LERRANZA
DEL PENSIERO NEI LUOGHI DELLE DIVERSITAINTERETNICHE
ED INTERGENERAZIONALI. SPAZI E TEMPI DI UN PROCESSO
STORICO INFINITO. La
filosofia delle differenze e delle diversità, attraverso
la molteplicità dellerranza:
Wanderung, migrazione, viaggio. Le differenze non interessano tanto le dimensioni di spazio e tempo, concetti formali o formalizzati di un a priori di senso interno ed esterno, ma di una pluralità di spazi e tempi in genesi, in fieri, in formazione che stabiliscono percorsi di senso in cui viene alla luce la varietà dellerrare e la differenza delle generazioni nelle declinazioni storiche epocali, di transizione. Per cui si considerano vari concetti in riferimento allo spazio dellerranza e del viaggio, ambito delle diversità e del percorso che Stearn, romanziere del 700, considerava spazio contemporaneamente progressivo e digressivo. Il viaggio, il vagare, lerrare senza meta (Wanderung) sono processi progressivi che permettono di avanzare, per cui non obbligano la stasi in una posizione definitiva, ma sono anche digressioni perché il procedere non risulta lineare, ma consiste in una dinamica progressiva che conosce svolte, anse, anfratti ed affronta le problematiche aperte del non finito, comportando il rischio, lincognita della diversità, pluriverso della differenza. In questo essere digressivo il viaggio e lerranza non sono vuoto perché producono contenuti se diventano spazio di generazione, per cui attraverso le differenze intergenerazionali comprendiamo il senso storico generativo, progressivo delle varie epoche. Le generazioni erranti tra gli spazi ed i tempi della differenza insegnano a cogliere il valore ed il profondo significato della differenza stessa, considerata come ricchezza, opportunità di rinnovamento, ambito e spazio di riconoscimento perché non è possibile riscoprire la propria identità se non confrontandola con la diversità, lalterità, le differenze tra generazioni, osservando vari passaggi, luoghi, terre di mezzo, viaggiando al loro interno senza pregiudizi, stereotipi mentali di sorta. Il
problema della differenza consiste nella sperimentazione
del riconoscimento, nellaffrontare e confrontare
laltro da sé. Non siamo se non attraverso gli
altri che confermano i nostri assunti, attraversando i
luoghi della storia, con chi attua percorsi formativi
diversi, come testimoni di differenti generazioni e di
variazioni, transizioni e traslazioni allinterno
delle temporalità epocali. La
questione relativa al concetto di differenza è di
matrice pedagogica perché insegna sempre nuovi elementi
costruttivi del proprio sé attraverso le verità
evidenti, emergenti dallincontro e confronto. La
diversità prevede e comporta il cambiamento, la
transizione, lerranza. La
condizione normale dellatmosfera è la turbolenza
degli elementi: il mondo in movimento, le migrazioni di
popoli, il viaggio poetico e le appartenenze che non
coincidono con i territori geografici sono fonte di
alterità, di incontri, scontri, conflitti
attraverso il poliedrico spettro prismatico delle
differenze. Il
viaggio femminile, che presenta la caratteristica
peculiare delluscire dal recinto,
dallalveo, dallalcova, dal cortile del
domicilio, ed invertire il ruolo di Penelope che attende,
aspetta con pazienza, indica il significato apportato dai
nuovi fenomeni di migrazione delle donne, ribaltando una
tradizionale divisione di ruoli allinterno delle
relazioni di genere, nellambito dei processi
migratori. Il viaggio e lerrore
dellerranza rappresentano una metafora
pedagogica intesa come ricerca di sé nel nulla, nel
vuoto, nellignoto, per creare spazio interiore,
alla ricerca di un tempo, di una memoria per ricostruire
matrici di senso e significato dellessere. Esistono
erranze per fuga , per esilio, per paura, per spirito di
avventura e di ricerca. Cosa
significa trasmettere errando, da una generazione
allaltra , la cultura originaria,
dappartenenza? Lerranza comporta relazioni,
intrecci, meticciamenti, discrasie, discrepanze,
mescolanze, nellincontro con le differenze, con le
contaminazioni linguistiche, gli usi, costumi,
tradizioni, norme, leggi, rituali, convenzioni. Il
conflitto che scaturisce dallinterazione tra
differenze genera spesso fraintendimento, malinteso,
incomprensione, esclusione, in reciproche intolleranze.
