Come i nazisti di
Hitler e i fascisti di Mussolini
L'Ue vuol mettere
fuori legge i partiti comunisti
I partiti
revisionisti non ci stanno ma condannano anch'essi i
"crimini di Stalin"
L'assemblea
parlamentare del Consiglio d'Europa ha approvato il 25
gennaio, con 99 voti a favore e 42 contrari, una
risoluzione presentata dal deputato svedese Goran
Lindblad a nome del PPE, che condanna i "crimini del
comunismo" equiparando il comunismo stesso al
nazismo. Anzi, considerando che nel rapporto che
accompagnava la proposta di risoluzione, intitolata
"Necessità di una condanna internazionale dei
crimini del comunismo", si accredita la cifra di
quasi cento milioni di morti causati direttamente o
indirettamente dal comunismo, quest'ultimo risulterebbe
addirittura, almeno come numero di vittime, di gran lunga
peggiore del nazismo.
Era da tempo che la destra europea premeva per imporre
una condanna internazionale del comunismo,
nell'indifferenza se non con l'acquiescienza dei
socialdemocratici del PSE. Un primo tentativo del PPE
andò a vuoto due anni fa. Un anno fa fu la volta
dell'eurodeputato ed ex presidente della Lituania,
Landsbergis, che provò a portare avanti una proposta di
messa al bando della falce e martello insieme ai simboli
del nazismo; l'iniziativa si è poi arenata per motivi
"tecnici", nonostante il compiacente
interessamento del commissario Ue Franco Frattini. Il
fatto che oggi queste perfide pressioni anticomuniste e
fasciste abbiano così facilmente trovato accoglienza nel
Consiglio europeo la dice lunga sul clima politico che si
sta creando in Europa e nel mondo.
L'obiettivo di questa infame congiura internazionale,
infatti, non riguarda solo il passato, sul quale pur si
vuole ribaltare il giudizio storico, e non è solo
condannare i presunti "crimini del comunismo",
sia pure inventati di sana pianta come "i milioni di
morti" proclamati ma mai documentati né dimostrati.
Il vero obiettivo è più concreto e attuale di ciò, ed
è quello di criminalizzare e mettere fuori legge
qualunque partito o organizzazione politica, esistente o
futura, che si richiami al comunismo, o che comunque
lotti per contrastare e abbattere il capitalismo e
l'imperialismo e cambiare la società e il mondo.
Non per nulla la risoluzione approvata dal Consiglio
europeo individua la fonte dei cosiddetti
"crimini" comunisti nella "teoria della
lotta delle classi e del principio della dittatura del
proletariato". Quindi non si punta il dito solo sui
presunti "crimini" di Stalin, Mao, Pol Pot,
ecc., come si fa di regola, ma contro le basi stesse del
marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la lotta di classe e
la dittatura del proletariato, considerate già esse
stesse criminali e criminogene, e pertanto da condannare,
mettere al bando e perseguitare insieme a chiunque le
professi. Né più né meno e con le stesse motivazioni
di quanto già fecero Hitler e Mussolini contro i partiti
e le organizzazioni del movimento operaio.
Lo spettro del comunismo
La risoluzione lamenta infatti che "i partiti
comunisti sono legali ed ancora attivi in alcuni paesi,
quando a volte non hanno preso neppure le distanze dai
crimini commessi in passato da regimi comunisti
totalitari". Invece, sottolinea il documento,
"il giudizio morale e la condanna dei crimini
commessi" sono indispensabili "per evitare che
crimini simili si riproducano in futuro" e anche
"nell'istruzione delle giovani generazioni". E
a questo proposito il documento invita "tutti i
partiti comunisti o post-comunisti dei suoi Stati membri
che non lo hanno ancora fatto a riesaminare la storia del
comunismo ed il loro passato, a prendere chiaramente le
distanze dai crimini commessi dai regimi totalitari e
condannarli senza ambiguità".
