DIALOGO CON LIDIA MENAPACE

 

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L'EUROPA E L'ECONOMIA - DIALOGO CON LIDIA MENAPACE

di massimo d'andrea.

trascrizione - di Maria.

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Per quanto riguarda la crisi economica in Europa, cosa ne pensi ?

Penso che questa crisi sia il riflesso di una più generale crisi dell’economia capitalista nella sua forma di finanzializzazione. Il neoliberismo comincia a mostrare crepe ovunque e produce una insicurezza, incertezza economica di grande pericolo.Io sono contenta e preoccupata insieme.

Contenta perché?

Contenta perché se va in crisi l’economia capitalista io sono contenta in generale.. devono saper rispondere ai problemi, promette un avvenire migliore ma non riesce a rilanciarsi se non con il suo vecchissimo strumento della guerra dell’oppressione quindi, le critiche ritornano tutte attuali.

Ma sono molto preoccupata perché ho in mente, invece, una osservazione che fu di Rosa Luxemburg. Quando lei cominciò a occuparsi della crisi ciclica dell’economia capitalista, correggendo anche un errore di Marx, disse che l’economia capitalista sarebbe diventata ad un certo momento finanziaria: il capitale finanziario avrebbe prevalso su quello produttivo. In questa fase il capitalismo avrebbe rimediato le sue crisi allargando i mercati e conquistandone sempre di nuovi avendo perciò bisogno dell’imperialismo. Fino qui tutto giusto, tutto è successo. Lei osservava acutamente che dalle sue crisi cicliche il capitalismo esce, fino a quando? Fino a quando ha conquistato tutti i mercati. Quanto tutti i mercati sono stati conquistati la crisi diventa catastrofica. La globalizzazione è questa cosa qui.

Mancano tutti i mercati dell’est, dei paesi arabi, quelli cinesi.

Ma sono già mercati però, non sono altra economia. Diventa una specie di lotta imperialista in qualche modo. Lei dice acutamente che l’edito non è catastrofico. Solo chi si accorge di questa crisi prepara l’alternativa. La cosa che mi fa paura è che l’alternativa non la prepara quasi nessuno.

Non c’è alternativa in questo momento?

Comincia ad esserci in alcuni forum mondiali, in America latina che in questo momento, credo, sia la primavera del mondo. Ma se l’America latina non trova, per esempio, un’alleanza nell’Europa e se l’Europa non cerca alleanza nell’America latina e insieme non vedono cosa si può fare per l’Africa io sono molto preoccupata. Noto questo esito catastrofico a cui non si pone rimedio, sono troppo fragili, scarse e disperse le forze o le opinioni di chi pensa che si può riflettere ad una alternativa, a un’altra economia, a un’altra forma di gestione di potere politico, alla pace invece che alla guerra, alla distribuzione di ricchezza invece che alla dissipazione delle risorse, ecc.

Noi avevamo l’esempio della liberalizzazione della Thatcher che fu catastrofica e invece, soprattutto la sinistra, ha iniziato ad imitarla. Non pensi che sia sistematica questa crisi? È una crisi anche voluta oppure folle, irragionevole? Se da una parte la situazione non era andata come previsto per quale motivo poi si è rinnescata la stessa situazione e soprattutto adesso, sento parlare da giornalisti Europei, dal Times ecc. che dicono che l’Italia deve spingere di più sulla privatizzazione e sulla liberalizzazione del mercato e dicono che questo è il problema dell’Italia. È possibile?

