Anoressia&Bulimia

Innegabile il nesso fra il sorgere e il propagarsi di queste malattie e il culto della bellezza imposta dai media.

Il culto di una particolare idea di bellezza, che il sistema ci ha imposto.

ho preso immagini e testi da siti internet senza copyright, citandone le fonti.

spero che queste informazioni risultino utili a qualcuno di voi.

Spero con maggiore forza che un giorno, tutti possano fregarsene di questi documenti, perché queste malattie, saranno oramai un ricordo del passato.Nessun giovane sarebbe tanto stupido da rovinarsi la vita per una fissazione.

Credo fosse Wilde a dire che "la speranza è la penultima a morire…L’ultima è proprio la speranza assurda"

Inutile dire che anch’io ho sfiorato queste malattie. Ma ne sono uscito. Credo.

si parla generalmente dell’anoressia e della bulimia, delle sue fasi, dei sintomi e infine concludo con dei test di autoanalisi.

Come si presenta la malattia (A cura di davide Tagliacozzo)

L'anoressia può dunque essere vista come una lotta quotidiana tra un bisogno fisiologico essenziale di nutrimento e un desiderio psicologico di magrezza estrema per affermare se stesse.

Attorno a questo scontro ruota tutto il comportamento della paziente: da quando si sveglia alla mattina, per tutto il giorno e anche di notte ha fame, una fame che si fa sempre più intensa e irresistibile quanto più la ragazza si presenta emaciata.

La risposta a questo forte bisogno naturale - che si manifesta con continui pensieri al cibo e sogni a occhi aperti di dolciumi - deve essere altrettanto forte, eseguita con ossessività e dovizia di particolari, altrimenti la fame può avere il sopravvento.

Ecco alcuni dei comportamenti che deve mettere in atto chi ha deciso deliberatamente di "restringere" la propria alimentazione.

1.     Per combattere la fame durante i "pasti" (ridotti in realtà a modesti spuntini) mangia il più lentamente possibile, interrompe i pasti non appena sente un senso di gonfiore anche minimo, o li consuma nello stesso orario, nello stesso posto e possibilmente da sola.

A volte anche la disposizione dei bicchieri e della posateria deve avere un preciso ordine, per evitare di perdere il controllo e di mangiare più di quanto stabilito in partenza.

2.     Per combattere la fame tra un pasto e l'altro assume bevande molto calde che in effetti calmano un po' la fame. Anche l'uso di spezie può servire allo scopo.

3.     Mette in atto quella che si chiama "alimentazione vicaria", cioè sviluppa il desiderio di veder mangiare gli altri. Forte è quindi la voglia che i genitori, i fratelli mangino magari proprio ciò che lei si è proibita.

È frequente inoltre che tali pazienti collezionino ricette di cucina o preparino da mangiare agli altri. Tutto ciò provoca loro piacere e sollievo.

4.     Nei momenti in cui la fame si fa più intensa compie delle vere e proprie "abbuffate virtuali", vale a dire immagina di mangiare grandi quantità di cibo, magari osservando per ore la vetrina di un negozio alimentare o guardando i cibi disegnati sulle ricette di cucina. I sogni tipici di un'anoressica riguardano sostanzialmente il cibo.

5.     Per superare il senso di colpa per aver mangiato, conta minuziosamente le calorie ingerite o che avrebbe dovuto ingerire.

Subito dopo i pasti intraprende una frenetica attività fisica (corre, cammina, balla) col preciso intento di smaltire quanto ingerito. Ciò fa diminuire enormemente il senso di colpa derivato dall'aver ingoiato quantità ritenute sempre troppo esagerate.

6.     Se ritiene di aver mangiato troppo ricorre a mezzi di compenso come sputare il cibo, indursi il vomito, usare lassativi e diuretici in quantità.

7.     Per evitare di aumentare di qualche chilo... meglio dire etto, attua un autentico controllo sul proprio corpo e sulle proprie forme. Si guarda spesso allo specchio, si prova vestiti della taglia desiderata, controlla continuamente il proprio peso sulla bilancia, si tocca il corpo per sentire le ossa (segno che le cose "stanno andando bene"). Si accorge se il cinturino dell'orologio stringe più del solito.

