ELIMINARE L'INUTILE BUROCRAZIA.

INTERVISTA AL SENATORE FRANCO BASSANINI

di m.d'andrea.

per conoscere meglio Franco Bassanini

Dopo la scomparsa di Umberto Agnelli cosa accadra’ alla fiat ?

E’ difficile dirlo anche se in questo momento l’azienda mi sembra in recupero economico, ma potrebbero esserci cambiamenti, come quelli di Montezemolo, perche’ la famiglia e’ molto articolata in diversi rami.

Potrebbero rischiare ancora gli operai ?

Il rischio puo’ esserci ma tenderei ad essere ottimista, perche’ ripeto, la fase critica, almeno da quanto dicono, e’ superata, naturalmente restano problemi strategici a lungo periodo.

Quelli che se ne intendono continuano a dirci che non sopravvivranno piu’ di quattro o cinque imprese automobilistiche, e’ difficile pensare che la FIAT possa restare da sola in futuro.

Negli ultimi dieci anni i piu’ grandi economisti del mondo non hanno fatto che affermare e prevedere la fine del capitalismo e che per poterlo far sopravvivere ancora c’erano soltanto due strade, la prima e’ quella di rinunciare ad una grossa parte degli introiti e di convertire tutta la produzione energetica del pianeta in energia pulita, la seconda, che sembra quella che stiamo vivendo, e’ quella di far fuori la classe sociale proletaria e la borghesia, quale delle due ipotesi economiche l’Europa intende mettere in campo ?

A me pare evidente che questa ultima linea del capitalismo si sta dimostrando sempre piu’ infondata non fosse altro perche’ oggi uno dei problemi dell’economia del nostro paese a rischio di declino e perdita di competitività nasce proprio da una domanda insufficiente e consumi insufficienti.

Ora chi e’ consuma ?, consumano le famiglie, i pensionati, ed e’ per questo che la ricetta che Berlusconi e Tremonti sembrano voler mettere sul tappeto e’ una ricetta sbagliata e radicalmente inadeguata.

Se diminuiscono le tasse ai ricchi e non si affronta il problema della perdita del potere di acquisto e delle pensioni e dei salari dei piu’ poveri e dei ceti medi, il risultato e’ che quello che risparmiano dalle tasse, sempre i ricchi, collocheranno il loro danaro sui mercati finanziari internazionali e l’economia italiana continuera’ a soffrire nella carenza dei consumi.

Per altro vorrei sottolineare un dato di grande interesse, forse uno dei piu’ interessanti, in un’ora e mezza di relazione, il nuovo Presidente della Confindustria, Montesemolo, non ha mai parlato di riduzione della pressione fiscale, salvo che per la sola attivita’ di ricerca,e ha detto questo ad un governo che sembra fare la sua bandiera con la riduzione delle tasse.

Dall’altra parte pero’ Silvio Berlusconi conferma questa linea, si prevede uno scontro tra confindustria e governo attuale ?

Io penso che lo scontro e’ piu’ generale, e’ tra il governo e gran parte del paese, ricordando che Montezemolo non ha rivolto al governo la richiesta di una riduzione fiscale generale.

Nei giorni precedenti Epifani e Pezzotta avevano dichiarato che le due maggiori formazioni sindacali sono contrarie alle proposte del governo, perche’ la riduzione delle tasse per i piu’ ricchi si attua con minori risorse per servizi essenziali al grosso del paese, ai ceti piu’ poveri e ai ceti medi.

Se si riducono le entrate si vuole tagliare qualcosa ed e’ evidente cosa si vuole tagliare, si vuole tagliare sanita’ , pensioni e servizi sociali.

Quale soluzione economica, a sinistra , Bassanini consiglierebbe di attuare, rispetto a quella mostruosa che vuole realizzare il governo di centro destra?

Guardi, io non ho nessun dubbio, e lo dico da tempo non solo in campagna elettorale, era anche la mia linea sulla finanziaria del centro-sinistra che consideravo e considero sbagliata e penso che proprio in quellalinea, vi si puo’ ritrovare una delle ragioni della nostra sconfitta del 2001.

Non si risolvono i problemi di un paese come l’Italia, proponendo o magari realizzando,come facemmo nell’ultimo anno del centro sinistra, riduzioni della pressione fiscale generalizzata.

Abbiamo bisogno di altro, anche se mi rendo conto che c’e’ un’eccessiva pressione fiscale, ma questa riguarda essenzialmente i redditi piu’ bassi, i pensionati, i lavoratori dipendenti, forse anche alcuni lavoratori autonomi che hanno piccole imprese artigianali, ma non riguarda i redditi alti e medio alti.

