INTERVISTA A VITTORIO AGNOLETTO.

candidato per le elezioni europee come indipendente nelle liste del Partito di - Rifondazione Comunista

di m.d'andrea.

l'intervista e' stata realizzata un giorno prima dell'intervento di Gino Strada, pubblicato su tutti i giornali, nel quale afferma che per il rilascio dei tre ostaggi e' stato pagato un riscatto e che quindi il governo italiano ha mentito pur sapendo la verita', ma ne vengono fuori le stesse conclusioni, scaturite, dall'analisi politica degli eventi.

IN ITALIA – per l’arrivo di bush – abbiamo contestato contro la guerra scatenata da quest’ultimo, sia per le sue scelte politiche economiche che per quanto vuole imporre al mondo. In Francia sempre per l’arrivo di Bush, non ci sono state contestazioni ne in America per il G8, il movimento sta cambiando ?

Il fatto che il movimento italiano abbia un ruolo a livello mondiale forte, e sia capace di trovare unita’ tra componenti diverse fra di loro e’ un fatto positivo e riconosciuto da tutti. Che il movimento francese abbia sempre avuto una difficolta’ di mobilitazione di piazza, e abbia caratteristiche differenti dal movimento italiano anche questo e’ risaputo. D’altra parte pero’, il movimento francese ha rapporti con il mondo culturale e intellettuale e anche della ricerca scientifica molto piu’ profondo di quello italiano.

Ci sono caratteristiche sociali, quindi, di composizione del movimento che sono differenti. Gli Stati Uniti, nel mese scorso, sono stati attraversati da forti proteste contro la guerra, che hanno visto coinvolti decine e decine di migliaia di persone. Non dimentichiamoci poi che il 20 Marzo, e’ stato indetto proprio dai pacifisti americani.

Per quale motivo lei ha scelto di affrontare anche un discorso politico istituzionale ?

Affrontare un discorso politico va bene, scendere in campo come dice Berlusconi no.

Non ci sarebbe mai passato per la testa, specie nei suoi confronti…

La mia era solo una battuta politica. Ho scelto di portare anche sul piano istituzionale i contenuti che hanno sorretto e sorreggono le battaglie del movimento, pensando che al movimento puo’ essere utile avere una sponda politica, in particolare in Europa, in cui si affrontano tante questioni che abbiamo sollevato. Pensiamo ad esempio ad un ruolo diverso dell’Europa nella Banca Mondiale, nel fondo monetario, negli incontri per l’organizzazione mondiale del commercio, credo che una presenza istituzionale in questi campi, possa tornare utile anche alla connessione tra i diversi movimenti dei 25 paesi dell’Unione Europea. Abbiamo rapporti non poco complicati, per esempio, con i movimenti delle dieci nazioni che sono entrate ora in Europa e in questo modo possiamo affrontarli meglio. Detto questo voglio precisare che la scelta di candidarmi e’ una scelta di responsabilita’ tutta mia. Io ho l’assoluta convinzione e l’ho sempre dichiarato che il movimento in quanto tale deve rimanere autonomo e indipendente non solo dalle forze politiche ma anche dal quadro politico. Se un domani in Italia ci fosse un governo diverso, di sinistra o di centro-sinistra, il movimento deve continuare la sua mobilitazione eattivare una continua dialettica sociale. Sarebbe un grave errore ripetere quanto accaduto con il governo di centro-sinistra precedente, in cui i sindacati sospesero qualsiasi mobilitazione per rispettare il volere del governo.

A Napoli pero’ eravamo presenti e lo abbiamo sentito sulla pelle…

Ma io parlavo di sindacati.

Ma il movimento ha continuato ad essere vivo anche allora, anche se i sindacati, ha ragione lei, sono stati bloccati.

Anche una parte che aderiva ai movimenti, mi riferisco ad alcune grandi associazioni per esempio, con un governo di centro-sinistra e’ stata meno attiva.

