STUPRO IN CASSAZIONE

di Maria Ornella Serpa

Strano questo nostro sistema che giudica "plagio" un rapporto di coppia consenziente tra una donna adulta ed un ragazzo minorenne e minimizza invece lo stupro, perpetrato ai danni di una ragazzina da un adulto, perché la "vittima"  non era PIù VERGINE. E la volontà della ragazzina? Il suo innegabile diritto di dire "NO"? Eh già! I di lei diritti si fermano, sempre e ancora, dove iniziano i di LUI diritti. Storia vecchia ma che dobbiamo superare.


Quando ho sentito la notizia, più che da incredulità - so benissimo in che contesto vivo - sono stata colta da panico. Ho pensato: ecco, ora gli uomini hanno un'ulteriore scusante - semmai ne avessero bisogno - per dirti che, in fondo, fare sesso con loro, anche quando non vuoi, non è poi così grave e che non è il caso di "fare tante storie" quando LUI ha voglia, specie se sei già "iniziata".
Questa notizia, poi, mi coglie in un momento particolare dato che qualche sera fa ho subito, fra le altre cose, l'ennesimo tentativo di violenza - che, data la mia attività professionale, è quanto dire...!


Dopo il varo della nuova normativa in materia di stupro, che vanta anche un importante contributo "rosa", mi aspettavo che le cose sarebbero state un po' più chiare in tema: pensavo, ingenuamente, che si fosse passati oramai dalla concezione barbara e fallocratica dello stupro come "disprezzo della morale" o come "depauperamento del patrimonio del pater" alla concezione di stupro come "danno alla persona", danno alla donna auspicabilmente!


Invece, siamo costrette a subire l'alta pronuncia di un vile fallocrate cassazionista che "valuta" la tutelabilità penale e peniena delle donne - in tema di reati sessuali - in base alle "esperienze" che ella ha avuto; una persona di sesso femminile riduce il proprio "valore" in rapporto alle proprie esperienze sessuali; come dire, una donna tanto più è "edotta" in materia di sesso-praticato meno deve fare storie di fronte alla "legittima e comprensibile richiesta del maskio". Questa sentenza è, oltre che un abominio, UN INCETIVO ALLO STURPO! La verginità, l'integrità dell'imene, che prima erano a tutela del patrimonio e della dignità maskile, ritornano di moda come metro di misura della tutela, del valore e della considerazione della persona donna quando ella "pretenda" di chiedere il LEGITTIMO ed INNEGABILE rispetto della propria sessualità e del proprio diritto di dire "NO".

Questo sono ancora le donne:VERGINITA' ED IMENI; tanto più ne hai - di verginità e di imene integra - tanto più sarai soggetto tutelabile (e tutelato?).
Lo saprà, secondo voi, un uomo medio cosa vuol dire per una donna subire uno stupro, o un tentativo di stupro, anche se ella è già "edotta"? Io sono convinta di no. 
Questa sociocultura  - ingiustamente, colpevolmente e grazie a molte "insospettabili" connivenze - ancora indottrina ad un tipo di sessualità dipendente dalla biologia sessualcromosomica: distingue tra chi nasce con vulvo-vagina-ovaie da chi nasce con pene-testicoli attribuendo - SOLTANTO IN BASE A CIO' - obblighi, diritti, pretese, garanzie, divieti, voglie e quant'altro. 


Ci risiamo; dobbiamo ricominciare a spiegare tutto daccapo e.muoviamoci, altrimenti non è assurdo prevedere che se qualcuno mi stuprerà ed io, impazzendo, lo denunciassi, nella più rosea delle ipotesi potrei ottenere una pronuncia tipo:
PQM


Il povero sig. X è condannato a risarcire il danno, alla puttana che ha fatto tante storie, liquidato nella misura del prezzo che la reproba chiede solitamente a chi ha voglia di accompagnarsi con lei. Dimenticando, o non considerando, che ognuno di noi ha diritto di fare della propria sessualità CIO' CHE VUOLE, QUANDO VUOLE  E CON CHI VUOLE con l'unico limite di non danneggiare i terzi. E' così difficile da capire? Non credo! Piuttosto è difficile da accettare per un ..uomo. A tal proposito, un iudex, nei civilissimi e democraticissimi USA, ha sentenziato - rigettando la denuncia di una sex worker che aveva fatto arrestare il suo stupratore - che "una prostituta non può sostenere di avere subito molestie sessuali né stupro dato che la medesima esce di casa disponendosi già a fare sesso con chiunque paghi per questo". Altro che conquiste di "genere"; è ancora viva e pulsante l'indicizzazione della donna "libera".
Diciamolo chiaramente cosa subisce una donna quando - anche "soltanto" - viene molestata sessualmente o quando subisce "solo" un tentativo di stupro, quale che sia la propria "esperienza":
- la superiorità fisica del "povero maskietto che abbiamo tentato", è già di per sé qualcosa che ci spaventa;
- le violenze da costrizione fisica e verbale che subiamo ogni volta che tentiamo di resistere alle "legittime" e delicate avances del "povero maskietto che abbiamo tentato";
- il dolore delle percosse per le nostre resistenze a non farci trattare da luridi vespasiani;
- il senso di umiliazione per dovere subire le "legittime" voglie del "povero maskietto che abbiamo tentato";
- la nausea di avere sopra il "povero maskietto che abbiamo tentato";
- il dolore della penetrazione che ci siamo andate a "cercare" e che ci siamo "meritate";
- le conseguenze psico-emotive e sanitarie che ci fanno "compagnia" anche per molto tempo dopo che abbiamo subito ciò che "ci siamo andate a cercare" e che "ci siamo meritate";
- e chi più ne ha più ne metta.
Lo capirà mai, un uomo, il concetto dell'accondiscendenza dellA vittimA all'atto di stupro? Capirà mai egli che il panico, la paura di evitare il peggio possono "determinare" condizioni di "condiscendenza" da parte della vittimA che si "fa stuprare volontariamente" per subire il minimo danno?
Si, urliamolo forte il nostro senso di disgusto e la nostra ribellione contro quest'ennesima pronuncia; diciamolo in maniera tale che lo sentano forte e chiaro che non siamo più disposte a farci considerare e trattare come oggetti di piacere dai superiori fallocratizzati che "vanno compresi nelle loro voglie bestiali" specie se siamo già "edotte" sessualmente; andiamo sotto la Cassazione a manifestare contro la fallocrazia ed i suoi fedeli "penuti" che, lo sanno tutti, sono in pienissima attività negli alti posti di comando e di direzione del nostro sistema; andiamo a dire a quest'ALTA CORTE che è da abietti pronunciare certe assurdità travestite da sentenze e che non si violenta impunemente la dignità di TUTTE LE DONNE.


BASTA SUBIRE SILENTI!
BASTA CON LA MINIMIZZAZIONE DELLO STUPRO!


Co.Di.Pe.P. - ROMA (Coordinamento per la Difesa delle Persone Prostitute)