Quindi il problema fiscale si sarebbe dovuto risolvere attraverso riforme fiscali che introducessero strumenti effettivamente efficaci per combattere l’evasione e per avere un sistema di equità . Tutto questo produce piu’ progressività non meno. Le voglio ricordare un vecchio slogan per essere chiaro, di altri tempi ma sempre attuale ; pagare tutti,pagare meno.

E quindi vuol dire che lavoratori e pensionati pagano meno perché pagano anche le grandi rendite, e ridistribuire il carico fiscale.

Cio’ vuol dire che la pressione fiscale non diminuirà, non possiamo in Italia oggi poter ridurre complessivamente le tasse, siamo in condizione di ridurre ai lavoratori e ai pensionati le tasse, se combattiamo efficacemente l’evasione fiscale e facciamo pagare il giusto ai grandi redditi e ai grandi patrimoni.

D’altra parte la pressione fiscale italiana non e’ la piu’ alta in Europa, siamo due punti e mezzo sotto la Francia, dai cinque ai sette punti sotto i paesi scandinavi. Detto questo abbiamo bisogno di investire piu’ risorse sui servizi fondamentali, quelli da cui dipende la qualita’ della vita dei cittadini, e’ un fattore importante per far vivere bene la nostra societa’.

Ci puo’ dire come mai c’e’ stato questo aumento della benzina, quando in Iraq gli Stati Uniti oramai riescono a prendersi il petrolio come prima non accadeva e gratuitamente ?

Lei mi fa una domanda che esce fuori dalla mie competenze, non vorrei sbagliare a risponderle. Gli analisti dicono che anche questa e’ una conseguenza della guerra. In questo momento credo che la quota di produzione dell’Iraq, che aveva giacimenti importanti, sia sostanzialmente a zero. Probabile che il controllo della produzione irachena del petrolio, sia una delle ragioni della guerra tuttavia il risultato e’ il caos che esiste in questo momento e per il quale forse si estrae meno petrolio ed e’ difficile farlo arrivare sui mercati internazionali.

Un’altra ragione e’ l’assoluta instabilità che si e’ creata per l’effetto della guerra in un’area in cui si concentra quasi meta’ della produzione petrolifica mondiale che e’ quella del Medio Oriente.

Ma era solo il petrolio il motivo di questa guerra ?

C’e chi dice per esempio e potrebbe essero vero, che l’iraq si apprestasse a sostenere nella successiva riunione dell’Opec - il passaggio dal dal dollaro all’euro come moneta per gli scambi petrolifici. E’ chiaro che questa eventualita’ gli Stati Uniti non la volevano affrontare, visto che, e spesso viene dimenticato, l’America ha un forte disavanzo del bilancio federale, il quale solo con Clinton si era risanato, ma con Bush e’ tornato in pieno disavanzo. Diciamo che con il disavanzo attuale gli Stati Uniti non potrebbero far parte dell’Unione Europea perche’ starebbero fuori dai parametri economici stabiliti. Inoltre c’e’ in America un forte indebitamento delle famiglie. In Italia lo Stato e’ indebitato ma le famiglie hanno un saldo attivo tra debiti e risparmi, e quindi, semplificando molto si puo’ dire che sono le famiglie nel nostro paese che prestano allo stato italiano le risorse per coprire il suo indebitamento. Negli USA. c’e’ un disavanzo del bilancio, un indebitamento pubblico e un indebitamento privato.

Sono gli stranieri che girano il mondo i creditori netti dell’America oggi. Resta tutto in piedi fino a qundo il dollaro essendo moneta di scambio lascia agli Stati Uniti di dettare legge, non solo con la forza delle armi ma anche con quella economica. C’e’ chi sostiene che questa e’ stata un’altra delle ragioni che ha portato alla guerra.

Ma questa guerra serve anche per mettere della basi in Iraq e Afghanistan da utilizzare poi contro un’altra guerra che e’ quella contro L’Iran e poi la Cina ?

Tutto e’ possibile, dato che l’America in questo momento e’ nelle mani di un gruppo di conservatori ideologici.

Ma e’ vero che in una interrogazione parlamentare si dice che i nostri soldati italiani sono a Nassiriya a fare la guardia a dei pozzi di petrolio dell’Eni e per questi rischiano la vita ?

Puo’ darsi, anche se non ne ho idea, nessuno di noi ha il quadro completo delle interrogazioni presentate.

Le imprese italiane si sono lamentate, nell’incontro della Confindustria, sulla troppa burocrazia che sono costrette ad affrontare, lei che per eliminarla ha fatto tanto, cosa ci puo’ dire in proposito ?