8.     Per evitare le critiche e la disapprovazione dei familiari tende a nascondere il più possibile il proprio comportamento. È questa un'ulteriore lotta in quanto i genitori, prima o dopo insospettiti dall'atteggiamento della figlia, inizieranno a spiarla e controllarla in ogni movimento.

Lei usa quindi per lo più vestiti larghi, con l'intento di nascondere la propria condizione fisica, racconta molte bugie su quanto ha mangiato e su quanto pesa. Nasconderà e getterà via il cibo anziché mangiarlo.

9.     Per evitare le critiche e la disapprovazione di amici e parenti evita il più possibile i contatti sociali, sia per non dover mangiare con loro (sarebbe "costretta" a mangiare di più) sia per eludere le considerazioni sul suo aspetto.

Infine la grande fonte di soddisfazione di ogni ragazza anoressica è mantenere il proprio peso o calare un po' ogni giorno. Se qualcosa va bene, se ottiene un successo, se riceve un complimento, tutto viene attribuito al suo corpo magro. L'umore pertanto è direttamente proporzionale al peso e al controllo sul corpo.

Diversamente diventa triste e ipercritica e si considera un fallimento se aumenta di un etto. La sua autostima e il valore come persona dipendono quindi esclusivamente dal suo corpo.

i diversi stadi della malattia (a cura di Oriana severino)

Si possono distinguere diverse fasi dell'anoressia

prima fase

Inizialmente le fatiche dovute alla restrizione alimentare vengono "rinforzate" (cioè elogiate e approvate) dai genitori, dai parenti e dagli amici, e ciò procura una grande gratificazione e soddisfazione personale, soprattutto se il disagio e la sofferenza di partenza erano considerevoli.

In un secondo momento lo stress e le fatiche della restrizione vengono sostituiti da un maggior senso di energia e da un generale stato di benessere. Questo sembra essere un meccanismo biologico essenziale per la conservazione della specie: infatti nei momenti di carestia è necessario che qualsiasi animale o essere umano faccia fronte a tale emergenza con un innalzamento dell'umore e di vitalità, per sopportare meglio la difficoltà e mettersi alla ricerca di nuovo cibo.

seconda fase

Quando termina lo stato di benessere dovuto alla perdita di peso, la mente viene via via invasa da pensieri ossessivi riguardanti il cibo. Anche questi pensieri nascono dall'istinto naturale, che governa la persona sino a quando non trova cibo per alimentarsi e quindi sopravvivere.

Tale desiderio di nutrirsi è così intenso che la persona diventa sensibile a ogni odore, profumo e stimolo riguardante il cibo, e tutto il resto viene messo in secondo piano.

Nasce così la paura di ingrassare e di perdere il controllo, e in effetti il rischio di abbuffate esiste, e per questo in tale fase si accentuano i rituali ossessivi e le regole rigide elencati in precedenza.

L'umore diviene depresso, irritabile, ansioso, e genitori e parenti che circondano la ragazza cominciano a criticarla con insistenza.

terza fase

Si accentuano sempre più le emozioni negative; vengono anche compromesse le funzioni delle attività mentali superiori come la concentrazione, la memoria, la capacità di giudizio critico.

Se nella seconda fase è ancora possibile studiare e ottenere buoni risultati a scuola, in questa ci si trova nell'impossibilità di seguire una normale attività sia scolastica che lavorativa.

Quando la perdita di peso è particolarmente accentuata, l'iperattività viene incrementata.

Frequenti sono inoltre i disturbi del sonno.


Infine, per una percentuale di ragazze che vanno incontro alla morte, nei mesi che precedono questo tragico evento scompare l'ossessione per il cibo e compare un profondo stato di depressione e di astenia. A questo punto le capacità logiche e critiche sono a tal punto compromesse che la ragazza non si rende più conto di cosa sta succedendo, e solo se obbligata e fisicamente costretta a mangiare è possibile un recupero, pena la morte.

Dalla descrizione fatta si può comprendere come man mano che il dimagrimento si fa più severo la mente viene invasa sempre più dalla paura di perdere il controllo e di ingrassare. Questo pensiero diventa col tempo l'unica legge che governa la mente di queste ragazze, al punto che diventa impraticabile ogni tentativo di convincerle a un trattamento se non quando toccano il fondo.

