Intervista a Giorgio Bocca

Bocca, per chi voterai alle prossime europee?
"Voterò per la lista Prodi, per un sacco di ragioni. Prima di tutto per una questione di coerenza. Perché io sono nato politicamente con la guerra partigiana. E da allora non ho mai cambiato il modo di votare. Ho sempre votato per questa illusione di fare un paese diverso, civile, responsabile. Ma qui il caso è diverso, qui voto per la lista Prodi non "per" ma "contro"".

Non è difficile immaginare "contro" chi voterai...
"Sì spero di togliermi dai piedi questo personaggio Berlusconi. Certo, la svolta bushiana ci sarebbe stata anche senza Berlusconi. Ma io credo nella capacità delle persone di influenzare la storia. Berlusconi ha impresso a questa svolta un ritmo spaventoso. Berlusconi è l'uomo più sovversivo che ci sia mai stato in Italia".

Tu il sovversivo l'hai conosciuto bene.
"Sì è un personaggio che riesce a recuperare il peggio di ogni cosa. A rimettere in piedi la Lega Nord, a distruggere lo Stato, a trasformare Ia stampa italiana in un organo vendicativo e cialtrone. Tutti quelli che assume lui sono i peggiori che ci sono nel paese".

Ha anche sdoganato An. Qualche anno fa hai detto che Fini non e mai stato un fascista.
"Ma sai, bisogna distinguere tra i fascisti che credono ancora nell'ideologia di Mussolini, e quelli che sono fascisti nel comportamento, nel modo di essere. In questo senso Fini è persino più pericoloso dei fascisti".

E questa Lega senza Bossi che futuro può avere?
"La Lega doveva scomparire già da anni. È stata tenuta in piedi da una destra alla quale conviene avere questa forza ricattatrice e urlatrice. Bossi avrebbero potuto eliminarlo mille volte, anche giuridicamente. Ha violato la legge innumerevoli volte, e nessuno glielo ha mai contestato veramente".
 
Però anche la sinistra nel passato si è alleata con la Lega.
"Ma sai anche io ho sostenuto Bossi, all'inizio. Più "contro" che "per". A me faceva comodo una forza anarcoide che facesse fuori la democrazia cristiana. E il craxismo".

Si ma poi la forza anarcoide si è trasformata in un partito di potere, con i suoi ministri al governo.
"Io sono caduto nel solito errore. Che viene da lontano. Durante Ia guerra partigiana, e durante il mio sodalizio azionista, mi ero convinto, una convinzione che è durata a lungo, che l'intelligenza e la razionalità non avessero rivali. E che quindi gente come i leghisti erano vinti in partenza, non potevano avere il sopravvento".

Invece ora sei convinto che purtroppo non è così.
"Questo paese non è mai stato così in basso. Quando tu hai un capo del governo, per fare un esempio, che vuol salvare gli ostaggi in Iraq, e poi contemporaneamente dichiara di essere il miglior alleato degli Stati Uniti, cosa devi concludere?".
 
 
La consideri una gaffe?
"Molto peggio. Ma poi la cosa che mi indigna sono tutti questi personaggi che stanno attorno a Berlusconi. La borghesia che circonda Berlusconi. Gente con cui non si riesce neppure a parlare".

E a sinistra come vedi la situazione?
"La sinistra è handicappata da questa svolta mondiale, da questo rigurgito di imperialismo e di colonialismo".

Anche dalle divisioni interne?
"A volte ci sono cose che non capisco. Prendi Antonio Di Pietro. lo non capisco perché sia cosi diffamato. Di Pietro è una persona per bene, in fondo. Ha fatto ottimamente il suo lavoro di magistrato. Solo che poi vai a scavare e scopri che è berlusconiano nella mentalità, nel tipo di cultura che ha".

Ma è alleato con Occhetto.
"Occhetto è un caso personale. É stato trattato talmente male dal suo partito... Eppure è uno che ha fatto la svolta.
Sì è preso una responsabilità straordinaria. E anche le difficoltà. Ma poi la lotta per il potere lo ha cancellato".

Ha vinto D'Alema.
"Sì. Io con D'Alema ho un vecchio rapporto di urto".

