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votare un certo candidato, loro obbediscono. E cosė Burg ha vinto, proprio come Rabėn vinse nel 1992. Ora, tutto ciō che Burg ha da fare, č vincere le Politiche, e restituire al CFR e all’ OLP le cortesėe, smantellando lo Stato di Isračl.

Poi mi ha telefonato un vicino di casa di Burg: "La kippā che porta sulla testa č falsa. Burg non č religioso. Abita di fronte a me. A Shabbāt accende e spegne la luce, e fa ben altro".

Ora torniamo al reporter di Sinistra: "

Ricordate, prima dell’ assassinio di Rabėn, questi ragazzi del Kach saltarono dentro all’ auto di Ben Eličzer mentre lui era a bordo, si presume minacciandone la vita. Burg era lė per la messinscena. Se fosse stato minacciato per davvero, le sue guardie del corpo avrebbero cominciato a sparare ai ragazzi, buttandoli gių dal tetto e dal cofano, uno dietro l’ altro. Lui era lė per favorire le istigazioni, benché nessuno pensi che sapesse, ciō avrebbe comportata la morte di Rabėn. "

Incontro un’ altra giornalista di sinistra, Greer Faye Cashman, del JERUSALEM POST . E’ tra i reporter pių informati, astuti reporter d’ Isračl, e il suo giornale non le dā di che essere orgogliosa del suo materiale. Non ricordavo la sua prima osservazione, riguardava il foglio della canzone, tutto macchiato di sangue, che Rabėn aveva messo nella tasca laterale della sua giacca: "Come puō il sangue essere finito sul foglio, se il sangue non ci č stato messo apposta? La giacca di Rabėn era aperta; se č finito bocconi dopo gli spari come dicono, il risvolto della giacca sarebbe caduto lontano dal suo petto".

Poi Greer Faye Cashman č passata alla soluzione di uno dei massimi misteri d’ oggi. Perché la figlia di Rabėn, Dahlia Pelosoff, siede nello stesso Governo con Peres, e addirittura lo abbraccia, in pubblico? In genere la gente ricorda che lui le ha detto press’ a poco cosė: "Tua Madre ha sofferto troppo, mi dispiace non sia pių. Non lasciare che succeda anche ai tuoi figli. Non meritano di ammalarsi cosė tanto".

Ma Greer Faye ha posto fine a tali congetture. "So che Dahlia Pelosoff Rabėn ha voluto essere Sottosegretario al Ministero della Sicurezza, per avere accesso ai dossier sull’ assassinio di suo Padre. Ma i tirapiedi di Peres le forniscono le informazioni sbagliate. I ragazzi Rabėn vogliono la veritā, e presto Yuvāl torno in Isračl, per fare una vera e propria campagna in proposito. " Le informazioni di Greer sono confermate da Yehoshua Meiri, reporter di Affari Arabi per ARUTZ SHEVA. Il quale mi dice:Yuvāl Rabėn vuole che tutto venga fuori, e non glie ne importa pių niente di chi finirā per pagarla".

Attraverso la strada, e entro da "Gefen Books", Editore in Ebraico, e in Russo, del mio libro "Chi č l’ assassino di Yitzhāk Rabėn?". Incontro la moglie e collega di Victor Mordechai, autore di un libro poderoso: "Is Fanatic Islām a Global Threat?" ("L’ Islām Fanatico č Una Minaccia Globale?"). Non accontentatevi d’un riassunto. Per ordinarlo negli USA, telefonate a 1 800 540 0828 . Fax in Isračl 00972 (0) 2 6290574 interno 7157 .

Vado fuori a respirare un po’ di nicotina fresca. Vedo un giovinotto che ci fotografa, da un furgone Mitsubishi bianco, dall’ altra parte della strada. Porto tutti fuori a vedere. Capisce che abbiamo capito e fila via. Targa 60 061 62 (o forse finale 02). Chi dā un’ occhiata alla Motorizzazione Civile?

Una corsa a Efrāt, per mostrare il nastro di Amėr a un gruppetto di esperti. Riunione di servizi segreti d’ alto bordo. Informazioni interessanti, molto interessanti. Un ricercatore di Efrāt, Davėd Bedein, ha scoperti strani legami fra i servizi segreti e Geula Amėr, Madre di Yigāl.

Nel 1974 fu lei l’ anima e il motore di una campagna di lettere spedite in Norvegia per la liberazione du una ragazza, spia del Mossād, dopo un colpo sbagliato nella cittā di Lillehammer. Dice Bedein: "Non si sa perché sia stata scelta lei, per quell’ opera. Suo zio, Yisračl Kessar, era un capo, deviato, della Histadrųt, la Centrale Sindacale pių importante del Paese. I legami fra la famiglia Amėr, e i servizi segreti, sono molto pių profondi, e risalgono a molto prima di quanto non si pensi".

La settimana sta finendo, e Ariel Sharōn vola a Mosca. Ha forse qualcuno scritto che lo stesso giorno Juan Carlos č a Mosca?

Basta leggere

http://

asia.dailynews.yahoo.com/headlines/world/artiche/html?s=asia/headlines/010905/world/afp/Solana_works_for_Arafat-Peres_summit_Israel_beefs_up_security.html

Sharōn č manovrato dai vertici del NOM, Nuovo Ordine Mondiale. Gli Europei stanno preparando il prossimo massacri di Ebrei, e Sharōn giuoca coi loro leader, e non lo racconta a nessuno. Ciō accade quando gl’ intrusi corrompono completamente la guida politica degli Ebrei. Il nastro di Amėr ci ha portati a annusare i pių profondi baratri, che non riescono a nascondere il marciume.

Gira voce che un Palestinese, e un Colono, si lamentano dei loro Governi. "Arafat č un ladro" piange il Palestinese. Tutto quel che fa, č derubarci, e farci ammazzare. Quando avremo un leader onesto, e la faremo finita con queste sofferenze? Ribatte il Colono: "E il Governo nostro ci ha mentito, a tutti. Ha svenduto il nostro retaggio ai terroristi. Quando smetteremo di soffrire?". E il Palestinese: "Beh, almeno la vostra sofferenza non durerā a lungo". _______________________________________________________________________________

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AMI’R NON HA UCCISO RABI’N, E ORA E’ UN FATTO DIMOSTRATO.

Jeri su MAKO’R RISHO’N nella sua intrervista in prima pagina Adėr Zik č stato formidabile. Il pių apprezzato giornalista e telegiornalista ha edetto che, sull’ assassinio di Rabėn, la pensa proprio come me. E ha confermato la mia ricostruzione dei fatti: Barųch Goldstein era lo zimbello di un massacro perpetrato da altri. Se qualcuno ha ancora dubbi su Adėr Zik, o su me, o sulla veritā, in questo articolo stanno le prove conclusive. Aamėr non ha sparate le pallottole vere a Rabėn. Come ripeto da sei anni, ha sparato a salve. Lui.

Chi sa l’ Ivrėth, l’ Ebraico, puō aprire allegato hands1.jpg. Per chi non lo sa, ecco qui.

