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Amėr: 8sbadiglia)

Gazėt: " Possiamo parlarti domani, se vuoi. Ma sarebbe meglio raggiungere qualche spiegazione adesso. Credi di essere tu l’ unico senza spiegazioni? Possiamo trovare spiegazioni per tutto ciō che pensi. Se hai continuato a dire tutte queste cose per nulla, diccelo allora".

Gamličl: " Io ho una domanda".

Amėr: "Adesso, che ora č? "

Gamličl:"Le cinque e trenta. Quando voui mangiare, unisciti a noi. Ora hai riferito una storia su una corsa in autobus da casa tua al comizio, la sera dell’ assassinio, quando tu ha incontrato un conoscente, che ti ha detto di Ben Gvėr."

Amėr: "Vero, e null’ altro che la veritā. "

Gamličl: "Null’ altro che il vero. Ciō significa: tu confermi la storia sull’ autobus."

Amėr: "Sė".

Gamličl: "Lo hai visto per caso, o viaggiate sempre insieme? Vorrebbe dire che lui abita a Herzlia".

Amėr: " Raanana."

Gamličl: "Raanana".

Amėr: "Io non ho detto niente".

Gazėt:"Lui me lo ha giā detto".

Gamličl: "Che cosa ha detto?"

Gazėt:"E’ un tale della gioventų Likųd di Raanana. Mi ha dato il suo nome. Che cosa era?"

Amėr:"Io non voglio dare il nome."

Gazėt:"Me lo hai giā detto".

Amėr:"Solo il primo nome, credo che fosse Gilād, non ne sono sicuro".

Gamličl:"Doveva conoscerti, altrimenti non avrebbe introdotto l’ argomento".

Gazėt: "Era un ragazzo giovane".

Gamličl:"Qualcuno che ti conosceva".

Gazėt: "Hai detto che Margalėt lo conosceva anche lei".

***Amėr ha giā incriminata Margalit Har Shefi, come presto ve3dremo. La Polizia si sta costruendo la sua propria congiura di Destra, e ci vuole coinvolgere pių persone possibile. Se questo giovane del Likųd non ha riferite alla Polizia le intenzioni di Ben Gvėr, allora č colpevole quanto la Har Shefi, nel non aver prevenuto l’ assassinio di Rabėn. Ma, diversamente dalla Har Shefi, Amėr ha detto all’ Ufficiale Hirshorn che la giovane aveva riferito alla Polizia il piano di Ben Gvir. Molto probabilmente, i Poliziotti stanno cercando di aiutare non la causa di Amėr, ma la causa del Governo, che propende per un complotto della Destra, dei Religiosi. E Amėr ha aperti gli occhi.***

Amėr: "Forse sė, ho detto cosė. Ascolta, io non voglio…"

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Gamličl: "Non vuoi che cosa?"

Amėr: "Che…"

Gamličl: "Ma tu stai dicendo che la veritā č questa. Ecco ciō che č accaduto sull’ autobus".

Gazėt: "Ciō significa: per caso lo hai incontrato, e per caso ti ha raccontata ‘sta storia".

Gamličl:"Se non vuoi fare il nome, almeno dė esattamente ciō che ha detto".

Amėr:"Ha sentito che Itamār Ben Gvėr voleva uccidere Rabėn al comizio".

Gamličl:"E allora, tu a lui che cosa hai detto".

Amėr:"Non riuscite a trovare l’ autista dell’ autobus, che potrebbe averci visti insieme?" .

Gamličl: "Chi era questo giovane? ".

Amėr (brontola e grugnisce)

Gazėt: "Non fare giuochini. Stiamo tentando di trovare le persone, e tu grugnisci".

Gamličl: "Sull’ autobus qualcun altro ti conosceva?".

Gazėt: "Ho compreso, da te, che poi non lo hai pių rivisto, che lo hai evitato".

Amėr: "Sė".

Gamličl:"Ora spiegaci per quale logica lui ha detta la cosa a te, e a nessun altro che ci riesca di trovare".

Amėr: "Non ho intenzione di dir nulla, che possa incriminare nessun altro".

Gamliel: "Potresti incriminarlo per che cosa?2.

Amėr: "Non ha importa".

Gamličl: "Mica vero".

Amėr: "Ho giā messo lo stato sottospora".

Gamličl: "Mica vero, non hai rovesciato proprio niente".

***Amėr usa la parola "hafakhti", puō anche significare rivoltare come un calzino, o causare una rivoluzione. Allora, Amėr dice di aver capovolto lo stato, perché ha ucciso Rabėn, o perché la colpa č stata attribuita a lui? Guardate la sua prossima linea di pensiero.***

Amėr:"Hanno investigato su ogni Rabbino nel Paese".

Gamličl: "Non esagerare".

Gamličl: "Abbiamo parlato con pochi Rabbini in tutto, non quel che pensi tu".

Amėr: "Contro di loro č cominciato il regno del terrore. (Amėr usa la parola Araba "Alayhom", per definire il terrore)".

Gamličl: "Alayhom?".

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Amėr: "Sė".

***Amėr ha capito tutto il piano. Creare un religioso, zimbello per l’ assassino di Rabėn, e scatenare un regno del terrore contro la Comunitā religiosa e i suoi Rabbini. Sa a che cosa mėrino gli Agenti, e li sta mettendo alla prova. I Poliziotti non lo deludono.***

Gazėt: "Hagai mi ha specificamente detto che tu sei andato da un certo Rabbino per averne la benedizione".

Amėr: "non č vero".

Gazėt: "Chiedi a Hagai se lo ha detto".

Amėr: "E che ne sa Hagai?".

Gazėt: "Dimmelo tu".

Amėr:"No, io so che i Rabbini lo hanno consentito. Lo sento alla radio, lo leggo sui giornali. Ma io non sono mai andato a chiederlo a un Rabbino".

Gamličl: "Lo hanno detto durante le loro lezioni?".

Amėr: "Non ce ne era bisogno. Il giudizio del Procuratore era noto".

Gamličl:"Tu volevi verifica".

Amėr: "Mica ne avevo bisogno, Rabėn ricadeva nella categoria".

Gamličl: "E io capisco che tu, prima, sei andato a controllare".

Amėr: "IO ?".

Gamličl: "Sė, tu".

Amėr: " E ecco come che siete arrivati alla mia conclusione…".

Gamličl: "Alla tua conclusione sei arrivato tu. La questione č se sei stato aiutato".

***Amėr ha fatto infuriare Gamličl, e ha avuta la sua risposta. Gamličl č deciso a dimostrare che la Comunitā dei Religiosi, e i suoi Rabbini, hanno ucciso Rabėn. Unico scopo suo nell’ interrogare Amėr, č indurlo a cambiare deposizione, a proposito d’ una cospirazione del Governo, o di dimostrarne la falsitā. Amėr aveva ragione fin dall’ inizio. Tutto ciō che interessava agl’ inquirenti era rafforzare la versione del Governo. Come era sempre scontato facesse, Amėr sta al giuoco degli inquirenti. Ritorna alla forma, e offre come vittima la Har Shefi. Non č facile capire la giravolta di Amėr, ma ora sparisce ogni discorso sulla congiura Governo/Shabāk, e ora si deve dare la colpa ai Rabbini. Questo č ciō che per tutto il tempo si presume dirā, e possiamo immaginare sapesse che i Poliziotti non fossero lė per aiutarlo. Ha rinunciato a dire la veritā.***

Amėr: "Ajuto no, ma sono stato influenzato".

Gazėt: Non basta, devi essere pių specifico. Da Hagai comprendiamo,sei andato da un Rfabbino, e tu stesso hai detto che Margalit č andata dal suo Rabbino a Bet El".

