ASSOCIAZIONE ONG ITALIANE

POVERTÀ E SVILUPPO NEL SUD DEL MONDO:

AVANTI COSÌ?

L’appello delle Ong italiane per una nuova politica dello sviluppo globale

Gli obiettivi del Millennium Development Goals , sottoscritti nel 2000 da tutti i

governi dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e finalizzati al miglioramento

delle condizioni sociali, sanitarie ed economiche delle popolazioni indigenti non

saranno raggiunti, specie nel continente africano, epicentro della povertà.

Gli interventi realizzati dalla cooperazione italiana hanno evidenziato gravissimi

limiti di strategia, finanziamento ed efficienza. L’Italia è l’ultimo dei paesi più industrializzati

(OCSE) in termini di aiuto pubblico allo sviluppo: 0,15 % del PIL nel

2005 e con previsione di scendere ulteriormente allo 0,11% nel 2006.

È urgente un profondo ripensamento del modo con cui in Italia istituzioni e società

civile affrontano i problemi della povertà nel Sud del pianeta. Occorre dotarsi di una

nuova politica di cooperazione e di un nuovo modello istituzionale e organizzativo

che siano all’altezza delle responsabilità del Paese.

L’appello che segue, espresso in 10 punti, è stato promosso ed elaborato da Medici

con l’Africa Cuamm e approvato dall’Associazione delle Ong italiane nel corso

dell’Assemblea del 25/02/06.

È possibile sottoscrivere l’appello inviando la propria adesione a:

> Associazione Ong Italiane, via Giovanni Devoti, 16 - 00167 Roma

mail: ong@ong.it

L’APPELLO PER UNA NUOVA POLITICA DELLO SVILUPPO GLOBALE 

Un documento prezioso, elaborato per dare visibilità alla sconfortante crisi in cui versa la cooperazione allo sviluppo in Italia (ultima al mondo nel perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio), con l’intento di portare un contributo concreto, in coerenza con la prospettiva “europea” di lotta alla povertà.

L’iniziativa vede l’adesione di un cartello di organizzazioni, espressione della ricchezza di esperienze, approcci e idee che caratterizza l’impegno internazionale delle ONG italiane nella cooperazione allo sviluppo.

Di fronte ai costi di una globalizzazione che distribuisce in modo diseguale nel mondo i benefici, l’Unione Europea ha adottato una nuova politica dello sviluppo globale basata sui valori fondamentali dei diritti umani e del buon governo. Anche l’Italia è chiamata a far propria la lotta alla povertà e a porre al centro delle sue attività internazionali il tema dello sviluppo.

In questo senso l’iniziativa avviata dall’Associazione delle ONG italiane e sottoscritta da Forum permanente del terzo settore e da Fondazione Culturale Responsabilità Etica, si allarga all’intero paese, in questa cruciale fase della campagna elettorale, perché si imprima un’accelerazione nell’opinione pubblica con riguardo alla pressante richiesta che i temi della povertà e dello sviluppo siano portati in primo piano anche nell’agenda politica italiana. 

APPELLO

1: definire insieme i valori e il significato della Cooperazione allo Sviluppo

Il Parlamento e il Governo, in concertazione con le Rappresentanze delle Regioni, dei Comuni, delle

ONG e della società civile, si impegnano entro il secondo anno di legislatura ad approvare la nuova

legge sulla cooperazione internazionale che definisca la politica italiana per lo Sviluppo globale equo

e solidale e la lotta alla povertà, fortemente orientata in senso europeo.

2: evitare la confusione e l’incoerenza

Il Parlamento e il Governo si impegnano a definire chiari meccanismi di prevenzione e rimozione di politiche

settoriali (es. interventi militari, immigrazione, commercio, aiuti vincolati) che siano in contrasto

con i principi e le linee guida della cooperazione allo sviluppo definiti dall’ONU, dall’UE e dall’OCSE;

a garantire, con un impegno esplicito del Presidente del Consiglio, una piena coerenza tra le politiche

internazionali attuate dai diversi Ministeri coinvolti.

3: provvedere aiuti più efficaci e più rapidi

Il Governo si impegna a nominare, presso il Ministero degli Affari Esteri, un Vice Ministro della

Cooperazione allo Sviluppo con delega piena per l’attuazione delle politiche e delle scelte individuate

dal Parlamento per tale materia e per la gestione dell’insieme delle risorse destinate all’aiuto pubblico

allo sviluppo (APS).