Secondo la lettura neoliberista è questo il problema. Quello che non c’è è una lettura non neoliberista, manca l’alternativa, perché sono andate in crisi anche tutte le ricette politiche. Io sono stata a Milano per questo incontro della sinistra europea dove era presente anche Oscar Lafontaine e la sinistra germanica. Ho fatto un intervento dicendo che la Germania è in questo momento un paese simbolo perché sul suo territorio sono andate in crisi tutte e due le formule politiche che la sinistra aveva cercato in Europa. La forma politica del comunismo sovietico nella Germania dell’est ma anche la forma politica della straordinaria social democrazia tedesca nella Germania ovest, tutte e due. Quindi adesso Oscar Lafontaine presentandosi come sinistra prende il 10% si può cominciare ad osservare che lì forse c’è una qualche piccola forza politica che comincia a pensare ad un altro mondo, quando un altro mondo è possibile, non vuol dire un mondo diverso, migliore, riformato, vuol dire altro! Vuol dire un’alternativa radicale.

Un’alternativa è sempre radicale, altrimenti non è un’alternativa.

Infatti non per niente si parla in tutte le sinistre, tranne in parte rifondazione, di riformismo. Persino riformatori non si può più essere.Lombardi sarebbe già un pericoloso sovversivo. Guai se tu dici riformatore invece che riformista. Persino la social democrazia più avanzata è considerata una roba da cancellare. C’è proprio una sconfitta verticale della lettura della realtà non per niente infatti la politica non ha più quasi nessun rapporto con la realtà, non mette i piedi in terra.

C’è stata una bellissima intervista di Sergio Cusani rilasciata dal Sole 24 ore, che diceva che il periodo di tangentopoli in Italia fu innescato per scavalcare il sistema politico a vantaggio diquello economico. Ricordiamo che subito dopo il decesso di Cuccia avvenne la sfrenata liberalizzazione in Italia. Cusani afferma che il periodo di tangentopoli fu utilizzato per far risalire il discorso dell’economia a svantaggio di quello politico e che adesso invece questa crisi economica, in atto con i furbetti del quartierino, l’assalto alle banche ecc. serve per rilanciare un discorso politico. Ma se poi la politica continua spingere il tasto della liberalizzazione siamo sempre da capo.

Cusani è un intelligente. Io su tangentopoli, in quel periodo, avevo dato un articolo per avvenimenti, il mio giudizio era negativo perché secondo me, il governo dei magistrati è il peggiore nel senso che i magistrati per deformazione professionale applicano la legge, non pensano mai di cambiarla e quindi è sempre un governo conservatore. A parte questo, è sicuramente un governo improprio perché fatto da altre sedi, sicuramente produrrà degli errori e sarà un disastro. È vero che c'è stato un tentativo massimo da parte del capitalismo più ragionevole italiano e meno straccione d’imporsi sulla politica e adesso ci sarebbe un tentativo della politica. Però non vedo francamente questo tentativo. Berlusconi e' la politica che si impone sull’economia, sarebbe l’Unipol ? Non condivido questo giudizio mi pare che sia un pò troppo illuministico, pensiero desiderante più che pensiero reale.

La cooperazione potrebbe essere una risposta non alternativa ma diversa?

Si. Secondo me adesso bisogna buttare giù Berlusconi a qualsiasi costo persino facendo carte false. Dopo di che c’è da fare un lavoro tremendo di, mi vengono in mente le fatiche di Ercole quando dovette ripulire le stalle, pulizia delle stalle e di riavvio e in questo io sono anche molto disposta alla mediazione politica, quindi anche a delle cose non alternative che hanno un briciolo di autonomia rispetto al presente. La cooperazione potrebbe essere questa cosa o l’innescamento sul pensiero tradizionale della sinistra quello che riguarda il lavoro del pensiero femminista, ambientalista, la dimensione internazionale, insomma. Lavoro ce ne sarebbe volendo, lavoro politico a non finire, anche di primo approccio a una rilettura del reale che non ha forse ancora subito il carattere di piena alternatività. Almeno segnalare soggettivamente nelle coscienze una voglia di distinguersi, staccarsi, tirare giù la saracinesca, rispetto al presente.

