

Gamličl: "Yigāl, pensare č tuo diritto, ma i tuoi pensieri sono immotivati".

Amėr: "Io non ho mai detto niente, nemmeno una cosa".

Gamličl: "Allora posso dedurre che il tuo pensiero di basi su teorie, non su fatti".

Amėr: "No, ciō che ho detto qui non si fondava su teorie".

Gazėt: "Le guardie del corpo, il complotto a alto livello, Niente?"

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Amėr: "Lo ho spiegato lė, oh, giā".

Gazėt: "Ci siamo fermati a quel punto? "

Amėr: "Lui ha domandato ciō che potrebbe essere accaduto, e io ho risposto".

Gazėt:"Allora intendevi nulla di quanto hai detto. Soltanto briciole di idee".

Amėr: "Sė".

Gazėt:"E’ dura dirlo, ma noi siamo al tuo servizio".

Amėr: "Sė".

Gazėt: "Quanto hai detto in Tribunale, č sconnesso da quanto hai detto qui?"

Amėr: "Qua io posso dire di pių".

***Prima, lo stesso giorno, Amėr aveva detto ai giudici, e ai giornalisti, di non avere mai voluto uccidere Rabėn. Non č disposto a dire a Gazėt o a Gamličl nulla di altrettanto importante, e che nemmeno ci si avvicini; e loro comincano a capire che tanti loro sforzi sono senza speranza. Con loro, Amėr NON RITRATTA MAI LA AFFERMAZIONE DI NON AVER NEMMENO TENTATO DI UCCIDERE RABI’N. Ho solo tentato di azzopparlo dice. Nel frattempo, ciō che Amėr era pronto a dire al Giudice Arbel, Amėr alla Polizia non ha nessuna intenzione di dirlo.***

Gazėt: "Guarda quanto č diventato misterioso, cosė d’ improvviso. Non ti riconosco nemmeno pių. Questa mattina ho parlato con Ofri. Ha dedtto che rappresenta te. Tu sai almeno che che sia il tuo avvocato, quello che ha cambiasta tutta la tua prospettiva? Fra queste cose non c’č assolutamente alcuna connessione".

Amėr:"Adesso so qual č la connessione".

Gazėt:" Prima sono stato seduto con te parecchie volte. Non eri cosė. Voglio sapere perché sei cosė differente ora. E perché tu sia divenuto tanto misterioso. E’ semplicemente qualche cosa che ti č capitata?".

Amėr: "No ? ".

Gazėt: "Ora ti buttiamo lā cose nuove, e siamo obbligati a dar loro sčguito".

Amėr: "Dovreste farlo anche senza di me".

Gazėt: " Che cosa ? ".

Amėr: "Le vostre conclusioni sono disgiunte da tutto quello".

Gazėt: "No, stai dicendo queste cose in Tribunale, e noi dobbiamo scoprire perché. Tu butti lā ste cose davanti alla Corte, e io devo trovare sui giornali ciō che tu racconti. Mi dici che un giorno tu racconteai tutto. Devo trovare che cosa intendi con quello. Non so nemmeno che cosa tu intenda per facciata, o sceneggiata. Dimmelo semplicemente".

Amėr: (sbadiglia)

Gazėt: "Sei stanco?".