BANCO POSTA ON LINE TRISTE STORIA.

di maurizio capannoli

Segnalo la sventurata esperienza in cui mio malgrado sono incappato,
ognuno di voi farà le proprie considerazioni in merito.

Voglio sottolineare fin d'ora che mi limiterò a descrivere i fatti e che in nessun modo voglio sottintendere che la mia esperienza possa in qualche modo replicarsi.

Quello che voglio comunicare è qualche considerazione che come utente BPOL (bancoposta on line), certamente  per mia negligenza, non feci all'epoca in cui sottoscrissi il servizio).

Questa mattina, 14/03/2006, dovendo partire e non navigando nell'oro, do un'occhiata al mio conto, con la consueta procedura online.
Una rapida occhiata al saldo...25,59 euro.
Non credo ai miei occhi...guardo meglio...sì sono proprio 25,59!

Guardo i movimenti, noto due registrazioni, le ultime, in data 10/03/2006:
"ADDEBITO PER CARTA PREPAGATA DA BPOL"
la penultima da 1.900,00 EURO
l'ultima da 800,00 EURO.
Entrambe seguite dalla commissione da 1,00 euro  per la ricarica con addebito in conto.
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Orbene, i due movimenti che assommano a 2.700,00 euro non erano i miei. Certamente. Alcuni potranno sorridere per una simile cifra. Bè...no, io no.
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Vedete,
Oltre al Postamat, proprio per andare sul sicuro con le transazioni online, tempo fa mi dotai di una carta ricaricabile PostePay. Nulla di più utile e fantastico, pensai: niente formalità burocratiche per ottenerla, bassissimi costi di gestione...quello che ci vuole per andare sul sicuro nelle transazioni online, ricaricando solo lo stretto necessario al fabbisogno per l'acquisto:
Tranquillità nell'utilizzo del codice a 16 cifre e della data di scadenza e tutti i dettagli tipici che, in una transazione "sicura" comunque vengono richiesti.
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Chi sono...?
Sono un informatico di lungo corso, ho gestito e gestisco diverse reti e diversi server.
L'esperienza mi ha tenuto lontano dal cosidetto "Phishing" di cui tanto si parla, un modo cioè da parte di malintenzionati per carpirvi le password simulando, con una serie di trucchetti, il sito originale delle poste.
Ora non me la voglio cantare alla lunga. qui le considerazioni:
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1) Immaginavate di poter ricaricare 1.900 euro su una carta ricaricabile?
2) immaginavate di poter effettuare online transazioni così cospicue non su bonifico o su conto corrente...ma su una carta ricaricabile dal costo di 5 euro e con una commissione di solo 1 euro?
3) sapete che, nonostante siate voi stessi a ricaricare una prepagata PostePay sull'estratto conto e sulla e-mail di conferma non viene fatta menzione del numero di carta da voi ricaricata?
4) e sapevate che non figura nemmeno il titolare di quella carta?
5) sapevate che occorre una istanza formale al giudice e una denuncia alla polizia postale per venire in possesso (e tutto è ancora da chiarire in termini di tempo e costi e utilità) dei dati appena citati?
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Inutile dirvi che, per quanto mi è stato riferito, non esiste nessun parapioggia..i soldi sono persi e basta.
In definitiva ciò di cui mi si accuserà, sarà di negligenza... "la colpa è sua se non sa custodire i dati segreti"
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Vero.
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Peccato che io creda di averli custoditi bene. Certo non è una prova. Affatto. Ciò che però è chiaro è:
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1) non è certo il vicino di casa od il collega che può tentare una truffa simile. Quei soldi sono stati versati su una carta che porta nome e cognome. Ci vogliono persone ben addestrate a questo tipo di attività per poter sfruttare questo tipo di informazioni.
2) nulla sappiamo (forse x nostra negligenza, forse da qualche parte è scritto..) di ciò che accade sui server bancoposta. Come viene generato il codice dispositivo, per esempio? Quello che ci hanno consegnato all'apertura del servizio BPOL per intenderci..Esiste un algoritmo per generarlo? E' davvero del tutto casuale?
Oppure è possibile generarlo sulla base dei dati personali dell'utente?
3) Esiste un feedback di qualche tipo sui tentativi di forzatura dei server? cioè, dato il vostro nome.cognome c'è qualcuno che vi racconterà mai..."sa caro signor nome.cognome" in data x.y.z qualcuno ha tentato ripetutamente di accedere alla sua home page BPOL n volte dall'indirizzo IP A.B.C.D"? io ho provato per esempio una decina di volte, manualmente, senza che il server abbia fatto in qualche modo una piega. Qualcuno di voi sa a cosa mi sto riferendo... esistono software progettati per attacchi massivi ai server, in grado di provare numerose password più o meno casuali....
4) siete così sicuri di sapere, qualora fosse necessario, dove andare per cambiare la password BPOL? No? Ve lo dico io. Nella home page non di BPOL ma della posta elettronica. Facile no? Ingegnoso!
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Qualora ne aveste voglia, potrete disabilitare il codice operativo (cioè disabilitare la possibilità di effettuare transazioni online senza rinunciare alla visualizzazione del conto e dei movimenti) facendo fallire, per tre volte consecutive, una qualunque transazione.
Per esempio, per tre volte, dovreste tentare di ricaricare un numero di telefono cellulare, sbagliando volontariamente la password operativa. Il sistema bloccherà DEFINITIVAMENTE quella password, vi invierà una segnalazione in posta elettronica e sarete costretti, se mai in seguito decideste di riutilizzare i servizi online, a richiedere un nuovo codice presso l'ufficio postale dove il conto è radicato.
Procedura alternativa: Recarsi presso l'ufficio postale dove il conto è radicato e richiedere per iscritto la procedura di disabilitazione.
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Bè è capitato a me. Andrò avanti.
La sensazione è questa: qualcuno ti scippa e la mano del garante, per questioni di privacy, non ti consente di guardare nemmeno il sedere dello scippatore.
Buongiorno gente!
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DISCLAIMER: SENZA LA PRETESA DI ESSERE STATO ESAUSTIVO, NE' PRECISO.
NESSUN INTENTO DI CRITICARE L'OPERATO DELLE POSTE ITALIANE. HO RACCONTATO SOLO CIO' DI CUI IN QUESTO MOMENTO SONO A CONOSCENZA E PRODOTTO ALCUNE CONSIDERAZIONI DEL TUTTO PERSONALI.
(per il resto...non ho più una lira...)!

Maurizio C. sulleacque@hotmail.com.

P.S.
l'originale di questa email verrà pubblicata sul sito

www.bloggers.it/side
il mio blog.
Non si sa mai, qualche malintenzionato potrebbe aggiungere qualche bestemmia da querela.
Oh, se poi dovessero querelarmi comunque, qualcuno mi offrirà arance in carcere?