Rimaniamo ancora in Europa. Venti di guerra, Bush. Sono rimasto colpito dall’ultimo intervento di Bush, l’ultimo suo discorso, perché c’era da una parte un richiamo all’Europa e dall’altra il solito indicare l’Iran e anche la Siria come punti di obbiettivo prossimi alla guerra. L’Europa coma sta rispondendo?

L’Europa secondo me non risponde, è proprio impacciatissima. Probabilmente considera questi discorsi di Bush dei discorsi di pura propaganda perché intanto vede che Bush non guadagna consensi nel suo paese. Pare che sia davvero sotto la media, malmesso dal punto di vista di sostegno popolare e quindi, forse, non gli danno tanto credito, sbagliando perché può fare qualsiasi follia, sia lui che soprattutto il suo gruppo. L’inizio della guerra, il neocons, ecc.

Ma dietro l’Iran ci sono anche la Russia, la Cina o no?

La Russia, la Cina e l’India giocano intanto ad essere delle varianti interne al sistema capitalistico naturalmente, di rilievo perché la dimensione stessa trasforma la quantità in qualità e obbliga a tenere il conto. Adesso per esempio, la Russia nella crisi iraniana si comporta con qualche cautela, si offre come il paese dove si potrebbero fare delle cose che non viene consentito all’Iran di fare sul suo territorio. Fino a quando però, il mondo le Nazioni Unite, il consiglio d’Europa non si comincia a domandare: per quale ragione il paese che detta legge sull’atomica, è l’unico che l’ha usata, bhè questo è assurdo. Una irragionevolezza di questo genere mina tutti i rapporti internazionali, l’unico paese che ha buttato l’atomica sono gli Stati Uniti e sono quelli che dicono che gli altri non la devono avere.

Un altro vento che in questo momento sta coinvolgendo l’Europa è il vento religioso. Abbiamo una religione cattolica che è intervenuta spesso anche sulle donne, recintando continuamente il diritto all’autodeterminazione del corpo femminile. Secondo te, cosa sta accadendo tra le vignette mussulmane i mussulmani ecc. e anche la risposta della religione cattolica sia alle donne che all’Europa tutta.

Quelle tre religioni monoteiste sono tutte e tre in rilancio, diversamente, e tutte e tre in fase fondamentalista, tutte e tre! Noi vediamo il fondamentalismo islamico ma c'e' anche quello ebraico. I partiti religiosi in uno stato che si dice modernissimo come Israele determinano spesso la conduzione delle forze politiche al punto che in Europa il Papa chieda le radici cristiane nella Costituzione Europea, tutte e tre le religioni monoteiste sono in questo momento in fase fondamentalista.

Anche quella cattolica?

Anche quella cattolica, sicuramente. Anche le religioni protestanti perché la lotta contro l’aborto riguarda sia protestanti che cattolici. Addirittura contro Darwin i protestanti fanno delle cose terrificanti.

L’ha iniziata anche la Moratti.

Si, infatti. Appunto lei ha studiato in america. Sono tutte e tre in fase fondamentalista e in un grande rilancio sia pure diversificato. Il massimo slancio è dell’Islam che è una religione semplice, facile da conquistare le masse e che può dare a delle masse disperse una forte identità, contro chi? Contro il nemico, chi lo invade, chi vuole conquistarlo, dargli le proprie leggi la propria religione i missionari e così via.

Questo scontro è stato per me inatteso, pensavo che il mondo fosse ormai avviato a una forma di laicizzazione democratica, invece c’è stata questa incredibile ripresa delle religioni nel loro aspetto più razionale . In Italia questa cosa si aggrava adesso perché Ratzinger ha un progetto esplicito di neotemporalismo. Lui vuole recuperare il potere temporale non nel senso territoriale del termine, forse vuole conquistare la Toscana, il Lazio e l’Emilia Romagna, perche' in Europa non conta niente, non è riuscito a mettere le radici cristiane. In Europa ci sono protestanti, ortodossi, molte persone non religiose o non praticanti che fanno della religione una questione personale ma non politica e quindi in Europa non riesce ad imporsi. Non fa eco nei confronti dell’Islam perchè non appena da ragione a quelli che lo sostengono, tipo Pera e gli altri così detti devoti, lo porterebbero alla guerra santa contro l’Islam, per uno dei valori occidentali ed altre baggianate e lui non è così stupido da seguire una roba di questo genere. Gli serve un potere politico in un paese importante e questa è l’Italia.

