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"Così, io ho fallito, e tutti gli altri vincono" ha detto Yigàl, risentito.

"Anche la destra vince?" ha domandato la Mamma.

"Ach, Mamma, tu prendi la politica troppo personalmente", ha detto l’ uomo che ha ammazzato un Primo Ministro. "Tutto è deciso dall’ alto." [ORA, VOI RIUSCITE A IMMAGINARLO? ?? ACH, MAMMA ?? YIGAL E’ TRASFORMATO IN UNO SCUOJATORE DI CASTORI, IN QUESTO COPIONE DI SCRITTURA FINISSIMA].

"Già, ma io vivo qui giù, in basso".

Ha suonato l’ altro telefono; Amitai, 12 anni, il fratellino di Yigàl e di Hagai, dalla stazione degli autobus:"Mamma, puoi venirmi a prendere qui a Nof Yam?". [ECCO QUA WALLY].

Yigàl li ha interrotti, dalla sua cella d’ isolamento:"Puoi prendere l’ autobus numero 29".

Dopo che il regazzino ha riappeso, Mamma Geula ha detto a Yigal che Amitai era andato a passeggio con gli amici dopo la scuola.

"Amici della peggior specie" commenta Yigàl. "E che cosa ci va a fare a spasso ai portici centrali, sul Corso?". [FAREBBE BEGLIO A BIGHELLONARE IN LETTONIA PER LE VIE DI RIGA, SI RIGA DRITTO LA’ , TUTTI BRASVI RAGAZZI].

"Lascialo in pace poverino, non esce quasi mai di casa. Ha una paura tremenda, Yigàl, questo periodo per lui è stato davvero terribile. Ha paura di uscir di casa." [ACCIPICCHIA MAMMA’, HA QUESTO QUALCOSINA A CHE FARE CON ME ?]

"Cattive amicizie" ha detto l’ assassino. "Mammà, tienilo d’ occhio. Non permettere che vada chi sa dove con certa gende poco per bene".[FAREBBE MEGLIO A UNIRSI A UN GRUPPO CLANDESTINO DELLA SHABA’K. E’ PIENE DELLA MIGLIOR GIOVENTU’, E FRATELLINO MIO FARAI CARRIERA DIVERRAI ZIMBELLO IN UN ASSASSINIO POLITICO].

E’ tornato a squillare l’ altro telefono. Una ragazza di nome Elinor -una delle amiche di penna di Yigàl-è in linea. Impaziente Yigàl esclama: "Mamma, mettila in connessione con me".

[PORCA MISERIA ELINOR TE LO AVEVO DETTO DI NON TELEFONARMI A CASA]

Geula ha passato la linea al figlio lontano. Poi ha messo giù il ricevitore, e ha aspettato da basso, lasciando soli i due giovani.

[CHE COSAAA ? SENZA UNO CHAPERONE ?????]

© Copyright 1999 The Washington Post Company

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LA MIA GIORNATA I N TRIBUNALE

Ovvero

COME IMPARAI A DISPREZZARE IL SISTEMA GIUDIZIARIO ISRAELIANO

Nell’ Ottobre scorso il Molto Onorevole HK Ophir Pines mandò una lettera alla catena di Librerie Steimatzky Book, che ha il monopolio della distribuzione dei libri. Chiedendo di togliere il mio libro WHO MURDERED YITZHAK RABI’N dagli scaffali. L’ epistola definisce me "Il peggiore istigatore" del Paese, e il libro "Una montagna di menzogne".

Così io lo ho querelato per calunnia. Un mese fa si è difeso in tribunale, accampando l’ immunità parlamentare. In parole semplici: a lui, nessuno lo può denunciare. Per nessuna ragione, perché lui è un HK, un Havèr Knesset, un Parlamentare. Il Giudice Boaz Okun, del Foro di Tel Aviv, ha respinta la sua difesa. Oggi, 1 Maggio, si è tenuta un’ udienza procedurale, o preliminare. MA chi se lo aspettava, il Giudice ha mutata opinione, e ha stabilito che l’ On HK Pines è immune da ulteriore processo.

Ecco la mia giornata. Alle 11, la mia Avvocatessa, Nitzana Darshan Leitner, ha telefonato dal Tribunale e ha detto: "Non mi crederai, ma l’ Attorney General ha mandato l’ Avvocato suo, per influenzare il Giudice. Vuole parlarti, ce la fai a venir qua entro un’ ora?".

Ce la ho fatta. Lei aveva proprio ragione. Seduti al tavolo di Pines c’ erano i suoi due Avvocati, ma l’ Attorney General Elyakìm Rubinstein aveva mandato la sua bocca e le sue labbra, una giovincella riccioluta, Orit Podansky, che ha pronunciato il 90% del totale delle parole. E’ giunta armata d’un documento preparato dall’ Ufficio dell’ Attorney General. Spiega perché vada protetta l’ immunità parlamentare.

Nitzana ha ricevuta la sua copia del "brief" tre ore dopo l’ inizio dell’ udienza. E ha commentato: "Questa è un’ imboscata".

Ore più tardi, un altro Avvocato, Dror Bar Nahùm, era incrèdulo: "Mai sentito prima, l’ Attorney General non aveva mai interferito in un caso civile. Sembras scandaloso".

Prima che cominciasse la sessione pomeridiana, Nitzana mi ha informato:

"Lui ha già raggiunta una decisione. Vuole che tu la avalli, affinché poi non possa essere capovolta.

Se tu la accetti, lui ti farà risparmiare le spese legali.