Lerranza riguarda tutti, concerne ed impernia le
storie personali, le biografie, gli eventi individuali e
collettivi, dei popoli. Siamo tutti erranti del pensiero
rispetto al tempo, alla nostra formazione, ai nostri
progetti di vita, alla rappresentazione di noi elaborata
nel corso della personale crescita ed evoluzione nel
passato, nellattualità e contemporaneità del
presente che pratichiamo. Siamo erranti rispetto ai
territori, alle appartenenze culturali, alle identità,
alle stagioni/età della vita. Nel percorso personale ed
individuale di crescita, sviluppo, evoluzione e
formazione abbiamo imparato nel tempo a sperimentare i
temi, i problemi legati allinfanzia, le difficoltà
delladolescenza, lavventura, le novità, la
progettualità delletà giovanile e adulta, le
memorie, le riflessioni della terza età. Quindi siamo
erranti, continui migranti, in transizione, rispetto ai
tempi, ai territori, alle emozioni, ai contenuti, ai
concetti e pensieri della nostra vita, dei progetti
premeditati, preconcepiti relativi al futuro ed alla
riflessione rispetto alla reale e mutata immagine di noi
stessi nellattualità del presente. Siamo
erranti rispetto allo spazio perché serbiamo in memoria
territori e luoghi dellinfanzia remota di nostre
profonde ed intime radici affettive, amicali, segnate
dalle nostalgie, dal desiderio di ritorno e di
appartenenza ad un luogo, teatro del vissuto. Siamo
erranti rispetto alle nostre identità, attraversando
spazi di vita diversi, nellambito degli affetti,
delle professioni, dei vari luoghi teatro
dellesistenza in cui le differenti circostanze
richiedono di essere attori proteiformi, diversi,
transitori, ciclici, ricorsivi, in scomode e continue
metamorfosi, transizioni, traslazioni, usando linguaggi,
modi di essere e comunicare differenti, mimetici,
caleidoscopici, attuando così plurime forme di erranza,
di trasmigrazione nel quotidiano. Errare
è scoperta, stupore, meraviglia, illusione rispetto
allaltro, al diverso, per questo comporta fatica,
difficoltà, incomprensione, conflitto. Stupore, meraviglia scoperta, conquista, ma anche faticosa difficoltà nellerranza che comporta perdite, delusioni, disillusioni, abbandoni. La Wanderung è vuoto, ignoto, perdita di relazioni, di riferimenti, di affetti e legami: nostalgie. E incontro con altre dimensioni culturali, altri luoghi, differenti territori e paesi. Lerranza come migrazione è smarrimento, abbandono, dimenticanza, oblio di affetti, riferimenti, appartenenze, sperimentazione e riscoperta di nuovi sentimenti, emozioni, stati danimo. Cosa implica lincontro con la differenza dellimmigrato, dellaltro da sé per genere e generazione per lingua e cultura? Quando incontriamo le affinità, lesatto contrario delle diversità, quando amiamo e accettiamo coloro che ci somigliano, che ci sono affini, siamo confermati nei nostri assunti, nelle nostre categorie di pensiero, matrici culturali di senso, di riferimento, di valori nella condotta nel comportamento etico, in asserzioni e stereotipi, che vengono confermati e resi più sicuri, stabili, corroborati e suffragati da certezze. Ma questo atteggiamento passivo, statico può significare e comportare immobilità, chiusura, preclusione, evitando di intraprendere la strada del cambiamento, della scoperta, dellapprendimento attraverso la relazione, nellavventurarsi altrove, nel ricercare oltre. Tornando a rileggere la personale biografia ci si accorgerà che lapprendimento avviene solo nellincontro con la differenza, lostacolo, la promiscuità, la discrepanza, laltro e gli altri da sé perché le affinità confermano, appagano, giustificano, accolgono, mentre le diversità scompigliano, modificano, smentiscono, infastidiscono, disapprovano, negano, rifiutano, sconfessano, mettono in crisi i nostri assunti, le categorie di pensiero, le certezze precostituite, permettendo di intraprendere percorsi nuovi di senso e significato dellesistere. Lincontro, il confronto, lo scontro, il conflitto con la diversità attraverso lerranza, significa apertura verso il nuovo, sviluppo del pensiero, evoluzione nelle formulazioni concettuali, nel relazionarsi con se stessi e con il mondo, eliminando le incrostazioni abitudinarie, le difficoltà, i disagi interrelazionali, attenuando il pregiudizio stereotipato, accettando rinnovate emozioni, sensazioni, affrontando le frustrazioni dellincontro/scontro con la differenza che provocano incertezza, senso di instabilità, di vuoto, di ignoto nel non essere confermati dallaltro. Lincontro
con la differenza può diventare conoscenza,
apprendimento, scoperta, rivelazione di novità, tramite
lo stupore infantile,
la meraviglia innocente,
accettando di osservare dentro di sé le situazioni, i
momenti, i vissuti di quando ci si sente estranei a se
stessi, stranieri, in ricorsive e transitorie eclissi di
senso e didentità. Vivere
la dimensione di estraneitudine può aiutare a stabilire
relazioni con laltro, nellincontro con la
differenza, per abitare le terre di mezzo, i
luoghi tra un confine e laltro, per essere in grado
di reinventarci mediatori, migratori, costruttori di
ponti interrelazionali, saltatori di muri interetnici, di
barriere caratteriali, esploratori di frontiere piccole e
grandi legate anche alla quotidianità, per affrontare il
pluriverso dellalterità, per andare
oltre. Sono utili persone che
sappiano vivere e gestire lincontro con la
differenza, abitando lincertezza, attraversando
confini, abbattendo muri, costruendo ponti di relazioni,
per diventare mediatori di mondi e culture nel pluriverso
della storia, nel relazionarsi degli eventi epocali.