Ma importante strategicamente non importante economicamente l’Italia.

Per la chiesa il punto di vista economico è meno significativo. Per Ratzinger avere l’Italia che amplifica le sue posizioni in Europa e nel mondo è il massimo che può sperare. Quindi fa questo esplicito, lucido disegno neotemporalista mandando a farsi benedire il concordato che viola regolarmente. Lui, Ruini fanno delle ingerenze nelle cose politiche italiane che al tempo della DC non sarebbero state consentite. Che Don Germini vada alla conferenza programmatica di AN a inneggiare a Fini, per la legge sulle droghe, è una cosa che non si sarebbe mai sognato di fare nessuno prima. Lui passa sopra il concordato tranquillamente. Si presenta a Bari alla conferenza dei cattolici con le guardie svizzere dietro che vuol dire simbolicamente “sono sul mio territorio” perché un capo di stato che si porta i suoi militari, li può portare solo sul suo territorio. Va a visitare Ciampi e quando Ciampi parla di laicità lui lo corregge dicendo “la sana laicità” , che è una cosa di una scorrettezza, di una scortesia incredibile; un Capo di Stato non corregge mai il Capo di Stato che lo ospita. Ma la sana laicità è quella che poi la chiesa dice di essere. Questo varrà per la libertà di stampa, di opinione, per l’autodeterminazione delle donne, per le leggi da fare su questo e su quell’altro, c’è una vera invasione nel territorio politico italiano, non parliamo della televisione pubblica , che fa parlare Ratzinger prima di Ciampi regolarmente e non c’è telegiornale dove il Papa non infuri. eppure il Papa ha la sua televisione, perché non la usa? Oppure perché non la chiude, così smette di inquinare i quartieri romani?

Certo, con le antenne!

Con le antenne appunto! C’è un disegno neotemporalismo di una tale esplicitezza che mi domando perché non viene denunciato. In Italia c’è ignoranza religiosa e sottomissione anche da parte delle forze politiche e spesso anche di quelle di sinistra. Le cose più dure contro il neotemporalismo di Ratzinger le ho lette s su alcuni giornali cattolici dissidenti ma veri, credenti, colti ecc., che non piuttosto nelle parole di gente di sinistra.

Ieri Fassino affermava che con il mondo cattolico, quindi con Ruini, su alcuni argomenti, dice che, sarebbe meglio dialogare, perché sono argomenti che poi, una volta risolti devono risultare definitivi.

Come discuti con Ruini della riforma della scuola, se lui è d’accordo con la Moratti ?

Certo, infatti siamo all’assurdo!

Vuol dire che devi cancellare la nostra Costituzione, questo vuol dire neotemporalismo, vuol dire che la legge fondamentale sarà dettata oltre tevere, da oltre tevere a Ruini e non dal Parlamento e dagli eletti italiani. Una cosa incredibile.

Ma le donne in questo momento, vedi una reazione?