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Quartier Generale di Polizia - Divisione Investigazioni

Dipartimento Identificazione Criminali - Ramle

13 Novembre 1995

Oggetto: Assassinio del Primo Ministro

Antefatti. Il 4 Novembre 1995, attorno alle 21:45, il Premier Rabėn, e una delle sue guardie del corpo, sono stati colpiti mentre entravano nel loro veicolo, alla fine di un comizio, in Piazza "I Re di Isračl". Tale Yigāl Amėr, sospettato di avere sparato, č stato fermato dalla Polizia, e tradotto al Commissariato Divisione Yarkōn. In sčguito alle ferite, il Primo Ministro č morto all’ Ospedale Ichilov.

Risultati Test: il 4NOV95 facevo parte della squadra televisiva guidata dal Sovrintendente Shmųel Berger, a un comizio in Piazza "I RE di Isračl". Attorno alle 21:55 mi č stata consegnata una borsa di platica, contenente una pistola, si sospetta usata in una sparatoria, dal Vice Sovrintendente Moti Naftali. Modello 84F Beretta, numero di serie D98231Y, che ha utilizzato pallottole corte calibro 9, e includeva un nastro con un numero indeterminato di pallottole all’ interno.

Sulla strada e sul marciapiedi a lato sono state trovate tre cartucce 389 WIN.

Alle 22:15 circa, io sono arrivato all’ ufficio del comandante del Commissariato Divisione Yarkon, era presente il sospettato Yigāl Amėr. Ho prelevati campioni dalle sue mani, e dai capelli.

All’ esame Feroprint, non ho rilevato esiti significativi provenienti dalle mani del sospetto.

Detective Arieh Moshe 93614 Laboratorio Polizia Mobile

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Il test Feroprint rivela la menoma presenza di residui metallici. L’ Ufficiale Moshč ha esaminate le mani di Amėr mezz’ ora dopo il momento indicato per la sparatoria, e non ha trovate tracce sulle mani di Amėr. Consultati un tecnico forense, un medico, e una Poliziotta, posso concludere che tale risultato sarebbe estremamente improbabile, ove Amėr avesse sparate pallottole vere. Ma sono possibili spiegazioni.

Apriamo hands2.jpg e leggiamo tutta la storia delle perizie balistiche sulle mani di Amėr.

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Quartier Generale, Polizia di Isračl/Divisione investigazioni

Dipartimento Identificazione Criminali

Scritto da Nadāv Levine - Prove, evidenza tracce

Il 5Nov95 ho ricevute prove da esaminare, prelevate al sospetto assassino Yigāl Amėr, (Carta Identitā numero 027790088). Ecco gli esiti iniziali delle analisi:

Nel campione di capelli del sospettato, ho trovata una particella che potrebbe essere identificata come resto d’ uno sparo. Non siamo a conoscenza d’ alcun composto simile, non usato nell’ esplosione di capsule.

Nel campione prelevato dalle mani del sospettato, non ho trovate particelle che possano essere identificate quali residui di sparo.

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Detective Nadāv Levine, Laboratorio Tracce Materiali

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La parola Ebraica per capsule (Inglese cap, caps) č "PICA" (la parola scelta da Levine). Ma perfino se l’ unica particella trovata nei capelli di Amėr venisse da polvere da sparo e non da capsule, la spiegazione č semplice. Il Poliziotto ha toccata la propria pistola, poi la testa di Amėr, e ha lasciata una particella sui capelli. Ma se Amėr avesse sparato pallottole vere, si sarebbero state particelle da arma da fuoco sulle sue mani. E NON CE N’ ERA NESSUNA ! In due test separati, da due competenti tecnici della Polizia, sulle mani di Amėr non si sono trovati né polvere da sparo, né residui metallici. SE AMI’R AVESSE SPARATE PALLOTTOLE VERE, CIO’ SAREBBE IMPOSSIBILE.

Le pallottole a salve, o capsule, o caps, o PICA, fanno rumore, ma non contengono materiale esplosivo sufficiente per lasciare residui identificabili. Né il materiale č della potenza necessaria per espellere una pallottola da una cartuccia. Pensate alla pistola giocattolo d’ un bambino, o a quei petardi da party, che fanno un botto quando si tiri una striscia di carta. Amėr ha sparato cosė, e ecco perché i tecnici della Polizia non sono riusciti a trovare tracce di polvere da sparo o residui metallici sulle sue mani: perché ha sparato a salve!

E’ chiuso il capitolo, gente. La copertura dell’ assassinio di Rabėn č finita. Abbiamo tutte le prove necessarie, non č stato Amėr a uccidere Rabėn. Diffondete nel Mondo i documenti allegati, e obbligate il Governo d’ Isračl a dire la veritā.

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FELICE SETTIMANA DI RABI’N

Ogni "Settimana di Rabėn" dā le sue rivelazioni, ma quest’ anno č stata la migliore, in parte grazie al piccolo spifferatore di vecchie prove. Il quarto giorno della settimana (finisce il 4 Novembre 2001) la popolare annunciatrice radio Dahlia Yairi ha resi noti i risultati d’ un sondaggio svolto dall’ IBA (IsraelBroadcasting Authority) per determinare quanti Israeliani credano alla "teoria della congiura" sull’ assassinio Rabėn.

L’ ultima volta nel 1999 questo sondaggio era stato fatto nel 1999, da MA’ARI’V, e dalla Gallup. Il 18% degl’ Israeliani pensava che Rabėn fosse stato ucciso da un complotto a alto livello. Il 13 non lo escludeva. Nel 2001, la cifra di quanti accettano la "teoria del complotto" č salita al 30%, e con tono imbarazzato Dahlia Yairi ha detto: " Ciō significa: due milioni d’ Israeliani ritengono che dietro all’ assassinio di Rabėn ci fosse la Shabāk".

Invero, ancor di pių, perché la cifra non calcola quanti "Non lo escludono" . Tuttavia si puō scommettere: ora un Israeliano su due ritiene, o sospetta, che Rabėn sia stato assassinato in modo ben diverso da quello che il Governo racconta.

MEZZA ISRAE’L ! La veritā si diffonde. Ma raggiunge soltanto quella metā del Paese che se ne interessa. Ecco qualche ritraglio di stampa di questa settimana.

HATSOFE’ (Destra Religiosa) Otto pagine nella rivista Fine-Settimana. Ampia copertura della difesa al processo Amėr. Che arriva precisamente alla "Teorėa del complotto". Titolone. "SULL’ ARMA CE UCCISE RABI’N, NON CI SONO IMPRONTE DI AMI’R".

YATED NEEMAN (Liberale, Religioso):due pagine, riportano in gran parte le rivelazioni di Hatsofč. L’ edizione in Ivrėth, piuttosto frivola (rispetto alla pių coraggiosa versione in Inglese) ammette: c’č molto materiale a sostegno della "teoria del complotto". Nota l’ autore: " I principali giornali d’ Isračl "I quali sanno attaccare come soltanto la Sinistra sa attaccare", quest’ anno han ridotti gli attacchi ai Religiosi, perché hanno appreso: "Emergono prove decisive, non fu Amėr a uccidere Rabėn".

HASHAVUAH (Destra, Ultraortodossa) Titolo: NON FU AMI’R A UCCIDERE RABI’N . Tre pagine, ampia intervista al Dott. Dfavėd Chayen. In base a considerazioni mediche, spiega che essendo Rabėn morto cosė, non puō averlo ucciso Amėr.