Amėr: "Lo ha voluto lei. Non ha creduto al giudizio mio, ha detto che sarebbe andata a vedere il suo Rabbino. Io lo ho detto di chiedere a lui".

Gamličl:"Lei ha ottenuta una risposta".

Amėr: " A me ha detto no".

Gamličl: "No, che cosa no?".

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Amėr: "Lui ha tergiversato, non ha data una risposta diretta".

Gamličl: "Cosė tu ti ritieni giustificato".

AMėR: "Io lo ho detto di domandare, e lei avrebbe constatato che proibito non era. Lei voleva dimostrare il contrario, e io le ho detto che lui avrebbe detto che era permesso".

Gamličl:"Ma tu alla fine hai ottenuta una risposta meno certa".

Amėr: "Un altro Rabbino avrebbe detto che č una cosa benedetta. Non avevo bisogno di trovarne uno per saperlo".

***E ora l’ Agente della Shabāk Amėr ritorna alla forma. Che Amėr fosse, per lo meno, un attivo della Shabāk, č stato testimoniato da migliaja di persone, che lo hanno visto all’ opera con Avishāi Ravėv, dall’ Autunno del 1992 in poi. Loro cōmpito era criminalizzare la Comunitā religiosa, e gli Ebrei della Yesha: Gviudea, Samaria e Gaza. O West Bank, o Territori "Occupati". Il Governo aveva promesso le loro case all’ OLP; e, al fine di dimostrare e assicurare di non avere simpatia per la loro rimozione forzata da esse, il "Dipartimento Ebrāico" della Shabāk , all’ inizio capeggiato da Carmi Gillōn, aveva organizzata una campagna di operazioni provocatorie contro di essi, culminata con l’ assassinio di Rfabėn. Cōmpito di Amėr era infangare i Rabbini. Controllando i tempi con precisione, nessun Rabbino ha attribuita a Rabėn la qualifica di "persecutore".Come dire la sentenza di morte riservata ai tiranni. Finchč Amėr non arriva alle loro Yeshivāh, anzi al plurale Yeshivōth, e non solleva la questione. Amėr sa perfettamente qual č il piano, e ora fornisce ai Poliziotti esattamente ciō che essi voglion sentire. Pensano di averlo finalmente spezzato.

Per i cinque minuti finali dell’ interrogatorio, gl’ inquirenti una volta di pių tentano d’ indurre Amėr a dire nomi e cognomi: quali Rabbini benedissero le sue attivitā, le sue azioni; chi era il giovane del Likųd sull’ autobus; chi gli disse della guardia del corpo morta…finchč Amėr urla: "Smettete di tormentarmi. Sembra proprio un interrogatorio della Shabāk".

Ora, come fa a saperlo? Il crėmine attribuito a Amėr č faccenda da Polizia, e benché la Shabāh abbia supervisionati gli interrogatorii, ha quanto si suppone non č stata la Shabāk a interrogarlo. Ma a quanto diviene evidente, sė.

Quella mattina, aveva infranto i patti, aveva nascosto il suo ruolo nella vicenda, per cercare la libertā. Aveva detto ai giornalisti, e al Giudice, all’ udienza, di non aver ucciso Rabėn, e in realtā di non averci nemmeno tentato. Quando il Giudice si č rifiutato di ascoltarlo apertamente, il suo destino era segnato. Ha tentato di dire la veritā alla Polizia, ha capito che loro avevano giā chiuso il suo capitolo. La sua speranza migliore sta nel cooperare con la Shabāk.

Questo interrogatorio, registrat, dimostra che Amėr, a tutto il 3 Dicembre 1995, non ha confessato di avere ucciso Rabėn. E ha invece cercato di far emergere la congiura. E’ una registrazione ben diversa da quelle che la TV Israeliana ha mostrata, Amėr che confessa, e non manifesta pentimento.

Cosė la registrazione č stata tenuta nascosta al pubblico. Ma la voglio far vedere, insieme con altri due nastri, degl’ Interrogatorii della Polizia a Amėr. Chi vuole puō invitarmi a parlare e a mostrare. La questione č non soltanto Giustizia per Rabėn, ma soprattutto salvare Isračl da quanto lo hanno ucciso, e sono sempre al potere. Ora ci stanno uccidendo tutti, e vanno fermati. Attraverso Rabėn, e non esiste altra via.

NESSUNA SIMPATIA PER MARGALIT HAR SHEFI di Barry Chamish

Jeri, la Corfte Suprema d’ Isračl ha respinta la petizione di Margalit Har Shefi, di appellarsi in sčguito alla sua incriminazione per esser venuta meno al dovere di prevenire l’ assassinio di Yitzhāk Rabėn. Cosė deve starsene mesi nove dietro alle sbarre, e non provo nessuna solidarietā per lei. Ecco perché.

Poco dopo l’ assassinio di Rabėn, Margalit Har Shefi č stata arrestata pel sospetto di far parte d’ una congiura, pių vasta del solo Yigāl Amėr. Non molto tempo dopo la sua incarcerazione, la Shabāk (GSS, Servizi Generali di Sicurezza, o Shin Beth) le ha messo nella stessa cella il suo Agente provocatore Avishai Ravėv. Poiché in Isračl č vietato mettere in prigione insieme persone di sessi diversi, dobbiamo essere certi: la Har Shefi aveva qualche legame suo con la Shabāk.

Cosė pure suo zio, il Rabbino Benny Elōn, che presto farā parte del nuovo governo Sharōn. Pochi giorni dopo, zio Benny Elōn ha fatto scalpore, dichiarando che l’ amicone di Yigāl Amėr nel movimento EYAL Avishai Ravėv era un Agente della Shabāk, e che EYAL era una creatura della Shabāk. Come ha fatto l’ On. Elōn a saperlo prima di chiunque altro?

Lo sapeva perché LUI ha lavorato con Ravėv. Ho solidi testimoni a confermarlo. Elōn ronzava attorno ai regazzini alle manifestazioni anti-Oslo, e li spingeva fra le braccia di Ravėv. Una persona giovanissima mi ha detto : "Io ero davanti alla Orient House per una protesta, e

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Benny Elōn mi ha detto: Tu devi incontrare questo ragazzo". Poi mi ha presentato a Avishai. Era Elōn il mezzano fra me e Ravėv, e grazie a lui potevo finire per essere io Yigāl Amėr".

All’ inizio della mia ricerca ho lavorato con due cineasti, Merāv Ktorza, e Alōn Eilāt, che non si sono dimostrati all’ altezza del loro cōmpito. Perō hanno segnato alcuni colpi, e uno si č verificato durante un incontro con Elōn.

Elōn ha detto loro che un par di mesi avanti l’ assassinio di Rabėn, Yitzhāk Shamėr lo aveva chiamato nel proprio ufficio, e gli aveva detto: "Loro hanno intenzione di uccidere Rabėn, e di darne la colpa alla Destra. Hanno in programma un altro Arlozoroff, e stavolta non torneremo al potere per un altro mezzo secolo. Voglio che tu identifichi potenziali assassini nella tua Comunitā, per prevenire l’ assassinio". Elōn si č rifiutato di ripetere la dichiarazione davanti alle telecamere, ma due solidi testimoni possono confermare che ha detto proprio cosė.

Margalit Har Shefi, organizzatrice politica all’ Universitā Bar Ilān, cominciō a bighellonare in giro con due attivi della Shabāk, Avishai Ravėv, e Yigāl Amėr. Amėr era il direttore capo sociale, e l’ oratore pubblico di EYAL. Cōmpito suo era attirare giovani idealisti, avversi agli "Accordi di Oslo", e trasformarli in criminali ultra-estremisti. I giovani da lui attirati ai suoi "Seminari dello Shabbāt" e nella sua "Yeshivāh", come dire le sue maratone oratorie, venivano poi spinti nelle sgrinfie di Ravėv, e di EYAL.