Fortissima! Dal momento che il Papa fa un cleritarismo esplicito che l’anticleritarismo diventa ovvio! Tra le donne c’è una rabbia incredibile. Io sono stata a Milano il 14 di Gennaio con la delegazione di Bolzano. Com’è noto, Bolzano è un’area molto cattolica. eppure si leggono scritte anche in tedesco tipo: “Ratzinger vattene via, vattene a casa”, insomma molto esplicite,oppure si sente dire “che Ratzinger di famiglia è questa” e altre cose del genere, abbastanza irriverenti e queste risuonavano per tutta la piazza del Duomo a Milano. Adesso l’11 a Roma ci sarà la manifestazione NO VAT, che io trovo sia molto spiritosa perché da NO TAV hanno fatto NO VAT: NO VATICANO. E ci sarà un collegamento con Napoli dove avverra' un’altra manifestazione delle donne perché la laicità dello Stato riguarda le donne in modo specifico …

Sono due manifestazioni coraggiose, nel senso che qui a Roma si accusa direttamente il Vaticano e a Napoli c’è una cultura del sud cattolica molto forte. Quindi sono due manifestazioni molto coraggiose.

Sono due manifestazioni coraggiose, collegate e assolutamente autonome. Spero che abbiamo grande successo. Poi ce ne sarà un’altra manifestazione delle donne, a Palermo. Oramai c’è una rabbia, un movimento, un fastidio. Io ho sentito che appena Storace voleva mandare quelli del movimento per la vita nei consultori, le donne hanno detto: non vogliamo protettori, i magnacci non li vogliono neanche le prostitute.

Ultimamente sento utilizzare questa parola sulle prostitute in maniera abbastanza aberrante, bisognerebbe un attimo anche reinventare i termini. Però a prescindere questo, volevo chiederti se dietro a questa ondata delle vignette non ci sia lo zampino degli israeliani?

Può darsi, io ho mandato una cosa a Liberazione, speriamo che la pubblichino, l’ho mandata proprio questa stamattina. In cui dico cos’è successo. Un giornale di estrema destra danese ha pubblicato delle vignette, e non è successo nulla perché i danesi sanno cos’è e fuori dalla Danimarca chi è che legge un giornale danese ? Probabilmente in qualche centro di osservazione o islamico o non so che, che raccoglie, che fa un monitoraggio, a un certo momento ha scoperto queste vignette e le ha lanciate. A questo punto, quello che succede è tutto in qualche misura strumentale. Io che cosa ci vedo, ci vedo il fatto che, attraverso queste cose, le masse islamiche o arabe o anche non arabe, iraniane o quel che sia, ci mandano a dire che non è vero che noi abbiamo portato la democrazia. Perché in Afghanistan chi spara addosso a quelli che protestano a difesa di Maometto, è la polizia afgana, in Iraq è lo stesso. Loro ci fanno capire che la nostra stampa non è democratica perché noi non possiamo più dire niente di quello che gli Stati Uniti stanno facendo per esempio in Iraq. Da Falluja in qua, la censura è sulla nostra stampa. Usano questa occasione delle vignette per farci sapere che non ci sopportano e che qualsiasi cosa faccia una forza di occupazione, il popolo la rifiuta.

Questo Maometto, rappresentato come il solito terrorista, fa incavolare anche un musulmano che potrebbe pensare e riflettere di fare il gioco degli Stati Uniti per innescare una guerra.

Si ma sai, lì può succedere tutto e il contrario di tutto; quando l’azione politica è clandestina e ha di questi vincoli, doppi, tripli, religiosi, culturali, identitari, bisognerebbe avere una buona conoscenza di tutti, una quantità di elementi che non conosciamo per dire qualcosa di ragionevole.

Io vedo che questa loro, per me aberrante replica, tra l’altro così stupidamente maschilista, tutti questi giovani uomini infuriati, non si vede una donna per dire, che a loro volta opprimerebbero le donne del loro paese. Mica mi fido di quelli lì. Tutte queste forme sono peraltro copiate da noi e ci mandano a dire che non è vero quello che i nostri giornali dicono di loro, perché in Afghanistan continuano ad esserci scontri. L’abbiamo saputo! In Iraq continua la guerra, quando Bush ha detto più di un anno fa che la guerra è finita.

Infatti hanno mandato via tutte le ONG per non far sapere più niente. Abbiamo avutola perdita di Baldoni e non ce lo dimentichiamo e altre persone..