Dopo la guarigione molte ragazze hanno affermato che solo nella fase iniziale la capacità di comprensione sia intatta e il pensiero orientato verso un forte desiderio di dimagrire, mentre dalla seconda fase in poi la lucidità di ragionamento è compromessa.

Questo fa capire che la motivazione al trattamento dovrebbe iniziare quanto prima, nella seconda fase almeno, altrimenti solo un forte processo di costrizione può far desistere una ragazza dal perseverare.

L'ANORESSIA

Alcuni dati (1997)

Nel 1988 sono stati, in Italia, circa 55.000 i casi di anoressia, mentre i casi di bulimia (una variante dell'anoressia) sono stati circa 70.000.

Oggi l'anoressia colpisce circa lo 0,5% dei giovani tra i 14 e i 20 anni (il 90% dei quali sono ragazze).

L'inizio della malattia avviene, in genere, tra i 12 e i 18 anni.

La bulimia invece può svilupparsi tra i 12 e i 35 anni (1-2% della popolazione giovanile).

Benché la maggior parte delle adolescenti possa attraversare degli "episodi anoressici", la malattia vera e propria colpisce ragazze che hanno un'età tra i 18 e i 25 anni.

Mortalità delle anoressiche: 15% (per insufficienza cardiaca o renale o per le infezioni).

Maschi anoressici: 1 su 50.000 fra i 18 e i 28 anni.

Maschi bulimici: 1 su 80.000 fra i 15 e i 24 anni.

L'anoressia è conosciuta a livello scientifico da tre secoli: il primo trattato medico è stato pubblicato a Londra nel 1694.

Tuttavia, questa malattia esiste da secoli, e quasi sempre è stata vissuta come forma di protesta nei confronti dell'ambiente sociale.

Il Ministero della Sanità non ha ancora riconosciuto anoressia e bulimia come malattie sociali.

Il primo Congresso multidisciplinare su queste malattie si è tenuto a Montecarlo (maggio 1993).

Come nasce

Di solito inizia con una dieta dimagrante senza controllo medico, oppure con una iniziale perdita di fame legata a un evento doloroso.

Anche se il corpo è al di sotto del proprio peso ideale, la ragazza lo percepisce sempre "troppo grasso".

In questo atteggiamento la ragazza può essere influenzata da spot pubblicitari (dove, per essere accettati, bisogna avere un corpo esile, agile...).

Oppure può essere influenzata dall'idea di volere un corpo sottile e asciutto come tante top model.

Normalmente vi sono problemi in famiglia: un padre estraneo alla vita della figlia, una madre possessiva, che induce nella figlia un forte senso di dipendenza (l'anoressica però rifiuta l'immagine del corpo materno).

La ragazza teme l'apparire di quei segni corporei che segnalano l'identità femminile (seno, curve, ciclo mestruale...): in tal senso si può dire che l'anoressia esprime anche la paura di diventare adulta. Di qui l'esigenza di farsi crescere i capelli (per coprirsi) o di portarli cortissimi (per sembrare un maschio).

Come si sviluppa

Inizialmente la ragazza non rispetta più l'orario dei pasti, mangia poche cose a orari strani, spesso da sola.

La ragazza può anche imporsi un ritmo di vita frenetico (attività scolastiche, sportive, domestiche), pur di perdere sempre più peso.

Nel maschio la malattia può produrre allucinazione, delirio mistico e di onnipotenza, schizofrenia.

La malattia coinvolge, col passare del tempo, tutto l'organismo: calo di temperatura e pressione e della massa muscolare, pelle disidratata e tesa, colorito giallo, occhi cerchiati e arrossati, fragilità ossea, dentaria e delle unghie, perdita di capelli e di sali (p.es. calcio e potassio), amenorrea, alterazioni cardiache ecc.

La malattia viene accelerata non solo drastiche diete, ma anche da vomito volontario, abuso di diuretici, di lassativi e di farmaci anoressizzanti.

La malattia diventa conclamata quando la ragazza perde più del 25% del proprio peso corporeo.

Si può arrivare a pesare 28/30 kg, che è il limite della sopravvivenza.

Bulimia, una variante dell'anoressia

È frequente che l'anoressica alterni lunghi digiuni a grandi abbuffate, dalle quali però si libera rimettendo tutto, oppure prendendo ingenti quantità di lassativi e diuretici.