Amėr e Benny Elōn facevano la stessa cosa per la Shabāk. E ho fondatissimi sospetti che facesse altrettanto la Har Shefi, e cosė ho dichiarato lo scorso 31 Dicembre a Gerusalemme, alla "Rabėn Assassination Conference". A ascoltarmi tra il pubblico c’ era Pnina Peli, nonna di Margalit.

Dopo il mio intervento, Pnina Peli mi si č avvicinata, si č presentata, e ha detto: "Hai ragione per quanto dici su Margalit e Benny, ma le motivazioni da come le capisci tu sono tutte sbagliate. " La ho portata subito nell’ angolino meno rumoroso dell’ auditorium, e le ho domandato che cosa lei intendesse. "Si riteneva che riuscissero a fare una cosa buona, bloccare un assassinio, politico. Loro non sapevano che la Shabāk li stesse strumentalizzando".

Troppe persone ci si stavano avvicinando per farmi domande, e io ho chiesto alla signora Peli un incontro dopo il convegno. Perō la manifestazione č durata troppo a lungo, e mi son dovuto accontentare di una conversazione di due minuti. Ma penso che quanto lei ha detto fosse saggio e giusto.

Benny Elon all’ inizio č stato un attivista della veritā sull’ assassinio di Rabėn. Alla Commissione Shamgār ha deposto sulle attivitā di Ravėv, ma poi, a quanto so, non ha mai pių ripetuta nessuna accusa in pubblico. Tale cōmpito č stato lasciato a sua moglie, Emunah, che ha raccolto tutti i ritagli di giornale su Ravėv in un volume schiacciante in ogni senso, "Il dossier Ravėv", e poi ha smesso di fare qualsiasi cosa.

La famiglia di Benny Elōn sa tutto su Ravėv, e segl’ immondi retroscena dell’ assassinio di Rabėn. Ma non ha aiutata Margalit Har Shefi in alcun modo. Anzi. Il fratello ( di Sinistra) di Benny č stato assunto quale avvocato di Margalit, e non la ha difesa, peggio, la ha incriminata ancora pių a fondo.

Ha scelta questa difesa: la ragazza non aveva prese sul serio le minacce di Amėr contro Rabėn, e onde ciō dimostrare ha spinta Margalit Har Shefi a sottolineare d’ aver chiesto al Rabbino suo se fosse legittima la giustificazione biblica di Amėr per uccidere Rabėn in quanto "persecutore e tiranno". Che bella trappola povera nipotina!

Chiaro, se č andata a consultare il suo Rabbino, aveva preso Amėr sul serio, e dunque ne avrebbe dovuta informare la Polizia. Cosė l’ han vista i Giudici, e da quel momento le speranze di assoluzione per Margalit sono andate a farsi benedire.

Aveva la difesa migliore di tutte nella veritā la Har Shefi. Lei era innocente, non č vero che non ha impedito a Amėr di ammazzare Rabėn, perché a ucciderlo non č stato lui. Lei e famiglia sono stati raggiunti da numerosi amici, che hanno data loro la documentazione. Non esiste sulla Terra una sola Corte onesta che incriminerebbe Amėr, perché non esiste prova contro di lui.

Esiste invece una montagna di solide prove contro la guardia del corpo di Rabėn, Yoram Rubėn, che gli ha sparato. E quasi altrettanto alta, contro Shimon Peres, che indirettamente gli diedi l’ ordine.

Se Margalit e parenti fossero davvero interessati a evitarle il carcere, avrebbero usate tali prove. E se Benny Elon avesse davvero a cuore la nipote, avrebbe testimoniato, su quanto sa a proposito di Ravėv, e dell’ omicidio. E se ci tenesse alla libertā, Margalit direbbe la veritā su EYAL.

Ora, io so: sono stati avvertiti, non devono parlare. E, possiamo esserne certi, avvertimenti terribili, e terrificanti. Tuttavia esistono anche altre persone, decise a andare sino in fondo all’ assassinio di Rsabėn. Hanno sofferto altrettanto, e io sono una di queste persone. Corro rischi assurdi, e dunque come posso essere solidale con lei se non dice la veritā per salvarsi la vita?

Non posso che suggerire una azione concreta, che puō riscattarla: il 27 Febbrajo 2001 nella Corte Distrettuale di Gerusalemme ricomincia il processo a Avishai Ravėv. E’ accusato anche di non aver prevenuta la morte di Rabėn, e il ruolo di lui č assai pių profondo di quello di Margalit. Sarebbe idea ottima per lei, e per i suoi avvocati, se andasse al processo, ammesso che si svolga a porte non chiuse. Il processo di Rfavėv deve essere setacciato senza distrazioni, per amore di Margalit e di Rfabėn e della Nazione Ebraica.

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Nel frattempo, Shimon Peres, il vero assassino di Rabėn, sta per entrare nel Governo Sharōn, mentre Margalit sta per entrare in prigione. Ecco la realtā della morale al contrario vigente in Isračl.

CHIEDER SCUSA PER LA REPRESSIONE ‘ di Barry Chamish

Oggi ho ricevuta una lettera edal mio amico Joel Bainerman. Aveva appena parlato al telefono con la comune amica GemmaBlech, attivista delle DONNE IN VERDE, la quale lo ha informato: la Destra Israeliana č furiosa con me, pel mio atteggiamento verso la Har Shefi, la quale sta scontando nove mesi di carcere " per non aver impedito l’ assassinio di Rabėn. ". Lui, meglio di ogni altro, dovrebbe sapere che io sono al servizio della Veritā, non della Destra.

Vedete, le DONNE IN VERDE fanno una campagna per farla scarcerare, e mi credono contro di loro. Nulla di pių sbagliato. Voglio vederla libera, ma so che, ove lei e parenti non cominciano a dire quanto sanno sulla Shabāk, e sull’ agente provocatore Avishāi Ravėv, lei resterā dentro qualsiasi numero di petizioni venga mandato al Presidente di Isračl. Vedete come ha funzionato la strategėa verso Jonathan Pollard. La sua gente č anche troppo spaventata, o pigra, per assumere un professionista che faccia sapere DAVVERO PERCHE’ Jonathan Pollard č all’ ergastolo negli Stati Uniti d’ America.

No, Pollard non ha lavorato da solo. Nessun impiegato di medio livello della Marina dello Zio Sam, sarebbe riuscito a scandagliare i miliardi di Dossier dei Servizi Segreti della US Navy fino a pescare i dati necessari a Isračl. E’ stato manovrato ben dall’ alto, e sta in una cella degli USA dove dovrebbe marcire qualcun altro, protetto su molto su. E chi la racconta di lottare per Pollard, si rifiuta di andare a cercare. Non per pietā puō essere scarcerato Pollard. Lė č guerra vera, e i suoi avvocati dovrebbero agire da professionisti veri, e cercare qualche munizione.

Idem per Margalit. Zio Benny Elōn č stato il primo personaggio pubblico a indicare Ravėv come infiltrato dalla Shabāk. Lo conosceva, si č lasciato tirar dentro a lavorare con lui, io ne ho testimoni, ma mentre sua nipote sguazza nel fango della prigione, Zio Benny tiene il becco chiuso.

Dovrei esserne un ammiratore? Joel dovrebbe sapere meglio di tutti.

Perché, vedete, due giorni fa Joel e io abbiamo portato i nostri bambini a un viaggio in campeggio. Quando č arrivato a casa, ha scoperto che qualcuno vi aveva fatta irruzione, e la aveva riempita di immondizie. Gli hanno rubato solamente il computer. Sa che il furto era un’ operazione per racimolare informazioni da parte della "Intelligence", e crede di avere indovinato: č una vendetta perché č stato lui a finanziare la traduzione in Ivrėth, in Ebraico, del mio libro "Gli Ultimi Giorni di Isračl".

