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l'infazia
violata di silvio cinque Ad un anno dalla tragedia dello Tsunami segnalo un libro che ricorda marginalmente quel terribile accadimento. Lo ha scritto Simona Maggi per i tipi della Edimond ed il titolo è: Infanzia Violata, 2005. Tra i tanti aspetti scaturiti da quella tragedia e trattati in maniera approfondita da libri e giornali, aspetti che vanno dallutilizzo oculato dei milioni di euro generosamente trasmessi per SMS dagli italiani, allanalisi della partecipazione delle numerose ong nazionali ed internazionali, laspetto descritto da Simona stupisce per le sue duplici caratteristiche. Inviata dallagenzia di stampa per la quale lavorava sulle tracce recenti della catastrofe, Simona si trova dentro un altro inferno: quello del turismo sessuale e pedofilo, incoraggiato e favorito dalla catastrofe stessa. Al seguito del tutto involontario e indesiderato di un gruppetto di habitues, Simona si trova ad affrontare un duplice angosciante dilemma: rimanere fedele al servizio affidatele, quello sullo tsunami, o seguire queste nuove tracce, evidenti ed impunite. Il fenomeno, che interessa molti i paesi occidentali, Italia compresa, e che coinvolge tutta lAsia oceanica, trova una rete di collusioni e di complicità che vanno dalle gentili ed esplicite proposte di tassisti e truk truk alla condiscendenza interessata di quasi tutte le polizie locali. Il libricino è scarno ed essenziale, alterna momenti di disagio, disgusto ed angoscia della giornalista e della sua troupe, a piccole brevi storie raccolte tra Madras, ancora prigioniera di Madras, Colombo, Pattaya e Bangkok. Sette piccoli capitoli, dolorosi come una via crucis, in cui il dolore di donna e madre, si scontra spesso con laspetto professionale della giornalista costretta a riportare, riferire come è nellobbligo delle sue funzioni e del suo mandato. Piccoli momenti di digressione familiare sembrano riportare a momenti di domestica serena intimità, sentendo per telefono il figlioletto Leonardo che in Italia attende il ritorno con un regalo esotico e natalizio. Momenti alternati con dolorosa determinazione ad altri in cui si occupa di altri bambini e bambine che dellinfanzia felice ed innocente non hanno mai avuto possibilità e che mai, mai più, ne recupereranno un minimo di normalità. Langoscia e lurgenza si fa via via più pressante: Simona lancia un grido, più grida dallarme e di dolore, ogni volta che, col passare dei giorni, i fatti che racconta hanno sfumature diverse dentro la stessa sostanza. La sostanza è il corpo dei bambini, le loro vite e i loro destini che sfuggiti ad un tragica fine sembrano sprofondare in un inferno peggiore. Questo libricino parla di Daw, di Charal, di Chantal, ma anche di Lalitesh, i bambino/uccello, e di Kumar che sfuggiti allonda tornano a fare i pescatori. Un reportage di questo genere difficilmente fa tornare una persona esattamente come è partita, soprattutto se è una madre che sa e confronta infanzie differenti. Tuttavia Simona riporta anche momenti di sorprendente speranza. Se si potesse paragonare lo tsunami alla vita, nel dolore, nella morte cè anche il miracolo dello scampato pericolo e della salvezza spesso accaduti in circostante incredibili ed una determinata, ostinatamente semplice voglia di ricominciare. Generalmente mi piace trarre dai libri delle allegorie o delle simbologie che evochino altri libri, in un flusso continuo e concatenato di pensieri ed emozioni. Ma questo pesantissimo libricino di 51 pagine non me lo permette. Sarebbe facile trovare altre chiavi di lettura, ma in questo caso sarebbero pericolosamente fuorvianti. Il libricino mi guarda, mi rimanda uno sguardo che va fin dentro di me e mi mette a disagio, (lo stesso disagio che provo quando incrocio una donna sola, di notte, per strada), perché questo sguardo non è di bambini fiduciosi e innocenti ai quali affidare il messaggio amorevole di una carezza. Questi bambini non voglio essere toccati, mai più da mani fidate, i loro genitori morti nellonda, gli adulti bugiardi, gli stranieri cattivi. Questi bambini, se mai arriveranno alletà adulta, ci rimanderanno unonda ben peggiore di quella che li ha scampati, perché senza distinzione alcuna, ci renderanno ragione del nostro sfarzo e della loro miseria, del nostro cinismo e della loro disperazione. Perché i mostri che in 80.000 prendono ogni anno laereo del sesso, perché gli uomini cannibali che rapiscono i bambini per traffi-carne gli organi, questo mondo di adulti proviene dal nostro presupposto benessere che fino al midollo sfrutta le loro disgrazie ed il bisogno, comune a tutti gli umani, di vita, felicità, benessere. Ma una cosa la voglio dire, al di là del libricino e della splendida persona che da queste righe traspare: non riesco a non pensare allinfanzia violata di coloro che a loro volta violano altre infanzie in un circolo perverso e apparentemente inarrestabile; la catechesi cattolica, ammette in certi casi estremi, la pena di morte, ma anche e comunque, il perdono; la catechesi di Calderoli ammette la castrazione chimica e non so quale altro deterrente, con in rischio di trovarsi unalta percentuale di castrati anche nel nordest. Il problema non è solo ed essenzialmente nella pulsione bestiale, che è lestrema conclusione e conseguenza, ma nel modo di concepire la relazione tra adulto e bambino e di come questo sia stato vissuto nella propria infanzia. Penso a quella bimba che aspettava qualcuno che la salvasse da un destino crudelmente segnato e a quella che si sentiva fortunata perché, avendo lAIDS, non sarebbe stata vittima degli uomini cannibali che le avevano rapito lamica. E mi accorgo che cè ancora tanto, tantissimo da fare perché questo mondo non naufraghi definitivamente in sé stesso. Stografie: http://www.modenaterzomondo.org/ La campagna contro il turismo sessuale in Brasile http://musibrasil.net/vsl_art.asp?id=1270 di Simona http://www.umbrialibri.com/domenica.html |