le assicurazioni

di giuseppe canale

“Dopo la caduta del muro di Berlino un osservatore disse che il tenore di vita dell’Europa Orientale si sarebbe innalzato e quello dell’Europa Occidentale si sarebbe abbassato. L’idea liberista non aveva più rivali.

Per le assicurazioni italiane  l’abbassamento è consistito nella concentrazione di compagnie, nella espulsione di impiegati e nell’aumento costante delle tariffe.

Quanto alle concentrazioni, per esempio, la Winterthur comprò e unificò quattro compagnie, Le Generali, che erano un arcipelago, comprarono  l’INA-Assitalia.

La SAI acquistò la MAA, la Milano, la SIS e, più di recente, la Fondiaria,.

L’ UNIPOL acquisì la Meie e l’Aurora, ed ora anche la Winterthur, che di recente si è ritirata dall’Italia.

Il tutto sta avvenendo sotto l’egida di due dogmi:  “esternalizzazione” e “sinergia”. In altre parole, dare in appalto servizi e prepensionare il personale. Non più stipendi con garanzie(ferie, malattie, giusta causa, pensione, ecc.) ma lavoro a cottimo e libertà di licenziare quando conviene, senza tante rivendicazioni.

La liberalizzazione e la concorrenza dovrebbero fare abbassare le tariffe, ma così non è. I premi d’assicurazione aumentano ogni anno.

Eppure la riorganizzazione avrebbe dovuto consentire maggiori guadagni e quindi ridurre i premi. Ma la Winterthur ha venduto e sta lasciando l’Italia. Qualcosa non funziona.

Il prepensionamento ha prodotto un dissanguamento per le indennità di liquidazioni ed una perdita di “esperienza lavorativa” . Entrambi negativi.

In Italia abbiamo il più alto numero di cervicalgie da trauma di tutta Europa. In parole povere si specula anche sui piccoli sinistri. Basta una lieve ammaccatura alla vettura per andare in ospedale, lamentare un dolore al collo e chiedere fior di milioni per postumi invalidanti con l’avallo di avvocati.  

Una totale mancanza di senso etico. Una vergogna morale.

Gli uffici sinistri ed i periti, torto collo, liquidano perché, tanto, in tribunale si perde la causa dato che in quel luogo vige il principio che ”in fondo l’assicurazione può pagare”.

          In fondo, paga l’aumento delle tariffe. Paghiamo tutti.”

 

 

 

 

 

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