"E se invece non la sottoscrivo?" ho domandato.

"Andremo in appello, ma costerà parecchio".

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"Prima sentiamo che cosa ha da dire, e forse potrò indurlo a cambiare idea."

Il Giudice Okun si è rivolto a me: "Sarebbe uno spreco di tempo per te, mandare avanti la denuncia. In questo Paese è legale criticare il prossimo. Chiunque può scrivere a una libreria per chiedere di togliere un libro dagli scaffali. Non esiste base per continuare".

Ho chiesto a Nitzana: "E’ legale per davvero?"

Lei ha bisbigliato: "Lui sta mentendo".

Ho chiesto il permesso di parlare, e ho cominciato:

"Il Signor Pines non si è limitato a criticarmi. Mi ha definito bugiardo, e poi ha deliberatamente abusato dei suoi poteri di Parlamentare per colpire la mia fonte di reddito. Ho lavorato quasi quattro anni a questo libro, nessuno mi ha dato stipendio. Suo scopo è privarmi del pane. A tal fine ha mandata copia della sua lettera a Steimatzky ai mass media di tutta Israèl, risultato: titoloni che mi chiamano bugiardo. Centinaja di migliaja di lettori credono sempre ai titoli dei giornali. E non comprano il mio libro perché un esponente del governo ha detto che è un monte di bugìe. A causa dello scandalo, devo ammetterlo, per un po’ le vendite sono cresciute, ma poi vari negozi hanno rispedite indietro le copie, credendo che venderle fosse illegale. Convocherò il mio editore,e potrà mostrarvi i rifiuti.

"Pines ha fatto del suo meglio per far bandire il mio libro. Ciò è barbaro e primitivo, e non ha spazio nel XX secolo. Sembra che Tu, signor Giudice, abbia già presa una decisione, e che essa giustifichi la messa al bando del libro, e la repressione della libertà di pensiero."

Il Giudice Okun è rimasto chiaramente colto di sorpresa, come la gelleria del pubblico, donde sono giunti mormorii a volume alto. Il Giudice ha tentata una strategìa nuova. Leggendo il memorandum dell’ Attorney General, ha citato le mie accuse verso Carmi Gillon, e verso Meir Shamgàr. Sperava che io ci cascassi, e sbottassi fuori urlando cose brutte contro di loro.

Ho riposto:

"Allora, che mi querelino. In questo Tribunale la mia lotta è soltanto verso Pines. Lei può isolare dal contesto brani che non le piacciono, e leggerli così. Resta il fatto: ho fondato il mio libro su èsiti dei Laboratorii di Polizia, su perizie degli Ospedali, e sulla testimonianza di testimoni oculari. Ti ho portate le mie annotazioni, potrai così esaminarle. Dimostrano che io non sono bugiardo, in quanto le citazioni riferite nel libro provengono da fonti ufficiali".

Il Giudice ha risposto:

"Non è questo il momento per leggere le tue annotazioni. Io addirittura non ho nemmeno letto il tuo libro".

Gli ho detto:

"E’ altamente consigliato. Ophir Pines ha intrapresa una iniziativa illegale verso me, e persino Leah Rabìn ha definito tale atto TROPPO DRASTICO. E ha aggiunto: "Le persone che lo desiderano, dovrebbero poter leggere questo libro". Dall’ uscita del libro, i sondaggi e Gallup, e del JERUSALM POST indicano: due terzi degl’ Israeliani, FAMIGLIA RABI’N INCLUSA, vuole che siano riaperte le indagini sull’ assassinio. Se tu signor Giudice deliberi contro la continuazione del processo, ti metterai contro i cittadini che hanno dubbi. E perderanno ancor peggio la fiducia nel sistema giudiziario."

Il Giudice Okun ha risposto:

"Stiamo trattando questioni tecniche qui, questo Tribunale non è la sede giusta in cui tu porti avanti la tua argomentazione con Pines."

Ho chiesto:

"Se un Tribunale Civile non lo è, la sede giusta dove si trova?"

"Nella pubblica arena" ha risposto il Giudice.

Ora sapevo, eccome: il Giudice Okun era stato influenzato dal Governo. Deve aver saputo quanto inconsistenti fossero i suoi argomenti, eppure io ho aggiunto:

"E in questa pubblica arena, chi mi compenserà per il danno dall’ Onorevole Pines inferto alla mia reputazione, e al mio pane? Questa Corte è l’ ultima fermata. Se tu deliberi contro il prosieguo, creerai qualche pericoloso precedente. D’ ora in poi i Parlamentari saranno liberi di calunniare chiunque vogliano, e d’ interferire con l’ onesto lavoro di chicchessia. Questo sarà il tuo retaggio."

Da quel momento in poi, l’ On. Ophir Pines è rimasto seduto nella tribuna del pubblico col suo assistente. Il Governo ha inviate le sue forze, e ha trasformato un onesto giudice in debole creatura accomodante. L’ Avv. Avi Leitner ha riassunta la situazione: "State assistendo da una poltrona di prima fila alla corruzione giudiziaria."

Nelle 4 ore successive, gli Avvocati hanno introdotte le loro argomentazioni, ma il patto era ormai fatto. Il Giudice Okun ha deliberato in favore dell’ immunità dell’ On. Pines, e ha spalancato le porte alla dittatura.

