NOI
SIAMO CHIESA Personalmente ho lottato negli anni settanta, anni in cui insegnavo religione in una scuola superiore a Torino, contestando e lottando in una posizione anticoncordataria, dove non escludevo l'insegnamento della Religione nelle scuole, ma lo vedevo come una disciplina da approfondire da parte di persone preparate da studi seri e accurati e non inviate a fare "pastorale" con nulla osta della curia diocesana. Gli insegnanti di religione, senza contratto di lavoro, con incarico annuale deciso dal vescovo, erano (e sono, mi pare) in una condizione di precarietà che grida vergogna verso chi ha inventato una situazione lavorativa di questo genere. Dopo anni di tensione, ho deciso che per me fosse più coerente dare le dimissioni e sono andata a rassegnarle nelle mani dell'allora vescovo di Torino, Michele Pellegrino. Ho pagata cara la ricerca di un nuovo lavoro, con mesi di disoccupazione, poi di lavoro sottopagato, ma l'ho vissuto nella chiarezza e nella serenità. Quando vent'anni fa ho visto riproporre un nuovo concordato la delusione è stata forte e il documento che ci hai mandato dice tutto lo squallore di un simile fatto. Ribadisco che non escludo l'insegnamento della religione, ma lo vedrei totalmente sganciato da ogni Chiesa e ogni organizzazione religiosa, fatto da persone altamente qualificate con titolo di studio riconosciuto dallo stato. La pastorale e la catechesi, che educano alla fede sono tutt'altra cosa e ogni Chiesa le farà nelle sue strutture, o comunque al di fuori delle strutture pubbliche. Non entro nel merito dell'8 per mille. Mi è venuto voglia semplicemente di raccontarti la mia esperienza, ormai lontana nel tempo. Lilli Dominici - Torino |
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