Scoperta, stupore, meraviglia, vuoto, ignoto, nostalgia,
abbandono, perdita di relazioni, di affetti, di
appartenenze, di riferimenti, didentità, sono
situazioni, sentimenti, stati danimo tipici dei
differenti modi di concepire lerrare.
Lerranza interiore nella riflessione sul personale
passato, nella ricerca e riconquista del proprio sé pur
in scomode, continue, ricorsive transizioni, repentine
traslazioni e le modalità della Wanderung,
nel viaggio demigrazione, nellesilio, nella
riconquista di un proprio spazio/tempo, non solo
interiore, ma anche esteriore. Al centro del concetto
erranza è il disagio della fatica
nellincontro, lossessione del conflitto, con
la diversità nelle molteplici differenze, pluriverso
olistico di entità ed identità. Bachtin considerava
lextralocalità o essotopia, la capacità di
riuscire ad essere e vivere contemporaneamente,
sincronicamente nel luogo del proprio sé
e dellaltro,
per non restare statici allinterno delle proprie
frontiere, limiti, convinzioni, barriere, muri
relazionali che, paradossalmente, esigono e comportano,
di converso, il loro stesso superamento, landare
oltre
Appartenenze: il pluriverso delle differenze interetniche ed intergenerazionali nellevoluzione storica e sociale.Le dimensioni dellerranza e delle generazioni interagiscono a vicenda, complementandosi. Le
generazioni nelle epoche, nel corso della storia remota o
recente, riguardano tutti, per i risvolti
interrelazionali che stampano in noi solchi, tacche,
tappe del tempo di appartenenze o differenze, che
comunque segnalano la comunicazione e linterazione
tra più persone. Le
generazioni delle donne apportatrici di cambiamento nel
68, rappresentano quella fascia femminile che ha
cominciato a pensare su di sé, a praticare un
lavoro di riflessione sul proprio sé, cambiando così i
destini tradizionali delle donne. Le relazioni tra
generazioni che rivelano spesso punti oscuri e nevralgici
di pregiudizio, in questo peculiare momento epocale, di
passaggio e transizione generazionale sono inedite e
memorabili. I cambiamenti apportati dalle state
giovani del 68 hanno generato differenti
relazioni intergenerazionali. Per esempio non esistono
passaggi di modelli. Le ereditiere, le
giovani generazioni femminili, non hanno accettato la
consegna, in vissuti di mancato
riconoscimento e disdetta delleredità dove non
esiste trasmissione, accettazione, integrazione e
consegna di eredità. Non si effettuano passaggi di
modelli tra uomini, si verifica assenza di conflitto
intergenerazionale, senza imbarazzi e pesantezze perché
il pregiudizio entra in questi vissuti, nella difficoltà
di comunicazione, sorta dalla crisi di un modello
tradizionalista di patriarcato, dalla nascita dei nuovi
padri. Dalla crisi del modello assolutista del maschio,
gli uomini hanno compreso la possibilità di crearsi
spazi per ripensarsi come genere, portatori di
unacquisita eredità femminile postsessantottina,
come ambito e spazio per riflettere e che il maschio,
luomo forte per obbligo e non per scelta del
passato non poteva legittimare. Il
pregiudizio intergenerazionale ha sempre rappresentato
una particolare modalità di comunicazione, di
espressione nelle relazioni tra generazioni.