Ora, naturalmente, sono stato punito, e così pubblicherò nuove notizie. Dopo pressioni senza posa da vari onesti giornalisti, Menachèm Damti (l’ autista di Shimon Peres che la sera dell’ assassinio lavorò come autista di Rabìn) ha accettato di essere

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intervistati da due équipe TV che lavorano con me, una di Tel Aviv (Facoltà di Comunicazione dell’ Università), e una della MG1 Productions.

Io avevo affermato che sua figlia era sull’ auto di Rabìn, aveva chiusa la portiera destra di dietro, assistito all’ assassinio, facendo arrivare la Cadillac di Rabìn all’ ospedale, con ritardo compreso fra 12 e 20 minuti. Fondavo tale affermazione sull’ intervista concessa, la sera dei funerali di Rabìn, in Gran Bretagna, a Channel Four. Tra gli ospiti Yifah Baràk, la quale ha affermato che l’ amica di sua sorella era sull’ auto. Rabìn le cadde addosso dopo essere stato colpito, lei è stata portata in ospedale per essere curata in sèguito allo shock.

Damti ha ammesso che Reut, una delle sue figlie, era accanto all’ auto di Rabìn. Nel film dell’ assassinio la si vede in piedi vicina a suo padre. Dopo tutto questo tempo, Damti ha riconosciuto che la ragazzina era sulla scena del delitto. Ma dal film non risulta che fosse a bordo.

Poi finalmente ha accettato di essere intervistata Reut Damti. Alle affermazioni di suo padre ha aggiunto: non avrebbe potuto essere in auto, perché era all’ esterno.

Ma poi le hanno mostrata l’ intervista di Yifah Baràk. Ha ammesso, Reut, che la sera del crimine tante persone hanno chiamato o sono andate a casa sua per vedere se tutti stessero bene. Ha aggiunto:"Nulla di strano se io ero nell’ area sterile, c’ erano anche due dei miei zii".

Damti aveva invitata la famiglia, a assistere al grande spettacolo del falso assassinio di Rabìn, nel quale egli avrebbe avuto un ruolo da star. Tra gli altri suoi ospiti probabilmente c’ era pure l’ ALTRA sua figlia, che allora aveva DODICI ANNI.

Yifah Baràk è stata raggiunta per telefono a Londra. Ha ripetuta la sua versione dei fatti, ma ha aggiunto dettagli d’ importanza vitale. Non ha mai detto che Reut fosse a bordo. Reut aveva la sua stessa età. E’ stata sua sorella, Karen Baràk, a andare a casa Damti per chiedere notizie sull’ altra figlia di Menachèm, sua coetanea, allora 12 anni. Ecco chi, molto probabilmente, fu accidentale testimone dell’ assassinio di Rabìn.

Oggi è stata una triste giornata per la giustizia d’ Israèl. Ma la spinta verso la verità è inarrestabile.

Tutti ci arriveremo. E POTETE STARE SICURI, ANDRO’ IN APPELLO CONTRO LA ONOREVOLE IMMUNITA’ DI QUEL PARLAMENTARE.

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COME IMBAVAGLIARE I VERBALI PER VIVERE FELICI CON GLI ASSASSINI

Ogni tanto, poco poco, e piano piano, la verità viene fuori. La Sinfonia cominciò con la Ouverture Ophir Pines: L’ HK come dire Onorevole Parlamentare alla Knèsset abussa dei suoi poteri per costringere la più grande catena di librerie a bandire il mio libro "Chi è l’ assassino di Yitzhàk Rabìn ?". Segue la melodìa del Direttore Generale del Ministero della Giustizia, Elyakim Rubinstein, diffonde le se note vietando la pubblicazione, e la trasmissione, dei verbali d’ un incontro cui partecipoò il suo predecessore, durante il quale egli accettò d’ insabbiare l’ incriminazione contro Avishai Ravìv, provocatore della Shabàk, e probabile cospiratore dell’ assassinio di Avishai Ravìv. Poi il glorioso crescendo : la Famiglia Rabìn -moglie, figlia, e figlio- ha chiesto la riapertura delle indagini sull’ assassinio di Rabìn.

Il 4 Novembre, commemorazione dell’ assassinio. Tutta Israèl parlava di quel crimine più onestamente che mai. E mentre Yediòt Achronot pubblicava a caratteri di scatola la notizia della richiesta dei Rabìn d’ una nuova commissione d’ inchiesta io, povero vecchio, venivo come al solito snobbato. La beffa più irritante mi è stata portata dal programma mattutino di CANALE 2 TV, che ha mandata una squadra a intervistarmi a casa mia, ma poi ha netto no alla trasmissione.

Però Yuvàl Rabìn ha salvata la giornata. Mentre lo intervistava proprio CANALE 2 TV, ha detto:"Se non ci sono nuove investigazioni, in futuro ci saranno tanti altri Barry Chamish". Ero commosso.

In tutto il Paese si domanda aria pulita, ma guarda un po’ chi salta sul treno delle nuove indagini: Shimon Peres. !!!!

Insieme con Meir Shamgàr, e con Eitan Haber. E’ una buona strategia dirottatrice, a breve termine. O almeno finchè loro riescono a fornire istruzioni su come manipolare una Commissione d’ Inchiesta. Del terzetto, la palma del più scatenato impudente va a Eitan Haber, il quale ha scritto un pezzo sul JERUSALEM POST intitolato: "Le domande ancora senza risposta a proposito dell’ assassinio".

Così alla Redazione del JP ho scritto.

Illustri redattori,

Siete sicuri che Eitan Haber scherzi, quando scrive in merito a "Domande ancora senza risposte sull’ assassinio di Rabìn" ? Se non scherza, quell’ uomo ha più spudoratezza che buon senso.