Le imprese hanno ragione, anche se avrei preferito che Montezemolo accompagnasse questa denuncia con una analisi precisa delle responsabilita’.

Vede noi siamo sicuramente in un paese, e questo viene rilevato non solo dagli industriali ma anche tutte le organizzazioni sindacali, in cui una serie di complicazioni burocratiche non aiutano la creazione di lavoro e di nuovi impianti produttivi, complicando la vita.

Nella seconda meta’ degli anni novanta avevamo iniziato un percorso di semplificazione della burocrazia per i cittadini e anche per le imprese. L’autocertificazione per dire una cosa che molti conoscono era un modo per semplificare la vita, invece di fargli fare milioni e milioni di certificati e giri burocratici all’anno. Cosi’ era stato previsto per le imprese con gli sportelli unici per le attivita’ produttive, che abbiamo istituito con una legge nel 1998 e si sono cominciati ad impiantare questi in aree specifiche. Le regole ci vogliono, ma quello che bisogna eliminare sono i passaggi burocratici inutili non giustificati da interessi come e’ la tutela dell’ambiente, la salute, il rispetto dei diritti dei lavoratori e cosi’ via. Bisognava lasciare solo quei controlli che sono funzionali alla tutela dei diritti degli interessi generali, questa era la strada. Questo governo non solo ha interrotto il percorso, ma li ha invertiti, sopprimendo definitivamente gli strumenti che avevamo creato.

Sull’esempio di alcuni paesi stranieri avevamo creato due strutture alla presidenza, che io come ministro presiedevo. Uno era l’osservatorio della semplificazione, cioe’una specie di consulta che si riuniva tutti i mesi dove c’erano i rappresentanti dei lavoratori, degli imprenditori, delle varie amministrazioni e ministeri e dei comuni province e regioni, per studiare dove erano gli intoppi burocratici e suggerire e proporre al governo i provvedimenti per la semplificazione e l’eliminazione della burocrazia inutile. Tutto ha funzionato, nell’ultimo anno e mezzo del governo di centro sinistra, producendo ottimi risultati e risolvendo notevoli problemi, questo governo lo ha soppresso, perche’ ? non si capisce. La semplificazione non e’ ne di destra ne di sinistra, ma serve alle imprese e ai lavoratori che vogliono nuovi posti di lavoro i quali vengono prodotti dalle imprese.

L’altra modello, anche questo in vigore in tanti paesi stranieri, riguarda un’apposita struttura con una sessantina di persone esperte, tecnici eccetera, per fare l’operazione di revisione della legislazione. Quindi l’osservatorio dava le idee e gli ultimi lavoravano per tradurle in provvedimenti e leggi di semplificazione. Soppressi anche questi, quando ho chiesto in dibattito parlamentare dove erano finiti, la risposta del sottosegretario alla funzione pubblica e’ stata : " il senatore Bassanini non si e’ ancora accorto di aver perso le elezioni ".

Gli ho detto di non averli intimati a seguire queste decisioni, ho chiesto le ragioni dells soppressione. Loro sono maggioranza e possono fare quel che vogliono, ma una spiegazione potrebbe essere utile a tutti e non e’ mai stata data.

Cosa voleva dire il ministro Maroni, quando affermava, dopo il discorso di Montezemolo alla Confindustria, che non siamo piu’ negli anni novanta, nell’epoca cioe’ della concertazione ?

Maroni reagiva a due cose totalmente diverse tra loro ed entrambi interessanti. La prima cosa da sottolineare e’ che Montezemolo ha dato un chiarissimo segnale di dissenzo dalla linea della Confindustria di D’Amato e dalla linea dello stesso governo Berlusconi, nella quale non si riconosce il ruolo del sindacato. Diciamo che la cultura del governo Berlusconi e della Lega, ma non solo, diciamo della totale maggioranza di questo governo, forse solo nell’UDC di Casini c’e’ chi non la pensa in questo modo, e’ una cultura plebiscitaria, di tipo peronista. Cioe’ il voto delle lezioni affida a chi vince i pieni poteri e quasi il diritto di appropriarsi delle istituzioni. Il paese la Repubblica e’ vista come proprieta’ privata, per loro con il voto gli elettori hanno affidato per cinque anni, come se fosse una proprieta’, l’Italia al padrone Silvio Berlusconi. Questa idea, e’ un’idea non democratica, plebiscitaria, peronista come dicevo poco prima. In base a questa idea il governo, secondo loro, non deve confrontarsi con il sindacato, confrontarsi con l’opposzione. In forza di questa cultura, che e’ la cultura di tutta la maggioranza, anche se io continuo a pensare che Casini e Follini non sono d’accordo, su questa base e non solo in questi anni c’e’ stato un’atteggiamento di totale disprezzo per il parlamento.