Latteggiamento pregiudiziale, il cattivo giudizio
degli adulti nei confronti dei giovani ha diverse radici,
significati, motivazioni e giustificazioni, impedendo la
rigenerazione ricorsiva, lerranza, i passaggi di
consegne di eredità tra generazioni, tra epoche, nella
trasmissione di significati, valori racchiusi nella
memoria storica remota e recente, nellimpegno
intellettuale e culturale al servizio del sociale per
sostenere i valori etici della comunità
educante, della società aperta al cambiamento, gli
ideali democratici della Resistenza
alle dittature, contro sciovinismi e imperialismi, i
valori, le conquiste, i diritti acquisiti con le
rivendicazioni e trasformazioni del movimento
sessantottesco che devono essere tramandati di padre in
figlio, dove la società sia una grande famiglia educante
con punti e figure di riferimento tra generazioni, dove
esistano padri e madri che
trasmettano i valori dellappartenenza alle
generazioni che hanno vissuto e sofferto un tempo di
lotte di rivendicazioni, di traguardi e conquiste che non
va dimenticato, scadendo nelloblio della
modernità. La trasmissione della memoria storica di
generazione in generazione
per non
dimenticare e non ripiombare negli errori della
storia, nellintolleranza cieca nei confronti delle
diversità, nello spettro dei conflitti civili armati,
nelle dittature di qualsiasi colorazione, nei
nazionalismi esasperati, negli sciovinismi ed
imperialismi esacerbati da conflitti Il
filo rosso della storia unisce le nuove
generazioni ai vecchi padri della resistenza
prima e del 68 poi, per tramandare e portare avanti
il vero impegno intellettuale, culturale, quindi etico
nella società contemporanea, nellattualità del
presente, in prospettiva futura, per le nuove
generazioni, come eredi ed ereditiere dei movimenti di
emancipazione tra i sessi, tra classi sociali, per la
conquista di libertà e parità di diritti, per la
risoluzione del sottile contrasto dicotomico tra
differenza e discriminazione, in vista
dellabolizione di pretese, prevaricazioni
classiste, di subdole manovre revisioniste e,
addirittura, negazioniste della storia, della verità ed
obiettività del relazionarsi degli eventi, al fine della
messa in discussione, la confutazione logica del
principio di autorità assoluta, per lemancipazione
dal patriarcato, dal dominio e strapotere
delluomo forte. Devono convivere,
finalizzate al confronto e allarricchimento
reciproco, le diversità di pensiero, di genere, tra
sessi, culturali, etniche, razziali, religiose, ma non
devono sussistere, in uno stato di democrazia e
progresso, diversità discrimianti e differenze
discriminate circa i diritti inalienabili delluomo. Il confronto tra diversità per andare oltreDunque
la riflessione relativa ai concetti di erranza e di
generazione invita a declinare il pensiero in una
dimensione praticamente storica, in categorie
spazio/temporali. Gli interventi in ambito educativo e
pedagogico spingono intorno ad un nucleo come il tema del
disagio relazionale ed intergenerazionale, della perdita
di un centro, di figure di riferimento, del proprio ruolo
e posto nel mondo, nella storia, nellevoluzione dei
tempi, con lincapacità di riconoscersi in uno
spazio e tempo personali, di riflessione sul proprio sé
e sul passato personale, individuale e collettivo, che
renda riconoscibile e dotato di senso lagire e il
ricordare, il rimembrare e commemorare. Il disagio
generazionale è frutto di crisi culturale, di perdita di
memoria storica, a livello personale e collettivo. Dal
disagio scaturisce lerrore, il desiderio
derranza, levasione alla ricerca di nuove
forme del sé in categorie di pensiero
spazio/temporali, nel corso dellevoluzione storica
personale e globale, nellesistere in un luogo
secondo una propria, personale memoria. La risposta è il
modello di solitudine esistenziale, come dialogo con il
proprio sé, pur nella convivenza (di cui parla Maria
Zambrano), che può avere vantaggi difensivi notevoli, ma
comporta anche resa, rassegnazione di fronte ad un mondo,
ad un modello culturale ad un sistema di progresso
insostenibili. Forse i fenomeni di reinsorgenza del
religioso, dellarchetipo del sacro, tanto frequenti
nel nostro tempo, vogliono rappresentare una possibile
risposta, un senso e significato giustificativo a tale
condizione storica. Ciascuno
vive la situazione di solitudine esistenziale,
nellinevitabile processo di individualizzazione dei
destini di fronte al mondo ed al corso della storia, al
relazionarsi degli eventi che ci travolgono. Come
attribuire matrici di senso e di signi ficato
allesistere, allessere al mondo, riconoscendo
e riscoprendo il valore e lidentità del destino
individuale, personale di ogni singolo soggetto inserito
nel popolo, parte integrante ed indispensabile del tutto,
attore della storia, proprio adesso che le grandi
ideologie, matrici e categorie archetipiche del pensiero,
sono svanite e avanza impellente la secolarizzazione,
letica dei consumi e la modernità lacerante
delloblio, nel pensiero pervasivo, omologante e
standardizzato, veicolato dai massmedia, per cui le
risposte ultime, cardine dellesistenza, ovviamente
scaturiscono dal sacro? Lerranza
instancabile del pensiero indagatore, analitico nella
ricerca del senso e significato ultimo dellessere,
il viaggio nella dimensione interiore del sé, la
Wanderung spazio/temporale, lesilio esistenziale
nei luoghi dellaltrove interno ed esterno al sé,
costituiscono esperienze uniche, straordinarie in cui
avviene il confronto con lalterità, altruità
dellessere, dimensione olistica interna ed esterna
al sé, nellaltrove
spazio/temporale, per cui la prospettiva di approccio
fenomenologico a tale esperienza varia e trova punti di
riferimento sempre nuovi pur nella ripetizione culturale
ed ermeneutica, interpretativa, dei termini ultimi.