Ecco un riassunto dell’ attività di Haber , la sera del 4 Novembre 1995. Dopo aver saputo degli spari, Haber si è precipitato all’ Ospedale Ichilov, è corso dritto nella sala operatoria, e ha tirato su gli oggetti di Rabìn inzuppati di sangue. Al funerale di Rfabìn il foglio della canzone, insanguinato, era in mano a Haber, anziché in quelle del laboratorio forense della Polizia.

Dopo essersela svignata con le prove dall’ Ichilov, Haber è corso nell’ Ufficio del Primo Ministro, e ha svuotato gli armadi degli schedarii. Il giornale KOL HA’IR gli ha chiesto perché avesse fatto ciò, Haber ha risposto di voler conservare gli oggetti di Rabìn per gli archivii delle IDF, le Forze Israeliane della Difesa.

Atto profondamente ponzato! Rabìn era morto da meno di 10 minuti, e Haber meditava:"Che cosa posso mettere per lui negli archivii delle IDF?2.

Conseguenza delle sue azioni, e sfacciata mancanza di ogni altra motivazione spiegabile: molta gente accusa Haber di deliberata distruzione di prove. Posizione che faccio mia nel mio libro "CHI E’ L’ ASSASSINO DI YITZHA?K RABI’N ? "A meno che Haber possa venir fuori con plausibili spiegazioni per il suo peculiare repulisti la sera dell’ assassinio, sarebbe saggio evitar commenti su qualsiasi aspetto dell’ assassinio di Rabìn. Egli fa parte dell’ elenco delle domande ancora senza risposta, del quale ha la sfacciataggine di scrivere.

(Se avete dubbi sulla veracità della mia versione degli eventi, vi posso faxare prova documentata, inclusa la testimonianza dello stesso Haber avanti la Commissione Shamgàr. Barry Chamish.)/=/=/

In tutta l’ emozione per la verità che inaspettatamente cominciava a venir fuori, l’ argomento dei verbali segretati è andata dimenticata, troppo. Erano pervenuti al HK Michael Eitan, e avevo proprio deciso di presentarli al programma serale di Mishal in TV. Mishal li avrebbe fatti conoscere, se nel bel mezzo del programma non fosse intervenuto un ordine di black out o di silenzio stampa, proprio da Elyakìm Rubinstein. Fra il bandire il mio libro, e sopprimere il diritto del pubblico all’ informazione, di fronte a milioni di membri di quello stesso pubblico, il Governo era davvero precipitato nel panico, oppure era davvero bolscevico e antidemocratico. In ambo i casi, queste due azioni hanno messo in allarme il pubblico, c’ era proprio il cover-up. E hanno aperta la strada all’ iniziativa-bomba della Famiglia Rabìn due giorni dopo.

Allora, che cosa c’è in questi verbali, che tanto terrorizza i nostri leader politici? Viene fuori tanto e tanto ancora.

Consentitemi di presentare i verbali imbavagliati, coi miei commenti.

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Trascrizione non ufficiale del Documento

Documento in data 2 Maggio 1996

SOMMARIO Di un Incontro

Per la cerimonia dei giuramento dell’ organizzazione EYAL, in data 2 Maggio 1996

Presenti:

1. Attorney General, Michael Ben Yaìr

2. Noam Solberg-Assistente superiore dell’ Attorney General

3. Edna Arbel- Avvocato dello Stato

4. Talia Sasson, capo dell’ unità anti-istigazione dell’ Ufficio dello State Attorney

5. N. Ben-Or, capo Divisione Crimine, Ufficio State Attorney

6. Leora Chavilio, Assistente Senior (Superiore) Attorney’s Office Jerusalem District

7. Chezi Calo - burattinaio diretto di Avishài Ravìv, X nome e conto Shabàk

8. G.Ben Ami, funzionario Shabàk (GSS)

9. Eli Baràk, Capo, "Dipartimento Non Arabo" (sive "Ebraico")di GSS sive Shabàk dopo Carmel Gillòn, e, durante l’ era di Ya’acòv Perry, capuff di Perry

10. Ledòr, District Attorney JERUSALEM

Bata una panoramica a occhio di pesce. Chi è seduto attorno alla Tavola Rotonda? Due dei figuri più viscidi nella tragedia Rabìn, Eli Baràk e Chezi Kalo, capi del "Dipartimento Ebraico" della Shabàk, che non soltanto gestì Avishai Ravìv, e controllò Yigàl Amìr, ma fu anche responsabile d’ una campagna d’ incriminazione contro i giovani "Anti-Pace" che generò crìmini tanto immondi, da sconfiggere l’ assassinio di Rabìn vincendo la palma nella categoria dell’ immoralità.

Non risulta scritto il dettaglio: l’ incontro si svolse nell’ ufficio di Michael Ben Yaìr, durante l’ era di Rabìn Pubblico Ministero o Procuratore dello Stato. Cionostante, guarda chi partecipa alla discussione: Edna Arbel.

Ricordate? Questa riunione si tenne giusto 6 mesi dopo l’ assassinio di Rabìn; è bene tenere presente: scopo ultimo di tale meeting fu fare il cover-up sul crimine. Qui abbiamo la prova della diretta collusione fra il Governo Peres, e due dei principali sospetti nell’ assassinio di Rabìn.