Divertente, durante il campeggio abbiamo parlato tanto delle "operazioni raccolta informazioni", a causa d’ un "incidente" capitato a me il giorno della partenza.

I nostri vicini del piano di sopra hanno d’ improvviso abbandonata la loro casa, per un viaggetto all’ estero di CINQUE MESI. Ero seduto sul patio coi miei marmocchi, e d’ improvviso qualcuno ha aperte le imposte sopra di noi. Mio figlio era sbalordito: "Credevamo che non ci abitasse nessuno, come han fatto a aprirsi?", ha domandato.

Io ho due linee telefoniche: una dabasso per il computer, una sopra per la casa. L’ indomani, uno dei telefoni di sopra ha smesso di suonare, ma era sempre possibile chiamare l’ esterno. Abbiamo chiamata la compagnia telefonica. Un’ ora prima che partissimo per l’ escursione il tecnico ha scoperto che la linea di sopra faceva contatto con quella di sotto.

Ha spiegato: "I telefoni non ingarbugliano le linee da soli. Puō essere successo soltanto se qualcuno ha intercettati i tuoi apparecchi, e poi ha rimescolate le linee. Per ciō fare, deve avere avute le chiavi del tuo edificio".

Lascia ancora il suo marchio, la nostra efficiente Shabāk.

Margali Har Shefi, se crede di essere l’ unica vittima della repressione in Isračl, farebbe meglio a ripensarci. Il giornale MAKOR RISHON questa settimana ha riferito: la Polizia indaga su Tzahi Zweig, il coraggioso archeologo che ben pių e meglio del nostro governo ha denunciati gli scavi dell’ OLP sotto al Monte del Tempio. Ora č indagato per la falsa accusa di avere rubato manufatti. C’č poi il coraggioso giornalista-investigatore Dell Griffin, arrestato, e espulso da Isračl, per motivi che egli ignora. A quanto mi si dice, forse per una sua posizione teologica impopolare. Forse per la sua personale conoscenza con Avishāi Ravėv.

Il vero crimine di Zweig, č avere denunciata l’ OLP. Quello di Zweig, ancora non si sa. Senza eccezioni, tutti lo considerano un autore autorevole, era reporter del Jerusalem Post, lo buttano fuori dalla sua Patria. Ma lui non sta fermo, lui sė che tira calci all’ indietro. Sta cercando i fatti. Parla, scrive, dā notizie. E allora Margalit Har Shefi perché tace? Perché tira fuori una difesa sola,

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non aveva preso sul serio Yigā Amėr ? Ecco il sofisma. Tace per sostenere che Amėr č lui, MA NON E’ LUI L’ ASSASSINO. L’ atteggiamento di Margalėt manda a carte quarantotto tutti gli anni di duro lavoro di quanti, me incluso, hanno sgobbato per far conoscere la veritā. Il silenziosi Margalit nuoce a tutti noi, va perpetuando la bugėa, che la DESTRA RELIGIOSA ha assassinato Rabėn; ma, soprattutto, Margalit sta distruggendo la vita propria.

E dovrei esserle grato per questo? Parli, e io la sosterrō con tutte le mie forze. Altrimenti visto tutto ciō che ho passato, che si aspetta da me?

Bene, ancora in prigione io non sono. Le Autoritā non oseranno regalarmi una tribuna pubblica consentendomi di difendermi in Tribunale. Non chiedo di meglio che di chiarare come testimoni sotto giuramento gli assassini di Rabėn, al mio processo. Ma guardate che altro ci va capitando oltre la mera sorveglianza.

La mia famiglia ha avuta notifica: deve 80.000 US$ all’ Uccifio Imposte sul Reddito. Sono stato accusato di non aver presentata la dichiarazione nel 1998. Io NON MANCO MAI DI FARE LA DICHIOARAZIONE SUI REDDITI, cosė ho parlato col mio commercialista, che mi ha confessato di essersi dimenticato di presentarla, ma si rifiuta di riparare il danno. Cosė abbiamo assunto un altro fiscalista, che vada a fondo della questione. Tutto ciō che ha da riferire: il primo commercialista non risponde alle sue domande, perō non mi ha fatto pagare nemmeno le tasse del 1999. Arriva un altro conticino di 80.000 Dollari.

Cosė qualcuno tenta di intrappolarmi per evasione fiscale, e ora la mia famiglia ha un’ ipoteca sull’ automobile e sulla casa. Ove non dovesse bastare, dilaga la campagna di disinformazione contro di me. Stavolta si racconta che io stia accusando ogni persona in vista, gente con le quali scambio informazioni da anni, di essere Agente della Shabāk. L’ in fangatura dilaga, e mi aspetto ogni giorno che una grande immondizia mi chiuda dentro (o la bocca) per sempre.

Angelo non sono, mai ho proclamato di essere un santo, e qualunque piega assuma la situazione, ho deciso di accettare le conseguenze. I miei compatrioti Israeliani mi hanno davvero scoraggiato. Io dico loro la veritā, e loro non sono capaci di assorbirla.

Domani Shimon Peres č a Washington. MAKOR RISHO’N riferisce: incontrerā due dei suoi massimi alleati nella Amministrazione Bush: Dan Kurtzer e Richard Haass. Entrambi sono alti esponenti del CFR, il che significa che loro sono Ebrei osservanti solo per i creduloni. Haass poi dice di essere un Ebreo osservante, l’ unico del CFR che la racconti. Haass, come ho giā sottolineato, č il politicante pių anti-Israeliano di tutto il Partito Repubblicano. E a confermarlo e Jack Kemp, un …politicante che conosco bene. Altre persone mi hanno scritto, mandandomi ampia documentazione se non altro sotto forma degli scritti di Haass pubblicati.

Che entrambi siano influenti membri del CFR non č una coincidenza. Che Peres incontri loro, non č una coincidenza. Che Sharōn mandi Peres, non č una coincidenza. Che Sharōn nomini Peres Ministro degli Esteri, non č una coincidenza. Quando lo ha nominato, Ariel Sharōn ben sapeva che Peres organizzō l’ assassinio di Rabėn. Ho presentate le mie prove della complicitā di Peres a migliaja di persone, almeno la Destra di Isračl sa che la mia posizione si basa su fatti concreti.

Ma loro non possono mettere le cose insieme, per salvare insieme la propria vita e la propria Nazione. Isračl ha un nemico dentro agli Stati Uniti d’ America, si chiama CFR. Peres ne incontrerā i tirapiedi domani a Washington. Insieme complotteranno per la MORTE DI ISRAE’L . Quanto alla Destra, il cuore del problema del Medio Oriente, č l’ odio degli Arabi per gli Ebrei. Ma non questo sta venendo fuori. Il CFR sta sfruttando l’ odio che esiste attraverso i leader Israeliani e Arabi che esso ha corrotti, anche Netanyahu, e Sharōn.

E mentre la Nazione č in un bagno di sangue, la Destra si rifiuta di ascoltare chi agita il coltello nella piaga. L’ assassinio di Rabėn č stato denunciato e dimostrato in tutti i suoi aspetti, ma la Destra si preoccupa soltanto di far uscire Margalit prima dei nove mesi che le hanno appioppati, perché č stata lei la vittima dell’ ingiustizia.

Bene, beccatevi questa, TUTTI SIAMO VITTIME DELL’ INGIUSTIZIA. L’ intero Stato di Isračl č sotto assedio diplomatico da parte degli assassini che ci dominano, gli USA e l’ UE, Unione Europea. L’ unica soluzione che riesco a concepire, per salvare la nostra barca, č far saltare fuori finalmente che cosa c’č dietro all’ assassinio di Rabėn. Vedremo c<hi cadrā a pezzi, e dove. Cosė facendo, salvaguardereme la nostra esistenza, e come buono, libereremo Margalit Har Shefi.