Il Governo si impegna ad istituire, con urgenza, un ente/agenzia che, sotto la presidenza del Vice

Ministro della Cooperazione allo Sviluppo, gestisca in autonomia e con la massima efficienza, le attività

di Cooperazione allo Sviluppo, contando su risorse adeguate e certe e su personale dotato di alta

professionalità.

Il Governo si impegna ad istituire, sotto la presidenza del Vice Ministro, un Comitato Consultivo per la

Cooperazione allo Sviluppo composto da rappresentanti dei Ministeri coinvolti, dai rappresentanti delle

Regioni e dei Comuni, dai rappresentanti delle ONG e della società civile con il compito di esprimere

pareri sulla relazione programmatica e su quella consuntiva prima del loro inoltro al Parlamento.

4: impegnare le risorse addizionali promesse e le risorse liberate dal debito

Il Parlamento e il Governo si impegnano ad aumentare l’APS allo 0,33% nel 2006 e progressivamente

fino allo 0,7% nel 2011. Si impegnano, inoltre, a cancellare il debito secondo la legge 209 del

2000 e a verificare che i governi beneficiari utilizzino le risorse generate per alleviare la povertà.

5: partire dai bisogni e dalle priorità locali

Il Parlamento e il Governo si impegnano ogni anno a definire le strategie e i criteri della cooperazione

bilaterale e multilaterale. Si impegnano, inoltre, ad approvare i piani paese/regione e i budget pluriennali,

partendo dai bisogni e dalle priorità di lotta alla povertà espressi dai paesi partner assieme alla

Cooperazione decentrata e alle ONG.

6: tutelare l’equità e combattere le malattie della povertà in Africa

Il Parlamento e il Governo si impegnano nei primi due anni ad adempiere l’impegno sottoscritto al

Vertice di Coopenaghen del 1995 che prevede la destinazione del 20% dell’APS ai servizi di base

(educazione e cure primarie) nei paesi meno sviluppati. Si impegnano, inoltre, a intensificare la lotta

alle malattie della povertà (AIDS/HIV, tubercolosi, malaria) nell’Africa sub-sahariana.

7: mostrare i risultati e dimostrare le responsabilità

Il Parlamento e il Governo si impegnano a perseguire sistematicamente l’efficacia dell’aiuto pubblico

attraverso un robusto sistema di monitoraggio e valutazione dell’impatto degli interventi bilaterali e

multilaterali, accreditato a livello internazionale e reso pubblico mediante rapporti annuali.

8: imparare sul Sud dal Sud

Il Parlamento e il Governo si impegnano a sviluppare una strategia di apprendimento attraverso il

sostegno a qualificate iniziative di formazione, ricerca, innovazione tecnologica, informazione ed educazione

da condurre con i paesi partner del Sud sul tema dello Sviluppo equo e sostenibile.

9: costruire nella cittadinanza consenso e partecipazione attorno al tema dello Sviluppo Globale

Il Parlamento e il Governo si impegnano a organizzare una Conferenza Annuale sulla Cooperazione allo

Sviluppo aperta a tutti i soggetti pubblici e privati della società italiana, ai paesi partner, alle istituzioni

europee e internazionali, che abbia i punti precedenti come oggetto di dibattito, confronto e verifica.

10: non affossare il presente mentre si parla del futuro

Il Parlamento e il Governo si impegnano con atto urgente attraverso l’approvazione di un Decreto Legge a:

> integrare le risorse disponibili per la Cooperazione Internazionale, e in particolare quelle destinate

ai progetti ed iniziative promossi dalle ONG, mediante lo stanziamento di 150 Milioni di euro aggiuntivi

per ripristinare l’ammontare delle risorse disponibili al livello del 2005

> risolvere la gravissima crisi finanziaria delle ONG per i progetti rendicontati e non pagati

> ripristinare il fondo speciale con autonomia contabile e amministrativa (art. 14-15 della legge 49)

> ridurre in modo drastico i tempi di approvazione dei progetti, in media superiori ai due anni

> favorire la pronta registrazione dei contratti dei Volontari e Cooperanti e, per i casi previsti dalla

Legge, il rilascio delle aspettative al personale in partenza.