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Sinopsi delle deliberazioni sulle prove 133/95. La cerimonia del giuramento dell’ "Organizzazione EYAL": documento del 29 Marzo 1996 da Leora Chavilio; il rapporto sommario della cerimonia di giuramento di EYAL; documento del 5 Febbraio 1996 da Y. Rodman

Attorney-General: tutti abbiamo visto il videotape. Chiunque fosse presene ha potuto capire: era una cerimonia non autentica. Persino la Commissione Shamgàr ha esplicitamente notato ciò nel suo rapporto.

Ben Yaìr sottolinea dall’ inizio di saperlo: era tutta una messinscena una cerimonia di giuramento della EYAL capeggiata da Ravìv, e organizzazione-fantoccio della Shabàk. Persino Shamgàr lo ha dovuto ammettere. Per chi non fosse almeno infarinato sulla cosa, un mese e mezzo prima dell’ assassinio di Rabìn, Ravìv "iniziò" nuovi membri di EYAL, durante una cerimonia, dove essi han giurato di uccidere chiunque ostacolasse la loro attività destinata a sabotare il cosiddetto "Processo di Pace". La notte dell’ assassinio, Yigàl Amìr fu identificato quale attivista di EYAL, e così il pubblico accettò questo come prova del movente di Amìr per uccidere.

Leora Chavilio: io non avevo notato che le scene non autentiche fossero state intenzionalmente fabbricate fuori del video. Trovo problematico formulare una denuncia contro il reporter.

Il rappresentante di Ben Yaìr presso il Foro di Gerusalemme, però, per chi sa quale motivo, non riesce a vedere la falsità del nastro, e esprime dubbi sulla eventualità di sporgere denuncia contro il reporter che ha messo insieme il brano, Eitan Oren.

Attorney-General: qualche azione disciplinare forse potrà essere intrapresa nei suoi confronti?

Chezi Calo: qui stiamo parlando della manipolazione d’ un problematico agente. Così appare la valutazione danno-beneficio: ha servito come nostro agente per 8-9 anni. In tale periodo egli in generale ha lavorato bene, fuorché nell’ ultimo anno. Ci ha trasmesse migliaja d’ informazioni. Ma nell’ ultimo anno ha perso il controllo, e siamo riusciti a recidere il problema nel bocciolo. Sottoposto a investigazione preliminare, ha amesse le sue responsabilità. Abbiamo continuato a avvalerci del suo lavoro. Quanto alla vicenda del videotape[(della sceneggiata, la cerimonia del giuramento di EYAL] -dalla nostra prospettiva, questo è un episodio gravissimo. I nostri funzionari hanno deliberato in merito, e hanno stabilito che egli era fuori ========

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Controllo, e che era impossibile permettergli di continuare a operare……

Ma abbiamo stabilite nuove regole operative…. E che lui sarebbe stato sottoposto a esami psicologici. Gli è stato chiarito nel più lampante dei modi che non avremmo più proseguito secondo la stessa via, e che egli non avrebbe ricevuta immunità per i crimini da lui perpetrati. Ora, col senno di poi, se avessimo tirato dritto, e tagliati i ponti con lui, forse egli ci avrebbe fatti arrivare all’ assassino [di Yitzhàk Rabìn].

Trascinare lui in Tribunale significherebbe trascinare il Tribunale i General Security Services (GSS sive Shabàk). Dovremmo rivelare tutte le nostre regole operative, il che causerebbe gravi danni alle operazioni. Dobbiamo ricordare: i nostri oppositori oggi costituiscono gravi minacce. Durante un processo, tutto verrebbe fuori, all’ aperto.

Io non ricordo alcun processo contro un agente delle GSS che sia stato celebrato a porte chiuse. Potrebbero essere generati gravi danni - rivelazione delle strategìe operative, etc ecc etc .

Kalo, capo del "Dipartimento Ebraico" della Shabàk specie su Hebròn, fa un lungo, retorico appello, affinché si rinunci a qualsiasi denuncia verso Ravìv, accampando varie banalità di sicurezza nazionale. Importante è quanto Kalo mente a Ben Yaìr. Stando allo scenario suo, Ravìv lavorò 9 anni con la Shabàk, e, d’improvviso, giusto nell’ ultimo anno, ha perso il controllo,e in modo unilaterale ha avviata una lunga campagna di complicate macchinazioni da galera, violenze etc… Ma non sono stati i suoi superiori a dare alcun ordine. Noi poi, in nessun modo.

Siccome Ravìv era così brutto e cattivo, Kalo e i suoi colleghi della Shabàk , funzionari e ufficiali, si apprestavano a licenziarlo; ma, che disdetta ! nuove norme li hanno costretti a tenerlo su.

Col senno di poi: è trppo cattivo, perché se fosse stato sospeso dall’ incarico, forse avrebbe raccontato a tutti delle intenzioni di Yigàl Amìr verso Yitzhàk Rabìn. Ma, porca miseria, noi lo abbiamo lasciato su, eppure lui non ci ha voluti informare.

Pertanto, non potete incriminare Ravìv, neppure se è colpevole, perché è proprio un tipaccio, e noi non assumeremo mai più gente come lui. Promesso. Ma se lo metti sul banco degl’ imputati, quello può rivelare ogni genere di robe che porrebbero in pericolo tutti i bravi agenti provocatori che si sono infiltrati nella Destra d’ Israèl.

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N. Ben-Or: L’ avvocato che rappresentò Avishai Ravìv dovrà avere una forte tendenza ideologica, e è possibile che unisca le forze sue a quelle degli elementi estremisti, e che, insieme, riveleranno segreti.