Dopo avere espressa tutta questa mia frustrazione, che prima mi tenevo dentro, con la gente che pių ho a cuore, con chi posso lavorare in futuro?

Riesco a continuare perché c’č gente come Miriam Samsonovich, brava giornalista, che mi ha mandato via fax il seguente servizio dal giornale YOM HASHISHI’ del 20 Aprile 2001:

IL CAPO DELL’ INTERPOL ARRIVA PER INVESTIGARE SULL’ ASSASSINIO DI RABI’N

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I Capi della Polizia d’ Isračl, e i Comandanti della Polizia di Tel Aviv, e del Distretto di Yarkōn, hanno per un’ ora e mezza in piazza Rabėn ricostruita la morte di Rabėn per il Direttore dell’ INTERpol. Era presente pure un redattore di HASHAVU’AH, che li ha informati sui fatti.

Il Direttore dell’ INTERpol č salito e disceso per i gradini dove Rabėn ha trascorsi gli ultimi momenti di vita, controllando varie angolature, e registrandole su computer. Ha dialogato a lungo coi rappresentanti della Polizia, i quali alla fine apparivano in aspra polemica. I cittadini di passaggio sono stati frettolosamente dirottati altrove.

Il Direttore dell’ INTERpol č rimasto alcune ore in Isračl, soprattutto per studiare l’ assassinio di Rabėn. E’ stato visto esaminare alcuni edifici circostanti.

La portavoce della Polizia, Shulamit Herzberg, ha confermata a HASHAVU’AH la visita. Ha aggiunto che si trattava di visita ufficiale, ma, ha insistito, nulla ha avuto a che fare con nuove scoperte sull’ assassinio di Rabėn.

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Ecco qui. A furia di presentare prove per oltre cinque anni, capita che il Capo dell’ INTERpol, palesemente contro il desiderio dei Comandanti della Polizia dell’ area di Tel Avėv, venga a fare indagini sull’ assassinio di Rabėn. Non sappiamo chi lo abbia mandato, o perché. Mi piacerebbe pensare lo avesse mandato un leader della Destra d’ Isračl. Ma ne dubito. Sono occupati, troppo occupati a congetturare una grazie per la rotellina pių piccola di tutto il crimine.

Spero ci riescano. Ma hanno un solo modo: se diventano guerrieri per la veritā, la completa veritā, la veritā che č profonda, e giā esiste.

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MARGALIT HAR SHEFI E ALTRI PATERACCHI FETIDI

Il Presidente, Moshč Katsāv, ha concessa la grazia a Margalit. Riceve abracci sanza posa dai sostenitori di lei, lo elogiano per la sua saggezza, e per la sua bontā. Quando impareranno che nella politica di Isračl ci sono rimasti solamente fčtidi papocchi, e niente pių bontā?

In vita sua, Katzāv non ha mai avuto un pensiero originale. Né ha mai agėto una sola volta di propria iniziativa. La grazia alla Har Shefi č parte d’ un programma finalizzato a garantire che Avishāi Ravėv, istigatore della Shabāk, non arrivi mai a cantare in Tribunale.

I primi sintomi di tale piano furono rivelati due settimane fa, quando furono lasciate cadere le accuse di istigazione, a carico di tre membri di EYAL. Accusati d’ aver partecipato a una cerimonia di iniziazione, filmata, e diffusa da Canale Uno della IBA, Israel Broadcasting Authority. Ovvio, la cerimonia incendiaria č stata organizzata proprio da Ravėv, e dirette, dietro alle quinte, dal regista della Shabāk di Canale Uno, Eitan Oren. Ora, han pensato le Autoritā, non vorremmo che da un processo venissero fuori quelle veritā sgradevoli. Cosė sbarazziamoci di questa fastidiosa esercitazione nell’ arte dei legulči. E, poiché le accuse contro i ragazzi di EYAL sono state fatte cadere, beh, faremo cadere le stesse accuse contro Avishāi Ravėv.

Ciō contro Ravėv ha lasciata un’ accusa soltanto: non č riuscito a prevenire l’ assassinio del Primo Ministro. Proprio lo stesso crimine del quale era stata riconosciuta colpevole la Har Shefi. E, se lei ottiene una grazie, beh, ne otterrā una pure Ravėv, addirittura prima che il processo suo cominci.

Ora, come facciamo noi a sapere che il pateracchio č stato questo? Perché buono com’ č, ce lo ha detto Katzāv, il Presidente della Repubblica di Isračl. Ha spiegato di avere raggiunta la sua decisione pro grazia, dopo essersi consultato con Carmi Gillōn, e con Edna Arbel. Ora perché, ma perché, oh perché, quei due hanno voluta la grazia per Margalit? Forse perché la Arbel, come pubblica accusa, ha lasciate cadere numerose denunce della Polizia contro Ravėv? O forse perché ha impedito che Eitan Oren arrivasse a processo per la famigerata messinscena della cerimonia di iniziazione di EYAL?

Per i dettagli, vedi il Capitolo "IMBAVAGLIARE i VERBALI", del mio libro GLI ULTIMI GIORNI DI ISRAE’L

O forse perché Gillon era il capo supremo (o quasi) di Ravėv ? E perché un serio processo a Avishai Ravėv rivelerebbe il ruolo di Gillōn nelle istigazioni, che han comportato e incluso l’ assassinio di Rabėn? Tutto ciō č possibile percč a ogni costo va protetto il vero assassino di Rabėn, Yorām Rubėn, guardia del corpo di Rabėn. Della Shabāk.

Ricordiamo un episodio simile. Nel 1974, la soldatessa Rachčl Heller fu uccisa dal fidanzato, un Ufficiale della Shabāk, di nome Aharōn Bichovsky. Per proteggere il loro uomo, quelli della Shabāk incaricarono di mandare all’ ergastolo uno zimbello innocente, Amos Baranes. Con la piena collaborazione dell’ Attorney General Meir Shamgār. Poi il pubblico ha cominciato a manifestare nervosismo per l’ ingiustizia; Haėm Cohen, Giudice della Corte Suprema, letteralmente in ginocchio ha pregato Baranes di accettare la Grazia Presidenziale, e di essere scarcerato cosė.

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Ma Baranes rifiuō, in quanto la Grazia si puō ricevere soltanto se si č davvero perpetrato il crimine. Non voleva trascorrere il resto della vita come criminale riconosciuto colpevole. Ha scelto il carcere, piuttosto di lasciare che lo Stato se la passasse liscia per omicidio. Margalit Har Shefi era innocente quanto Baranes, e, se ne avesse la stessa integritā, o almeno un pezzettino, avrebbe respinta la Grazia falsa del Presidente Katzāv.

Ma lei non lo ha fatto. Ecco le conseguenze; Ravėv sarā perdonato, prima persino di por piede in Tribunale.

Ma siccome in questo Paese i papocchi fčtidi sono un modo per campare, cogliamo l’ opportunitā per guardarne ancora qualcuno.

1.

COPRIRE I CRIMINI DEL NEMICO

Allegria. E’ stato risolto, il giallo dell’ ammoniaca che la settimana scorsa ha avvelenate le acque di Gush Dan. MEKORO’T, l’ Ente Acqua Potabile, ha trovata la fonte dell’ ammoniaca, in una stazione di filtraggio a Bet Netofa, nella Valle di Jezreel.

HA scritto uno studente di idrologia: " Ciō significa. L’ ammoniaca ha potuto scorrere mai rilevata per OTTANTA CHILOMETRI prima di entrare nella rete idrica di Gash Dan, come č potuto accadere? ".