Non ci si lasci qui fuorviare dai riferimenti a partiti e
Stati sedicenti comunisti, come i vari partiti
neorevisionisti e trotzkisti europei e regimi falso
socialisti come Cuba, Vietnam, Corea del Nord o
addirittura ultracapitalisti come la Cina. Trattandosi di
un documento della destra democristiana, conservatrice e
neofascista europea è ovvio che ha tutto l'interesse a
dipingerli ancora come "comunisti", come fa
propagandisticamente Berlusconi, per compattare intorno a
sé la destra borghese, nei confronti dei partiti della
"sinistra" borghese, ben sapendo invece che di
"comunista" non hanno più assolutamente nulla
da tempo. Quello che conta è l'idea della condanna e
della messa al bando del comunismo come principio in se
stesso, quello che si vuol far passare, soprattutto in
rapporto alle giovani generazioni, di cui si riconosce
ancora evidentemente il pericolo di subirne il fascino. A
questo riguardo nel rapporto di Lindblad si adombra
addirittura che "sembrerebbe che un tipo di
nostalgia del comunismo sia ancora presente in alcuni
paesi, di qui il pericolo che i comunisti riprendano il
potere nell'uno o l'altro di questi paesi". È
recente tra l'altro la notizia della minaccia di messa
fuorilegge di un'organizzazione di "giovani
comunisti" nella Repubblica Ceca.
Evidentemente il fantasma del comunismo si aggira ancora
per l'Europa, se oltre a tutto ciò, tra le
"raccomandazioni" che accompagnavano la
proposta di risoluzione (e che non sono state adottate
perché nonostante abbiano avuto 85 voti a favore e 50
contro non hanno ottenuto la maggioranza richiesta dei
due terzi), c'era quella di richiedere una "condanna
internazionale" del comunismo, di lanciare "una
campagna pubblica di sensibilizzazione ai crimini
commessi dai regimi comunisti totalitari a livello
europeo" e di esortare i paesi dell'ex "blocco
sovietico" membri del Consiglio europeo a prendere
tutta una serie di misure revisionistiche anticomuniste
come la "revisione dei manuali scolastici", la
dedica di strade, monumenti e giornate commemorative alle
"vittime del comunismo" , ad istituire comitati
per indagare sui "crimini" dei regimi
comunisti, ecc.
Mea culpa dei neorevisionisti e trotzkisti
Un'ultima considerazione va fatta sui partiti
neorevisionisti e trotzkisti, che pur opponendosi alla
risoluzione hanno concesso ampi spazi alla velenosa
iniziativa anticomunista e fascista, riconoscendo i
"crimini" del passato e in particolare quelli
attribuiti a Stalin. "Non abbiamo aspettato il
signor Lindblad per condannare i crimini staliniani - ha
detto il deputato neorevisionista francese Francis Wurtz
- ma non possiamo accettare l'equiparazione del comunismo
con il nazismo".
Stessa musica, anche se da lontano perché non ha
deputati nel Consiglio d'Europa, anche i dirigenti
revisionisti del PdCI. In un appello ai deputati italiani
dell'Unione nel Consiglio per respingere la risoluzione,
firmato dal responsabile delle Politiche internazionali,
Iacopo Venier, si sottolinea infatti: "Non si pensi
che noi del PdCI non vogliamo fare i conti anche con le
tragedie immani che hanno portato alla caduta di molti
regimi che al socialismo si erano ispirati. Senza quelle
tragedie e quegli errori, che hanno avuto spesso come
prime vittime proprio sinceri comunisti, non si potrebbe
capire la sconfitta storica che abbiamo alle nostre
spalle".
Del tutto speculare, e forse ancor peggio, la posizione
dei dirigenti riformisti e trotzkisti del PRC. In un
fondo su Liberazione del 26 gennaio Rina
Gagliardi, dopo aver sbrigato l'iniziativa presa dal
Consiglio d'Europa come "una nuova caccia alle
streghe" e poco altro, ha dedicato tutto il resto
del suo logorroico intervento ad attaccare Stalin e a
fare penitenza per le "degenerazioni", il
"fallimento" e la "sconfitta" del
socialismo, e così via: "Non stiamo accreditando
con ciò - si premura infatti di precisare la trotzkista
luxemburghiana subito dopo le frettolose critiche alla
condanna europea - alcuna giustificazione per la nostra
parte: gli errori (e gli orrori) del regime di Stalin
sono stati grandi, come le sue degenerazioni (e sono i
comunisti del XXI secolo a portarsi addosso, dentro di
sé, una ferita non certo rimarginata, un fallimento che
pesa sulle nostre battaglie di oggi)". E così
finisce per essere scavalcata a sinistra persino dal
picconatore neofascista Francesco Cossiga che il 31
gennaio denunciava su quello stesso quotidiano la
copertura del mostro nazi-fascista compiuto dalla Ue
dando fiato all'inaccettabile equazione
comunismo-fascismo.
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