MAKO’R RISHO’N (Laico, Destra) Due pagine di nuove prove sulla rivista fine-settimana. Articolo impressionante nella parte principale, sul foglio della canzone di Rabėn. La sera della morte, conteneva un buco nero, tondo, che sembrava proprio un foro di pallottola. Il giornale pubblica una foto, il foglio č visibile oggi nell’ archivio del Premier. Il foro č scomparso.

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Adesso confrontiamo.

MA’ARI’V (Laico, liberale) Articolo, otto paragrafi, nel supplemento fine settimana: riprende il servizio di MATSOFE’ della deposizione di Avishai Rfavėv alla Polizia.. Dimentica il pių dannoso pezzo, sulla difesa al processo di Amėr.

YEDIO’T ACHRONO’T (Liberale, laico) Zero.

HA-ARETZ (Laico, estrema Sinistra) - Ciccia

HA’IR (Laico, estrema Destra) Lungo articolo sulle guardie del corpo di Rabėn, morte misteriosamente. Roba riportata da altri per lo pių, ma GRANDE RIVELAZIONE. Un terzo giovane gorilla č morto d’ infarto miocardio improvviso, pochi giorni prima della sua attesa testimonianza a uno dei processi verso Avishāi Ravėv.

Questo per la Sinistra Laica. Loro fanno il cover-up alla veritā. Caso chiuso punto e basta. Ma la disperazione dei prepotenti tiranni trapela. Guarda ciō che accade: da HA-ARETZ scopriamo: la lettera al Presidente Katzāv di Margalit Har Shefi, che ne ha comportata la scarcerazione prima dei nove mesi, era falsa. Potrebbe essere rispedita dentro. Da MA?ARI’V apprendiamo: la famiglia Rabėn vuole l’ incriminazione d’ un vero eroe. Parlano di Shlomi Halevy, lo studente dell’ Universitā Bar Ilān, nonchč soldato nella "Brigata Intelligence" che, cinque mesi avanti la morte di Rabėn, aveva riferito alla Polizia, e alla Shabāk, che Amėr minacciava la vita di Rabėn. Perché la Famiglia Rabėn lo vuole a processo? Forse per risalire alla Shabāk. Proprio ciō ha detto fine settimana scorsa Dalia Pelosoff Rabėn a HA’ARETZ . Ha detto di non poter aspettare il processo a Ravėv, in quanto sa che lui č soltanto la punta dell’ iceberg. Bene, adesso deve aspettare sei mesi, perché il processo č stato rinviato di sei mesi. Nove rinvii sinora.

***Ora, come facciamo a sapere che c’č davvero un cover-up su Rabėn? Perché c’č stato un simposio su Rabėn nell’ anniversario della morte secondo il calendario Ebraico, e a parte ARUTZ SHEVA, nessun giornale Ebraico se ne č occupato. Relatore principale era Joel Skousen, redattore capo del WORLD AFFAIRS BRIEF, č arrivato apposta dallo Utah. Ha spiegata la filosofia del NOM, o Nuovo Ordine Mondiale, o NEW WORLD ORDER, e in qual modo i governanti reconditi possono deliberatamente creare regimi estremisti come i Taliban, o l’ OLP, dar loro soldi e armi per metterli e mantenerli al potere, solo per avere un utile nemico a cui, o con cui, fare la guerra. Per gli Israeliani, era bene che lo sentissero dire da qualcun altro.

Il sottoscritto scrive da lunga pezza che Shimon Peres č strumento degli "ILLUMINATI"

Europei, che fra i capi hanno Re Juan Carlos, di Spagna. Presto in Spagna Peres incontrerā Arafat. Per favore qualcuno metta insieme i puntini, che cosa apparirā?

http:///www.arabicnews.com/Ansub/Daily/Day/2001103125.html

Mubarak due giorni visita in Spagna

Egitto-Spagna,politica, 31 Ottobre 2001

Poi il Presidente incontrerā a pranzo a un banchetto il Re di Spagna, Juan Carlos. Saranno presenti alti funzionari Spagnoli, e la delegazione che accompagna il Presidente. Ahmčd Mahčr, Ministro degli Esteri, ha detto che l’ imminente visita del Presidente Mubarāk acquista speciale importanza in questa fase. Maher ha detto che Mubarak avrā colloqui con Re Juan Carlos di Spagna, e col Primo Ministro Jose Maria Aznār, e prenderā la parola davanti al Forum su come ampliare la cooperazione fra i Paesi Europei, e Mediterranei. Ai Redattori diplomatici ha detto che i colloqui riguarderanno anche le relazioni fra i due Paesi, questioni internazionali e regionali, gli sviluppi nei Territorii Palestinesi, i mezzi atti a portare i Palestinesi e gli Israeliani insieme al tavolo delle trattative.

I colloqui verteranno inoltre sulla cooperazione per acquisire sicurezza e pace nel Bacino Mediterraneo, e i mezzi atti a portare avanti goli sforzi per lo sviluppo nel Nord Africa, e nel Mediterraneo meridionale, ha aggiunto Mahčr. Egli ha detto che alla tavola rotonda oltre a lui parleranno il Mkinistro Palestinese del governo locale, e forse il Ministro degli Esteri di Isračl, Shimon Peres. L’ Ambasciatore Egiziano in Spagna, Hussein Kamel Haridy, ha detto: i colloqui del Presidente Mubarāk con Re Juan Carlos e col Premier Aznar riguarderanno soprattutto tre argomenti: la situazione in Medio Oriente; il terrorismo, e la Presidenza Spagnola dell’ UE, Unione Europea.

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E per quanti pensino che Peres non abbia avuto un ruolo nell’ assassinio di Rabėn: il telereporter Yehoshua Meiri ha fatto uno scoop. Pare che giā stia circolando ll nastro davvero dannoso. Il giorno prima della firma degli accordi di Oslo due reporter, Shimon Shiffer, e Nahum Barnea, stavano registrando un’ intervista a Peres nel suo ufficio. L’ intervista č stata interrotta da una telefonata d’ ujn esponente del Partito di Peres, Laburista, Giora Einam. Per tutta la telefonata, Peres ha esclusi i due reporter dalla stanza. Loro sono usciti, ma "Incidentalmente" hanno dimenticato acceso il loro registratore.

Rabėn voleva partecipare alla cerimonia della firma Oslo, ma a Peres non piaceva l’ idea. Truculento urlō:" Bisogna fare qualcosa a proposito di quel figlio di puttana. Dobbiamo fargli qualcosa. Il bastardo mi persčguita da sedici anni, questo deve finire".

***

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IL GIORNO DI RABI’N - AGGIUNTA

4 Novembre 2001 - 18 Cheshvān 5762

Ecco, la settimana Rabėn sta finendo. Nella nostra precedente panoramica, abbiamo scoperto: i mass media d’ Isračl, Religiosi e Conservatori, tutti hanno ampiamente riferito del complotto conclusosi con l’ assassinio di Rabėn. Un solo giornale, notammo, YATED NEEMAN, si č accorto, l’ America delle scoperte, che quest’ anno i mass-media "Liberal/Sinistra" hanno deciso di annacquare drasticamente i toni . Nzomma, alla settimana di Rabėn han dedicate le barzellette, punto e sciao. Anche a loro sono arrivare le prove inoppugnabili: NON FU YIGA’L AMI’R A AMMAZZARE RABI’N. Due test del Laboratorio della Polizia sulle sue mani, sobbeto dopo la sparatoria, han dato esito negativo, alle tracce di metalli, e di polvere.