T. Sassoon: Farebbero l’ impossibile, pur di rivelare segreti.

G. Ben Ami: Quanto alle sue intenzioni criminali: intendeva egli perpetrare un crimine? Loro sospettavano che Ravìv fosse un collaboratore delle GSS, egli pertanto doveva dar buona prova di sé [agli attivisti di destra]. Doveva rimuovere tutt’ i loro sospetti di essere un agente. Dorit Beinish ha data approvazione per le attività di lui vicino all’ Università Bar Ilàn, per far incriminare qualcun altro che poi sarebbe stato preso. Doveva proteggersi. Qualsiasi avvocato difensore chiamerebbe Ravìv sul banco dei testimoni.

A questo punto due dirigenti dell’ Ufficio dell’ Avvocato dello Stato, e un ufficiale della Shabàk, formano insieme una gang: devono persuadere Ben Yaìr a far sparire un pericoloso atto criminale, perché quei pericolosi matti di destra potrebbero davvero rivelare "segreti". Parola in codice per "altri crìmini". Peggio ancora, potrebbero portare a accuse contro la nostra ottima amica e compagna di giochi Dorit Beinish, Procuratore Capo dello Stato, e ora Giudice della Corte Suprema. Lei, apprendiamo, approvò i precedenti crimini di Ravìv. Cari miei, non è che si stia espandendo la piovra, la rete di collusione governativa, non soltanto per far sparire ogni traccia, ma anche per attivare gravi illegalità? Tutto ciò potrebbe sfuggire completamente di mano.

Eli Baràk: Ravìv faceva parte d’ un gruppo violento - il fatto è che lo sospettavano d’ essere un collaboratore delle GSS. Ogni momento, ogni volta, gli toccava di dimostrare di essere "attivo", e almeno quanto loro.

Yediòt Achronòt due settimane fa ha pubblicato un reportage approfondito su Eli Baràk, due settimane fa. E’ uno scambista di mogli, uno stupratore,e almeno uno che guida ubriaco, per non parlare di tutte le sue menzogne. Era stato appena licenziato, per motivi non specificati, dalla carica di vice-Direttore Sicurezza della EL AL, e la cosa probabilmente è dovuta alla paura della EL AL, che la verità sull’ assassinio di Yitzhàk Rabìn salti fuori. Eli Baràk causerebbe danno irreparabile all’ immagine della compagnia aerea. Gli è stato affidato un alto incarico nella Shabàk e, siamo avvertiti, è uno dei due ufficiali considerati il prossimo CAPO DELLA SHABA’K.

La stessa settimana nella quale Baràk è stato buttato fuori dalla EL AL, il famigerato capo della Shabàk (E complice nella congiura) Carmi Gillòn [nel 2001 Shimon Peres, Ministro degli Esteri, lo ha nominato Ambasciatore d’ Israèl in Danimarca -Nota del traduttore ] annunciò che avrebbe lasciato il posto di Capo dell’ Istituto Nazionale delle Assicurazioni, per ricoprire l’ incarico di direttore dell’ Istituto Shimon Peres per la Pace. L’ annuncio è stato celebrato da tre pagine

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di Ha’Aretz, un articolane che lo dipinge un incrocio fra Madre Teresa di Calcutta e Babbo Natale.

Ledòr: Noi dobbiamo chiudere il capitolo "a causa di mancanza di pubblico interesse". Una incriminazione [contro Ravìv] potrebbe seriamente danneggiare le GSS. Dobbiamo accettare l’ opinione delle GSS su questo. Ne insabbiamo tante di cause penali "a causa di mancanza di pubblico interesse". Il pericolo è chiaro. Un processo apparirebbe taroccato. Farlo svolgere "a porte chiuse" non aiuterebbe.

Ora apprendiamo che l’ Ufficio dell’ Attorney General chiude tante e tante cause penali, con la scusa buona per ogni stagione: il pubblico troverebbe i fatti non interessanti. E’ ornamento assai liscio , più che manipolare un processo, il pubblico capirebbe il trucco. E qui sentiamo parlare i capi del sistema giudiziario d’ Israèl:

Ben-Or: a scocciarmi, è l’ aspetto penale della faccenda. Non sono sicuro che finirebbe con un "non colpevole". Allora ci troveremmo in una strana situazione. Questa persona lavorava in una problematica situazione. Era illegale il suo coinvolgimento in EYAL. Loro non gli permettevano di portare telecamere. Unagente di Polizia che ha l’ incarico di "comprare" droghe, poi non ha il permesso di fumarsele lui. Eccetera. Però, quando sei in trincea, è difficile. Talora un agente si concederà il permesso d’ infrangere una Legge. Forse tirerà fuori come difesa lo stato di necessità, forse la giustificazione che si doveva guadagnare la fiducia di quanti lo circondavano". Io non voglio prendere una decisione a proposito della sua incriminabilità penale.

Attorney- General: Consideriamo molto grave questa vicenda. Io non minimizzo i danni all’ organizzazione [GSS]. Ha creato gravi danni persino la rivelazione del suo nome in codice. Ma il danno ulteriore è relativamente insignificante, e possiamo fare il tentativo di renderlo minimo. E’ possibile far svolgere il processo a porte chiuse. Il caso stesso è molto serio, e il pubblico è davvero interessato a sporgere denunce penali. Questo episodio ha sconvolto i telespettatori, e ha causato danni enormi. In pratica la rivolta del pubblico ! Proprio non vedo come possiamo evitare di avviare procedure penali.

Ricordiamocelo: Ben Yaìr ammette, c’è interesse pubblico nel caso Ravìv. A questa riunione, egli è l’ unico che tenti di dire la verità.