Chiunque ha cercato di parlare di Falluja è stato colpito! Anche Giuliana. Quindi loro segnalano che la censura è nostra! È inutile che andiamo ad insegnare la democrazia se prima non l’applichiamo per noi. Speriamo che pubblicano questo articolo.

Un ultima cosa, e poi ti lascio, perché parlare della nostra politica mi sembra un pò sciocco in questo momento, quindi eviterei.

Certo, sono dimensioni provinciali.

Si esatto. Veramente eviterei. Questa mattina i giornali scrivono se fare o no l’incontro con Berlusconi a tre punte, centrocampisti, insomma siamo a un livello basso politicamente parlando. Riferendomi a quello che dicevi prima, quindi consigli di votare comunque contro Berlusconi. Scegliere il partito e votare. E poi si discute.

Assolutamente!

I movimenti. In questo periodo ho una discussione accesa con loro, vedo che molti compagni per questioni legate, se vogliamo, a quello che era il famoso discorso di Pier Paolo Pasolini quando disse “io non posso scendere a patti con questa politica, perché scendere a patti con la politica significa comunque decidere di sporcarsi le mani, quindi non posso proprio farlo, è una questione mia, di coscienza”.molti del movimento no global, stanno facendo una corsa per entrare all’interno dei partiti politici. Questa crisi avviene perché un sogno è difficile da portare avanti o per quale altro motivo?

Secondo me c’è una questione molto vecchia ed è che uno dei fallimenti del ’68 fu l’assoluta intransigenza nei confronti di qualsiasi politica istituzionale. Stare fuori dalle istituzioni, fuori-fuori, contro-contro-contro e poi alla fine ci si è trovati con niente in mano, ecco! Questa nuova ondata di movimento non è mai stata contro un rapporto con le istituzioni. No mai! Ha sempre pensato che è importante avere qualcuno in parlamento, nei comuni, di farli diventare comuni non nucleari, pacifisti. Insomma, il rapporto con le istituzioni è stato relativamente buono. Ma relativamente buono, nel senso anche troppo arreso. Un altro mondo che soggezioni politiche deve avere ?Cosa vuol dire democrazia partecipata? Cosa vuol dire governo del territorio? Viene fuori a sprazzi, viene fuori a Scanzano sull’immondizia, viene fuori in Val di Susa sulla TAV, dove la popolazione dice: mi fate passare sulla testa la mondezza oppure sotto i piedi…

Viene fuori quando c’è un problema. Si fa un pò come i DS, si corre a destra e a manca per stoppare i problemi.

Per fortuna il movimento incontra problemi reali ma non riesce a connettere, comincia ora! Appunto, no TAV, no al ponte, no alle discariche. È purtroppo una drammatica connessione di tempi e di luoghi; perché ora tu hai le elezioni pe ti ritrovi in difficoltà, per cui che cosa fai? Accetti il meno peggio. Anche io ho accettato la candidatura da Rifondazione, per esempio. Sono candidata in Friuli Venezia Giulia, al Senato e non so se uscirò. Il collegio è insicuro ma insomma, questa lotta la voglio fare comunque…

Però la crisi maggiore che io sento, a prescindere le problematiche della candidatura che politicamente viene fatta comunque per risucchiare il movimento...

Nel mio caso no! Perché io faccio parte di un gruppo non di indipendenti ma di persone rappresentative del progetto della sinistra Europea che, prendono parte anche a questa scadenza, con il massimo di autonomia personale. Sta cambiando qualcosa, purtroppo in modo molto incerto perché per esempio, noi non è che ci auto organizziamo, anche perché non abbiamo soldi e poi è sempre rifondazione che giustamente ci dice, venite lì e venite a parlare di questo e di quell’altro. Possiamo dire quello che vogliamo, ma insomma, fino a quando non ci sarà anche una possibilità di avere mezzi.. Io infatti ho proposto un otto per mille per l’attività politica invece di dare i soldi alle chiese, perché non li diamo ai movimenti.