Un pastore amante della natura č stato assassinato dall’ OLP, e il nostro Governo ci ha detto che č morto. Perché non vogliono il pubblico sappia la veritā, come ha scritto un altro autore:

"Ho saputo stasera che la versione del Governo sulla morte di Yaėr Har Sinai, secondo la quale un fucile automatico gli avrebbe sparato da lontano, č falsa. Un Ufficiale dell’ Esercito mi ha riferito: il pastore č stato scoperto, e sequestrato, da numerosi aggressori. E torturato prima della morte. Il suo corpo č stato tagliato, dall’ area dell’ ombelico, su fino alla gola. Lo hanno mutilato delle interiora e di altro. E’ opinione dell’ Ufficiale che abbia sofferto atrocemente prima della terribile morte, inflittagli con una pallottola nella testa, a distanza ravvicinata".

2.

CAVALLI di TROJA

Il mese scorso il leader Palestinese Faysal Al-Husseini č stato assassinato nel Kuwait dalle sue stesse guardie del corpo, addestrate dalla CIA. Motivo riferito da fonti Arabe: una lotta per il potere fra lui, e Jibrėl Rajoub, capo della Sicurezza dell’ OLP. Per la successione al potere, quando Arafāt andrā nella Grande Casbah dell’ Inferno.

Ma č venuto fuori un motivo molto pių valido. Faysal Al-Husseini, un po’ qui, un po’ lā, aveva cominciato a raccontare il vero scopo degli Accordi di Oslo: mettere dentro al seno di Isračl un Arafāt completamente corrotto, come un cavallo di Troja, per poi distruggere Isračl passo per passo. Per usare un eufemismo, raccontare queste cose era tabų, e la punizione era immediata eliminazione.

Qualche saggio della sinceritā di Husseini, che lo ha ucciso:

Nel suo viaggio verso il Kuwait, dove poi č morto "di infarto", il dirigente dell’ OLP ha concessa al quotidiano Egiziano (Nasserita) "Al-Arabi" la sua ultima intervista:

"Se prima di Oslo non l’ avessero capita, gli Usa e Izraėl , che al Movimento Nazionale Palestinese e al Movimento Pan-Arabo era rimasto solamente un cavallo di legno chiamato Arafat o l’ OLP, non avrebbero mai spalancate le loro porte blindate, lasciandoli entrare nelle loro mura. Malgrado il fatto che nelle mura, diversamente dai Greci, noi siamo entrati per costruire, e non per distruggere, ora io dico a tutti voi, a tutti coloro ai quali ho parlato in un segreto incontro durante i giorni di

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Oslo, "arrampicatevi sul cavallo, e non state a domandarvi di quale materiale sia fatto. Arrampicatevi dentro al cavallo, e trasformeremo la vostra arrampicata nell’ inizio di un’ era di costruzione anziché in un’ era di fine della speranza

E infatti, eccoli quelli che si sono arrampicati sul cavallo, e che ora stanno dentro (al territorio dell’ ANP, Autoritā Nazionale Palestinese) sia che fossero favorevoli a Oslo, oppure no".

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L’ ANP, o OLP, non č l’ unico cavallo di Troja in Isračl. Basta leggere www.debka.com <http://www.debka.com>. Chi non ci crede oggi, basta che vada a riguardarsi le annate precedenti. All’ inizio grazie a www.debka.com <http://www.debka.com> il Mondo apprese che l’ Arabia Saudita sta chiamando l’ America in Medio Oriente per spararle. Poi anche al mio indirizzo sono arrivate direttamente notizie. Il Ministro degli Esteri dell’ Arabia Saudita sta minacciando gl’ interessi petroliferi della famiglia Bush, se non si sbriga a disintegrare Isračl.

Il cavallo di Troja conficcato da Bush in Isračl č il nuovo Ambasciatore Americano, Daničl Kurtzer. La stampa lo presenta come Ebreo Ortodosso, uno dei suoi figli studia la Torāh a Mevasseret Ziōn, e dunque non puō significare alcun male per il suo Popolo.

Bene. Guardiamo chi controlla Daniel Kurtzer! Ecco la compagnėa che frequenta ! Perché? E’ il famigerato Henry Seigman, denunciato da Yoāv Yitzhāk, reporter di Ma’arėv, per avere presa una bustarella dall’m UE, Unione Europea, 200.000 dollari, per scatenare una campagna che infanghi Isračl. E guardate dove amano incontrarsi, al Quartier Generale del CFR.

<http://www.cfr.org./p/resource.cgi?meet!838>

Ad Hoc Meeting

18 Dicembre 1997. New York - "La situazione dei rapporti Usa-Egitto"

Oratore: Daniel Kurtzer. Department of State, US

Moderatore: Henry Siegman, Senior Fellow and Director. US / Middle East Project Ad Hoc meetings, sugl’ incontri sul Medio Oriente nella seguente serie:

Il Processo per il Medio Oriente, dopo le elezioni Israeliane-Una prospettiva Egiziana-

Le elezioni Israeliane, e la Pace in Medio Oriente-

La situazione dell’ Alleanza Americana-Israeliana-

Tre prospettive sulla Pace-

Dopo il 4 Maggio: Opzioni e Strategėe Palestinesi-

Il Medio Oriente dopo Oslo-

Correnti sviluppi in Medio Oriente-

Prospettive Ortodosse sul Processo di Pace-

E ora? Le conseguenze del viaggio in Medio Oriente del Segretario Madleine Albright-

Il Processo di Pace in Medio Oriente al Crocevia: un punto di vista Palestinese-

Promuovere il Processo di Pace in Medio Oriente-

Il Processo di Pace dopo Hebrōn: un punto di vista Palestinese-

Aggiornamento sul Processo di Pace, e sulle relazioni USA-Egitto-

Le Relazioni Israelo-Palestinesi-

Il Futuro di Gerusalemme-

Un punto di vista Israeliano sull’ Islam estremista e sul Processo di Pace-

Il Processo di Pace č in crisi?-

Prospettive del Processo di Pace-

3.

LA STAMPA - E SE VI STUPITE DI NON AVER MAI AVUTO SENTORE DEI FETIDI PAPOCCHI, forse č perché i mass-media pių diffusi non ve li raccontano. Ecco un piccolo esempio dei motivi, come mi ha scritto Marshall Shapiro, giornalista di Toronto:

E’ arrivato alla mia attenzione un fatto. La signora Wafa Amr, redattore capo della CNN, e da anni redattrice alla Reuter’s, č Ufficiale delle Forze di Sicurezza dell’ ANP . Suo marito, il capo della radio PBC (la Voce della Palestina), pure haruolo essenziale nelle forze di sicurezza

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dell’ Autoritā Nazionale Palestinese".

Per chi pensi che la Grazia del Presidente Katzāv a Margalėt Har Shefi fosse un gesto unilaterale di decenza che merita alta commenda, consiglio: ripensateci. Era un altro papocchio fetido, e il pubblico d’ Isračl presto lo pagherā , e tante volte.

UN TESTIMONE DELL’ ASSASSINIO DI RABI’N

Questa settimana ho dato sei conferenze, e ho raggiunto 1.500 persone circa. Ecco perché mi č stato regalato un maremoto di nuove informazioni. Chi mi ha parlato ha fatto notare anche la recente morte dell’ autista di Peres, crollato mentre giocava a backgammon con gli amici. Una precoce morte in pių, di qualcuno che era stato troppo vicino a Shimon. Pochi si sono accorti che il giudice di Yigāl Amėr, Edmund Levy, č stato promosso, ora fa parte della Corte Suprema. Altri sottolineano che il giudice sporco d’ Isračl, Meir Shamgār, ha diffuso il suo rapporto sulle morti per cancro lungo il fiume Kishōn: come previsto, nessun funzionario č stato considerato colpevole della agonia.

Qualcun altro ha fornite notizie di prima mano.