Ben Ami. Ecco un altro fattore che va considerato. La possibilità per le GSS di arruolare agenti, e la gestione da parte dell’ organizzazione degli agenti già in ruolo. Le nostre fonti domandano che il Servizio garantisca, che essi non saranno

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rivelati. Se Ravìv va a processo, sarà dura gestirer gli attuali agenti, e arruolarne di nuovi.

Attorney-General: (Sez B-1); L’ intero processo si svolgerà a porte chiuse. Anche la Commissione Shamgàr si tenne a porte chiuse. E’ possibile.

Ben Yaìr trova un compromesso. Ravìv sarà processato a porte chiuse. Non verrà risaputo nulla che riguardi delicati tasti di Sicurezza. Ma neppure ciò basta, alle forze che si raggrumano contro di lui.

Sasson: Facciamo conto che prove esistano. La ripresa in TV ha fatto impressione, a me. Dalle parole di Chezi Kalo possiamo intuire quale genere di danno [un processo del genere] causrebbe alle GSS. Io debbo operare dando per scontato che tale danno ci sarebbe. Dobbiamo soppesare:i benefici [del trascinarlo in tribunale] contro le pèrdite. Va valutato intèrmini freddi [obiettivi].

E. Arbel: Dalla prospettiva dell’ Attorney General, e dell’ Ufficio dell’ Avvocato dello Stato: è impossibile valutare le prove, quando sappiamo che quanto là è disponibile non dà un ritratto accurato di ciò che è accaduto. L’ uomo era un agente. Non sappiamo quale fosse il quadro vero allora. Non possiamo conoscere i chiari dettagli della situazione, sinchè egli non arriva sul banco dei testimoni, e forse dirà che operava secondo le direttive delle GSS. E’ possibile dire se vi sia o non vi sia prova contro di lui. Il dossier del giuramento di EYAL fu una sceneggiata. Per Avishai Ravìv, le linee non erano chiaramente demarcate. Che sarebbe accaduto, se egli avesse prevenuto l’ omicidio? Con tutte le difficoltà che questa [decisione] comporta, io non son certa che riusciamo a ottenere il nostro scopo. Con la morte nel cuore, suggerisco che chiudiamo la causa [contro di lui].

Eccoci qui. Edna Arbel, attuale Procuratore Capo dello Stato, la ragazza con la morte nel cuore, vota a favore del cover-up. E a preoccuparla, che cosa è? Ravìv potrebbe dire la verità, e deporre di aver semplicemente eseguiti gli ordini della Shabàk, dei suoi superiori, i quali semplicemente seguivano le direttive dei Primi Ministri di allora: Yitzhàk Rabìn, e Shìmon Pères. E’ per loro che Edna Arbel domanda quale differenza ci sarebbe stata, "se noi avessimo salvato Rabìn, o no". La cosa importante è "raggiungere il nostro fine", e a quanto pare Ben Yaìr sa ciò che intende.

Attorney-General Sezione o Paragrafo 4(a)-: Io non vedo problemi con le prove. Io non vedo alcun problema in termini di sue intenzioni criminali. Senza esposizione al pubblico, chiudere il caso è impossibile.

Ledòr: Qualche tempo fa, mettemmo insieme un modulo che potremmo usare per una situazione nella quale noi annunciamo che un dossier viene chiuso.

Edna Arbel: E’ più facile chiudere un caso, motivando con la insufficienza di prove. E’ possibile che lui (Ravìv) volesse convincerli d’ essere "Uno di loro". Vedo un problema con questo. E se con le prove un problema c’è, è più facile spiegar le cose [al pubblico]. Io non ho bisogno di aspettare di arrivare al Tribunale, perché esso dica tutto questo. Il mio desiderio è spiccare una incriminazione, ma il rischio è troppo grosso. In pratica, noi possiamo spiegare questo alla Corte Suprema; difendere [tale approccio] è possibile.

Eli Baràk: In pratica concreta, durante l’ intero periodo nel quale Ravìv funse da agente per noi, vi furono tanti "incidenti". Potrebbe ben testimoniare sui [numerosi] casi nei quali gli demmo direttive. L’ intera storia di questo servizio sarà rivelata, e ci saranno difficoltà legali. Persiono dopo la trasmissione in TV [su EYAL] loro han continuato a farlo lavorare.

Baràk ammette: Ravìv sa troppo, perché lo si possa licenziare. Se apre la bocca, può uscirne il vero omicidio di Rabìn. Oppure il vero caso dei fratelli Kalahani. Oppure la vera storia su come non si sia riusciti a scaricare sul compianto Barùch Goldstein la colpa del massacro di Hebròn, etc ecc etc.

Sasson: insieme, la "insufficienza di prove", e la "insufficienza di pubblico interesse" costituiscono buone ragioni [per chiudere il caso].

Attorney-General: Io non voglio essere coinvolto nella chiusura del dossier. Io non mi lascerò tirar dentro a dare spiegazioni. In ogni caso, dobbiamo mandare una lettera all’ Autorità Israeliana Emittenza per esprimere il nostro risentimento per aver loro trasmesso la scena [la cerimonia del giuramento di EYAL]. Dobbiamo scrivere qualcosa contro Eitan Oren [Telereporter]. Io non posso essere coinvolto in questo. Dovessi io essere l’ unico a decidere, spiccherei una incriminazione. Ma, come ho detto, in ciò io non voglio esser coinvolto. Gradirei chiedere che la questione fosse girata all’ Ufficio dell’ Avvocato dello Stato. Che fosse l’ Avvocatura dello Stato a prendere una decisione in proposito, e a rivolgere una dichiarazione al ricorrente, ai querelanti.