Il test sulla polvere da sparo fu svolto nientepopodimenochč dal Capo del Laboratorio della Polizia Israeliana "Tracce metalliche". Nadāv Levine, Ispettore Capo. Sta settimana uno dei miei venticinque affezionati lettori, che lavora nel settore medico, ha chiamato Levine, per verificare l’ čsito dei risultati sulle mani di Amėr. Levine mica ha negato d’ aver svolti i testicoli, né ha smentiti i risultati. Semplicemente ha detto: "Io ho fatto il mestiere mio, ora č nelle mani dei Tribunali". Senza giurare, possiamo supporre abbia data mesma risposta a quei giornalisti, che han deciso di ridurre al minimo la copertura della "Rabėn week".

LA fine-settimana avanti l’ osceno rituale annuo, l’ andazzo dei giornali mutatis mutandis pare lo stesso. Con una mutanda calata notevole.

HAMODIA (Destra Religiosa)-Due pagine e mezzo, sunto del caso Amėr-Ravėv. Cinquanta domande sanza risposta sull’ assassinio, tolgono le fette di salame agli occhi nei novizi, e di quanti non credčvano (prima).

MAKO’R RISHO’N (Destra Lāica)-Pagg 2,5: sunto della principale tesi sul complotto. I paragrafi su Chamish lardellati di sbagli. Estemamente ųtile alla causa della Veritā, il pezzo perō la racconta, che io avrei lavorato con uno degli avvocati di Amėr sin dall’ inizio, onde pubblicizzare fatti in acconci a un’ aula di Tribunale. Falso, semplice.

YERUSHALAYI’M (Sinistra Lāica)-Copertura, quasi arrogante, del Recente "Root and Branch Rabin Assassination Congress".

MA’ARI’V (Laico, Liberale) - Una colonna, rāpido accenno alla teoria del complotto, stop.

YEDIO’TH ACHRONO’T ( Laico, Liberale) -Gurnischt.

HA’ARETZ (Laico-Estrema Sinistra)-Bukes

KOL HA’IR - (Laico-Estrema Sinistra) -Uno dei serrvizii pių esaustivi e importanti di questa e altre settimane.

Mumčnt, cu fu? Una rivista d’ estrema sinistra pųbblica un pezzo sull’ assassinio di Rabėn? Forse ho bevuto troppo. Ma cotanta rivelazione merita un supplemento di analisi.

Prima pagina della rivista, foto di Shlōmi Halevy, di Hezi Kalo, e di Dahlia Pelosoff Rabėn. Titolo: HANNO PAURA. Ecco i personaggi per ora:

Shlomi Halevy -Riferė le minacce di Amėr a Rabėn alla Polizia, e alla Shabāk, dal Luglio 1995, mesi cinque avanti l’ assassinio. Uno dei rari eroi nella tetra fiaba dell’ omicidio.

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Dahlia Pelosoff Rabėn - Su HA’ARETZ della settimana scorsa, si scrive che col massimo interesse aspetta l’ "imminente" processo a Avishāi Ravėv, considerando come considera il provocatore della Shabāk "LA punta dell’ iceberg e basta". Come sappiamo, per la nona volta il processo a Rabėn č estato rinviato, stavolta di mesi SEI. Nel Maggio 2002 forse… Lo stesso giorno nel quale Dalia parla di Ravėv, MA’ARI’V scrive: la famiglia Rabėn preme, con ciō sia cosa che Shlomi Halevy sia processato.

Khezi Kaol-Capo del "Dipartimento Ebraico" della Shabāk nel periodo sino alla morte di Rabėn.Il comandante di Avishāi Ravėv, ma il vero capo č pių su.

Apriamo l’ articolo. Titolo: "IL TRUCCO DELLA SHABA’K "

Personaggi nuovi:

Yanėv Elrād -Avvocato di Kalo, e pria direttore piani stratčgici di Ehųd Barāk.

Khemi Sal - Capo Dipartimento Affari Politici del Movimento Nazionale Kibbutz e membro dell’ esecutivo del Dor Shalōm, l’ organizzazione SUPPOSTA incaricata di tener vivo Rabėn, o almeno i suoi ideali.

Yossi Ginosar - Ex vicecapo della Shabāk. Sospeso dal servizio per aver giurato il falso, e per avere istigati omicidii. Si č messi in tasca i rapporti con l’OLP, e č diventato socio dell’ ANP nel suo Casino a Gerico, o in ciō che ne č rimasto. Mediatore fra il capo della Sicurezza dell’ OLP, il celebre tiranno e assassino Rajoub Jibrėl, e Shimon Peres, e Ehųd Barāk, e altra gente di mesma pasta.

Il compl8:

Scrive KOL HA’IR: "Per la facciata, Shlomi Halevy era l’ ultima persona che la Shabāk voleva vedere in tribunale. E’ una delle poche persone simpatiche coinvolte nell’ assassinio di Rabėn. Eppure, aggiunge il pezzo, lo ha denunciato nientepopodimenochč Khezi Kalo. C’č la famiglia Rabėn dietro alla denuncia contro Halevy, si racconta. Balle, afferma KOL HA’IR.

Al reporter (Anat BenMoshe), Dahlia Pelosoff Rabėn dichiara: "Né io né i miei familiari abbiamo presa iniziativa alcuna per denunciare Shlom Halevy. La stampa lo ha raccontato, ma sbaglia".

Colpa, merito, responsabilitā? Come sono stati attribuėti ai Rabėn? Il complotto si dipana.

Il processo verso Ravėv terrorizza Kalo, che sa che cosa ne vien fuori. Ravėv avverte, non permetterā che di lui solo si faccia l’ espio capratorio di tutte le istigazioni, che portarono all’ assassinio di Rabėn. Il rischio č che la rabbia di Ravėv si trasformi in testimonianza verace, e alla Corte quello č capace di raccontare tutto, anche sul complotto per il FALSO omicidio del Premier.

La Shabāk č riuscita a fare posporre il processo volte nove, sinora. LA manipolazione comincia a innervosire il pubblico. Per Kalo, quel che ci vuole č un precedente legale, che possa essere usato per un accordo extragiudiziale. Dunque. Ravėv č accusato di non aver prevenuto l’ assassinio di Rabėn, perché non ha raccontate a nessuno le intenzioni assassine di Amėr, e non ha informati superiori suoi. Halevy aveva conoscenza pure delle minacce di Amėr, burattinate dalla Shabāk, ma informō sė la Polizia e la Shabāk, tuttavia sanza fare il nome di Yigāl Amėr. Ma lo ha ben descritto, un tappetto Yemenita appartenente a un gruppo politico all’ Universitā Bar Ilān.

Ora la matta conclusione. Halevy sapeva prima di altri, ma non ha detto il nome Yigāl Amėr. Ergo andrebbe a lui appioppato lo stesso crėmine di Ravėv. Ma siccome in qualche modo informō le Autoritā, il Tribunale andrā a archiviare la causa verso lui. Ciō fatto ecco Ravėv avrā il precedente per fare archiviare pure la accuse verso lui.