Bulimia significa mangiare senza fame, senza uno scopo preciso: l'unica motivazione è quella di placare uno stato di ansia (come il latte calma il neonato).

Il bulimico vive la sua condizione con un senso di colpa. Infatti quando è in compagnia non cade mai in questi eccessi. Il suo aspetto fisico è normale, o comunque non così magro come nell'anoressica.

Il bulimico ha un'immagine fortemente negativa di sé. Non prende mai delle decisioni. Ancor più dell'anoressica, non ammette la propria malattia.

La crisi possono avere una frequenza media di 2 a settimana, per un periodo che va dai 3 mesi in poi.

Spesso la bulimia è la diretta conseguenza di una drastica dieta (al pari di una crisi di astinenza da droghe pesanti).

Quali spiegazioni

L'anoressia è il rifiuto di un modello di società, dove i rapporti umani vengono percepiti come innaturali.

Infatti l'anoressica preferisce al rapporto con i coetanei la propria fantasia, che viaggia verso mete irrealizzabili (p.es. le può accadere di essere innamorata di un ragazzo inesistente).

La ragazza avverte un bisogno forte di affermare la propria personalità, ma lo fa in maniera negativa, autodistruggendosi. Rifiuta il cibo per dimostrare di poter fare a meno di tutto (incluso l'affetto).

Anoressica e bulimico sono incapaci di sopportare gravi emozioni o pesanti frustrazioni.

All'origine di queste malattie vi è la necessità di comunicare in modo diverso, senza le parole, cioè digiunando o mangiando.

Controllare il proprio corpo significa, per questi malati, controllare le loro ansie, l'ambiente che li circonda, di cui hanno paura. Ma si tratta di un'illusione (al pari della droga).

Cosa fare

Un genitore non dovrebbe sottolineare troppo spesso l'importanza della linea, per non rischiare d'indurre la figlia a ricorrere a drastiche diete.

Verificare se dietro le troppe ore passate in palestra non vi sia l'ansia di diventare molto magri.

Se una ragazza sale sulla bilancia più volte in un giorno, è probabile che il meccanismo ossessivo del controllo sia scattato.

Ritenere un importante campanello d'allarme il fatto che la ragazza consideri le sue gambe troppo grasse.

Il rifiuto sistematico di alcuni alimenti e le bugie su quanto si mangia sono segnali da non sottovalutare.

Osservare se la ragazza passa ore davanti allo specchio senza trovare un abito che le piaccia (solo perché disprezza il suo corpo).

Possono apparire preoccupanti anche lo studio eccessivo e la tendenza a impegnarsi in mille attività intellettuali. L'anoressica non è mai rilassata.

Analizzare gli atteggiamenti provocatori che la ragazza assume: il rifiuto del cibo può diventare una forma di protesta contro una dipendenza (avvertita come eccessiva) nei confronti dei familiari.

A chi rivolgersi

(A.B.A.) Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia e bulimia: v. Solferino, 14 - 20121 Milano (tel. 02/29006988; fax 02-29006988); v. C. Beltrami, 2 - 00154 Roma (tel. 06/5745310).

L'ABA pubblica un trimestrale ABA News.

L'address di A.B.A. in Internet:

http://www.vol.it/IT/IT/ASSOC/ABA/index.html

Autoanalisi

Come capire se si è affetti da Anoressia Nervosa.

Per diagnosticare una Anoressia Nervosa ci deve essere la presenza contemporanea di alcune caratteristiche patologiche.

Rifiuto di mantenere il proprio peso ad un livello minimo di almeno l'85% del peso previsto sulla base delle proprie caratteristiche costituzionali.

Forte paura di recuperare il peso perduto pure in presenza di una evidente denutrizione.

Estrema preoccupazione per il proprio peso ed il proprio aspetto fisico, associata al bisogno ossessivo di controllare la forma ed il peso del proprio corpo, anche a costo di danni fisiologici evidenti.

Amenorrea (assenza del ciclo mestruale) che dati da almeno tre mesi.