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E così Ben Yaìr svicola e scarapicozza, lascia alla Beinish la responsabilità d’ insabbiare Ravìv, e il suo incartamento. Alla fine, lei lo farà per carenza di pubblico interesse, proprio pel pretesto che Ben Yaìr, prima, ammette non sussistere. Se l’ avesse spuntata alla maniera sua, ragazzi miei, le cose sarebbero differenti. Ma, diavolaccio, poverino egli non è che l’ A-G, il Direttore Generale del Ministero della Giustizia, l’ uomo responsabile di fare la supervisione alla Giustizia in Israèl. E che cosa si può pretendere che egli sappia sulla Legge?

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LEAH RABI’N CONFESSA

DIAMO UN’ OCCHIATA AL SECONDO PARAGRAFO di questo articolo di Leah Rabìn sul NEW YORK TIMES:

DUE DIRIGENTI DEVONO FORGIARE A NUOVO I SOGNI DEL LORO POPOLO

DI Leah Rabìn (ripreso dal New York Times del 18 Luglio 2000)

La storia del Medio Oriente è contrassegnata da sanguinose guerre, e da grandi balzi in avanti verso la Pace, veri sfondamenti. Ma gli sfondamenti verso la Pace avvengono non per caso. I leader che hanno scrutato attentamente nei volti di vittime che non ritorneranno, sono prerequisiti per la Pace. La intima conoscenza dei dolori della guerra deve essre pure coniugata col coraggio di portare avanti un processo che non sempre da tutti sarà accettato, o, per essere più esatti, che ingenererà formidabili controversie. Menachèm Begin, e Anwar Sadàt, furono leader di questo genere. E così fu mio marito, Yitzhàk Rabìn, Z.L., Zichronò Li-Vrachàh, la Sua Memoria in Benedizione.

Nessuno dimenticherà quel giorno sul prato della Casa Bianca, il sole sfavillante, quando Yithàk Rabìn e Yassèr Arafàt si strinsero la mano, un simbolico gesto che mise sulle rotaje il treno della Pace. La stretta di mano fu straziante per ambo i leader, ma travolse le barriere della sfiducia e della paura. Grazie alla mediazione del Presidente Clinton, gli Accordi di Oslo perfusero gli spiriti delle persone con la speranza, e stabilirono una nuova realtà di dialogo, fondato sulla cooperazione, e sujl reciproco rispetto. Le tre pallottole letali [ T R E ] che hanno ucciso mio marito, erano destinate a uccidere non soltanto la vita d’ un uomo, ma anche a scoraggiare altri leader, affinché non esaminino a fondo, e non attraversino la via che porta alla Pace.

La signora Rabìn confessa: TRE VOLTEfu sparato a suo marito. Ora facciamo un po’ di conti. Stando alle conclusioni della Commissione Shamgàr,e alla maggior parte dei testimoni, Yigàl Amìr sparò tre volte. Secondo le mesme conclusioni della Commissione Shamgàr, e secondo l’ asserita vittima stessa, il secondo sparo colpì la guardia del corpo di Rabìn, Yoram Rubìn. Ergo Leah Rabìn riferisce d’ un colpo di troppo, una pallottola che il Governo d’ Israèl nega sia mai occorso.

Naturalmente, la mia prova essenziale di come NON SIA STATO YIGA’L AMI’R A SPARARE A RABI’N, è che Rabìn fu colpito tre volte,e Amìr non sparò mai tre volte a Rabìn. Grazie Leah, dunque, per aver data conferma alla veridicità della mia ricerca. Ella ora si aggiunge a Shìmon Peres, il quale, come ho su riferito, ha dichiarato a un documentario della PBS

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che ho in mano mia: a Rabìn fu sparato tre volte, una dal davanti, un altro atto che Amìr non può aver perpetrato. Negli altimi tempi a quanto pare è d’ accordo con me chiunque dovrebbe conoscere i fatti.

Perché Leah ha detta al NEW YORK TIMES la verità, quando essa così chiaramente esonera Amìr? La verità più probabile: sta preparando il pubblico per il giorno nel quale il terzo colpo diverrà questione aperta. La strategìa: smantellare la prova sul terzo colpo, pre-convincendo i lettori che fu Amìr a sparare tutti e tre i colpi a suo marito. E’ necessario rinfrescare la memoria: non è stato lui. Così afferma la Commissione Governativa d’ inchiesta. Non è stato Amìr a sparare i tre colpi a Rabìn, perché non può averlo fatto. Con ogni probabilità, Leah già lo sa. Eppure, tenetela da parte questa citazione. Leah ora non può sfuggire alle parole da lei stessa scritte sul NYT.

==============FINE PARTE PRIMA

qui si conclude la prima parte della traduzione di uno dei tre libri di Barry Chamish sull’ assassinio di Yitzhàk Rabìn. Seguiranno la seconda parte, e B"H__ con l’ Ajuto di D-o, anche il successivo libro, scritto da Barry Chamish dopo gli attentati dell’ 11 Settembre 2001 negli USA, dopo la guerra in Afghanistan, dopo infiniti 11 Settem bre in Israèl…..

I traduttori in I TAL YA

Maritsì
& Franco JAL Joseph Arturo Levi

Milano di Sotto GRATOSOGLIO

Lunedì 18 Kislèv 5762

3 Dicembre 2001