Un Ufficiale della Shabāk riassume il complotto cosė:"Kalo ha una fifa blu di dover testimoniare al processo di Ravėv. Per evitarlo, ha presa la decisione strategica di perseguire Halevy. Lo qualo essendo personaggio di secondo piano, ci sarā poca pressione sul Tribunale perché lo processi, mica č una Margalit Har Shefi, lui. I giudici casseranno la procedura per mancanza di pubblico interesse, e Kalo avrā il suo precedente per far insabbiare il processo a Ravėv".

Il complotto ora si fa pių profondo.

Non si č fatto vedere come prmotore dell’ iniziativa di denunciare Halevy, e cosė Kalo tira su muro dopo muro fra sé e i fatti. Al suo avvocato, Elrad, ha chiesto di trovare una personalitā pubblica, e di convincere il rispettato celebre cittadino a sottoporre ai Tribunali la causa verso Halevy. Il prescelto č Khemi Sal, il quale ha detto a KOL HA’IR: dietro alla richiesta di processo c’č Kalo? Macchč, non mi risulta. Frōttola numero uno.

Frōttola numero due. Per mettere in moto il meccanismo del processo, nulla c’č che la famiglia Rabėn sostenga. Siccome Kalo č in rapporti non ottimi coi Rabėn, ha spedito il suo sozzzio Ginosār a Dalia Pelosoff Rabėn e fra una chiacchiera e l’ altra questi ha buttato lā un accenno alla denuncia derso Halevy. Lei ha preso atto dell’ idea, e ciō č stato propinato a MA’ARI’V quale iniziativa dei Rabėn per un processo contro Halevy.

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Il complotto di Kalo rivela soltanto la disperazione con la quale la Shabāk cerca di chiudere il capitolo assassinio di Rabėn. Tira fuori trucchi d’ ogni genere, come diffondere bugėe ovunque. I ricercatori locali hanno un guastafeste fra le loro fila, e su Internet vengono riversate disinformazioni d’ ogni sorta, da un indirizzo chiamato "Cyber Samizdāt". A battere il tam tam della giungla č un professore di Haifa, addestrato e allevato dalla Federal Reserve, e palesemente spedito in Isračl per diffondere la teoria economica del libero mercato, secondo la quale č cōmpito delle ditte Americane ingojarsi le finanze di ogni Nazione. In America lo sostiene una squadra padre-figlio del giro CFR-CIA, sempre del mondo accademico.

Poi, come scrive HA-ARETZ, c’č un piano per rispedire in cella Margalit Har Shefi, sulla base di una probabilmente falsa "sua" lettera mandata al Presidente Katzāv, lettera checomportō la scarcerazione anticipata della signorina.

La Lista

Un pajo di mesi ma mi č stata affidata una pila di documenti, fra cui l’ elenco di 400 donne, religiose e non maritate, con indirizzi e numeri telefonici, che la Polizia ha recuperato dal computer di Yigāl Amėr. Il giornalista Adir Zik (la settimana scorsa si č rotta l’ anca: auguri di pronta e completa guarigione) lo ha trovato particolarmente interessante, e ne dimostra l’ importanza. Egli ritiene che la Shabāk abbia fornita a Amėr la lista, onde trovare donne da trasformare in strumenti e in vittime. E, nel caso di Ravėv, da sposare.

Basta leggere le testimonianze non secretate di Ravėv, Amėr, e Har Shefi. Costei č la seconda fra le ragazze pių credulone del Mondo. La prima č quella povera sventurata "colona", che Ravėv lo ha proprio sposato.

Ecco qualcuna delle tecniche usate da Amėr per coinvolgere Margalit, e farla diventare congiurata e cōmplice dei crimini suoi.

--Yigāl ha chiesto a Margalit di comprarsi alcuni orologi digitali. Proprio il tipo che puō essere usato per fabbricare bombe a orologeria. Lei li ha comprati.

--Yigāl ha chiesto a Margalėt di consigliargli un chimico in grado d’ insegnargli a fare bombe. Lo ha indirizzato al Dott. Bachrach, di Bet El.

--Lui la ha invitata a entrare nella sua organizzazione clandestina. Lei ha accettato purchč non dovesse far nulla di violento.

Giorno per giorno, Yigāl ha circuėta Margalit, e la sciocchina c’č cascata senza pensarci due volte, ammesso che di pensare sia capace anche una volta sola. Nessuno di questi scherzi č mai stato menzionale al processo verso lei. Né la Corte se ne č occupata, perché in sistema giudiziario č marcio. Ecco un esempio personale.

Un anno e mezzo fa, ho denunciato per calunnia l’ On. HK Ophir Pines, che dalla tribuna della Knesset ha definito bandito il mio libro. Ho vinto alla prima udienza, il Giudice Boaz Okun ha sentenziato: era mio diritto far causa a un parlamentare, alla faccia della immunitā.

Stavo per vincere anche durante la seconda udienza, finchč l’ Attorney General, Elyakėm Rubinstein, non ha mandato l’ avvocato suo in aula, con una memoria, da mostrarsi al Giudice Okun. Si č tenuta una riunione a porte chiuse. Il giudice č tornato, per dichiarare chiuso il processo. Resoconto meno sintetico nel libro "Gli ultimi giorni di Isračl".

Che cosa č stata offerta al Giudice Okun, perché facesse cosė abortire la Giusitiza? Non si sa. Questa settimana il Giudice Boaz Okun č assurto agli onori della Corte Suprema.

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LA TRISTE SAGA TRISTA DI SARAH SHWARTZ

La notte dell’ assassinio di Rabėn, la Polizia ha fatta irruzione nella casa dell’ "assassino" Yigāl Amėr, e non vi ha trovata arma. Non fia mai. Due giorni dopo la Shabāk ha fatta la irruzione sua, e ha trovato un vero arsenale. Appartenente, dice Shabāk, a Hagai Amėr, fratello di Yigāl.

Le foto dell’ arsenale sono subito uscite su vari giornali. Molti hanno notato che vi figuravano un fucile M-16 delle IDF, e munizioni delle Israel Defence Forces. Come si č procurato equipaggiamento dell’ esercito il signor Hagai? molti si sono chiesti.

La Shabāk č balzata all’ azione, e ha trovato un piano. Ha guardato il registro dei giovani contrari al "Processo di Pace", e ha trovato il Sergente Arėk Shwartz, che era responsabile d’ un arsenale, in una piccola base delle IDF. Lo fosse o no, sarebbe diventato lui, la fonte delle armi dell’ esercito di Hagai Amėr.

E’ impressionante il volume dei documenti relativi all’ incastrazione del Sergente Shwartz. Mann e collaboratori non trovarono motivo per esaminare cosė tante pagine su un oscuro "caso collaterale". Ma a guardarle, ne emerge dramma grande, firmato Dipartimento Humor E Assurditā della Shabāk. La fiaba seguente proviene in filo diretto dagli archivii della Polizia di Isračl.