Perché?
"Non per lui. Per il suo entourage, che non mi è mai piaciuto. Troppo a suo agio in una politica di potere piuttosto che in una politica idealistica e ideologica".
Forse sei troppo severo. Non credi che la politica del potere venga da tutt'altra parte?
"Sì, ma si rimane sempre stupiti di certi comportamenti di certe affermazioni. Prendi Fassino".

Ce l'hai anche con Fassino?
"No, ma ogni tanto mi sbalordisce. A un certo punto dà un'intervista a "Repubblica" e dice che Giuliano Ferrara, pur stando datl'altra parte, è sempre uno dei nostri. Ma come fa a dire una cosa del genere di Ferrara. Ferrara è veramente un dannunziano, un personaggio che può tutto".
 
Stai diventando di estrema sinistra, Bocca.
"Cosa devo dirti. Io sono sempre stato anticomunista, nel senso di antistalinista. Nella guerra partigiana noi azionisti eravamo sostanzialmente liberal-socialisti. Avevamo una grande solidarietà con il Pci, come forza antifascista, ma con delle grandi diversità. Adesso certe volte mi trovo piü vicino a Cossutta o a Bertinotti. Sono un pò svirgolati, ma con loro qualche discorso razionale si puó fare".

Perché con gli altri non si può fare?
"Non è facile. Prendi quelli del "Riformista", il giornale, tu li capisci? A me sembrano semplicemente dei trasformisti".

E Prodi?
"Non mi chiedo se Prodi sia un genio. Penso che sia una persona per bene, viene da una famiglia per bene".

Ma tu pensi che la lista Prodi vincerà?
"Se saranno uniti credo che Prodi vincerà. Anche i moderati, i borghesi non ne possono più di Berlusconi".

Tu credi che la borghesia moderata possa votare a sinistra?
"Io penso che la borghesia moderata riuscirà a votare a sinistra. Perché è vendicativa, non è ideologica. Se Berlusconi gli ha rotto le scatole, non ci pensa due volte".

E quali sono i motivi che potrebbero convincere i moderati, da sempre terrorizzati dalla sinistra, a voltare le spalle a Berlusconi?
"L'anarchia di questo paese. Le sbandierate riforme che sono controriforme. Le menzogne continue. Berlusconi non ha mica inventato niente. Ha semplicemente proiettato se stesso sul paese. Lui era già così dai tempi in cui faceva la televisione. Era mitomane. Raccontava un sacco di cose false. Era diventato lui una barzelletta".

Anarchia. Segreti e bugie. Una destra sovversiva, e una sinistra che qualche volta cede al trasformismo. Bocca, non salvi quasi nessuno.
"Sarà che sono invecchiato. Ma con il tempo sto diventando maniacale. Prendi anche il giornalismo. Non è mai stato un mestiere cosi degradato come oggi. Sulla guerra, ad esempio, è così facile il giudizio, è talmente chiaro che in Iraq c'è stata un'aggressione. Gli americani circondano le città ribelli e le bombardano. Poi apri i giornali e leggi solo malafede e ignoranza".

Perché, hai una spiegazione?
"Gran parte del giornalismo italiano si è venduto alla politica del potere. Del potere gestito da Berlusconi. Vedi, nella prima Repubblica, quando c'erano i partiti tradizionali, gran parte dei giornalisti indipendenti erano di destra. Ma sui grandi temi e problemi erano obbiettivi. Ora sono diventati dei propagandisti di questo ometto".

Per convinzione ideologica?
"Ma figurati, per soldi. Prendi Bruno Vespa. Tu pensi che lui sia così schierato perché crede nel governo, nella fede per Berlusconi? Se la sinistra gli desse gli stessi cinque miliardi farebbe una trasmissione allineata alla sinistra".

Se alle prossime politiche Berlusconi dovesse perdere, per quanto tempo pagheremo i danni fatti fino a oggi. Dieci anni?
"Sei ottimista. I danni fatti da Berlusconi e da tutto il mondo che gli sta attorno li pagheremo per i prossimi cento anni".

tratta da L'Unità
Lunedì 3 maggio 2004