Il movimento deve rimanere autonomo dal quadro politico e dalle forze politiche. La mia e’ stata una scelta di cui mi prendo le responsabilita’ ed ho discusso prima di attuarla con tante persone con cui ho condiviso battaglie in questi anni.

Non le sembra strano tutto quello che accade in questo periodo ? parlo del ritrovamento degli ostaggi, della bomba di carta al comizio di Gianfranco Fini, alla cattura di presunti terroristi legati agli attentati di Spagna, tutto normale ? tre giorni prima delle elezioni ?

Noi siamo di fronte ad un tentativo disperato, dei partiti di governo, in particolare di forza Italia e quindi di Berlusconi, di recuperare lo svantaggio che i sondaggi assegnano ai partiti dell’area governativa. Sono fatti tra di loro diversi,questi da lei elencati, che potrebbero far parte di una stessa strategia. La liberazione degli ostaggi, ad esempio, da un lato, noi del movimento ci siamo sempre battuti per difendere la vita di tutti, siamo andati alla manifestazione organizzata dai parenti degli ostaggi, pensando di poter contribuire alla loro liberazione. Ma nello stesso momento, abbiamo sempre detto che nulla condividevamo dei motivi e delle modalita’ per cui quelle persone si sono dirette in Iraq. Lo affermiamo anche in questo momento, in cui c’e’ gioia per la loro liberazione, ma anche tanta retorica. Oggi non sappiamo ancora la verita’ sui retroscena della liberazione, possiamo pensare che siano state pagate cifre molto alte per ottenere il loro rilascio e che i tempi del loro rilascio siano stati concordati in base alle esigenze di un utilizzo elettorale. Penso che sarebbe bene che i magistrati interrogano il prima possibile queste tre persone sui motivi che li hanno condotti in Iraq e sulle tante situazioni che sono avvolte nel mistero. Che poi l’attuale governo di maggioranza strumentalizza tutta la faccenda, non c’e’ nulla di nuovo, e’ evidente in ogni tv e in ogni giornale.

Sulla bomba carta non ho altri elementi in piu’ di quelli che avete tutti sulle vicende e gli sviluppi che hanno coinvolto il comizio di Gianfranco Fini, nella faccenda.

Ma c’e’ Cofferati a Bologna…

Non sono piu’ giovanissimo, ed ho fatto in tempo a vedere, a Milano, nella mia citta’, gli sviluppi della strategia della tensione, da piazza fontana in poi, per pormi sempre la domanda, quando ci sono episodi di questo tipo : “ a chi serve ? “

Credo che la risposta in questo caso come in altri, possiamo darcela tutti, possiamo comprendere a chi serve la strategia della tensione o un rilancio di questa.

La Croce Rossa, secondo lei aveva avvertito anche l’Italia delle torture che si stavano commettendo atrocemente nei confronti degli iracheni catturati ?

Non c’e’ ombra di dubbio che il governo italiano sapesse delle torture, poi magari non sapevano i particolari non avevano visto le fotografie, ma non e’ pensabile il contrario. Perche’ vede se il governo italiano non era al corrente di quanto accadeva, vuol dire che non siamo considerati neanche alleati, siamo servi. Successivamente, tra l’altro, sono venute a posteriori, dichiarazioni di Ufficiali Carabinieri e non solo, che hanno detto di avere informato le autorita’ preposte di quanto avveniva, per questo ritengo che il governo italiano sia comunque complice, sul piano etico e politico di quanto e’ accaduto, ed e’ anche per questo che continuo a ritenere che e’ una vergogna che sia celebrata come un eroe la Governatrice di Nassiryia Barbara Contini.

Perche’ ?