Certo. O alla ricerca: facciamo quattro e quattro.

Io alla ricerca non sono d’accordo, la ricerca deve essere finanziata pubblicamente.

Anche io sono d’accordo sulla ricerca, però non la finanziano! A questo punto, meglio non darlo ai preti!

In questo modo la ricerca è sostanzialmente subalterna alle case farmaceutiche. Io sono perché l’otto per mille venga dato ai movimenti. Non puoi richiedere autonomia se non hai i soldi!

Ma a prescindere l’autonomia, da quello che c’era negli anni ’70 che, secondo me, è stato il massimo punto di espressione dell’intelligenza, se vuoi, italiana…

A parte il discorso sulle donne!

A parte il discorso sulle donne in alcuni punti sicuramente. Il Manifesto però è nato in quel periodo.

Non ha mai avuto una ipotesi femminista.

Ne abbiamo parlato nella precedente intervista di circa due anni fa. Per questo poi sei uscita dal Manifesto. Però diciamo che politicamente… siete usciti dal Manifesto e avete detto, facciamo un giornale, cioè c’era l’idea progettuale, poi altri movimenti hanno detto, facciamo questo e l’hanno fatto; altri sono finiti nella lotta armata e comunque l’hanno, per sbagliato che sia concretizzata.Voglio dire,comunque i progetti venivano realizzati. In questo momento, in questo movimento, che è nato spontaneamente che è nato da, se vuoi, la drammaticità sia di Napoli che di Genova… c’è stata una fase in cui si discuteva appunto,se è meglio stare con il capitalismo e discutere le parti negative oppure stare totalmente fuori. Poi si è conclusa… manca il progetto, non vedo progettualità.

Non metto dubbi sul ‘68, sono d’accordo con te su questo giudizio, sono convinta ma è una fissa quindi può darsi anche che sbagli. Non abbiamo mai discusso abbastanza delle forme della politica oltre che dei suoi contenuti e siamo tutti legati alla crisi del partito politico che oramai è una forma teoricamente defunta ma che tuttavia continua ad occupare la scena. Se tu non trovi un altro modo di espressione di fare politica verrai sempre risucchiato nella forma partito che non può rappresentare una società complessa perché è una forma monoteista. Anche la forma partito detiene il potere, l’accesso alle risorse e cosa fai tu?

Quindi bisognerebbe fare prima una discussione sulla forma politica…

Insieme, bisogna fare insieme un mutamento dei contenuti… non per niente, Rosa Luxemburg aveva un’altra ipotesi, non pensava al partito, poi lo accettò. Lei pensava all’auto organizzazione delle masse, a una forma di democrazia partecipata. Adesso, magari, non diciamo più masse il termine che non risponde. L'autodeterminazione dei soggetti però si sviluppa attraverso, lei pensava, uno sciopero generale ad oltranza nel corso del quale le masse, diciamo pure i soggetti, costruiscono la società che va bene per loro.

Ma l’idea del comunismo è proprio terminata secondo te?

No! Perché questa idea di Rosa Luxemburg non lo era?

Questo sì! Ma bisogna farlo capire chiaro, nel senso che, a mio giudizio, non c’è un’idea chiara del comunismo. Quando parlo con i compagni si confondono…

Certo non c’è!

Continuano a parlare della Russia, come sistema comunista quando il comunismo lì non si è mai realizzato. Vogliamo dirlo?

No! Sicuramente. Quando io dico che si deve partire dal fatto che la Germania è un paese simbolico perché sul suo territorio sono avvenute tutte e due le crisi: quella del Comunismo sovietico e delle sue forme politiche e quella della Social Democrazia Europea nella sua forma più avanzata e straordinaria, dico questo!

Certo! Quindi rianalizzare anche il concetto di comunismo che ancora non si è mai realizzato.