La Shabāk inoltra alla Polizia l’ ordine di fare irruzione nella casa di Arik Shwartz, affermando che egli ha rubate armi all’ Esercito, le ha vendute a Hagai Amėr, e che una delle sue pallottolo potrebbe addirittura avere ucciso il Premier.

La Polizia č spedita a casa Shwartz, ma Arik non c’č, sta nella sua base. Ma sua Madre, Sarah Shwartz, 61 anni, c’č. Apre la porta. Una squadra di Poliziotti irrompe. Il Comandante le intima: "Vabbč, lui dove tiene le armi?". Sarah risponde: "Chi tiene che cosa?".

"Le armi che Arėk ha rubate all’ Esercito. Dove sono?".

"Arėk ha riportate alla base le sue armi".

"No, il resto. Le armi che dā ai suoi compari assassini."

"Lui non ha mai portato a casa niente del genere, č un ragazzo meraviglioso".

Lei si rifiuta di far perquisire la casa, ma suo marito, il Dott. Naftali Shwartz (sė, il famoso dentista) cede, e la Polizia mette la casa sottosopra. Alla fine trova la linguetta di una bomba a mano usata, e una maniglia, souvenir d’ un addestramento.

Dietro alle quinte, e senza verbali, la Polizia deve aver espresso risentimento alla Shabāk che la ha mandata a caccia di farfalle selvatiche. Gli Uomini del Dipartimento Umorismo e Assurditā della Shabāk passano all’ azione direttamente. Ritornano a Ramat Gan, a casa Shwartz, stavolta Sarah č sola. Non sappiamo quali minacce siano state usate su di lei, ma ha accettato di andare alla Polizia, e di dire d’aver messe insieme tutte le armi di Arėk, di averle sistemate in una valigia, e di avere buttato il tutto nel Mar Mediterraneo. Ecco la sua deposizione alla Polizia:

"La notte dell’ assassinio di Rabėn, mio figlio Arėk ha chiamato dalla sua base, e ha detto che avremmo avuti guai se io non gli avessi fatto un piccolo favore. Mi ha chiesto d’ impacchettare tutte le sue armi, e di sbarazzarmene, mettendole dove nessuno le potesse trovare. Io ho trovate le sue armi chiuse in un cartone, le ho messe in una valigia. Poi ho preso un autobus per cercare un luogo adatto per buttare il bagaglio. Sono scesa vicino alla Discoteca Dolphinarium, ho preso un sentiero posteriore fino al mare. Mi sono arrampicata su una roccia sporgente, e ho gettata in mare la valigia.

Quanto dichiaro corrisponde alla veritā".

La Polizia era tutt’ altro che convinta. Le ha chiesto che cosa la valigia contenesse.Lei ha risposto: "Fucili, pallottole, bombe a mano, robe del genere".

Al che la Polizia ha obiettato: la valigia doveva pesare chilogrammi settantacinque. E ha deciso che fosse troppo pesante perché la fragile sessantunenne Sarah la issasse sul bus, per non parlare poi del buttarla in acqua, lontano quanto bastasse perché nessuno ne notasse la presenza in mare. E la ha rimandata a casa.

Ancora non sappiamo come la Polizia abbia sgridata la Shabāk per averle di nuovo fatto sprecar tempo, ma la Brigata Umorismo e Assurditā č tornata all’ azione. Altra visita a Sarah Shwartz. Le hanno ordinato di trovare un correo, un giovanotto robusto, che avrebbe potuto concepibilmente buttare la valigia in mare. Lei ha telefonato al nipote, Moshč Khakhām (Pronuncia le kh come la finale di Bach), di 17 anni, e gli ha chiesto di farle un piacerino. Facile immaginare l’ entusiastica risposta: "Sicuro, ti aiuterō a distruggere prove vitali connesse col massimo omicidio nella storia del nostro Paese. Mi piace l’ idea di trascorrere quindici anni in prigione per te, cara zia".

Offrono loro un passaggio, Sarah e Moshč eccoli al Commissariato, nuova confessione. Moshč dā la testimonianza seguente.

" La notte dell’ assassinio di Rabėn, mia zia Sarah mi telefonō per domandarmi una cortesia. Mi ha chiesto se mi dispiacesse prendere una valigia sua, e buttarla in mare. Sono andato da lei, ho suonato il campanello, e ho aspettato che scendesse. Portava a spasso il cane, e portava una valigia. Non mi ha detto che cosa contenesse. Ma mi ha chiesto di fare una corsa sulla mia auto, e di buttare in mare la valigia. Ho visto dietro al Dolphinarium un sentiero che porta a una roccia sporgente. Ci sono salito e, in piedi, ho buttata la valigia cinquanta metri pių in lā, nel mare. Quanto dichiaro corrisponde alla veritā."

Arriva il dramma. La Polizia non crede che Sarah abbia portata gių la valigia fino a lui, ma soprattutto non crede che Moshč riuscisse a far fare un volo di cinquanta metri a settantacinque chili.

Moshč spiega: "Era una notte burrascosa. Alla valigia ho fatto fare un volo di pochi metri, poi ho guardato, mentre le onde la portavano cinquanta metri fuori".

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La Polizia si arrabbia: "Allora la valigia galleggiava".

"Sė, per un po’. Giusto quanto bastava perché le onde la portassero cinquanta metri fuori".

"E per quanto galleggia, una valigia piena di acciajo ?".

"Pių a lungo di quanto possiate immaginare. Guardate, posso parlare con mia zia?".

Sarah viene portata nella stanza: Guarda Moshč e gli dice:"Glie lo hai detto, vero?". Lui risponde: "Me lo hanno fatto dire".

Lo spettacolo finisce. La Polizia pone a Sarah una semplice domanda: "Come sapevi del sentiero dietro al Dolphinarium e dello scoglio sporgente, se non c’ eri?". Col senno di poi, immagino che lei avrebbe preferito rispondere: "Ho chiesto a mio nipote dove la avesse buttata, e lui mi ha disegnata una mappa". MA sgomenta per la domanda, non č riuscita a rispondere.

La Polizia dice a Sarah e a Moshč di andare a dare via il culo, e una volta di pių possiamo soltanto immaginare che cosa abbia detto alla Shabāk. Ma nulla fa paura al Battaglione Umorismo e Assurditā della Shabāk. Vanno ancora a far visita a Sarah Shwartz, e l’ indomani rieccola al Commissariato. Stavolta la sua deposizione fu:

"Dopo che Moshč č tornato sensa la valigia, mi č venuta la curiositā di sapere dove l’ avesse gettata. Cosė gli ho chiesto di tornare in auto con me, esattamente nello stesso posto. Siamo scesi vicino al Dolphinarium, abbiamo traversato un sentiero dietro a esso, ci siamo arrampicati su uno scoglio sporgente. Poi lui mi ha indicata la sinistra, e ha detto: "la ho buttata lė". Quanto ho dichiarato corrisponde a veritā".

Ecco perché l’ autore di questi libri ha dedicata tanta attenzione alla saga di Sarah Shwartz. Mostra proprio fino a che punto la Shabāk fosse nel panico, e nella irrazionalitā, nei giorni successivi la morte di Rabėn.