La Contini e’ stata mandata dagli americani e ci sono delle documentazioni, e testimonianze di alcuni carabinieri, andate in onda anche in radio, i quali, venuti fuori dalle prigioni del carcere di Nassiryia, avevano avvertito di quanto accadesse all’interno. Quando qualcuno, come la Contini, e’ a conoscenza di quanto veniva fatto agli iracheni e non fa nulla per denunciare e fermare quanto avviene, sotto tutti gli aspetti,è da considerarsi complice e avrebbe quindi per questo dovuto dimettersi. Ma essendo stata nominata dal governo degli Stati Uniti, possiamo capire che era stata preparata proprio per non vedere, sentire, parlare.

Purtroppo su questi temi, solo da alcuni partiti politici sono state prese delle posizioni, e uno tra questi e’ Rifondazione comunista, nel quale mi candido anche per la sua coerenza avuta in tutti questi anni.

C’e’ dell’altro, sembra che a Nassiryia, dove c’e’ il grosso del contingente italiano, i nostri soldati sono li a rischiare la vita per un pozzo di petrolio dell’Eni, lei ne sa qualcosa ?

E’ vero che l’Eni, stava chiudendo un contratto con Saddam Hussein a fine degli anni novanta, per utilizzare il petrolio che si trova sotto Nassiriya, con un contratto di 1,9 miliardi, per 2,6 – 3 miliardi di barili di petrolio, con una potenzialita’ estrattiva di 300 mila barili al giorno. Quindi e’ corretto, sul piano politico affermare che, i nostri militari a Nassiriya, sono stati inviati come merce di scambio per terminare il contratto dell’Eni e l’uso del petrolio che bisogna ancora finire di estrarre. Questo l’ho denunciato tante volte ma i grandi giornali e fonti di comunicazione si guardano bene dal riportarlo.

L’america si prende il petrolio, come mai l’Europa non si organizza per trovare nuove fonti energetiche pulite e alternative ?

L’Europa, ha cercato di avanzare questa proposta, timidamente e con molti limiti, d’altra parte non mi pare che la commissione Prodi abbia brillato per l’autonomia dalle indicazioni economiche e politiche che provengono dagli Stati Uniti. L’Europa ci ha provato chiedendo a livello internazionale di investire almeno un 10 per cento economico nella ricerca di fonti energetiche non inquinanti. Questa posizione e’ stata bocciata a Joannesburg, da un accordo tra il governo U.S.A e i vari governi arabi dei paesi della regione Medio Orientale. Governi antidemocratici e comunque governi importanti, che ovviamente avendo nel loro territorio il petrolio hanno tutto l’interesse allo sfruttamento degli idrocarburi. Da allora, gli Stati Uniti, hanno pensato che era meglio avere direttamente il petrolio controllato direttamente e quindi hanno immediatamente invaso l’Iraq.

Ma le guerre in Afghanistan e in Iraq, sono solo per il petrolio o aprono strade ad altre guerre ben piu’ importanti da affrontare in futuro ?

Il mondo oggi gira intono alla ricerca del massimo profitto che in questo momento e’ rappresentato dal controllo delle fonti energetiche e quindi prima di tutto il petrolio poi sicuramente un’altra valenza importante della guerra e’ il controllo geopolitico di quei territori. Questa non e’ solo la politica americana ma anche quella della Russia, che ha problemi enormi con la Cecenia, per quanto riguarda il controllo e il possesso. In Cecenia passa l’oleodotto piu’ importante che porta il petrolio in occidente. Indubbiamente questa e’ la problematica principale, accanto c’e’ la questione, ripeto, del controllo geopolitico e del trionfo americano, come modello e pensiero unico da seguire.

E la Cina ?

La Cina per il momento e’ una potenza di crescita forte sul piano economico, con un sistema di privazione sul piano della liberta’ interna e con una potenza militare oggi, inferiore a quella americana. Nei prossimi dieci anni, la Cina diventera’ sempre piu’ paese privilegiato per gli scambi commerciali dagli Stati Uniti e potrebbe sotterrare quest’ultimi economicamente. E’ evidente che nella zona dell’Estremo Oriente, si creano tensione che potrebbero far scontrare queste due grandi potenze. Gli americani infatti oggi ondeggiano nel tentativo di inglobare il mercato cinese come fonte di sbocco per alcune loro super produzioni, alla  paura dell’arrivo delle merci cinesi che genera quindi chiusura. La mia impressione e’ che l’America non abbia ancora scelto definitivamente, quale politica realizzare nei confronti della Cina.