Erranti
che amano la vita e la conoscenza, che suscitano
interessi negli altri e affascinano al gusto
dellignoto nella ricerca inesausta, insopprimibile,
viscerale di verità, nellavventura inesplorata dei
saperi per imparare a ricominciare, a ricrearsi, a
rinascere ogni volta per aprire radure proprio dove più
oscure diventano le idee e le contraddizioni altrui,
viaggiando con il pensiero per andare
oltre
nellaltrove
di nuove esperienze, nellavventura esistenziale, la
Wanderung
esplorativa, sconfiggendo lo spettro della morte
nellannichilimento del lume della ragione,
diventando infaticabili erranti del pensiero, seduttori
curiosi verso lignoto del sapere, nel mondo, per la
conoscenza infinita, per la ricerca esplorativa del vero
senso della vita, delle verità, liberando le idee da
incrostazioni abitudinarie, da convenzioni ottuse e
convinzioni caparbie, trovando un approdo
nellascolto di chi forse non ha ancora pensato la
vita e la morte, ma lha solo narrata
là dove
gli erranti sfiorano i confini
Laccezione
del termine differenza (dal latino dif-fero,
disseminare, scombussolare, spargere) implica lidea
della pluralità, pluriverso olistico globale ed
omnicomprensivo del concetto più circoscritto di
diversità (dal latino diverto,
diversus,
contrario, opposto a, differente da). Il
territorio multiculturale,
potenzialmente interculturale[1],
che vede lavvicendarsi degli spostamenti,
migrazioni di interi popoli, che mette a confronto
differenti diversità, meticciamenti, etnie, promiscuità
e difficoltà aspiranti allintegrazione,
allaccettazione, accoglienza e condivisione
dellaltrui
differenza, non per sconfiggerla, annientarla,
ghettizzarla, deturparla, omologarla, in piatte,
avvilenti, discriminatorie standardizzazioni, ma per
riconoscerla e rispettarla, nella valorizzazione,
arricchimento e accrescimento reciproci, è il teatro
della fiumana degli eventi, in cui ognuno agisce come
attore consapevole del proprio sé, nella costruzione
dellimmenso mosaico della storia e
dellesistenza nel corso ricorsivo, ciclico,
proteiforme dellevoluzione dei tempi, del
relazionarsi degli eventi Solo
riappropriandoci come società multietnica, aperta alle
frontiere, ai confini europei, di una ormai confusa
identità ottenebrata e degradata dal consumismo
esasperato, dal livellamento culturale delle coscienze,
da stravolgimenti economico/sociali apportati dagli
ingenti fenomeni di capitalizzazione industriale delle
risorse collettive, solo diventando attori del proprio
sé, protagonisti consapevoli della propria storia di
vita e di formazione, sarà possibile recuperare i valori
significanti di confronto e arricchimento culturale ed
interetnico vicendevole, nellambito di pluralità
didentità interagenti allinterno del tessuto
sociale, mediante linterscambio, accoglienza ed
accettazione, non falsamente ed ipocritamente tollerante
del diverso,
dellaltro da sé,
dellimmigrato, straniero, portatore di novità, di
cambiamento, nella certa e riconquistata consapevolezza,
data dalla riflessione sul personale passato storico,
collettivo e individuale, soggettivo, volta a rispondere
alle domande esistenziali ultime, cardine delluomo
e della memoria dei tempi: chi siamo, da dove veniamo,
dove andiamo.
[1]
cfr.M. Disoteo, Multiculturale/interculturale,
bollettino Irrsae.66/67 marzo giugno 1999
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