Secondo me, non si prende in considerazione, perché non si tiene conto oltre che della contraddizione principale che è quella del capitale-lavoro, quella contraddizione originaria che è quella uomo-donna. Devi tener conto di tutte e due e insieme. Se tu dici alle donne, poi un secondo tempo liberiamo anche voi, quel tempo non viene mai. Adesso devi anche considerare la contraddizione delle risorse che Marx non poteva considerare al suo tempo perché non c’era. Devi avere un pensiero politico più complesso che si basa su due o tre contraddizioni fondative, diciamo, altrimenti non vieni mai a capo di nulla. Io credo che ci sia uno straordinario bisogno di una nuova teoria che si fa nella pratica. Vorrei avere 20 di meno, in ogni caso credo che mi basta la voglia. Qui subentra anche un discorso culturale vero e proprio.

Le quote rosa, servono o bisogna conquistarsele?

Intanto non ci sono! Quella delle quote rosa è stata una truffa colossale. Ignobile, indecente, hanno fatto bene le compagne a rifiutarla, a non votarla nemmeno. Nella condizione delle donne serve tutto. C’è un vecchio slogan femminista che dice che la condizione è tale che nessuna meta è troppo avanzata, nessuna è troppo arretrata. Per esempio, le sociologhe del nord Europa dicono, fino a quando il rapporto tra i generi è stabilizzato su 40/60, le donne non saranno mai in politica stabilmente. Quindi, tutto ciò che transitoriamente serve per farle arrivare ad un stabile 40 mettiamo o 50, o 60 e 40 gli uomini; quando è 40 e 60 è mobile, tra i due generi ce la si gioca. Prima è inutile quando sei all’8% dopo 60 anni di democrazia, nel 3000 sarai al 5%. Allora servono anche misure transitorie purchè siano reali. Almeno quote rosa nel senso che si mette un uomo e una donna, un uomo e una donna alternati e bloccati. Insomma, se no è una presa in giro. Dopo di che, quando ci sono le quote rosa, tu sai che è solo una misura transitoria di riequilibrio della rappresentanza, un barlume, un cosino da niente. Non avere neanche quello è proprio vergognoso.

Invece a queste donne di destra che ieri hanno ringraziato lo stesso il Parlamento, pur sapendo che era una truffa, quella avvenuta? Alle donne di destra in genere, cosa può dire un'altra donna?

Non basta essere donna per essere femminista e per essere politicamente donna bisogna essere femminista. Io mi batto anche per i diritti delle donne. Ogni tanto, quando non digerisco, mi viene l’incubo che magari dovrei fare una lotta per le soldatesse perché hanno dei limiti, non possono occupare le accademie militari per più del 20%. Dovrei battermi per il loro diritto a una equa rappresentanza.

Addirittura per le soldatesse?

Un diritto è un diritto. Mi viene male, mi viene l’incubo, sogno queste cose quando non digerisco. Un diritto è un diritto. Se mi batto perchè le donne siano presenti al 50%, non posso pretendere che siano tutte solo di sinistra.

Quindi non conta il fine ma il concetto.

Il diritto civile è un diritto civile, dopo di che io lotterò contro queste donne come faccio adesso. Dico che non sono d’accordo con loro, che sbagliano, che hanno torto, che sono delle scimmiette del maschile che non porteranno mai niente ma hanno diritto di essere rappresentate, non c’è dubbio. Anche perché, per essere rappresentate, basta che siano a livello medio dei candidati maschi. Il livello medio dei candidati maschi è tale che se Castelli è ministro, la più ottusa delle casalinghe ha diritto ad essere Presidente della Repubblica.

Poi non si campisce neanche per quale motivo vengono rappresentati i maschi visto che la maggioranza in Italia, proprio come popolazione, sono le donne.

Appunto! È una doppia violazione della legge, del diritto alla rappresentanza e persino delle proporzioni materiali.

grazie di tutto.

grazie a voi.