Quel piano, diversamente dalle previsioni, non decollō. Fu necessario coniare una cospirazione, quasi nuova di zecca. Se Yigāl Amėr aveva accesso al materiale delle IDF, che a sto punto loro della Shabāk dicevano Hagai gli avesse preparato per uccidere Rabėn, allora era necessario trovare una fonte delle armi, e delle munizioni. Lo consideravano essenziale per il loro cover-up. Con il Sergente Shwartz avevano cominciato, e, porca miseria, il loro colpevole doveva essere lui.

Il tempo incalza; persa la pazienza, la Polizia accetta la dichiarazione giurata di Sarah. All’ una del mattino una squadra di uomini-rana della Polizia e il loro equipaggiamento a alta tecnologia per la visione notturna si radunano su una spiaggia di fronte al Dolphinarium. Si scopre che l’ acqua nella quale Moshč Khakhām aveva gettata la valigia č troppo bassa, impossibile nuotarci. Cosė i sommozzatori formano una fila, per cercare la valigia coi piedi. Soltanto dopo essere andati vicini alla riga magica dei cinquanta metri di distanza dalla battigia, riescono a nuotare un po’ sott’ acqua. Ma accidenti, non si trova nessuna valigia.

Tuttavia, siccome un peso compatto, una valigia di 75 kg, non puō essere andata troppo al largo, gli uomini-rana si danno appuntamento per le 6:45 , per finalmente rintracciare la prova che Hagai Amėr aveva forniti armamenti dell’ Esercito al fratello assassino Yigāl, arsenale proveniente dal considerevole armamentario rubato da Arėk Shwartz.

Ma la valigia semplicemente non c’ era. Questa volta la Polizia č furibonda. Al successivo interrogatorio, invita il sergente Arėk Shwartz a testimoniare con sua Madre. Godetevi la prossima scena come da Verbali della Polizia.

Arėk Shwartz… "E poi ho chiesto alla Mamma, per cortesia, di raccogliere le armi da me rubate, e di buttarle in mare dove nessuno potesse trovarle. "

Sarah Shwartz: "Basta bugėe !".

Arėk Shwartz: "Mamma, no !"

Sarah Shwartz: "Forse, se diciamo la veritā, riusciremo a tirare Moshč fuori della prigione".

E’ troppo, lei crolla, non puō continuare. La goccia che ha fatto traboccare il vaso č l’ arresto del nipote, 17 anni, in prigione pel sospetto d’ aver distrutte prove di vitale importanza per le indagini sull’ assassinio di Yitzhāk Rabėn. Attraverso circostanze che lei era nell’ impossibilitā di capire, č riuscita a mettere il ragazzo nella prospettiva di stare 15 anni in prigione. Non puō fare altrettanto a suo figlio. Non ne puō pių di minacce e bugėe, e lo dice. Ecco perché la triste saga trista di Sarah Shwartz non č mai stata citata, nelle conclusioni della Commissione Shamgār, e nemmeno nei verbali dei processi, a Hagai, e a Yigāl. La Forza Umorismo e Assurditā della Shabāk non prevedeva che, alla fine della giornata, Sarah Shwartz avrebbe detta la veritā.

Al sodo: il Sergente Arėk Shwartz č stato accusato, e incriminato, d’ avere rubate armi alle IDF, e di averle vendute a Yigāl Amėr. Perché no, con prove sė poderose contro di lui, raccolte dalla Shabāk, che non si piega né si spezza?

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Tre Capitolo 3 LA HAI SENTITA PRIMA TU

Mi dicono le mie fonti, che alti Ufficiali delle IDF stanno prendendo in seria considerazione l’ eventualitā di sbarazzarsi di Ehųd Barāk. Mi č stato descritto lo scenario seguente.

La prima volta che l’ OLP, alla sua Polizia e ai suoi contadini, ordinō di attaccare i soldati delle IDF, Barāk diede un ordine inaudito da Esercito qualsivoglia: prima di rispondere, i soldati devono aspettare che a loro sia stato sparato. Malgrado tanti anni di nomine e di promozioni per chi fosse politicamente il pių obbediente, l’ alto comando delle IDF era altamente insoddisfatto della politica di Ehųd Barāk, ritenendo che comporti perdite Israeliane, e un prolungamento del conflitto.

Detti Ufficiali sono divenuti ancora pių frustrati quando č stato loro vietato di usare la forza per salvare un soldato che lentamente sanguinava a morte, alla Tomba di Giuseppe, e poi quando il Luogo Sacro č stato abbandonato. La frustrazione č divenuta rabbia al rifiuto di reagire al rapimento di tre soldati, in Isračl, sul confine Libanese, da parte degli Hizbullah.

Punto di svolta, il sadico linciaggio di due soldati a Ramallah. L’ Alto Comando delle IDF ha inoltrato al Ministro della Difesa, Ehųd Barāk, la seguente richiesta operativa:

"Come rappresaglia per attacchi contro soldati delle IDF da membri di Hamas, di Jihad, di Tanzim o di Fatah, la Forza Aerea d’ Isračl intende usare bombe da una Tonnellata per ridurre in calcinacci i loro quartier generali, e altre attrezzature".

Secondo, le IDF avevano filmati i Poliziotti di Fatah mentre sparavano ai nostri soldati, e una squadra di una TV Italiana (Rete 4) aveva filmati gli assassini dei soldati linciati. Le IDF conoscevano gli assassini, e li volevano immediatamente catturati e uccisi.

Barāk ha respinte le richieste, e invece ha diffuso direttive che han mandati elicotteri contro bersagli di secondaria importanza, e soltanto dopo che all’ OLP era stato dato ampio preavviso perché li evacuasse.

Certi ufficiali ora comprendevano: Barāk era sotto a ordini internazionali: non utilizzare le IDF per difendere la Nazione, né per vendicare l’ assassinio dei cittadini. Per la prima volta si sente odore di un golpe.

che lui veniva torturato e costretto a rivelare nomi indirizzi e tutto sul personale delle IDF, su strategėa, equipaggiamento e attrezzature. Gli ufficiali hanno raccomandato a Barāk di fare in Libano una massiccia operazione compresa cattura di ostaggi, onde ottenere la liberazione di Tannenbaum, ma ancora una volta Barāk li ha mandati via.

Senza sapere quale altro disastro e demoralizzazione fosse in arrivo, e temendo che gl’ Israeliani scendessero in piazza per ottenere la protezione che il loro Esercito aveva il divieto di fornire, han presa forza discussioni a alto livello, ma sempre informali, per pianificare un rovesciamento di Barāk.

NOTIZIE DAL FRONTE CHE NESSUN ALTRO RIFERISCE

Un noto attivista politico ha formulato un piano per neutralizzare le sfacciate menzogne diffuse dalla stampa internazionale tutta controllata dal NOM, o NEW WORLD ORDER o Nuovo Ordine Mondiale. Dice l’ attivista: "La prossima volta che qualche pennivendolo della BBC o della CNN giustifica le infamie dell’ OLP, andremo a casa sua e lo bersaglieremo di pietre mentre cercherā di scappare. Sfortunatamente il nostro piano non prevede l’ uso di armi da fuoco, per rendere pių realistico lo scenario" . Aggiunge l’ attivista: Da tempo sogno di comprare case vicino alle loro abitazioni a Stoccolma,o a Londra, e di farvi abitare famiglie Palestinesi. Di sicuro troveranno pietre vaganti sul loro cammino. Poi proveranno dal vero

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quanto sia piacevole averli per vicini".