** Il direttore delle pompe funebri che organizzō la sepoltura di Yoāv Kuriel (l’ Ufficiale della Shabāk assassinato dopo la morte di Rabėn) era Isračl Ehrlich. Abita a Bnai Brak. Gli era stato raccomandato di non parlare. Ha subito intimidazioni gravi. Per mano soprattutto dell’ Ufficio Tassa sui Redditi, l’ antipasto di ciō che potrā capitare in sčguito se si apre la bocca. Ma giorno verrā, gli assassini di Kuriel saranno perseguiti, e voi conoscete il nome della persona che dovrā esser chiamata a testimoniare sotto giuramento su ciō che esattamente capitō a Kuriel. **

**Mia moglie č parente di un Ufficiale superiore della Shabāk, Reuven Gilad. Gli ho dato il materiale in vostre mani, e lui lo ha studiato varie ore. Mi ha detto: "Ciō richiede serie investigazioni. Io non so che cosa significhi tutto ciō. Né lo sapevano quelli della Shabāk, nessuno che io sappia. Il mio reparto non opera cosė. Dev’ esserci gente che infrange tutte le norme, e va identificata, e interrogata.**

*** Ecco il pių grave di tutti gl’ incidenti. Aveva qualche cosa da dire, una persona che era all’ ospedale Ichilov quando vi arrivō Rabėn. Qualcosa di estremamente importante. Ciō che ho potuto verificare, garantisce che ho avuta una conversazione sincera. Ciononostante, aggiungerō qualche commento, per inserire il dialogo nel contesto. Ovvio, farō l’ impossibile per celare l’ identitā.

"

Per cominciare, all’ Ichilov c’ era gente che ha visto quanto accadde quella sera. Uno che ho raggiunto era un giornalista, poi divenuto consigliere d’ un famoso politico. Stava nascosto in un buco. L’ ho visto, ma non ho detto nulla.

Dieci minuti prima dell’ arrivo di Rabėn, tutte le persone che erano nel Reparto Emergenza sono state mandate via. Ho visto soltanto il Prof. Surkin. Ha protestato piuttosto violentemente perché lo scacciavano, urlando che dovevano prima passare sul cadavere suo. Alla fine ha ceduto, tornando soltanto quando Rabėn č stato messo sul tavolo qui.

Ha esaminato Rabėn, e intanto lė fuori nella hall stavano seduti Peres, Yossi Sarėd, e qualcuno che non sono in grado di individuare. Il Prof. Surkin č uscito, e ha detto a Shimon che Rabėn era troppo malconcio per poter essere salvato. Peres č scoppiato in una grande risata, e ha cominciato a scherzare con Sarėd.

"

Dopo quasi sei anni di ricerche, io non avevo mai swentito parlare di Surkin, né alcuno aveva detto che nell’ Ospedale ci fosse Sarėd. Ho fatto nuove ricerche. Il Prof. Surkin esiste, abita a Raanana, e oggi responsabile del Reparto Emergenza all’ Ichilov. L’ informazione quaglia.

"

Poi č arrivato il Prof. Gabi Barabash, col giornalista Eitan Haber. Erano alla stessa festa, sono arrivati insieme in auto. Barabash č andato al Reparto Emergenza, e ha visitato Rabėn. Ne č uscito pochi minuti dopo, ha detto a Peres che le condizioni di Rabėn erano migliorate.

Il sorriso sul volto di Peres č sparito. In un istante. Ha dato i numeri. Ha agguantato il cellulare e ci ha impartiti ordini. Ha cominciato a urlare alla gente di fare certe cose. Rabėn č stato trasferito in sala operatoria, e Peres ha ordinato a Haber di entrarci, e di raccogliere qualunque cosa a Rabėn appartenesse.

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Questo č tutto ciō che io ho visto. Avevo il terrore di essere notato, e sono andato fuori .

"

Alla Commissione Shamgār, Eitan Haber ha dichiarato di essere acorso all’ Ichilov dopo aver sentito della sparatoria, di essere corso nella sala operatoria, e di avere raccolte le cose di Rabėn. Per anni mi ero chiesto come Habčr potesse aver avute le informazioni, e l’ autorizzazione, per sapere dove la sala fosse, e soprattutto per entrarvi. Risposta perfetta: era a una festa e č arrivato col Prof. Barabash.

Ritengo che sia esatto il resoconto del testimone oculare su citato.

E non so come usarlo.

La settimana scorsa ho diffuso l’ interrogatorio a Yigāl Amėr, registrato su nastro, e qualche conseguenza c’ č stata. Tante persone sono rimaste altamente impressionate, dalla scoperta: :Amėr ha detto alla Polizia del complotto contro Rabėn. Nessuna impressione per Natan Gefen, autore di "Final Sting", DENUNCIA MOLTO IMPORTANTE SULL’ ASSASSINIO DI RABI’N.

Senza condizioni, mi ha mandato il nastro Yaacōv Verker, giornalista e scrittore soprattutto di economia. Ha ricevuto il nastro da Natan Gefen, che lo ha ricevuto da Nahųm Shakhāk, ex consulente del Laboratorio Polizia Anticrėmine d’ Isračl.

Un pajo d’ anni fa Shakhāk piombō nella Comunitā dei ricercatori su Rabėn, non si sa da dove. In casa sua aveva una immensa miniera di prove importanti. Anche il rapporto finale, ancora non diffuso, della Commissione Shamgār. Ce la ha sventolata sotto il naso, e lo ha rimesso nel cassetto: "Fino al momento giusto per tirare fuori sta roba". Certe persone sono convinte che Shakhāk sia un Agente della Shabāk, che tiene d’ occhio la folla dei ficcanaso su Rabėn. Esse persone, nzomma noi, sospettiamo che egli, una volta l’ anno, mandi in giro prove decenti per coprire il suo mestiere, diffondere divisione e rivalitā nella nostra piccola Comunitā. E sabotare i veri progressi, come i documentari della TV.

Forse sbagliamo, e davvero egli č un ex consulente della Polizia con cattivo carattere. In ambo i casi, č stato il primo a avere il nastro, e lo ha passato a Natan Gefen.

Era furibondo quando ha chiamato: "Stavo trattando la vendita del nastro, e forse tu hai buttato tutto all’aria. " Natan per le prove su Rabėn ha un’ ottica commerciale pių della mia.

Nessuno ha detto di non diffondere la sbobinatura. A quanto ho sentito, tu hai mandato il nastro in giro da per tutto. Nuri Kadar, di Canale Due, ne ha avuta copia da qualcuno".

"Allora era cosė, ora sto negoziando, e tu vieni fra i piedi. Ho giā venduto il nastro alla Fox News, e volevo trovare anche un giornale".

"La Fox ha comprato il nastro?".

"Sė. Lo trasmetteranno il 4 Novembre".

Questo fa notizia. Il 4 Novembre, il prossimo anniversario della morte di Rabėn, la Fox TV trasmetterā un film, che dimostra: il suo presunto assassino credeva di essere il babbeo nella cospirazione per eliminare il Primo Ministro. Il trucco dovrebbe funzionare. Salvo, e scommetto cinquanta contro uno, che alla Fox News arrivino telefonate minatorie sufficienti perché cambi programma. Ma Gefen comunque ha fatta la sua vendita, e ha messo sul mercato un’ altra "Prova definitiva".

Dice Natan: "Io ho le originali conclusioni della Polizia sulla morte di Rabėn. Tre pagine. Pag 1: Amėr non puō essere stato l’ assassino, la Polizia lo ha scagionato, e ne ho le prove. Ciō dovrebbe far venire fuori tutto alla luce del sole. E ho prove successive di manomissioni. Pag. 2: Amėr fu probabilmente colpevole. Terza revisione: la Polizia decide che l’ assassino č ljui. L’ intera genesi del cover-up č su queste pagine."