Vi sono altre guerre in atto, come quelle che riguardano l’Africa, e’ coinvolta l’europa in queste guerre ?

Il piu’ delle volte non c’e’ un coinvolgimento diretto di eserciti europei, almeno che non si tratti di vicende legate a paesi di ex colonie, che continuano, in questi casi, ad interferire internazionalmente. In Africa la situazione e’ molto piu’ complicata, difficile per noi riuscire a distinguere le guerre in atto per il controllo delle fonti primarie economiche. Sta a noi cercare di evitarli, questi conflitti,  e di riuscire a capire come su queste economie si innescano e intrecciandosi con degli scontri culturali, di etnie e appartenenze che a noi risulta difficile da comprendere, perche’ non abbiamo dati di conoscenza profonda.

L’economia mondiale e’ in crisi profonda, soprattutto il capitalismo sembra dare gli ultimi colpi di coda, una balena bianca arenata. Alcuni economisti intelligenti affermano da circa dieci anni che per evitare la fine bisogna ridistribuire le ricchezze e il capitale deve saper guadagnare meno, altri dicono invece che tutto questo non accadra’ e che si tendera’ ad eliminare la classe povera e quella borghese. Quali scelte sono in campo oggi da parte degli economisti ?

Oggi si pone in assoluto una modifica a 180 gradi del modello di sviluppo. Questo modello di sviluppo implica, necessariamente per potersi riprodurre, la continua e perenne guerra mettendo cosi’ veramente a rischio il futuro del pianeta. E’ evidente d’altra parte che l’economia non si puo’ cambiare da un giorno all’altro e allora, per questo, dobbiamo avere oggi la capacita’ di batterci soprattutto avendo come obiettivo la distribuzione delle risorse, quindi la modifica dei parametri economici utilizzati riferiti sempre al prodotto interno lordo senza mai andare a vedere come quella ricchezza e’ stata suddivisa tra la popolazione. Dall’altra parte dobbiamo lavorare per un modello assolutamente diverso che faccia dell’Europa un’area commerciale che entra in contatto con altre aree commerciali, come quella dell’America Latina, dell’Asia, dell’Estremo Oriente e formare la costituzione di un mercato africano, in modo di andare verso un mondo che sia policentrico e non viceversa.

Questa risoluzione dell’Onu, come mai la Francia e la Germania sembrano averla accettata ?

L’hanno accettata ma ribadiscono che non invieranno loro truppe in Iraq ed anche la Russia lo ribadisce. Hanno sicuramente cercato un terreno di mediazione con gli americani, perche’ comunque questa nazioni non sono anti liberiste, ma si muovono sulla base di interessi nazionali e corporativi e quindi con gli Usa e il loro potere economico un accordo dovevano in qualche modo trovarlo. Ma e’ evidente quale e’ il mio giudizio a tutto cio’, siamo di fronte ad una risoluzione che sancisce l’esistenza di un protettorato americano in Iraq.

Quindi non cambia niente.

Direi che non cambia nulla, cambia solo l’immagine che presentano, cioe’ un governo iracheno, fantoccio e nominato dagli Stati Uniti, i quali quest’ultimi,tenteranno di far passare come rappresentante del popolo. Purtroppo siedera’ per questo nell’Onu e avra’ la facolta’ di riconoscere e legalizzare i contratti di appalto che le grandi industrie internazionali europee faranno per espropriare le ricchezze agli iracheni

Insomma la nuova funzione di questo governo sara’ quella di legalizzare un furto.