Ho sentita una Madre Palestinese dire al figlio,nove anni: "Va’ a giocare nella zona di guerra".

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ANCORA SU QUEL CE LORO NON CI DICONO

Mercoledė scorso, la TV di Stato, Canale Uno, ha presentato un servizio scioccante nel notiziario "Nuova Sera": l’ OLP ha mandate minacce di morte alle due reti TV Italiane che avevano filmato il linciaggio, a Ramallah, di due soldati delle IDF. Canale Uno ha trasmesso il servizio. La minaccia era cosė reale, che l’ autore del film ha chiesto scusa all’ OLP per aver fatgto il suo lavoro, e per queswto gli č stata ritirata la press card dall’ Ufficio Stampa del Governo Israeliano. Chi c’ era dietro alle minacce di morte? Secondo il servizio, l’ autore del film ha colto Arafat in piedi, nel Commissariato di Ramallah, che guardava il sadismo degli autori del linciaggio. E’ opinione diffusa che l’ intero film del linciaggio sia stato eliminato, con la scusa che era troppo orrido per essere mostrato. Ciō non aveva mai fermati prima i mass media Italiani. Filmare Arafat in persona che fa da regista al linciaggio č una ragione pių logica per le minacce di morte, e per la censura.

RICATTARE BARA’K

E’ proprio ricattato dagli USA Ehųd Barāk, grazie a numerosi crimini che ne hanno caratterizzata la campagna elettorale. E’ stata organizzata dall’ imbroglione Americano James Carville, che ha escogitati numerosi trucchi illegali per mettere Barāk al potere. HA FATTO IRRUZIONE NON UNA, MA DUE VOLTE, NEL Quartier Generale del Partito Laburista Israeliano, per far credere che ne fosse colpevole l’ opposizione politica Israeliana, il Partito Likųd.

Poi c’ č stata una massiccia frode sulla campagna raccolta fondi. Gestita dal cognato di Barāk, e da un figlio del defunto Presidente d’ Isračl, Chaėm Herzog. Tanti Americani, in prevalenza Ebrei, sono stati indotti a fare grosse donazioni a organizzazioni benefiche impegnate nel combattere la disoccupazione nei quartieri poveri, nel promuovere la democrazia, nel costruire attrezzature sportive eccetera. Ma i soldi sono finiti in tasca a Barāk.

Un anno fa, la Corte dei Conti d’ Isračl ha scoperti i crėmini, e ha chiesto alla Polizia di investigare. Tuttavia le Autoritā Americane hanno ostacolati i Poliziotti Israeliani, impedendo loro d’ investigare in Isračl. Se Barāk non fa il loro giuoco, Clinton e la CIA han promesso di spalancare le porte alla Polizia Israeliana, onde indaghi su crėmini che possono portarlo in prigione per un decennio e pių.

ISTIGAZIONE ALLA GUERRA

Gli Ebrei di Yesha (residenti in Giudea e Samaria, detti da qualcuno "coloni"), vengono istigati alla violenza. Scopo: schiacciarli, e poi fornire un pretesto per scacciarli dalle loro case.All’ uopo, sono stati assassinati due Rabbini mentre le IDF stavano con le mani in mano, rifiutandosi di fermare gli assassini. Due Luoghi Sacri, la Tomba di Giuseppe, e la Sinagoga di Gerco, sono stati incendiati. A quanto risulta, l’ istigatore capo č Yossi Beilin, Ministro della Giustizia di Isračl, che porta avanti una strategia da lui progettata quando fu firmato l’ originale Accordo di Oslo.

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La mite popolazione Ebraica di Yesha č semplicemente non violenta, e non cade nella trappola. Cosė le atrocitā contro loro perpetrate continueranno finchč essi non cederanno, cominciando a sparare.

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LA PACE DEGLI ASSASSINI

Jeri sera Shimon Peres ha incontrato Yasser "Cane pazzo" Arafat, a Gaza. Ecco il miracolo dei miracoli, hannodeciso di rifare la Pace. Cosė i mass-media mondiali riferiscono l’ incontro. Ecco ora ciō che č davvero accaduto.

Il NOM (Nuovo Ordine Mondiale o NWO), coi suoi agenti superspeciali nel Governo d’ Isračl, Peres e Yossi Beilin, stanno minacciando il Primo Ministro Ehųd Barak, il quale sa che fanno sul serio. Egli č terrorizzato, non tanto da loro due, quanto dai guerrafondai mondiali che i due rappresentano. Barāk č stato messo al potere dal CFR (Council On Foreign Relations), i suoi padroni sono gli Anglo-Sāssoni. Ha debiti da ripagare, e per un pajo di mesi almeno, DEVE obbedire a Clinton. Arriverā Gennajo. Il nuovo Presidente, e il nuovo Segretario di Stato (entrambi del CFR, chiunque vinca le elezioni USA), pranderanno il potere quando Clinton e la Albright andranno in pensione.

D’ altro canto Peres č spadroneggiato dagli Europei, che vogliono il loro "Pezzo di Pace". Cosė jeri il Cancelliere Shroeder č comparso a Gaza, e ha ordinato a Arafat d’ incontrare Peres. L’ incontro Peres-Arafat č stato organizzato da:

n Yossi Ginosar - Ex vicecapo della Shabāk sommerso dallo scandalo negli anni 80, quando mentė in merito all’ esecuzione di due assassini dell’ OLP, in quello che allora fu il famigerato "Scandalo dell’ Autobus 300". Poi era stato costretto a dimettersi, quando č emerso che la sua testimonianza falsa, sotto giuramento, aveva mandato a lungo in carcere un Ufficiale dell’ Esercito innocente.Ginosar e Arafat sono grossi azionisti del Casinō Oasis, vicino a Gerico.

n Carmi Gillon - Mentre era capo della Shabāk, ha diretto una lunga serie di trappole mortali, fra cui il massacro di Hebrōn nel Febbrajo 1994; e l’ assassinio di Rabėn. Nell’ ambito della politica di promuovere "la Pace" eliminando chi la ostacoli. Aveva il cōmpito di espellere la popolazione Ebraica dalla Giudea e dalla Samaria, per attuare le segrete promesse all’ OLP, acquisire il 100% del territorio noto come West Bank, o Sponda Occidentale.

 

Un’ altra promessa fatta da Peres, come documenta in pieno il mio lavoro precedente: eliminare la sovranitā Israeliana dalla Cittā Vecchia, e da Gerusalemme Orientale. Ha fatto voto agli Europei che saranno le Nazioni Unite a gestire la sicurezza a Gerusalemme, mentre il Vaticano diverrā custode dei Luoghi Sacri. Passata alle NU l’ egemonia , esse garantiranno all’ OLP il diritto di farsi la sua capitale nelle parti della cittā sotto suo controllo. L’ attuale guerra divampa perché né il CFR né, pertanto, Barāk, vogliono sia attuato il patto col Vaticano, e Arafat si sente ingannato. Se la guerra deve finire, Peres deve mantenere il suo impegno. E Barāk lo sa. Sa pure che la gang di Clinton č contraria a che Peres regali Gerusalemme agli Europei.