Il parlamento e’ un fastidio, disturba il manovratore, contrasta con la delega di pieni poteri che attraverso il voto e’ stata data al primo ministro, e la stessa opinione e’rivolta al sindacato che e’ per loro un’altra inutile rottura di scatole.

Berlusconi piu’ volte ha cercato di disunire l’Europa, con delle scelte politiche economiche tutte rivolte verso gli Stati Uniti D’America e a loro vantaggio, come e con quale strategie, sempre politiche ed economiche l’Europa puo’ compattarsi rispetto anche alle strategie della guerra e del petrolio che danno totale vantaggio agli USA ?

Diciamo che questo governo italiano ha fatto delle scelte di grande impatto contro l’Europa. Perché in realta’, l’Italia ha sempre lavorato in favore dell’Europa prima di questo governo. Ci lavorava anche nei governi democristiani e in quelli a guida socialista. Si lavorava per l’Europa e per la pace nel Mediterraneo. Non dimentichiamo che Giulio Andreotti riusciva ad avere buoni rapporti con i palestinesi quanto con Israele.

Con questo governo Berlusconi, la linea e’ profondamente cambiata e si capisce che l’uscita dal governo dell’ambasciatore Ruggiero, non e’ stato un fatto casuale, quest’ultimo era incompatibile con questo governo, che più volte ha scelto una linea di rottura con l’Europa, pronti a fiancheggiare in ogni modo l’amministrazione Bush e la politica di guerra da questo intrapresa.

La guerra in tatto non trova nessuna giustificazione, neanche al terrorismo che per altro e’ aumentato proprio con questa e l’Iraq non c’entra nulla con l’attacco alle Torri Gemelli e mai sono state trovate le armi chimiche di distruzione di massa.

Ricordiamo che quelle armi furono vendute a Saddam Hussein dagli americani e dai paesi occidentali ?

Esattamente, da questo punto di vista chi e’ senza peccato scagli la prima pietra e credo che di pietre non ne arriveranno.

Ma in cambio di questa spaccatura in Europa, Berlusconi avra’ cosa ?

Ma la cosa piu’ consistente che ha avuto in cambio Silvio Berlusconi e’ la visita di Bush il 4 Giugno, che potrebbe rappresentare il terreno di cultura per provocazioni, del tipo Genova G8, nella speranza che qualche disordine susciti nell’elettorato reazioni a favore dell’attuale maggioranza.

C’e’ molta preoccupazione, spero che vada bene come Firenze, pero’ la vicinanza delle elezioni mi fa temere che qualche provocazione preordinata ci potrebbe essere e nessuno mi toglie dalla testa che questa visita di Bush, che non era prevista, perche’ egli doveva andare in Normandia a commemorare lo sbarco. Berlusconi ha insistito molto per la sua presenza in Italia, ma nel panorama della seconda guerra mondiale lo sbarco di Anzio e’ un’episodio minore.

Lo dice anche Andreotti che trova strana questa visita di Bush.

E’ abbastanza curioso devo dire per uno come me che per quaranta anni si e’ trovato Andreotti come avversario politico e contro di lui ha combattuto durissime battaglie, trovarsi ultimamente e spesso, d’accordo o vicini in alcune linee.

Mi permetta di dire che Andreotti come Scalfaro, ha fatto dei bellissimi discorsi in Senato sulla incostituzionalita’ della guerra in Iraq ,la quale viola l’articolo 11 della nostra costitituzione per la partecipazione italiana, ed entrambi hanno tenuto una posizione assolutamente condivisibile contro la riforma costituzionale che il governo ha proposto e che il senato a votato e che adesso e’ nell’esame della camera.

Sono due questioni mica da poco, la pace e la costituzione.

Non puo’ riguardare proprio la costituzione il favore in cambio che dara’ Bush a Silvio Berlusconi, permettendogli di cambiarla a proprio piacimento e in proprio favore ?

Mi consenta di fare propaganda e dire che il 19 Giugno 2004, di sabato, subito dopo le elezioni Europee, al cinema Teatro Smeraldo di Milano, ci sara’ una grande manifestazione dal titolo :

" Salviamo la Costituzione ", contro la riforma costituzionale che il governo Berlusconi e’ pronto ad approvare al senato, e parteciperanno Epifani, Pezzotta, Scalfaro, Antonio Di Pietro, piu’ costituzionalisti vari, e speriamo di poter dire, come centro sinistra, che dopo aver vinto le elezioni Europee, dobbiamo salvare la costituzione.

Vi aspettiamo.