Spazio Incontri della Regione Piemonte – Padiglione 2

Presentazione del volume

La Soglia

vita, carcere, teatro

(Edizioni Gribaudo)

Presenti l’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Giampiero Leo, la Direttrice della Casa di Reclusione di Saluzzo Marta Costantino, l’attore Luigi Lo Cascio, il fotografo Paolo Ranzani e Grazia Isoardi, coordinatrice del laboratorio teatrale, verrà presentato il libro di fotografie La Soglia, nato dall’omonimo spettacolo teatrale tenutosi presso l’Istituto penitenziario La Felicina di Saluzzo alla fine di giugno, e che, per una volta, ha visto i detenuti non spettatori passivi, ma protagonisti attivi e attori di un vero e proprio evento teatrale.

Il cast, composto da circa 20 detenuti, nasce dalla grande determinazione, dalla fermezza e dalla costanza dell’associazione Voci erranti che, attraverso un lungo laboratorio teatrale, ha saputo creare da quello che era un numero indistinto di principianti, un team di attori coeso e soprattutto un gruppo unito di persone che hanno portato se stessi sul palco in tutta la loro umanità.

Sotto la guida del regista Koji Mizayaki, lo spettacolo ha visto le mura di cemento del cortile dell’ "ora d’aria" come scenario minimalista e sgombro di uno spaccato surreale, ma al tempo stesso vero e autentico, dell’intima condizione umana in carcere. Il tutto con grande affluenza e gradimento da parte del pubblico, per la profonda e coinvolgente interpretazione (che è stata anche manifestazione di sé) da parte degli attori.

Perché La soglia

Tra momenti di espressione individuali e scene corali dove giochi e simmetrie di movimento e voce hanno un ruolo fondamentale e costruiscono la trama dello spettacolo, i detenuti non sono stati solo attori, ma hanno anche saputo realizzare un percorso di liberazione, portando se stessi sul palcoscenico. Chi recitava era il proprio personaggio e interpretava la propria sofferenza, la propria storia e umanità in un contesto duplice: l’individualità che urla e che si dimena, con i propri bisogni e desideri, di fronte alla "soglia", quel limite oltre il quale vige la dimensione assoluta dell’ordine, l’assenza di movimento e di rumore.

In altre parole, La soglia non ha saputo soltanto sensibilizzare profondamente gli spettatori e veicolare loro questo messaggio , ma ha anche realizzato appieno un progetto umano che ha portato per mano 15 uomini alla presa di coscienza della propria condizione.

Il volume fotografico

Da tutto ciò nasce quindi l’idea di un progetto editoriale che, grazie alla collaborazione del fotografo Paolo Ranzani (autore tra l’altro del volume 99 per Amnesty patrocinato da Amnesty International ed edito da Gribaudo nel 2003), intende diventare un lavoro per immagini che sappia essere la giusta prosecuzione di questo percorso teatrale e umano, affinché l’esperienza del teatro non si esaurisca in sé stessa ma trovi una naturale eredità che lasci un segno permanente e costruttivo. In questa prospettiva, il gruppo dei detenuti-attori ha portato avanti l’attività di laboratorio teatrale con maggior forza ed entusiasmo (il numero dei partecipanti è raddoppiato) ed ha espresso un forte desiderio di fondare una compagnia teatrale stabile all’interno del carcere, grazie alla convinzione e al sostegno della direttrice dell’Istituto, Dott.ssa Marta Costantino.

Attraverso una galleria di immagini dello spettacolo che testimoniano l’evento in sé e, allo stesso, mostrando gli stessi attori in altri momenti della loro vita in carcere, il progetto editoriale vuole indurre a cogliere il confronto tra le due dimensioni: la realtà della quotidianità, con l’assenza di percezione del tempo, di movimento, di rumore e di spontaneità e il giorno dello spettacolo, momento di sospensione di tutte le regole e delle convezioni sociali, in cui l’io pronuncia con forza e manifesta se stesso in tutta la sua verità.

E proprio la verità vuole essere il mezzo e il fine di questo impegno editoriale: alcun giudizio di valore viene e verrà affidato al libro o allo spettacolo. Né retorica, né paternalismo, ma soltanto uno specchio fedele di un duplice evento: una grande interpretazione e intuizione artistica e un percorso umano che, proprio in quanto tale, ha generato in chi l’ha vissuto dall’interno e in chi vi ha assistito, molteplici reazioni. La verità non lascia e non deve mai, infatti, lasciare indifferenti.

Questo è ciò che il volume cercherà di trasmettere, grazie anche all’intervento di Luigi Locascio che darà il suo prezioso contributo con una prefazione di grande effetto. Altrettanto d’impatto, nella loro irruenza e immediatezza, saranno i testi di alcuni dei detenuti che riusciranno a comunicare senza diaframmi i contorni di questa realtà parallela ed estranea ai più.