Omeopatia:
stop dal 2009 se non si dimostra l'efficacia
di
sanemma
Uff. Stampa Il Consiglio Superiore di Sanità boccia
l'omeopatia. Nella
relazione approvata l'altro ieri, con la sola opposizione
del presidente
dell'Ordine dei Medici Giuseppe Del Barone, il Consiglio
chiede «norme più
precise e rigorose sui requisiti che devono essere
posseduti dai medicinali
omeopatici» che «non devono essere comunque rimborsati
dal Servizio
sanitario nazionale».
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Ma non basta. Secondo gli esperti del ministero della
Salute l'assenza "di
qualsiasi valutazione di efficacia da parte
dell'autorità sanitaria, deve
essere oggetto di una campagna informativa al grande
pubblico". La
relazione, chiesta dal ministro della Salute Storace
potrebbe portare ad una
applicazione molto restrittiva della direttiva europea
che regola le terapie
omeopatiche.
In attesa del parere del Consiglio Superiore di Sanità
il Parlamento ha
approvato un regime transitorio che prevede il
mantenimento in commercio,
fino al 31 dicembre del 2008 e senza l'obbligo di
valutazione da parte delle
autorità sanitarie, dei medicinali omeopatici già sul
mercato dal 6 giugno
del 1995.
Il Consiglio "raccomanda" inoltre al ministro
della Salute di non prorogare
il regime transitorio oltre il 2008. "A partire
dall'1 gennaio del 2009 i
prodotti omeopatici che non sono somministrati per bocca
- si legge nella
relazione - che non sono venduti in diluizione elevata e
che non hanno
alcuna indicazione terapeutica, dovranno essere
sottoposti alla
sperimentazione scientifica prima di essere
autorizzati".
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