La Anoressia Nervosa si sviluppa a partire da una rigida osservanza di una dieta ferrea che comporta la riduzione delle quantità e delle qualità degli alimenti assunti e talora l'abolizione dei pasti. Con il progredire della malattia, quando non è più possibile tollerare la fame prolungata, di solito si verificano le prime abbuffate. A questo punto molte persone iniziano ad indursi il vomito, ad assumere farmaci lassativi e/o diuretici oppure ad effettuare lunghe sedute di fitness nel tentativo disperato di continuare a controllare il proprio peso nonostante le abbuffate. Un Indice di Massa Corporea inferiore a 17,5 è sicuramente un segno di sottopeso particolarmente sospetto soprattutto se questo non può essere spiegato dalla presenza di malattie di altro genere.

Come calcolare il proprio Indice di Massa Corporea.

L'Indice di Massa Corporea detto anche IMC o BMI (dall'inglese: Body Mass Index) è un numero che esprime il rapporto esistente tra il peso in chilogrammi di una persona ed il quadrato della sua altezza espressa in metri. L'IMC è considerato un indice molto più attendibile del solo peso corporeo per definire le caratteristiche fisiche di una persona. Per questo motivo viene di solito usato per la diagnosi delle patologie nutrizionali. Per calcolare il vostro IMC:

Prendete il vostro peso in chilogrammi.

Dividetelo per la vostra altezza espressa in metri e moltiplicata al quadrato.

Il risultato sarà il vostro IMC.

La formula è:

IMC - BMI= 

Peso (kg)

Altezza (m)2

IMC - BMI= 

45

 = 

45

 = 

15,5

1,70 x 1,70

2,89


Si considera normale un IMC compreso tra 18,5 e 24,9. Un IMC inferiore a 18,5 indica sottopeso, un IMC compreso tra 25 e 29,9 indica sovrappeso, mentre un IMC superiore a 30 indica obesità. Se volete potete scaricare la tabella completa degli IMC.

Assenza di una diagnosi preesistente di Anoressia Nervosa, e assenza di grave sottopeso (vedi diagnosi di Anoressia Nervosa).

La persona che soffre di Bulimia Nervosa ha un comportamento più impulsivo della persona che soffre di anoressia e, a differenza della anoressica, è estremamente scontenta del suo sintomo che vive come minaccioso rispetto al suo desiderio di magrezza. Una ragazza bulimica ha lo stesso desiderio di magrezza di una ragazza anoressica, ma non tollera la disciplina ferrea necessaria a mantenere una alimentazione estremamente ridotta.

Come capire se si soffre di un Binge Eating Disorder.

Il Binge Eating Disorder, ovvero Disturbo da Alimentazione Incontrollata (in lingua italiana), viene diagnosticato in persone che di solito sono in sovrappeso e che manifestano alcuni sintomi di patologia del comportamento alimentare senza però rientrare nella diagnosi di Bulimia Nervosa.

Abbuffate simili a quelle presenti nella Bulimia Nervosa (vedi diagnosi di Bulimia Nervosa) oppure frequenti pasti o spuntini nel corso della giornata. I pasti possono essere più o meno consistenti, ma si susseguono in continuazione.

Assenza di vomito compensatorio, motivo per cui le persone che soffrono di BED tendono con il passare dei mesi e degli anni ad evolvere verso forme di obesità di grado estremamente variabile.

Presenza di un senso di vergogna (anziché di colpa) per il fatto di non riuscire a controllare la propria alimentazione.

Questi individui non presentano mai un peso normale. Si è visto che il BED è presente nell'1-4% dei soggetti obesi e nel 20-30% degli obesi che richiedono un trattamento specialistico per la loro obesità. La probabilità di soffrire di un BED pare aumentare con l'aumentare della gravità dell'obesità dell'individuo.

Disturbo alimentare atipico

Come capire se si soffre di un Disturbo Alimentare Atipico.

Oltre ai classici disturbi alimentari: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e

Binge Eating Disorder, esistono molti altri quadri clinici che non presentano esattamente i criteri per diagnosticare un disturbo specifico.

Per esempio, se avete tutti i criteri diagnostici della Anoressia Nervosa ma avete ancora il vostro ciclo mestruale, avete un Disturbo Atipico del Comportamento Alimentare.

Quindi se avete solo due o tre dei criteri validi per l'Anoressia o per la Bulimia, ma non tutti, soffrite comunque di un disturbo del comportamento alimentare.