Natan sta mettendo sul mercato aperto questi documenti. Soltanto seriamente intenzionati piena moralitā scrivete

gfn@inter.net.il No, a me non ne dā manco un pezzettino.

Poi mi ha aperti gli occhi su un presunto mio sbaglio nel precedente articolo. Avevo scritto il nome della misteriosa guardia del corpo, assassinata la stessa notte della morte del Premier: Tzvi Forster. Natan insiste. "Forster era l’ agente della Shabāk che assassinō Rahel Heller nel 1973".

E io: "credevo che il promo sospettato fosse Yorām Bichovsky".

E Natan: "Macchč, fu Forster, mica Bichovsky. E non penso fosse ancora nella Shabāk 22 anni dopo".

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Cosė, ho parlato con l’ Avvocato di Bichovsky, Chaėm Misgāv, il quale ritiene il suo cliente fosse innocente, e gli ho chiesto di Forster. Ha risposto: "Non ricordo di avere sentito il suo nome in alcuna fase delle procedure".

Da Natan, il nastro ha portato all’ amico di una guardia del corpo, che mi ha tirato da parte davanti a un’ edicola di giornali: "Il mio amico era un gorilla, e ho notizie per te. La Shabāk č proprietaria di quasi tutti i negozii di armi del Paese, e lascia che siano i suoi Agenti a gestirli. Rende soldi, e tiene d’ occhio chi ha armi. Il mio amico era uno dei responsabili di un’ armeria vicino a Tel Avėv, e fu mandato per servizio in Sud Africa. E’ stato subito ammazzato da un 2rapinatore" fuori dell’ hotel. Cosė č stata raccontata. Lui non lo disse mai, né mai disse di no, ma io penso che fosse uno dei gorilla di Rabėn. Ora, Yoram Rubėn (IL VERO ASSASSINO DI RABI’N, E SUA GUARDIA DEL CORPO) ha ricevuto un negozio a Netanya, e lo gestisce col fratello. Ho sentito che ha appena avuto un incarico in Egitto. Credimi, non durerā a lungo".

Poi il nastro č divenuto di pubblico dominio. Il Partito Kach Di Estrema Destra, pare, ha diffuso un volantino per tutta la Yesha (Giudea e Samaria o West Bank o Territorii Occupati),accusando me di essere un Agente della Shabāk, in quanto io accusavo "Quanti pių di tutti hanno a cuore la sorte di Isračl" di essere agenti della Shabāk. Il supplemento settimanale di HA-ARETZ (di Sinistra) , KOL HA’IR, mi ha intervistato in merito al volantino. Ho spiegato che i ragazzi del Kach di diedero un gran daffare, nel mese precedente la morte di Rabėn. Evigdor Eskin ha lanciata la "Pulsa Dinara", o "Maledizione Mortale" contro il Premier. Itamār Ben Gvėr ha messa una minaccia di morte sull’ auto di Rabėn; Avishai Ravėv si č infiltrato nel Kach, eccetera. Poi ho raccontato del nastro, e l’ affermazione in esso di Yigāl Amėr: aveva appreso che Avishāi Ravėv aveva data a Itamār Ben Gvir una pistola caricata a salve, e che Ben Gvėr con quella si apprestava a sparare a Rabėn.

Il nastro ha fatto notizia. Il giornale mi ha citato: "Ciō dimostra che io non lavoro per l’ estrema Destra, cosa raccontata da certa stampa. Io lavoro per la veritā. " Serio il taglio del servizio, con una mia foto bella, a colori. In qualche modo la Sinistra si sta sciogliendo nei miei confronti. Di recente ho tenute tre conferenze, al pubblico di Sinistra. Mi ha offerto il viaggio in aereo persino il Kibbutz della Vecchia Guardia "Yotvata", vicino a Eilat.

L’ articolo ha portato risposte. Natan Gefen ha cosė commentato sul leader del Kach, Noam Federman: "E’ proprio uno shmuck. Un giojello, una Chicca. Mi ha detto di disprezzare il mio lavoro, e di lavorare per attribuėre a Amėr tutto il merito che gli compete. Qualsiasi siano le prove, i ragazzi del Kach vogliono che Amėr sia il colpevole. "

E ora da Sinistra: "

Ricordate, lo scorso mese la Shabāk ha trovate tre bombe sull’ auto di Federman. Dall’ inizio sapevamo, la storia puzzava, ma credevamo fosse un’ operazione tipo Avishai Ravėv, per dare ai coloni la colpa di qualche crėmine. Il crėmine č arrivato un pajo di giorni dopo, quando tre Arabi sono stati assassinati in un drive-in, in una sparatoria contro un furgone. La vecchia EYAl di Ravėv ha rivendicata l’ operazione. Poi si č scoperto: il guidatore del furgone era un Ufficiale dei Servizi Segreti Palestinesi, non gradito a Arafāt, e dare la colpa dell’ assassinio a un gruppo Ebraico allo sbando serviva a molti scopi.

Ora guardate l’ effetto su Federman. Dando la colpa alla Shabāk, ha diffuso il messaggio: loro del Kach (dei Kahane, tutti morti di raffreddore negli Usa, e in Isračl), hanno diffuso il messaggio: sono miei nemici. Poi MA’ARI’V ha pubblicato un lunghissimo pezzo sulla moglie di Federman. Ha ripetuto che č stata la Shabāk, a intrufolare le tre bombe. Cosė ora č cancellato ogni sospetto che Federman, sotto sotto, sia legato alla Shabāk. Ma noi sappiamo che il Kach era coinvolto nella atmosfera, nella creazione del clima prima dell’ assassinio di Rabėn, a causa dell’ incidente Ben Eliezer.

"

Ha votato e eletto i suoi dirigenti il Partito Laburista questa settimana. Si son fatta guerra per i voti due malviventi, Avraham Burg , e Binyamin Ben Eliezer. Lo State Comptroller, o Corte dei Conti, sta investigando su Burg per corruzione quando era capo della Agenzia ebraica. Gli piaceva rubacchiare soldi, e portare parenti e amici a gitarelle in alberghi costosi. E Ben Eliezer era giā stato investigato, quale Ministro degli Alloggi, per avere date bustarelle a Consigli Arabi, con stanziamenti del Ministero, in cambio di voti ai Laburisti.

Burg č stato anche leader del "Movimento Pace Adesso", finanziato dall’ Unione Europea, e dalla CIA: pare sia lui il vincitore. Ciō significa: il Partito Laburista non sarā diverso dal Meretz d’ ora in poi. Salvo un dettaglio. A meno che Ben Eliezer non scopra frodi elettorali. Man mano che scava pių a fondo nella propria investigazione di Polizia, ecco che cosa scoprirā.

Un pajo di mesi prima, Burg era a Washington, a incontrare un mucchio di caponi del CFR, come Powell, Rice, e ambo i Clinton. Gli sono piaciuti due mucchi. E lui č piaciuti tre mucchi a loro. Han promesso di finanziare, e di garantire la sua ascesi alla guida del Labor Party, o Mapai. Hanno usato un trucco, dettagliato da Joel Bainerman e da me nell’ edizione 14 Marzo 1994 di NATIONAL REVIEW. Hanno fatto in modo che sia l’ OLP a decidere il vincitore.

Solamente un quarto degli elettori Ebrei si č preso il disturbo d’ andare a votare. A stragrande maggioranza, hanno votato Ben Eliezer. Ma oltre l’ 80% degli Arabi ha votato, e praticamente TUTTI hanno scelto Burg. Impossibile, pensa Ben Eliezer, dopo avere oliato cosė tanti leader di Municipii Arabi, per cosė tanto tempo. Sbaglia. E se ne accorgerā presto. Quando l’ OLP ordina agli Arabi Israeliani di