Un altro esempio: mangiate il giusto, ma ogni tanto vi inducete il vomito e siete angosciate dalla bilancia.

Anche questo è un Disturbo Atipico del Comportamento Alimentare.

Il criterio per valutare la presenza di un disturbo alimentare (anche se atipico) è

l' atteggiamento che una persona ha nei confronti del suo peso e del suo aspetto fisico.

Quando una persona passa la maggior parte del suo tempo a preoccuparsi per la forma ed il peso del suo corpo o fa dipendere la sua autostima dall'aspetto del suo corpo ha sicuramente un qualche tipo di disturbo alimentare.

Avete il dubbio o la certezza di soffrire di un Disturbo del Comportamento Alimentare?

Ecco cosa fare.

Per prima cosa non demoralizzatevi; per ogni problema c'è una soluzione.

Non crediate di essere le uniche persone al mondo a soffrire di un Disturbo Alimentare. Dal 3 al 5% delle ragazze in età compresa tra i 14 ed i 25 anni soffre di problemi alimentari. La maggior parte delle bellissime e magrissime modelle che vi ammiccano dalle pagine delle riviste di moda ne soffre!

Non demotivatevi! Cercate invece dentro di voi una buona motivazione per uscirne. Un trucco? Dividete un foglio bianco in due colonne; scrivete nella colonna di destra i vantaggi che ottenete dal vostro disturbo alimentare, nella colonna di sinistra scrivete invece gli svantaggi del vostro disturbo. Provate ad immaginare cosa scrivereste nello stesso foglio fra cinque anni, immaginando che nulla sia cambiato. E poi rifletteteci sopra.

Cercate di saperne di più sul vostro problema. Esistono in libreria molti testi semplici di informazione ed auto-aiuto sui Disturbi Alimentari. Ricordate che l'ignoranza uccide molto più della conoscenza. Andate alla lista dei testi di auto-aiuto disponibili in lingua italiana.

Cominciate ad occuparvi attivamente del vostro problema. Potete iniziare facendo gli esercizi che vi proponiamo.

Esercizi di autoaiuto.

Scopri cosa c'è alla base del tuo rapporto

disturbato con il cibo e con il tuo corpo.

Se avete deciso di uscirne una volta per tutte chiedete aiuto. Rivolgetevi per prima cosa al vostro medico di fiducia per una valutazione obiettiva delle vostre attuali condizioni.

Fatevi consigliare dal vostro medico il nome di uno specialista addestrato alla terapia dei Disturbi Alimentari oppure il nome di un centro ospedaliero convenzionato che tratti specificamente Disturbi Alimentari. Scaricate, in fondo alla pagina, la lista dei centri ospedalieri italiani che offrono programmi terapeutici per i Disturbi Alimentari.

Ricordatevi che il fatto di scegliere un ricovero piuttosto che un trattamento ambulatoriale dipende da delle condizioni ben precise. Non scartate in partenza l'idea del ricovero. Verificate qui le indicazioni al ricovero ospedaliero per valutare se e quanto riguardino il vostro caso.

Se decidete per una terapia ambulatoriale e vi viene proposta la scelta tra diversi terapeuti, scegliete il vostro con la pancia piuttosto che con la testa. Cercate cioè una persona che vi ispiri fiducia sin da subito; non tutti i terapeuti vanno bene per tutti i pazienti.

Diffidate di terapie che non affrontino direttamente le problematiche nutrizionali. I Disturbi Alimentari sono malattie a genesi multifattoriale in cui una buona parte dei sintomi è legata alle abitudini nutrizionali alterate. Non si può trattare un Disturbo Alimentare come se fosse solo un disturbo psicologico senza mettere cioè in atto opportune correzioni dello stile alimentare.

Non crediate che uno o più farmaci possano da soli risolvere il problema. Tutti i farmaci che sono stati sperimentati nella terapia dei Disturbi Alimentari sono infatti sempre stati associati a delle terapie psicologiche.

Se nonostante tutto vi sentite perse o disperate contattateci e - nei limiti del possibile - cercheremo di aiutarvi a ritrovare la strada perduta. Help me.

Centri ospedalieri italiani

convenzionati con il SSN che offrono

programmi specifici per la terapia dei Disturbi Alimentari.

[Glottis]

Glottiss@hotmail.com

30/07/2002